Recensione Tales from the Borderlands: Episodio 5 - The Vault of the Traveler

Con questo quinto e ultimo episodio, si chiude la prima stagione della serie Telltale basata sull'universo narrativo ideato da 2K Games: una scommessa vinta, un titolo che non deluderà i fan di lungo corso e di nuova data.

Recensione Tales from the Borderlands: Episodio 5 - The Vault of the Traveler
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  • Xbox 360
  • PS3
  • PSVita
  • Pc
  • PS4
  • Xbox One
  • Switch
  • Inizia un po' a singhiozzi, l'ultimo episodio di Tales from the Borderlands. La sceneggiatura delle prime sequenze (quella che conduce agli splendidi titoli di testa e quella immediatamente successiva) sembra assemblata un po' di fretta, con tagli troppo bruschi che ci catapultano poco elegantemente nei panni dei due protagonisti. Ci si alterna come sempre al controllo di Rhys e Fiona, il primo alle prese con le smanie di onnipotenza di Jack il Bello, la seconda costretta a tenere a bada gli scagnozzi di Vallory. L'aspetto più riuscito di questo lungo incipit è rappresentato da una serie di dialoghi che dà valore alle scelte operate dal giocatore: proprio come accadeva nel terzo episodio, attorno all'ultima decisione presa in Escape Plan Bravo il team di sviluppo lavora molto attentamente. Anche se il corso degli eventi non può essere piegato, insomma, a cambiare sarà il rapporto fra Jack e Rhys, e pure le relazioni fra i membri della squadra, colpiti dall'integrità del protagonista oppure arrabbiati per il suo improvviso voltafaccia. Cercando di non svelare troppo sulla trama, diciamo che nella prima parte di The Vault of the Traveler ci si imbatte anche in qualche rapida sequenza d'azione, intensa quanto basta, ma soprattutto si assiste alla definitiva risoluzione dell'intricato intreccio psicologico che coinvolge il villain più iconico della saga ed il nostro eroe dalle protesi cibernetiche.

    La scena è di quelle memorabili (e -sorpresa- pure un po' raccapriccianti), così come memorabile è "l'interpretazione" di Jack, scritto come sempre in maniera sopraffina. L'amore che il team di sceneggiatori prova nei confronti di questo adorabile psicopatico è evidente in Tales from the Borderlands come lo era negli sparatutto firmati Gearbox. Superata la prima fase dell'episodio, arriva il momento di tirare i fili della narrazione. Si esce quindi dal lungo flashback e si torna nel presente, per scoprire chi sia il misterioso cacciatore che tiene sotto scacco Rhys e Fiona. In questa breve parte centrale c'è un prevedibile ritorno ed un colpo di scena invece inaspettato, che da solo giustifica e tiene in piedi tutta la sceneggiatura. Il passo verso le battute finali è molto breve, e la sequenza che porterà il giocatore ad affrontare i pericoli della volta davvero eccellente. Prima di partire, infatti, l'utente sarà chiamato ad assemblare un team, chiamando a raccolta i personaggi incontrati durante l'avventura. Sarà questo il momento in cui si avvertirà il peso di tutte le scelte, intuendo in maniera più evidente quanta influenza abbiamo realmente avuto sullo svolgimento della trama. Capiremo che il destino di certi co-protagonisti è sempre stato nelle nostre mani, che la loro morte o la loro sopravvivenza è dipesa dalle nostre azioni. Capiremo che pure risparmiare i soldi arraffati nei panni di Fiona, alla fine, sarebbe potuto servire a qualcosa (noi, ovviamente, li avevamo spesi tutti in costumini all'ultimo grido). È insomma in bel sistema per esibire in maniera più evidente (e con un piglio un po' orgoglioso) i "bivi" della sceneggiatura dinamica, confermando che, nonostante gli esiti del racconto non si possano mutare nella sostanza, almeno un po' d'importanza viene data all'operato del giocatore. Scelti i compagni di squadra arriva il momento dello scontro finale.

    Uno scontro epico, travolgente e serrato, per una delle scene d'azione più riuscite dell'intera produzione. Anche l'epilogo che si avvia al termine dell'impresa è ben scritto, capace di giocare con le emozioni dell'utente come Tales from the Borderlands ha sempre fatto: mescolando sequenze toccanti e intense a quell'umorismo così insistente e "irrequieto", che ha bisogno di infilarsi proprio dappertutto (ma che non risulta mai fuori luogo).

    Tales from the Borderlands Tales from the BorderlandsVersione Analizzata PCE' stato un bel viaggio, quello di Tales from the Borderlands. Non sono mancati momenti morti, fasi di stanca e sequenze davvero superflue a livello narrativo, pensate forse per allungare un po' la trama ed incontrare quindi il format episodico che è “marchio di fabbrica” di Telltale. L'idea che ci siamo fatti in questi mesi è che il progetto si sia evoluto strada facendo: alcuni spunti si sono completamente persi (la vista cibernetica di Rhys, ma anche il conflitto fra le due versioni del racconto, che spesso generava risate grasse e spontanee), altre linee di tendenza si sono invece manifestate. Su tutte, l'esigenza di costruire un rapporto più forte fra i protagonisti, di farli crescere, abbandonando progressivamente quel tono leggerissimo tipico dei primi episodi, per raccontare una storia più intensa. Complessivamente, ed il voto a quest'ultimo episodio coincide di fatto con quello globale assegnato a questa prima stagione, Tales from the Borderlands è una scommessa vinta, un titolo che conferma le ottime doti di Telltale e che non delude fan di lungo corso e nuovi avventori.

    8.5

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