Recensione Tesla Effect: A Tex Murphy Adventure

Il ritorno dell'irriverente Tex, in un'avventura noir che sembra uscita direttamente dagli anni '90

Recensione Tesla Effect: A Tex Murphy Adventure
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  • Lunghe notti radioattive, direttamente dagli anni novanta. Tesla Effect è il sesto episodio della saga che forse meglio di tutte portò il full motion video sui nostri schermi di giocatori, con due titoli tutt'oggi imperdibili per gli appassionati di avventure grafiche. Pandora Directive e -soprattutto- Under A Killing Moon erano carichi di mistero, noir, bivi, sarcasmo e jazz in una San Francisco del futuro distopico pensato da Access Software, ora Big Finish Games. Una campagna Kickstarter di successo e tre anni di sviluppo sono bastati a riportare in auge l'ibrido tra film e videogame che molti ricordano? Lunghi spezzoni di scene catturate grazie al green-screen, scelte multiple di dialogo che hanno effetto su una trama imprevedibile e surreale, e puzzle che puntano dritti alle nostre tempie. Gli elementi ci sono tutti, a partire dal protagonista Tex Murphy, ancora interpretato da Chris Jones e supportato dai vecchi comprimari abitanti di Chandler Avenue, per un mix che -nella sostanza- non è cambiato di una virgola.
    Insomma: siamo di fronte a uno di quei prodotti che segnano un percorso differente per il genere di appartenenza. Un ritorno al passato senza compromessi.

    Sessantanni e non sentirli

    All'inizio del gioco ci ritroveremo nell'ufficio di Tex, per vedere che ben poco è cambiato. Stesso pavimento graffiato e coperto da tappeti sbiaditi, stesse lampade economiche sempre accese, rovinate dal calore, stesso fax preso in sconto da un hardware shop con tre clienti al giorno, quando va bene. Sembra quasi di sentire l'odore di documenti e sigarette attraverso il nostro schermo. Questa volta Tex si risveglia con un'emicrania più forte di un elefante che calpesta un rinoceronte e un'amnesia che ha lasciato un buco di ben sette anni nella sua memoria.
    Gli spezzoni in cui il protagonista si racconta sono semplicemente indimenticabili, tra l'epico e il disfattista, narrati con un tono da duro che non si prende mai troppo sul serio: "In questi ultimi anni sono diventato un farabutto senza ideali. Faccio l'investigatore privato ma non ho più alcuna remora, alcuna morale. Mi sembra di passare sempre il Rubicone senza avere mai tempo di fermarmi e fare una foto. Mi paghi e faccio qualunque cosa. Come mai questo cambiamento? Chiedetelo a Giuda."

    Le investigazioni partono subito dopo lo splendido filmato iniziale: quasi si ha la sensazione di non essersi mai allontanati dalla problematica San Francisco in balia di intrighi corporativi e gang di mutanti che terrorizzano i bassifondi. Il tempo però è passato eccome e si vede dall'abilissimo cast nei lunghi segmenti di questo vero e proprio film interattivo, con gli interpreti che mostrano i duri segni dell'età che avanza. A tutta prima ci sembrava di essere finiti in un reparto geriatrico, ma la classe - mai come in questo caso - non è acqua e le performance degli attori sono non meno che eccezionali, così come le loro battute. Il gameplay è quindi duplice e alterna momenti esplorativi di ambienti in tre dimensioni osservati da una visuale in prima persona, a dialoghi girati in 2K su scene successivamente ricreate in digitale. Nei primi raccoglieremo indizi e oggetti per progredire, seguendo meccaniche tipiche delle avventure grafiche che tutti conosciamo, esaminando oggetti e racimolando indizi. Saremo sempre accompagnati dai pensieri di Tex, che mai come in questo titolo ci strapperanno ben più di una risata, tra il cinico e l'assurdo, il surreale e l'ironico, in un melange dalle tinte noir che non lascia troppo spazio alla serietà. Anche durante i filmati i giocatori non rimarranno mai passivi per più di un manciata di secondi, al contrario di quanto si possa pensare. Ogni dialogo e ogni scena infatti presentano dei bivi che costringono a fare scelte dai risvolti mai limpidi e prevedibili. E questa è la forza più grande di Tesla Effect. Una specie di ruota dei dialoghi in stile Bioware salterà fuori quando saremo interpellati: solo che al posto di risposte chiare potremo selezionare stati d'animo o reazioni indirette a quello che viene detto a Murphy, per poi guardare i risultati nel filmato appena successivo.
    Le biforcazioni sono molte e le ritroviamo spalmate lungo le circa 15 ore necessarie per completare il gioco a difficoltà più elevata. Nel lungo filmato finale vedremo quindi i risultati di ogni battuta sarcastica di troppo che inevitabilmente ci saremo lasciati scappare scegliendo come risposta "Trip Acido" al posto di "Limpido come lo specchio del bagno", dopo che il vecchio amico Louie ci ha chiesto come ci sentivamo per la botta in testa formato famiglia della sera prima.

    Il tutto non solo funziona davvero bene in termini strettamente ludici, ma permette di chiudere un occhio di fronte alle pesanti magagne tecniche che il motore di gioco si porta dietro a causa probabilmente del budget ristretto con cui è stato sviluppato Tesla Effect.
    Prima ancora di cominciare potremo scegliere fra due livelli di difficoltà che non cambiano enigmi o trama, ma disabilitano gli aiuti in gioco e la visualizzazione automatica dei punti di interesse degli ambienti esplorabili liberamente. Avendo giocato senza alcun aiuto, possiamo dire che gli oggetti da recuperare sono a volte un po' troppo nascosti e siamo rimasti bloccati più di una volta perchè non trovavamo l'item necessario per proseguire. Una piccola novità che aiuta non poco se sceglieremo di non avvalerci degli aiuti, è una torcia richiamabile in qualunque momento con il tasto F, per fare luce là dove magari si cela una chiave smarrita. Essendo tutti gli ambienti molto cupi, abbiamo apprezzato questa meccanica, sebbene metta in mostra anche delle texture e dei modelli poligonali che sembrano usciti direttamente da inizio millennio. Il polygon count è molto basso e nonostante la resa e la caratterizzazione delle locazioni siano per la maggior parte ben riuscite, molto spesso non potremo che storcere il naso di fronte a curve squadrate e aliasing.
    Anche l'inventario è un po' macchinoso e piagato da un comprimario digitale, detto "Smart Alex", che ci descriverà gli oggetti con tono irriverente; il che fa un po' venire il nervoso quando si cerca di combinare un uncino con un sasso per arrivare alla soluzione. Colpa nostra, a ben pensarci. Venendo ai puzzle veri e propri troverete pane per i vostri denti, sia per le combinazioni di oggetti da usare, sia per giochi di logica matematica piuttosto elementari ma mai banali e frustranti (tranne in un singolo caso che ci ha fatto sbattere la testa contro la testiera in cerca degli aiuti in-game che avevamo disabilitato). La quantità e la qualità dei vari passaggi sono molto alte e, tolto il pixel hunting, si vede che i Big Finish hanno esperienza da vendere. Non ci sarà mai un momento morto in Tesla Effect: se saremo bloccati senza sapere cosa fare basterà cambiare locazione o stanza per esaminare ancora i vari elementi e trovarne di nuovi, ascoltando le battute di Tex che non vengono mai a noia e -anzi- sotterrano i copioni di molti giochi ben più famosi. Sono sempre brillanti, cosa davvero non facile data l'enorme quantità di scene recitate dell'avventura.
    La trama infine si svela poco a poco (forse fin troppo poco), aggiungendo interpreti e biforcazioni che anche i più attenti non si aspetteranno. Ed è difficile non rimanere impressionati non solo dal plot ben orchestrato, che rimane saldo sui suoi binari nonostante i bivi, ma anche dai dettagli che mutano a seconda di come ci saremo comportati, senza frammentare i passaggi e senza creare buchi narrativi tipici di altri giochi con "Effect" nel titolo.
    Concludiamo ribadendo che nonostante l'ottima risoluzione dei filmati girati in 2K, il comparto tecnico risulta decisamente arretrato e privo di qualsiasi interesse, soprattutto negli ambienti 3D. I dialoghi recitati, meccaniche che non vedevamo da un decina d'anni ma che si fanno ancora giocare e un comparto audio eccezionale (le musiche e il doppiaggio sono fenomenali almeno quanto i testi) bilanciano una produzione che fallisce completamente dal lato strettamente tecnico. Onestamente? A chi piace il noir e l'avventura consigliamo di non star troppo a guardare questo aspetto, perchè questo tuffo nel passato vale decisamente la pena di essere vissuto.

    Tesla Effect: A Tex Murphy Adventure Tesla Effect: A Tex Murphy AdventureVersione Analizzata PCNon è facile assegnare un voto a una produzione così inchiodata a canoni ludici di vent'anni fa, soprattutto considerando il comparto tecnico davvero povero. Tuttavia i filmati sono ben fatti e l'alta risoluzione si apprezza (sebbene a volte i personaggi sembrino incollati ai fondali), così come gli enigmi sempre all'altezza, mai banali o al contrario troppo frustranti. Le atmosfere noir e i dialoghi taglienti quanto un milione di rasoi fanno il resto: questo ritorno è una finestra sul passato che consigliamo a chiunque apprezzi il genere. La sceneggiatura eccezionale e i finali alternativi rendono questo Tesla Effect unico nel suo genere; almeno guardando alle offerte di oggi, troppo spesso prive di mordente e rallentate da battute e dialoghi barbosi, anche in avventure comunque ottime come Broken Sword 5 o Memoria. Ogni singolo elemento da esaminare vi strapperà una sana risata, dal libro messo a caso su un tavolo ("I miei gusti di lettore cadono tra Spiderman qualcosa come il retro di una scatola di Corn-Flakes"), ai commenti sulla sua vita passata ("L'amore? E' come il bungee jumping: breve, veloce e costoso"), passando poi per i momenti in cui proveremo le combinazioni di oggetti più ardite, come un machete con una tenaglia ("No. Mi serve il mio braccio sinistro. Sono un giocoliere professionista nel tempo libero"). Tex ne ha sempre una per tutto e tutti. Insomma sia che abbiate giocato ai vecchi titoli, sia che siate nuovi alla vetusta formula del full motion video, Tesla Effect non vi deluderà, anche se dovrete passare sopra a qualche intoppo tecnico.

    7.8

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