Recensione The Act

Su iPad un ibrido tra un cartone animato interattivo e un laser game

Recensione The Act
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  • iPad
  • Nel periodo in cui i cabinati da sala erano sulla cresta dell’onda e nel successivo arco di tempo nel quale i lettori CD-ROM hanno iniziato ad affermarsi all’interno delle configurazioni dei PC di fascia alta, uno dei generi che fece maggiormente parlare di sé era quello relativo ai laser game.
    Tra i maggiori esponenti di una tipologia di gioco tanto amata quanto odiata dal grande pubblico possiamo ricordare il classico duo Dragon’s Lair e Space Ace, convertito poi per numerosissime piattaforme, mentre in epoca più recente impossibile dimenticare Mad Dog McCree, di prossima pubblicazione anche per 3DS, in download sull’eShop di Nintendo.
    Stupisce quindi trovare un gioco simile per concetto, anche se differente per sostanza, sull’App Store di Apple, soprattutto se proposto da Chillingo, publisher normalmente più focalizzato sui sempre richiesti puzzle game di stampo casual.

    Tuffo nel passato

    The Act si rifà in tutto e per tutto ai laser game di una volta, proponendo però uno stile visivo completamente orientato al cartone animato d’autore, semplificando ancora il gameplay in modo da evitare l’annoso trial and error alla base di ogni titolo del passato appartenente al genere.
    Dal punto di vista grafico, quindi, The Act rappresenta un cartone animato vero e proprio, con uno stile che ricorda vagamente quello di Sylvain Chomet (“L’Illusionista” del 2010 e l’incredibile “Appuntamento a Belleville” del 2003), caratterizzato da un’animazione curata e ben caratterizzata, che dà l’impressione di essere stata realizzata completamente a mano.
    I protagonisti della storia sono Edgar, uno sfortunato operaio che sta lavando i vetri dell’ospedale in compagnia del fratello, ingenuo e pasticcione.

    Edgar è innamorato della bella Sylvia, infermiera della struttura che all’inizio non lo noterà nemmeno, rimanendo però invischiata in un susseguirsi di eventi folli e inaspettati, che la porteranno ad avvicinarsi al timido lavavetri.
    Eccezionale la caratterizzazione dei personaggi, resi in maniera ottima sia dal lato visivo che da quello della profondità espressiva: il team è stato bravissimo nel riuscire a far emergere il carattere di ognuno già dai primissimi fotogrammi, narrando quindi una storia breve ma molto divertente, basata su equivoci e battute rese in maniera esemplare senza l’uso di alcuna parola, giocando sulla mimica, sugli sguardi e sulla caratterizzazione di protagonisti e comprimari.

    Gameplay limitato

    The Act prende in parte le distanze dai laser game di maggior successo della storia, semplificandone la formula in modo da rendere l’esperienza adatta a tutte le età, limitando la necessità di provare quasi casualmente la combinazione di mosse disponibili, da eseguire con il giusto tempismo.
    L’unica azione concessa al giocatore, infatti, è lo scorrere il dito orizzontalmente, toccando in in qualsiasi punto lo schermo, in modo da modificare in tempo reale l’atteggiamento di Edgar, dal timido e riservato, nella sezione sinistra della schermata, allo spavaldo e scavezzacollo, per quanto riguarda quella destra.
    In questo modo si dovrà agire in tempo reale, proprio nella tradizione dei laser game, intuendo però dal contesto il modo corretto di affrontare ogni evento, andando anche a modificare rapidamente il proprio comportamento, in base al susseguirsi degli eventi in rapida evoluzione.
    Alcune scene saranno più rilassate, come quelle che coinvolgono Edgar e Sylvia, entrambi timidi e poco aperti alla comunicazione, altre prevederanno un grado di azione più alto, spesso aventi come protagonista Wally, il fratello di Edgar sempre pronto e mettersi nei guai.

    Non mancheranno alcuni QTE più classici, molto espliciti anche se non è presente nessun indicatore su schermo che sottolinea come agire per arrivare a portare a termine la scena.
    Inoltre la struttura narrativa non prevederà un’interazione continua ma solo in alcuni momenti si potrà e dovrà intervenire, potendo godersi gli intermezzi che fanno da collante alle scene giocate proprio come se fossero un cartone animato.

    Breve ma intenso

    Se la formula di gioco è nota ma svecchiata e ben implementata, The Act viene caratterizzato anche da una brevità molto marcata, che si aggira intorno alla mezz’ora di gioco reale.
    Le scene di gameplay, infatti, sono una manciata e non è troppo difficile intuire il modo in cui affrontarle per avere successo; inoltre la mancanza di una limitazione sul numero dei tentativi permette di continuare a provare ad oltranza, sempre ricominciando dall’inizio dell’ultima scena, riducendo quindi la difficoltà e la tensione che invece caratterizzavano ogni partita a Dragon’s Lair.
    The Act riesce comunque a soddisfare, soprattuto se assaporato in brevi sessioni, dando il meglio si sé su iPad grazie allo schermo più ampio, in grado di valorizzare il grande lavoro svolto degli animatori.
    Proprio gli animatori sono i maggiori responsabili dello sviluppo del gioco, come visibile dai lunghi titoli di coda: i programmatori sono decisamente in minor numero e hanno sviluppato il gameplay ridotto, dando il massimo risalto al feel da cartone animato.

    The Act The ActVersione Analizzata iPadThe Act è un titolo breve, brevissimo, ma intriso di una poetica tutta personale e in grado di soddisfare tutte le tipologie di utenti, soprattutto i giocatori dell’ultima ora, che rimarranno stupiti dalla qualità visiva dell’opera, Ottimo anche l’accompagnamento sonoro, per un titolo che rompe i legami con il videogioco classico, proponendo un ibrido tra un cartone animato interattivo e un laser game. Un’operazione da premiare, quindi, malgrado il pesante difetto rappresentato da una longevità ridotta ai minimi termini.

    8

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