Teenage Mutant Ninja Turtles - Xbox 360

Ubisoft propone il tie-in ufficiale del nuovo film delle Tartarughe Ninja: abbiamo provato la versione per Xbox 360, ecco la nostra recensione.

Teenage Mutant Ninja Turtles - Xbox 360
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Disponibile per
  • Xbox 360
  • Wii
  • 3DS
  • Si cresce

    Ti svegli un giorno e ti rendi conto di avere 20 anni.
    Torni indietro con la mente e pensi ai tuoi ricordi d'infanzia, le tue paure, i tuoi giochi... i tuoi eroi.
    Ti sorprendi egoisticamente nello scoprire che, mentre hai continuato la tua vita, alcuni di questi sono sopravvissuti e quasi ti commuovi nello constatare che, anzi, sono tornati alla ribalta.
    E' quello che mi è recentemente accaduto con le storiche tartarughe ninja: negli anni 2000 si è ben pensato di recuperarle e, complice una rivisitazione in chiave moderna, hanno riacquisito tale fama da diventare protagoniste di un ennesimo film in computer grafica.
    Chiaramente, in questi casi, il videogioco su licenza è sempre dietro l'angolo, come è pure dietro l'angolo la consapevolezza che difficilmente ci troveremo di fronte a un capolavoro, per usare un eufemismo.

    We are family

    Avete presente 4 tartarughe ninja simpatiche e mattacchione, tutte famiglia e fogna, sempre pronte ad aiutare il prossimo tra un pezzo di pizza e l'altro? Ecco: dimenticatele.
    Per dare nuovo lustro al franchise, i 4 eroi dalle bandane colorate sono stati costretti non solo a quel restilying estetico che li ha portati ad essere più "cool", ma anche a un cambiamento nelle diverse personalità a volte piuttosto pesante. Per fare un esempio, all'interno dell'allegra famigliola non c'è più quella bonaria e implicita intesa tra fratelli e al contrario sono nati scontri e relativi trip psicologici.
    Ma andiamo con ordine: in che contesto è ambientata la nostra storia?
    Che ci si creda o meno, Shredder è stato finalmente sconfitto ma a tale evento è seguita l'infausta separazione dei 4 fratelli: Donatello è sempre alle prese con aggeggi tecnologici, Leonardo è in America Latina per allenarsi, Michelangelo lavora come mascotte per bambini, ormai nominato "Cowambunga Carl", e Raffaello ha fatto affiorare il suo lato oscuro travestendosi da Nightwatcher.
    A riunirli ancora una volta sarà l'ennesima minaccia pronta a colpire la città di New Work, ma ritrovare l'intesa di un tempo non sarà così facile.
    Raffaello e Leonardo in particolare, tornando al discorso iniziale, sembrano essere ai ferri corti: il primo probabilmente ha sempre invidiato il secondo poiché designato dal mitico maestro Splinter a essere il capo delle tartarughe (e sì, dal 1984 a oggi è successo anche questo!).
    Sebbene il gioco si avvalga pesantemente degli avvenimenti del film, la trama si concentra più sulla lenta ricreazione di una coesione nel gruppo e, forse anche per questo, seguire gli avvenimenti che ci vengono narrati sotto forma di "clip show" (ovvero le tartarughe che a posteriori raccontano la vicenda per episodi), non è assolutamente facile.
    Nella storia vengono tirati in ballo numerosi elementi come l'industriale Max Winters e i suoi loschi piani e addirittura il "Foot Clan", quella pseudo-organizzazione ninja gestita in precedenza da Shredder, ma senza la visione completa del film, che nelle nostre sale non è ancora uscito, si crea un mix caotico che lascia interdetto il giocatore.
    Poco male in fondo, non è certo di una trama solida che andiamo in cerca.

    "E' una fogna fratello...vista una viste tutte!"

    La frase che fa da titolo a questo paragrafo è riportata quasi letteralmente da uno dei numerosi dialoghi presenti all'interno del gioco... e risulta quanto meno grottesca.
    L'assoluta mancanza di stile per ciò che concerne il level design e' in effetti uno dei peggiori difetti di TMNT: fogne, sobborghi cittadini, tetti e grattacieli, tutto si presenta monotono non solo a livello strutturale, ma anche a quello prettamente estetico.
    Compenetrazione di poligoni, texture slavate e animazioni deficitarie si affiancano a spesso seri problemi di telecamera e una serie interminabile di muri invisibili. Praticamente non si salva nulla.
    Si può prendere come esempio uno dei livelli in cui impersonifichiamo Nightwachter, l'alterego di Raffaello: saltando di palazzo in palazzo saremo contornati da opprimenti tinte bianche, grigie e nere (solo queste e non per una qualche scelta stilistica) mentre ogni tanto additeremo verso una texture quasi decente come un gruppo di turisti indica un camoscio durante un pic-nic sulle alpi.
    Il giudizio può forse sembrare eccessivamente lapidario ma è lecito domandarsi se certi livelli siano ancora accettabili in questa generazione: la risposta è senza dubbio no, soprattutto se si pensa che dietro al progetto c'è una certa Ubisoft Montreal (qualcuno ha detto Assassin's Creed?).
    Proprio per la fiducia che è giustificato riporre in questa software house, possiamo considerare questo TMNT un incidente di percorso sul quale è meglio tacere. Anche perché di positivo, almeno nella parte tecnico-artistica, c'è solo un elemento: lo stile fumettoso, accompagnato da qualche brevissimo filmato preso dal movie, con cui vengono narrate le vicende. E questo la dice lunga sulla qualità del comparto tecnico.
    Il gioco esercita in realtà uno strano effetto "film dell'orrore": lo spettacolo di fronte a noi è davvero inquietante ma proprio per questo c'è quella voglia di sbirciare "attraverso le dita che ci coprono gli occhi" per vedere quanto lontano ci si può spingere.
    Questo limite sembra non arrivare mai: il gioco presenta addirittura cali di framerate.

    Le tartarughe hanno orecchie?

    Il comparto sonoro rappresenta sicuramente uno degli aspetti meglio riusciti del gioco.
    Non si parla però degli anonimi pezzi che accompagnano gli stage e nemmeno dei poco incisivi suoni collegati al background, ma del doppiaggio davvero efficace, complice, incredibile a dirsi, la presenza delle voci originali della serie tv degli anni ottanta!
    Ebbene si, da allora questi professionisti non hanno mai abbandonato i vari personaggi, nemmeno nelle nuove stagioni televisive... e in questi casi sfruttare l'effetto nostalgia è pressochè vitale.
    Complimenti quindi a Davide Garbolino e compagnia per l'ottimo lavoro svolto, con una verve capace di rendere quasi divertenti le pessime battute da zelig dei poveri.

    Megaspassosissimo fratellone!

    Facciamo un gioco: proviamo a sostituire un protagonista qualunque, magari un principe persiano, con un tartaruga esperta in arti marziali, implementiamo fatiscenti periferie newyorkesi invece di costruzioni esotiche...voilà, avremo PdP: Il principe del Plagio.
    In effetti quest'ultima affermazione risulta quanto meno scorretta dal momento che Prince of Persia è un altro prodotto della stessa Ubisoft Montreal, tuttavia è innegabile come i due titoli abbiano davvero molto in comune a livello di gameplay: ci si arrampica su muri, ci si appende a grondaie e ringhiere, si salta da una piattaforma a un'altra evitando affilatissime trappole.
    Tutto ciò, sia chiaro, non costituisce un vero e proprio difetto... anzi, è uno di quei pochi aspetti che rende il titolo quasi divertente.
    Il problema è che la software house non è riuscita a replicare con successo le meccaniche alla base di uno modello di gioco decisamente collaudato come quello di Prince of Persia.
    Non si parla solo di problemi tecnici, di cui si è già accennato in precedenza, ma anche di una vera e propria povertà d'azione dovuta probabilmente alla necessità di rendere più semplice il gioco.
    Le mosse a disposizione delle tartarughe sono poche, i livelli paurosamente lineari, i percorsi incredibilmente prevedibili. Tutto questo si traduce in un'unica parola: monotonia.
    Si aggiunga inoltre che, da un lato, spesso i comandi non precisi e i vari problemi di telecamere possono rendere l'esperienza frustrante, dall'altro, anche a livello concettuale, gli stage presentano situazioni paradossali (fiumi in piena che non trascinano via il personaggio, zone inspiegabilmente irraggiungibili o game over senza apparenti spiegazioni).
    Per ciò che concerne i momenti in cui bisogna menare le mani, la situazione rimane sul povero andante: ogni personaggio utilizza combo diverse e presenta un distintivo approccio al combattimento ma, complice la scarsa IA dei nemici, il tutto si riduce a una mera pressione forsennata dei tasti. Esiste anche la possibilità di riempire una barra uccidendo i nemici che ci permette, una volta completata, di scatenare con più veemenza i nostri attacchi a suon di slow motion. Cliché su cliché.
    L'unica caratteristica peculiare di TMNT è rappresentata dal fatto che è possibile scegliere, in qualsiasi momento, quale dei 4 protagonisti utilizzare. In realtà questo elemento non è presente in tutti i 16 livelli di gioco, ma quando viene implementato è in grado di rendere lievemente più profondo il gameplay: si aggiunge la possibilità di interagire con i propri fratelli di guscio per coprire maggiori distanze con i salti o scatenare mosse combinate devastanti.
    Se useremo con abilità e saggezza questa caratteristica, a fine livello l'indicatore di vincolo familiare ci premierà con un voto alto. Già, perché al termine di ogni stage compare un pagellone che giudica il nostro operato in base alla nostra abilità nei combattimenti, alla velocità con cui completiamo i livelli, a quanti inutili gettoni riusciamo a collezionare (questi sono in realtà piazzati bellamente davanti al nostro muso) e, appunto, alla collaborazione con gli altri personaggi. In base al punteggio ottenuto acquisiremo dei "gusci dorati" che potranno essere utilizzati per sbloccare gli extra. "Innovativo" vero?
    Infine vale la pena citare le "straordinarie" abilità speciali che ogni tartaruga possiede: alcune sono semplicemente assurde (come la possibilità di Leonardo di attraversare ALCUNE sbarre), altre semplicemente inutili.

    Per completare lo story mode del gioco non servono più di 5 ore. Anche troppe se si considera che non esiste il gameover: quando veniamo abbattuti e sufficiente premere A ripetutamente per resuscitare e ricominciare a giocare da uno dei numerosissimi checkpoint del livello.
    Gli extra sono poco stuzzicanti: una serie di sfide a tempo, trucchi "mai" visti prima (come quelli che permettono di far ingrandire la testa dei personaggi) e gallerie di video e immagini: nulla che possa invogliare seriamente a prolungare l'esperienza di gioco.

    Teenage Mutant Ninja Turtles Teenage Mutant Ninja TurtlesVersione Analizzata Xbox 360Che TMNT fosse indirizzato a un certo target lo si era capito fin da subito, ma perché rinunciare anche a tutta una serie di fan di vecchia data che, chissà, magari non avrebbero disdegnato di vestire ancora una volta i panni delle mitiche tartarughe ninja? Il titolo presenta fastidiosi deficit in ogni suo aspetto per cui, a meno che non giriate per la strada travesti da Leonardo dimenando spade affilate, la soluzione migliore è rivolgersi altrove.

    4.5

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