Recensione Tales of the World: Radiant Mythology

Nuove storie di antichi eroi sugli schermi di Playstation Portable

Recensione Tales of the World: Radiant Mythology
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  • Dimmi quanti RPG hai e ti dirò chi sei

    Da molti anni uno degli “indicatori di salute” più accreditati per una console è il numero di giochi di ruolo (possibilmente orientali) per lei sviluppati; bramati dai giocatori e lodati dalle riviste questi titoli sembrano non calare mai notorietà (nonostante si basino su clichè ben difficili da abbandonare) e dimostrano la loro importanza influenzando direttamente le vendite della console a cui sono diretti. Sotto questo punto di vista Nintendo DS si sta confermando in piena forma atletica, visti i recenti annunci di Mistwalker, Level 5, Namco Bandai e Square Enix, che hanno in programma per il brillante portatile la realizzazione di un gran numero RPG, ma anche la tardiva avversaria Playstation Portable sta ricevendo, da qualche tempo, una massiccia dose di "salutari" Giochi di Ruolo. Titoli come Valkyrie Profile Lenneth e Final Fantasy Tactics, porting di giochi PSOne mai giunti ufficialmente in Europa, stanno ottenendo un successo quasi inaspettato mentre si fanno strada sugli scaffali dei negozi di tutto il mondo interessantissimi JRPG come Brave Story, Legend of Heroes 4 e Crisis Core - Final Fantasy 7, che in sole due settimane è riuscito da solo a far lievitare le vendite di Playstation Portable fino alla vetta delle classifiche giapponesi, dominate inderogabilmente dalle console e dai giochi Nintendo. Tra i titoli sviluppati in esclusiva per questa piattaforma, recentemente ringiovanita da un restyling non profondo ma efficace, troviamo Tales of the World - Radiant Mythology, un prodotto peculiare sotto molti punti di vista...

    Alla scoperta delle prigioni di Terresia

    l mondo in cui è ambientato Tales of the World è Terresia, un pianeta pacifico protetto dal gigantesco “World Tree”, una pianta mistica in cui è custodito il più grande quantitativo di "mana" dell'universo; un giorno, però, giunse da un'altra dimensione una una creatura demoniaca nota con il nome di “Devourer”, che in poco tempo e senza alcuno sforzo ridusse Terresia in una landa desolata. I pochi superstiti si rifugiarono nelle ultime città fortificate rimaste ed il morente albero protettore, con le forze rimaste, diede alla luce un salvatore, un guerriero in grado di porre fine a questa maledizione: voi.
    Al vostro risveglio incontrerete quello che per tutta l'avventura sarà la vostra spalla fissa, ovvero Mormo, un altro “Descendant” come voi giunto da un'altro mondo distrutto dal Devourer. Insieme a lui, alla giovane Kanonno ed ai guerrieri della “Ad Libitum” dovrete tentare di salvare Terrasia dal misterioso Divoratore, dalle oscure trame di Ganser e dei suoi corrotti alleati.
    Tales of the World - Radiant Mythology è quello che viene definito come “Dungeon Crawler”, ovvero un gioco di ruolo che basa il suo gameplay sull'esplorazione di immense prigioni e sul completamento delle “Quest” affidate al giocatore ed agli altri membri del suo party. Come da tradizione tutto ciò che non è esplorazione in Tales of the Wolrd si svolge in una città, che conta una serie di ambienti specifici in cui interagire con i comprimari dell'avventura e con i personaggi non giocanti. La Gilda è il punto cruciale di tutto il gioco ed in essa avremo modo di scegliere l'incarico da portare a termine; non mancano però i vari negozi in cui svolgere acquisti, la taverna (che funge da luogo di ritrovo per i molti avventurieri), le piazze e le abitazioni, in cui recarsi per parlare con i cittadini ed ottenere preziose informazioni sulla vita del borgo. Una volta scelta la missione, gli alleati da portare in battaglia ed una volta effettuati i rituali acquisti di provviste, potremo recarci in uno dei dungeon di Terrasia, pullulanti di mostri da combattere e tesori da scovare.

    Flex Range Linear Motion Battle System

    Innanzi tutto va precisato che gli scontri in Tales of the World non sono casuali: ogni nemico ha una sua dislocazione nel labirinto e può essere aggirato o addirittura seminato se si muove più lentamente di noi. In caso di combattimento, invece, si attiva quello che è conosciuto come “Flex Range Linear Motion Battle System”, un'evoluzione tridimensionale dei sistemi di combattimento già implementati nei precedenti “Tales”; non più quindi scontri in cui gli avversari si muovono in linea retta l'uno di fronte all'altro ma, più o meno come accadeva anche in Tales of the Abyss, battaglie in cui sfruttare adeguatamente tutta l'arena in cui si svolgono, evitando i colpi avversari e giungendo alle spalle del nemico quando possibile. Il giocatore ha a sua disposizione un vasto set di attacchi, parate, magie ed “Arti”, ovvero mosse speciali che si attivano premendo contemporaneamente il tasto Cerchio ed una delle frecce del DPad. Arti e Magie richiedono l'utilizzo di alcuni “Techincal Points” (l'equivalente dei punti magia), che si consumano rapidamente ma si rigenerano pian piano anche durante la battaglia stessa; gli attacchi portati a segno, infine, permettono di caricare una barra che, una volta piena, consente di realizzare un colpo speciale. I tre membri rimanenti del party (sempre che siano presenti) possono essere comandati uno alla volta dal giocatore stesso, oppure sono guidati dalla CPU che segue però alcune regole dettate dal giocatore tramite uno specifico menu. In esso è possibile stabilire la tipologia di approccio al combattimento del singolo guerriero (scontro corpo a corpo o di lungo raggio) il bilanciamento tra attacco e difesa nonchè la quantità di attacchi speciali da usare durante la battaglia. Infine si può agire sul metodo di selezione dell'avversario, imponendo al combattente di prendere sotto mira lo stesso guerriero “lockato” dal giocatore oppure un altro (e di questo possono essere definiti alcuni parametri).
    Il bottino che si guadagna al termine di uno scontro in Tales of the World è molto più vasto e variegato rispetto a quello che si ottiene in altri titoli simili: oltre ai consueti punti esperienza, all'oro necessario a fare acquisti, alle armi ed alle pozioni, si possono ottenere generi di prima necessità come vegetali, sementi, legnami, minerali o carni. Questi elementi vanno plasmati per ottenere manufatti più complessi: dal frumento si può ottenere la farina che poi, insieme ad olio ed acqua, diviene pasta da usare per creare un piatto sostanzioso e capace di ricostituire i nostri punti ferita. Potremo quindi creare sia cibi che pozioni ed attrezzi ma per farlo dovremo istruirci ed esercitarci su quella che viene definita l'arte del “Crafting”: esistono vari libri a tema su queste arti (sul cucinare i cibi, sul trattamento delle rocce ecc..) e questi testi vengono regalati al giocatore dagli abitanti della città. In ciascuna branca del Crafting il nostro alter ego ha un livello di abilità, che aumenta con l'esercizio in quella specifica arte; il superamento di alcuni livelli prestabiliti consente al giocatore di cimentarsi in “ricette” più complesse. Come accennato gli ingredienti vengono spesso abbandonati sul campo dai nostri avversari sconfitti ma è anche possibile comprarli nel negozio di mercanzie oppure “recuperarli” direttamente dal dungeon: esistono infatti delle zone (segnalate da un bagliore giallo) da cui il giocatore può estrarre materie prime (se dotato di attrezzi per scavare).
    Tornando ai trofei conquistati in battaglia al termine di una quest, oltre al premio in denaro, otterremo anche dei “punti fama”, che sono l'indicatore di notorietà del nostro alter ego all'interno della Gilda...

    Mi stai simpatico...

    I guerrieri che, in Tales of the World, si oppongono al Divoratore sono riuniti in una Gilda nota col nome di “Ad Libitum”; le prime quest del gioco saranno dedicate proprio a guadagnarci l'ingresso in questa organizzazione mentre le successive missioni saranno votate all'accumulo dei punti fama necessari a guadagnarci l'opportunità di partecipare ad azioni cruciali per gli eventi del gioco. Come capita spesso nei “Dungeon Crawler” le missioni non sono poi così varie: si passa dall'uccisione di un determinato numero di nemici al recupero di alcuni oggetti o alla scorta di un certo personaggio attraverso un singolo livello della prigione. Le missioni “chiave”, invece, oltre ad essere più difficili ed a presentare talvolta un avversario “boss” contro cui scontrarsi, hanno degli obbiettivi particolari e richiedono maggiore tempo per essere svolte (nella maggior parte dei casi saranno anche presenti, a differenza delle quest ordinarie, dei savepoint intermedi durante l'esplorazione del dungeon).
    I punti fama hanno un ulteriore scopo: il loro livello determina la fiducia degli altri membri della Ad Libitum nei nostri confronti. Con l'aumentare del nostro ranking la loro iniziale indifferenza diverrà presto simpatia se non completo appoggio e le nostre richieste di supporto verranno esaudite con maggiore facilità. Molti di questi eroi sono dotati di abilità superiori alle nostre per cui il loro aiuto si dimostra indispensabile specie durante le missioni "chiave".

    Dove ti ho già visto??

    Chiunque abbia giocato un solo “Tales” si sarà accorto della particolare natura dei protagonisti di questo episodio: tutti i membri della Ad Libitum sono in realtà protagonisti e co-protagonisti dei precedenti Role Playing Games made in Namco. Da Reid Hershel di “Eternia” (probabilmente il più noto al pubblico di Playstation Portable grazie al remake dell'anno scorso su questa console) a Chester Burklight ed Arche Klein provenienti da “Phantasia”, passando per Stan e Leon di “Phantasia” fino a Luke e Tear di Tales of the Abyss; una vera gioia per i fanatici di giochi di ruolo ma una piacevole sorpresa anche per i non affezionati. Le vicende in cui si intrecciano le singole storie dei paladini sono ben congegnate e narrate tramite cut scene tradizionalmente “poco animate” ma decisamente incisive e piacevoli da seguire. Il personaggio meno caratterizzato tra tutti è proprio quello impersonato dal giocatore, un eroe creato all'inizio del gioco editando i pochi parametri che ci vengono messi a disposizione dall'avventura. Potremo deciderene il sesso, l'aspetto fisico ed il “Job” tra Guerriero, Ladro, Monaco e Stregone. Fortunatamente quest'ultimo non è un parametro definitivo: la classe può essere cambiata parlando con il capogilda e pagando una certa somma di “Punti Grado”, l'ultima parte del ricco bottino di ogni combattimento e missione. Con il procedere nell'avventura si sbloccheranno ulteriori Job, ciascuno dei quali caratterizzato da proprie abilità, magie e livelli di apprendimento che se raggiunti elevano ulteriormente la qualità del personaggio.

    Veniamo al dunque

    Il più grosso limite di Tales of the World è, a tutti gli effetti, legato alla sua struttura di “Dungeon Crawler”: molti giocatori non amano questo tipo di avventure, parche di ambientazioni e sicuramente meno articolate perchè troppo legate al concetto di Dungeon e Città. In effetti Tales of the World è afflitto, almeno in parte, da tutti i classici sintomi da “Crawler”, ovvero una certa ripetitività delle missioni, senso di deja vù, scarsa varietà delle ambientazioni e dell'azione, ma questi limiti sono compensati da alcuni pregi non trascurabili. La gestione del personaggio è molto semplice e flessibile ma non manca assolutamente della necessaria profondità: al classico potenziamento mediante l'utilizzo di armature, armi ed accessori, si affiancano l'attività di evoluzione del Job e dell'abilità di Crafting. Quest'ultima feature potremmo definirla quasi “collaterale” rispetto alle altre due ma è comunque sviluppata con notevole profondità e si dimostra appagante se affrontata a dovere.
    Un secondo, grosso pregio di Tales of the World risiede nel combat system, che si rivela tanto frenetico quanto ricco, profondo ed impegnativo. Ci vuole un po' di tempo per imparare a gestire l'intero team (ma è un “classico” dei Tales...) ed in prima battuta la disposizione dei comandi lascia qualche dubbio, ma alla fine ci troveremo ad affrontare scontri tra nove duellanti con pieno controllo della situazione. Una lode va spesa anche per i nemici che, sebbene non brillino per varietà di specie, con la loro aggressività ed una certa dose di astuzia riescono a mettere spesso in difficoltà anche i combattenti di alto livello.
    La questione “dungeon” è un po' più complicata: le location in cui si svolgono le quest sono poche ed alcune sono piuttosto semplici. Già dalla seconda città la morfologia delle prigioni migliora leggermente ed i labirinti nascosti aiutano a diversificare ulteriormente le missioni, ma la situazione rimane comunque piuttosto critica. E' comunque importante osservare come questa struttura consenta di portare a termine una missione in pochi minuti con somma gioia di tutti coloro che si vogliono cimentare nelle immancabili partite “mordi e fuggi”. A tale proposito va fatto notare che i tempi di caricamento di Tales of the World sono molto ridotti (quasi inesistenti se giocato su PSP S&L), un ulteriore punto a favore della “portatilità” di questo RPG.
    Una volta venuti a patti con il gameplay Tales of the World offre una buonissima longevità: ci vogliono almeno una ventina di ore per completare l'avventura principale “con il livello di abilità minimo richiesto” ma sono necessarie parecchie ore per completare tutte le missioni, evolvere i Job e le abilità di crafting.

    Oh, mio Dungeon!

    L'aspetto tecnico di Tales of the World è più che adeguato a questo genere di produzione: il character design dei personaggi è stato affidato come sempre a Kosuke Fujishima (noto maggiormente in Europa per i suoi manga “Oh mia Dea!” e “Sei in arresto!”) che ha curato anche le illustrazioni, gli artwork e le ambientazioni in cui si svolge il gioco. Il risultato è ottimo, tutto appare molto brillante, pulito e piacevole.
    I dungeon ed i personaggi che lo popolano sono realizzati con modelli tridimensionali di ottima qualità: i nostri eroi sono curatissimi sia nell'aspetto che nelle animazioni; anche i nemici sono ben realizzati, discretamente vari (tra l'altro sono avversari "caratteristici" della saga di "Tales" ed animati con cura. Ottimi infine gli effetti speciali scatenati dalle magie o dai colpi speciali. Gli unici aspetti deludente del comparto video riguardano la ridotta profondità della visuale durante l'esplorazione dei dungeon, costantemente pervasi da una fitta nebbia, e la telecamera automatica che riprende l'azione e che troppo spesso non inquadra zone in cui sono presenti nemici.
    Il sonoro può contare su una soundtrack leggermente retrò ma molto azzeccata, ricca di marcette trionfali e motivi allegri tra cui spiccano buona parte dei "battle theme" dei precedenti Tales (peccato che l'eliminazione della splendida canzone iniziale "Hikari to Kage" cantata da Kana Uemura); a questa si accompagna un corposo parlato (in Inglese) presente sia durante le cut scenes più importanti che nei combattimenti e recitato da tutti i doppiatori storici dei singoli personaggi. Gli effetti sonori sono sufficientemente vari ma non brillano per originalità o qualità.

    Tales of the World: Radiant Mythology Tales of the World: Radiant MythologyVersione Analizzata PSPTales of the World è un Gioco di Ruolo ben fatto che, nonostante qualche limite strutturale, riesce a divertire ed appassionare per un periodo di tempo più che adeguato. Ottimo il battle system, curatissimi l'evoluzione del personaggio ed il sistema delle abilità, Tales soffre solo sotto il punto di vista della varietà delle missioni ma compensa con un livello di difficoltà leggermente superiore alla media ma comunque ben calibrato. Un gioco consigliabile a tutti i fan degli RPG, un po' meno a cooro che non sopportano i dungeon crawler. Acquisto obbligato invece per i fanatici delle saghe Namco-Bandai, che con questo "crossover" avranno modo di vivere in modo alternativo le gesta dei loro beniamini.

    7.5

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