Recensione Teenage Zombies Invasion of the Alien Brain Thingys

Protagonisti senza cervello di un platform senza cervello.

Recensione Teenage Zombies Invasion of the Alien Brain Thingys
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  • DS
  • B-videogames? Un insuccesso o una reale scelta commerciale?

    Una veloce ricerca su internet è sufficiente per venire a conoscenza delle lontane quanto solo presunte origini di Teenage Zombies Invasion of the Alien Brain Thingys!. Teenage Zombies, film d’horror girato nel 1959, è ritenuto uno dei peggiori lungometraggi mai creati nella storia dell’umanità. Parla di un gruppo di giovani che raggiungono l’isola del classico scienziato pazzo desideroso di trasformare i cittadini degli Stati Uniti in claudicanti zombie. L’altra fonte di ispirazione è invece il classico b-movie degli anni 80. I Was A Teenage Zombie, inserisce nel suo plot pusher e pericolosi liquami tossici, ma la qualità del prodotto non si discosta poi di molto dal capolavoro del trash uscito anni prima.
    Le premesse, insomma, non paiono essere delle migliori. Oppure no? Negli anni è nata una vera e propria passione per un certo genere di film, chiaramente realizzati con pochi soldi, ma capaci di catturare grazie al fattore demenzialità e per la loro quantità industriale di effetti splatter. Se i b-movies godono della simpatia di una fetta di pubblico, perché non tentare di riproporre la medesima formula anche in un videogioco?

    Invasione aliena e nessun supereroe nei paraggi. Che facciamo?

    Tutto, in effetti, sin dall’inizio sembrerebbe remare proprio in quella direzione.
    Alieni a forma di cervello hanno deciso di conquistare il nostro pianeta ora distruggendo, ora controllando le menti dei pochi umani sopravvissuti. La situazione è insomma disperata e si ha la netta sensazione che nessuno possa contrastare l’invasione extra-terrestre. Eppure così non è, grazie all’intervento di un terzetto di giovani zombie. La scelta non è affatto casuale, vista la arcinota fame di cervelli della famosa specie dei non-morti.
    Gli ingredienti per il perfetto “filmazzo” di infima categoria paiono esserci tutti. A galvanizzare ancora di più la “b-movies generation” ci pensa il mezzo narrativo attraverso il quale la storia si dipana. In pieno stile comics essa si sviluppa attraverso schermate fisse invase via via da balloons e onomatopee. Lo stile grafico scelto è azzeccatissimo e i disegni spiccano per personalità e stile. Non mancheranno nemmeno le risate, riproponendo così anche la demenzialità propria delle pellicole di serie zeta. L’unico difetto di queste fasi non interattive risiede nella grandezza del testo, che in alcuni casi diventa di difficile leggibilità. Un piccolo neo che comunque non intacca più di tanto la qualità dell'ottimo lavoro svolto dagli sceneggiatori di Inlight Entertainment.

    Tre protagonisti, tre modi diversi di (non) vivere la non-vita.

    Teenage Zombies Invasion of the Alien Brain Thingys! è a tutti gli effetti un platform in 2D.
    Come anticipato poc’anzi l’utente controllerà un terzetto di zombie con l’obbiettivo finale di liberare il pianeta dagli alieni, anche se forse ciò che li spinge veramente è semplicemente l’ingordigia di cervelli.
    I tre protagonisti rispondono ai nomi di Finningan “Tentacolo” Magee, Lori “Sinistrata” Lopez e Zack “Mezzobusto” Boyd. Questi giovani ragazzi, morti prematuramente per cause sconosciute, c’era da aspettarselo, possiedono abilità specifiche necessarie per il superamento degli oltre trenta capitoli che compongono l’avventura (qualcuno ha detto Lost Vikings?).
    Il primo è l’unico capace di appendersi alle pareti grazie alle estroflessioni fautrici del suo soprannome. La ragazza del gruppo, da ex-cestista qual’è, è capace di aggrapparsi ad appigli inarrivabili agli altri zombie, grazie anche al braccio estendibile. Mezzobusto, infine, vista la mancanza per l’appunto degli arti inferiori, con il suo skate è in grado di sfruttare particolari rampe per impressionanti salti e di strisciare attraverso i cunicoli del terreno.
    Ogni livello vi richiederà di saltare molto spesso da un personaggio all’altro e fortunatamente il processo è reso rapidissimo: basta toccare con il dito sullo schermo inferiore la sagoma dello zombie prescelto per vederlo immediatamente in azione sul display superiore senza tanti preamboli. Da questo punto di vista, insomma, Inlight Entertainment si è comportata intelligentemente non appesantendo il game flow con inutili animazioni.
    L’ottima intuizione però viene totalmente vanificata da alcuni particolari che rendono presto il gioco semplicemente noioso.
    Il primo a saltare all’occhio è la lentezza con la quale i protagonisti si muovono. Naturalmente non vogliamo ignorare il fatto che stiamo pur sempre controllando un gruppo di zombie, con tutti gli svantaggi che derivano dal possedere un corpo in avanzato stato di decomposizione, ma in alcuni casi è impossibile non lasciarsi andare ad espressioni di impazienza mentre si osserva pietrificati il proprio alter ego virtuale raggiungere la destinazione scelta.
    A peggiorare le cose un sistema di checkpoint praticamente assente. (Ri-)Morire, bisogna sottolinearlo, è un’eventualità piuttosto rara per i videogiocatori più navigati, ma se accade preparatevi a dover ricominciare da capo il livello. In questo senso è però giusto sottolineare come Teenage Zombies Invasion of the Alien Brain Thingys!, rispetti la sua natura di titolo portatile, essendo composto sì da molti capitoli, ma dalla breve durata. Un’altra mossa sicuramente intelligente che funziona ottimamente se si vuole affrontare una rapida partita senza troppe pretese. Attenzione però, perché la mancanza di un sistema di checkpoint, di fatto, vanifica parzialmente questo vantaggio.

    Un platform dall’encefalogramma piatto.

    Teenage Zombies Invasion of the Alien Brain Thingys! fino a qui potrebbe anche sembrare un discreto gioco dotato di carattere, seppur dai ritmi un po’ bassi. La realtà, purtroppo, è invece più triste.
    Il titolo infatti si sgretola quasi del tutto per una mancanza di idee veramente originali e a causa di un level design incapace di mantenere alto l’interesse per tutta la durata dell’avventura.
    Le ambientazioni da visitare sono tra le più scontate mai viste: il cimitero, il cantiere in costruzione, l’immancabile centro commerciale e così via. Non sarebbe un problema questo, vista anche la volontà di toccare volontariamente i topos del caso, ma lo diventa quando ci si ritrova a percorrere livelli contorti più improntati alla risoluzione dell’enigma di turno che a mettere alla prova l’abilità manuale dell’utente. Parlando di enigmi bisogna però non cadere in fraintendimenti. Il gioco è molto semplice, ma per procedere nell’avventura bisogna sempre scegliere il giusto zombie e usare la giusta abilità. Queste si acquistano raccogliendo power up all’interno dei livelli e spaziano dal classico getto di vomito corrosivo al poter sfruttare uno sparachiodi contro i nemici. I poteri, una volta raccolti, possono essere usati quando lo si vuole, ma solo per una manciata di secondi. I capitoli, così, sono incetrati più che su salti precisi e l'eliminazione dei nemici, sul capire quale zombie o potere speciale sfruttare in quel momento particolare. Questa scelta di gameplay potrebbe anche funzionare se i designer non dimostrassero di aver esaurito le idee nel giro di un paio di livelli. Sopraggiunge la noia allora, quella che caratterizza ogni gioco che sa di “già visto” di “già fatto” e che sopratutto è incapace di valorizzare al meglio i propri ingredienti. Già, perché il terzetto è comunque ben diversificato, così come le loro abilità, ma Teenage Zombies appare come una bella Ferrari in garage e senza benzina.
    Ciò che è peggio, nel corso dell’avventura vi imbatterete in alcuni minigiochi che si prefiggono di utilizzare attivamente il touch-screen. Se nel resto del tempo controllerete gli zombie grazie alla croce direzionale e ai pulsanti, in queste fasi dovrete armarvi di pennino. Parliamo di “peggio” perché nessuna di queste brevi prove riesce a divertire davvero. Che si tratti di compiere evoluzioni con lo skate a suon di rapidi tocchi o di creare percorsi sotterranei per far tornare in superficie ratti o cervelli, nessuno, per quanto funzionale in termini di input di comandi, riesce a intrattenere piacevolmente.

    Che brutta cera hai oggi. Momento: ma tu non eri morto?

    L’amarezza sopraggiunge ulteriormente se si guarda all’aspetto tecnologico del titolo.
    Delle fasi non interattive abbiamo già parlato, ma anche in quelle in-game ci si può ritenere più che soddisfatti. Le animazioni dei personaggi sono convincenti e tanto le ambientazioni quanto i personaggi che si muovono su schermo appaiono dettagliati e caratterizzati al punto giusto. Il carattere non manca certo insomma, nonostante vengano riproposti tutti i cliché del caso, anche dal punto di vista iconografico.
    Le vostre orecchie, poi, non si lamenteranno più di tanto anche se questo aspetto risulta molto meno curato rispetto a quello grafico. Le tracce musicali non sono molte e sporadicamente cadono in un eccesso di prepotenza che può anche dare fastidio, ma in linea generale si lasciano ascoltare pur in tutta la loro normalità e banalità. Gli effetti sonori sono molto stereotipati e volutamente comici sottolineando ancora una volta la vena demenziale che sottende il progetto.
    Parlando di longevità, invece, va fatto un discorso ambivalente. I livelli sono più di 30 e inoltre viene offerta la possibilità di rigiocare tutti i minigiochi incontrati nel corso dell’avventura ogni volta che si vuole. Ciascun livello può tenervi occupati per una decina di minuti, ma i videogiocatori più esperti e frettolosi potrebbero metterci anche meno. Il problema reale tuttavia, non è rappresentato dalla brevità del titolo, poiché di fatto l’avventura ha una durata solo sufficiente.
    Ma la domanda da porsi non è tanto: quanto ci metterò a portarlo a termine? Fareste bene a chiedervi: in quanti livelli inizierò ad annoiarmi?

    Teenage Zombies Invasion of the Alien Brain Thingys Teenage Zombies Invasion of the Alien Brain ThingysVersione Analizzata Nintendo DSTeenage Zombies Invasion of the Alien Brain Thingys! è il classico videogame al quale sarebbe bastato poco per diventare una piccola perla. Il voler riproporre sui display del DS il fascino dei B-Movies anni 80 è un’ottima idea. Anche il proporre un terzetto di eroi ognuno con le sue specifiche abilità, per quanto ormai sia un concept inflazionato, rappresenta un’ottima premessa. Se poi si contorna il tutto con uno stile grafico azzeccato e una sceneggiatura a tratti esilarante, allora ci si inizia a sfregare le mani. Purtroppo però il prodotto di Inlight Entertainment alla prova dei fatti si rivela tutt’altro che un buon platform condito con un po’ di demenzialità. Il level design non regge affatto e il ritmo quasi soporifero con la quale si trascinano i capitoli, faranno crollare del tutto l’utente ben prima dei titoli di coda. Si farebbe male però a parlare di catastrofe totale. I giocatori meno esperti o semplicemente quelli meno pretenziosi potrebbero anche essere attratti da questa insolita avventura vissuta nei panni di zombie. Le avvertenze però rimangono le stesse: non aspettatevi un capolavoro e non lamentatevi se in alcuni frangenti rischierete di morire (è proprio il caso di dirlo) di noia.

    5.5

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