Recensione The Binding Of Isaac - The Wrath of the Lamb

Il primo DLC di The Binding of Isaac rinvigorisce l'esperienza di gioco

Recensione The Binding Of Isaac - The Wrath of the Lamb
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  • The Binding of Isaac è un capolavoro di purulenza e cattiveria. Una lunga e faticosa discesa in un inferno di viscere e sangue, nella forma di un sintetico shooter bidimensionale. Di una difficoltà molto spesso atterrente, impietoso e cattivo, il titolo di Edmund McMillen rinchiude il giocatore in una spirale di bassezze da far accapponare la pelle, ma lo stimola costantemente ad andare avanti, stanza dopo stanza, alla ricerca di un potenziamento in grado di ribaltare situazioni disperate, spinto da una curiosità dannata. L'impostazione Roguelike dell'esperienza di gioco si intreccia da una parte con il senso di un progresso sottile che va oltre la “perma-death”, mentre il giocatore metabolizza i pattern d'attacco dei nemici e scopre le funzioni degli strani potenziamenti; dall'altra con una cattivissima casualità, che sacrifica innumerevoli playthrough sull'altare di Power-Up meno efficaci di quello che si sperava e stanze-boss semplicemente allucinanti.
    Se tutto questo non vi spaventa, e soprattutto se vi sentite in grado di misurarvi con il lato più sozzo della corporalità, The Binding of Isaac è un titolo che non può mancare nella vostra libreria digitale. E nel caso in cui abbiate già completato il ritorno all'utero materno e distrutto il cuore corrotto di mamma, è arrivato il momento di una “seconda discesa”. Giunto su Steam da qualche settimana, è arrivato infatti il primo Add-On di Binding of Isaac: The Wrath of the Lamb.
    Questo DLC promette nuovi contenuti, stage aggiuntivi, nemici inediti, ed una lunghissima serie di oggetti e power-up che si aggiungono all'elenco originale. Ma leggendo la lista degli “upgrade” è difficile percepire l'impatto di The Wrath of the Lamb. Perchè a tutti gli effetti questa espansione cambia massicciamente l'esperienza di gioco, tanto da spiazzare anche i veterani.

    Agnello Sacrificale

    Il primo consiglio che ci sentiamo di dare a tutti i lettori è quello di acquistare il DLC solamente dopo aver goduto appieno del titolo originale. Una volta installato il pacchetto aggiuntivo, infatti, non si torna indietro: i nuovi stage e gli oggetti extra vengono mescolati con l'offerta contenutistica precedente, e non c'è modo di optare per un playthough “classico”. La qualità dei nuovi contenuti si apprezza soprattutto in virtù della loro diversità rispetto ai “set” originali, e la difficoltà ancora più accentuata di certe trovate è probabilmente adeguata a chi si è già logorato l'anima con molti (moltissimi) tentativi andati a vuoto. Nel caso in cui il titolo di Edmund McMillen vi interessi, dunque, assaporatelo prima nella sua forma base. Resta un'esperienza vivacissima e pienamente compiuta, capace di rapirvi per lunghe ore senza stancare.
    Quando vi sentirete pronti potrete lanciarvi nell'esplorazione delle nuove ambientazioni, che casualmente si alternano ai vecchi stage. Per ogni diverso grado di “profondità”, dal seminterrato alle catacombe e poi giù fino al ventre materno, è possibile trovare una “variazione su tema”, in cui cambiano asset grafici e musicali (le nuove musiche sono versioni riarrangiate dei motivi classici; un accompagnamento molto piacevole), ma soprattutto compaiono nuovi, cattivissimi nemici. Basteranno i ragni che infestano le cantine, schizzando in ogni direzione senza un pattern predefinito, per farvi nominare spesso -e quasi mai invano- il dio dei videogiochi.
    La strabordante mole di nuovi nemici prevede ovviamente versioni potenziate di vecchie conoscenze, che si impongono all'attenzione del giocatore navigato per il perverso aumento della loro letalità. Non sono da meno i boss inediti, che costringono ad imparare nuove routine con intense sessioni di Trial & Error, mentre le versioni “super” dei peccati capitali, che sbucano “out of the blue” in una stanza che sembrava normalissima, hanno l'effetto di un'iniezione di bitume nero nel già inumano mondo di Isaac.
    Ci sono poi le porte spinate, che conducono in stanze bonus potenzialmente ricolme di bonus interessanti, al prezzo di mezzo cuore ad ogni attraversamento. Entrare ed uscire svuota una tacca intera della “life bar”, ma l'investimento potrebbe essere ripagato. Oppure no. Uno degli aspetti più terrificanti di The Binding of Isaac è che il titolo alletta il giocatore con la promessa di una dinamica “Risk & Reward”, ma poi non si fa scrupolo a lasciarlo martoriato e deriso, sbeffeggiandolo con potenziamenti meno utili del previsto e oggetti inservibili. E' una sottile cattiveria che pervade non solo gli irriguardosi riferimenti alla religione, alla morte, alle viscere ed alla comicità del basso corporeo, ma anche le dinamiche di gioco.
    L'espansione aggiunge anche, oltre ad ambientazioni e nemici, bonus e oggetti inediti. Se prima Isaac poteva equipaggiarsi con un oggetto speciale ed un item consumabile (pillole o tarocchi), in The Wrath of the Lamb arrivano i Ciondoli, che aggiungono bonus passivi tutti da scoprire. Mentre i buff inediti si combinano fra di loro per trasformare il protagonista in un essere sempre più letale e deforme. Il suo corpo viene scempiato costantemente in nome dell'aumento di potenza di fuoco e range dello sparo. Alcuni nuovi Power Up entrano di diritto in un'ipotetica “antologia” della produzione, come la bandana che segnala la “Rage”: in ogni stanza, per ogni nemico ucciso, Isaac si arrabbia sempre più, aumentando la potenza di fuoco fino a sparare immense lacrime di sangue. Letale per più di un boss. Per chi vuole provare questo potenziamento fin da subito, il nuovo personaggio incluso nel DLC -Sansone- è a disposizione, ma la sua estrema fragilità pone serie riserve sulla sopravvivenza a lungo termine.
    The Wrath of the Lamb aggiunge anche un Challenge Mode, grazie al quale possiamo affrontare il viaggio di Isaac con una serie di modificatori preimpostati, che rendono la progressione ora più difficile, ora semplicemente più fuori di testa. Si tratta in ultima analisi di un'aggiunta marginale: gli incentivi a rientrare nell'incubo di Isaac anche dopo aver terminato nuovamente il titolo (magari accedendo al livello finale alternativo della Cattedrale) non mancano. The Wrath of the Lamb, del resto, amplifica a dismisura il vero punto di forza della produzione: un'imprevedibilità malaticcia, il terrore di varcare ogni soglia, la soddisfazione per i power up devastanti, ed insomma tutta l'adrenalina di un Roguelike capriccioso ed estremo.

    The Binding Of Isaac The Binding Of IsaacVersione Analizzata PCThe Wrath of the Lamb è un DLC che i veterani di The Binding of Isaac non devono lasciarsi sfuggire. Il titolo di Edmund McMillen è un prodotto che difficilmente si dimentica e scompare dalla libreria Steam: si riprende in mano spesso e volentieri, ad ogni mezz'ora libera a disposizione. Ma è inevitabile che gradualmente l'entusiasmo si spenga, l'esplorazione dei labirintici livelli diventi quasi routine. Il primo add-on rivitalizza l'esperienza di gioco, restaurando la pericolosa curiosità che spinge a fare un'altra partita dopo l'ennesima morte impietosa. Chi ancora non ha avuto modo di affrontare il gioco originale abbia pazienza. Giochi prima all'edizione base (è imperativo!), e conservi questo cattivissimo Add-On per quando conoscerà al meglio le nefandezze che insidiano il viaggio infernale di un condannato a morte.

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