52
News VG
Zelda vs Spider-Man vs Mario vs RE4 vs Baldur's Gate vs Alan Wake: chi vince il GOTY 2023?

C'è chi videogioca per vivere avventure emozionanti e chi per il puro divertimento, magari dopo un'intensa giornata di lavoro o di studio. A tal proposito, sta arrivando sugli scaffali un prodotto peculiare, che per stampare sorrisi non chiama a eliminare schiere di soldati ostili. Stiamo parlando di Teardown, un titolo unico nel suo genere in cui la parola d'ordine è distruzione. Dopo aver demolito una quantità spropositata di voxel in giro per gli scenari, siamo pronti a svelarvi ogni segreto della versione del gioco per console di ultima generazione.
In Teardown vestiamo i panni del proprietario di una società che si occupa di demolizioni, che sta attraversando un momento buio per via dello scarso numero di incarichi ricevuti. La situazione raggiunge un punto di svolta quando ci viene chiesto di terminare un lavoro apparentemente pulito, che invece apre a una lunga serie di missioni costituite da furti, irruzioni in proprietà private e altri simpatici illeciti.
È superfluo girarci intorno: la trama di Teardown è davvero basilare e non ha alcuna rilevanza per chi vuole godersi l'esperienza, visto che funge esclusivamente da pretesto per spedirci in una delle nove mappe a seminare il caos. Se c'è una cosa che spiazza quando si inizia a giocare il titolo di Tuxedo Labs, questa è il modo in cui sono strutturate le missioni.
Le immagini e i filmati lasciano intuire che tutto si basi praticamente solo sulla distruzione degli scenari, ma in realtà le interazioni con l'ambiente sono solo un mezzo per completare gli obiettivi.
I compiti in cui il fine ultimo è il mero abbattimento di una struttura si contano sulle dita di una mano e la quasi totalità delle attività primarie e secondarie riguarda il furto di oggetti o la distruzione di casseforti, veicoli o altri preziosi. Ovviamente non è tutto facile come potrebbe sembrare, poiché ogni nostra spedizione ci metterà di fronte a sistemi di allarme più o meno intricati che, ad esempio, segnano il game over in caso di incendio diffuso. In altri casi, invece, gli obiettivi saranno collegati ad un allarme e, interagendo con uno di essi, si attiverà un timer: dovremo quindi completare il giro di furti entro il tempo limite e raggiungere il veicolo per la fuga. Una volta ritornati alla base potremo anche osservare il notiziario in TV, che parlerà sempre delle nostre 'gesta' con tanto di immagini che mostrano i disastri compiuti.
Alcune delle missioni nell'ultima porzione dell'esperienza ci sono parse a tratti frustranti per via dell'elevata difficoltà. Altre invece si sono rivelate davvero stimolanti. Il dover agire in poco tempo richiede un'attenta pianificazione delle mosse che, come potete facilmente intuire, coinvolge anche la tanto amata distruzione del mondo di gioco.
Sfondare una parete, aprire un cancello, creare una passerella con assi di legno o posizionare un veicolo per spostarsi dal punto A al punto B sono solo alcune delle possibili soluzioni atte a velocizzare la nostra ‘speedrun'. Il bello di Teardown è che si tratta di uno di quei giochi che ognuno vive a modo suo. Potremmo passare il pad a 50 utenti diversi e assistere a metodi di completamento degli incarichi sempre differenti, e non per questo da considerarsi errati.
Come dicevamo, il livello di sfida non è sempre bilanciato alla perfezione e talvolta è inevitabile avvertire un po' di ripetitività. Le missioni sono circa 40 e gli scenari solo 9: questo implica che più volte dovremo svolgere le medesime attività.
Adesso, però, è giunto il momento di scendere nel dettaglio del gameplay di Teardown e di soffermarci sulla distruzione, che è il vero fiore all'occhiello della produzione. L'intero mondo di gioco è composto da voxel, che per chi non lo sapesse sono piccoli cubi la cui funzione è quella di unità elementare: qualsiasi elemento, dagli strumenti utilizzati, fino agli edifici presenta una composizione in voxel più o meno articolata.
Oltre ad avere colori diversi, questi cubetti sono anche fatti di materiali diversi e richiedono quindi equipaggiamento specifico per poter essere distrutti. Per abbattere una parete in legno vi basterà un semplice martello, ma per buttar giù un cancello metallico servirà una fiamma ossidrica.
Neanche a dirlo, con l'avanzare dell'avventura la nostra base operativa accoglierà casse contenenti nuovi giocattoli, che possono essere anche potenziati grazie al denaro accumulato rubacchiando oggetti preziosi durante le fasi di esplorazione che precedono il colpo.
Tutto inizia con una mazza e un estintore per sedare le fiamme in caso di allarme antincendio, ma col progredire della storia avremo accesso a bombe, passerelle posizionabili, armi da fuoco (da usare esclusivamente su edifici e oggetti, poiché non vi sono nemici) e tanti altri strumenti da demolizione. L'utilizzo di questi gadget - uno più divertente dell'altro - non è l'unico modo attraverso cui il nostro protagonista può divertirsi, poiché in Teardown possiamo anche afferrare e trascinare piccoli oggetti oppure esibirci alla conduzione di veicoli e dispositivi di ogni tipo. Oltre alle classiche auto vi sono anche gru, mietitrebbie e altri mezzi da cantiere, che aprono la strada a ulteriori possibilità in termini di gameplay.
I voxel tendono a distruggersi al minimo impatto e questa caratteristica è a volte un problema. I mezzi di trasporto ad esempio possono incastrarsi nel terreno o in altri elementi dello scenario: fiondarsi a tutta velocità con un camion all'interno di un edificio è uno spasso, ma a seguito dell'impatto potreste non riuscire a spostare più il mezzo. Passando alla gestione della fisica, non bisogna aspettarsi comportamenti realistici in termini di solidità degli edifici. Basti pensare che è sufficiente che vi sia anche un solo cubetto per reggere un'intera struttura, che resterà perfettamente in piedi fino alla distruzione dell'ultimo sostegno.
Fra gli aspetti che più abbiamo apprezzato di Teardown troviamo la sua filosofia, basata sul conferire al giocatore una gran liberta d'approccio al completamento degli incarichi... e non solo. La storia è lì e può essere affrontata per apprendere gradualmente le meccaniche, sbloccare armi sempre più folli e sfide di complessità crescente.
Esiste però anche la possibilità di ignorare totalmente questa dimensione del pacchetto e sbizzarrirsi nella modalità Sandbox, magari dopo aver ottenuto tutti i gadget e le mappe con un'apposita opzione nei menu delle impostazioni. In questo modo, potrete vivere la campagna ‘barando' oppure dedicarvi alla demolizione totale degli scenari, senza un obiettivo ben preciso: si sceglie il livello, si impugnano gli strumenti più adatti a far esplodere tutto e ci si diverte.
Purtroppo il supporto alle mod, che in una produzione del genere avrebbe un impatto pazzesco, è assai limitato su console. Almeno per il momento, gli sviluppatori selezioneranno alcune creazioni degli utenti e le renderanno disponibili su PS5 e Xbox Series X|S, ma si tratta di una feature meno esaltante se confrontata alla sua controparte PC.
La versione di Teardown che abbiamo testato per la recensione è quella PlayStation 5 e, a conti fatti, il comparto tecnico del gioco si è rivelato più che all'altezza della situazione. Il titolo di Tuxedo Labs offre due diverse modalità grafiche, ma il loro framerate non è quello che ci si aspetterebbe.
Nella modalità Qualità il prodotto punta ai 60 fotogrammi al secondo e riesce a mantenerli quasi sempre, sebbene vi siano alcune incertezze nelle fasi di distruzione più complesse o in presenza di effetti come la pioggia. Tutto è più fluido con la modalità Prestazioni, che abbassa la risoluzione per abbracciare i 120fps. Nel nostro caso abbiamo giocato quasi sempre con la prima opzione e il motivo è semplice: chiudendo un occhio sulle oscillazioni del framerate ci si gode una pulizia a schermo più elevata e non paragonabile a quella della modalità Prestazioni (la risoluzione è di 2880x1620 contro i 1920x1080 della seconda soluzione). È vero, Teardown non sfoggia una presentazione visiva da urlo, eppure i benefici del Ray Tracing, attivo in entrambe le soluzioni, si notano.
Il prodotto gode del pieno supporto al DualSense, che risulta sempre funzionale alle azioni che si compiono e mai invasivo. Ovviamente ci riferiamo sia al feedback aptico che ai grilletti adattivi, con una leggera resistenza al grilletto destro che muta in base al tipo di strumento da demolizione impugnato.
TeardownVersione Analizzata PlayStation 5Al netto di qualche spigolo in termini ludici, dell’assenza della co-op e di una campagna talvolta ripetitiva, Teardown è sorprendente. Ogni singolo scenario è come un enorme parco giochi in cui l'utente è libero di fare quello che gli pare e piace, e non solo nella modalità Sandbox ma anche per terminare le missioni della storia. Se consideriamo poi che la produzione è disponibile sin dal day one nell’abbonamento a PlayStation Plus Extra/Premium (ed è compatibile con lo streaming nel cloud di PS5) non possiamo che consigliarvi di provare almeno una volta a demolire qualche edificio fatto di voxel.
Che voto dai a: Teardown
Altri contenuti per Teardown