The Elder Scrolls Legends: Ritorno a Clockwork City Recensione

The Elder Scrolls Legends, dopo La Caduta della Confraternita Oscura, si arricchisce con una nuova avventura dedicata al single player.

The Elder Scrolls Legends: Ritorno a Clockwork City Recensione
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  • Millenni fa, il dio orologiaio Sotha Sil costruì un santuario nascosto, da cui modellare la sua visione del futuro. Lo chiamò "Clockwork City", e fu lì che egli morì, tradito e ucciso da un'altra divinità. Quali segreti morirono con lui? Che cosa stava creando in quelle sale lucenti? Per secoli, nessuno è mai entrato nella città. Fino ad ora.

    Dopo aver seguito con grande attenzione il debutto di Bethesda nella fetta di mercato (ultimamente abbastanza affollata) dedicata ai card game digitali, ci eravamo lasciati le fredde lande di Skyrim alle spalle, lo scorso luglio. Sono seguiti alcuni mesi di relativa calma, per The Elder Scrolls Legends. Solo apparente, però. Come ci aveva anticipato lo stesso Pete Hines nel corso della chiacchierata scambiata all'indomani dell'uscita ufficiale di Legends, il team di sviluppo non ha mai mancato di supportare il titolo.
    Dire Wolf Digital ha continuato a migliorare la propria creatura, mantenendo attiva la community con eventi a tempo limitato e ricompense esclusive, strizzando l'occhio all'esport con eventi organizzati in game dallo stesso sviluppatore. Da qualche tempo, inoltre, il titolo ricompensa la continuità dei giocatori con reward giornaliere che comprendono biglietti per l'Arena, Oro, Frammenti dell'Anima, buste e carte. Basta semplicemente effettuare l'accesso ogni giorno. La community, ovviamente, ringrazia e continua a dare il proprio supporto a uno dei card game più interessanti di questo ricco 2017.
    Ora, per concludere in bellezza l'anno, il team di sviluppo ci propone una nuova avventura interamente dedicata al single player che prosegue sul solco tracciato in precedenza con la Caduta della Confraternita Oscura. In questo caso, però, non avremo più a che fare con una delle Gilde più affascinanti di Tamriel, bensì con segreti ancora più oscuri, rimasti sepolti nelle viscere della terra per migliaia di anni in attesa che qualche coraggioso sventurato li risvegliasse e, con essi, il potere del dio Sotha Sil.

    Costrutti, tesori e minacce meccaniche

    La Confraternita Oscura è ormai un ricordo lontano. L'Eroe Dimenticato ha un altro obbiettivo: Clockwork City, la città meccanica forgiata nel freddo acciaio ed energia arcana dal dio Sotha Sil, divinità scomparsa che eoni addietro, assieme a Almalexia e Vivec, rappresentava la Trinità che governava l'intero destino di Morrowind e del popolo Dunmer. La divinità, ormai morta da molto tempo, aveva un'unica ossessione: riforgiare il mondo per migliorarlo e portarlo verso la perfezione, ovviamente secondo il proprio gusto. Per questo, partendo dai costrutti dei Dwemer (antico e misterioso popolo artigiano dall'immensa conoscenza tecnologica e in grado di plasmare il metallo e infondergli addirittura il soffio vitale) il dio forgiò la propria fortezza della solitudine in previsione di un futuro che - purtroppo per lui - non si avverò mai. Rintanato nelle sbuffanti e fredde budella di metallo della propria dimora circondato da golem e costrutti meccanizzati asserviti al suo volere, la divinità venne tradita e trovò la morte facendo cadere la città-fortezza in una sorta di stasi eterna, al di fuori del tempo e dello spazio.

    In questo luogo, obbedienti costrutti immortali non possono far altro che continuare a eseguire gli ordini del loro Costruttore, difendendo Clockwork City da tutti gli avventurieri che, avidi o semplicemente troppo sciocchi, vengono attratti dai misteriosi tesori che la città cela nelle sue viscere. Potenti artefatti arcani appartenenti a un dio, effettivamente, possono far gola a molti. Anche il nostro Eroe Dimenticato, suo malgrado, è stato trascinato nei meandri della fortezza meccanica e dovrà vedersela non solo con cultisti, briganti (e, ovviamente, aberrazioni di metallo senziente), ma anche con una oscura minaccia antica quanto il mondo stesso.

    Una tragedia, come sempre, in tre atti

    L'inedito percorso dedicato interamente alla nuova esperienza in singolo si compone, questa volta, di ben trentacinque stage spalmati su tre atti distinti. L'offerta ludica si presenta addirittura più ricca della precedente avventura e garantisce al giocatore qualche ora davvero impegnativa. Come di consueto, l'avventura può essere acquistata sia attraverso denaro guadagnato in game che sborsando moneta reale, come pacchetto completo (acquisto, quest'ultimo, che vi garantisce un'illustrazione esclusiva per la carta leggendaria raffigurante la potente maga Dumner Laaneth) oppure attraverso lo sblocco dei singoli Atti. Ogni scenario, impreziosito come al solito da splendide illustrazioni e briefing interamente doppiati in lingua italiana, ci propone un piccolo mosaico che va a comporre un canovaccio narrativo pregevole, costellato da missioni che il giocatore può decidere in quale ordine affrontare. Ciò significa che, accanto alle quest necessarie per l'avanzamento della storia, è possibile affrontare anche alcuni scontri secondari (comunque asserviti al prosieguo) che permettono di ampliare il quadro complessivo della storia. Questi, proprio come avviene per gli scontri principali, mettono in palio le agognate carte da aggiungere alla collezione.
    Considerato nella sua interezza, lo sforzo creativo messo in campo da Dire Wolf Digital, con Ritorno a Clockwork City, appare davvero encomiabile e in linea con le dichiarazioni di intenti del team, da sempre attento a soddisfare le più disparate esigenze del proprio pubblico. Non solo: tranne che per alcune divagazioni narrative di puro colore (e obiettivamente non necessarie), la conoscenza della sfaccettata mitologia di Tamriel da parte del team si conferma, come sempre, molto profonda e coerente con la serie "principale". I fan, quindi, non possono che esserne contenti.

    La nuova espansione, inoltre, propone un'ottima varietà riguardo alle sfide da affrontare, tanto a livello Normale quanto, soprattutto, a Maestro. Ogni scontro obbedisce a regole diverse, studiate appositamente per adattarsi alla perfezione sulla situazione che il nostro alter ego (e i suoi fidi alleati) si trovano ad affrontare.

    Naturalmente, trovandoci nei meandri di una fortezza totalmente meccanizzata, può capitare di incappare in un nastro trasportatore. In questo caso, le creature alla fine di ogni turno si spostano nella zona opposta. Ancora: nel tentativo di fuggire da un crollo improvviso, può capitare che qualche masso cada infliggendo danni ripartiti casualmente tra tutte le creature. Può accadere, inoltre, di fidarsi - forse troppo - di un alchimista maldestro e di testare le sue pergamene dall'effetto ignoto. Ogni singola arena, insomma, possiede condizioni di vittoria e regole differenti che mantengono la vivacità degli scontri e permettono al giocatore di non annoiarsi mai. Nel corso dei trentacinque stage, il giocatore può ovviamente utilizzare mazzi premade oppure sbizzarrirsi e crearne per l'occasione attingendo dalla propria collezione, magari testando le sinergie dei nuovi innesti. Il team di sviluppo, infine, ha introdotto una pregevole e fresca variante in Clockwork City. Alcuni match, infatti, saranno a dir poco particolari e assimilabili più a un impegnativo puzzle game in cui è necessario eseguire le giocate nella giusta sequenza per vincere la partita.

    I Fabbricanti, la Caccia al tesoro

    Come già accaduto in passato con La Caduta della Confraternita Oscura ed Eroi di Skyrim, anche in Clockwork City hanno fatto capolino meccaniche di gioco e tipologie di carte del tutto inedite. Ovviamente profilate sulla peculiare tematica dell'espansione ma che, finalmente, ci permette di trovare una utilità a quelle carte neutrali con l'attributo "Dwemer", mai sfruttate sin dall'uscita del titolo. Nelle recondite profondità della fortezza di roccia e metallo, troviamo anzitutto i Fabbricanti. Clockwork City, come abbiamo visto, è stata la grande officina del dio Sotha Sil e i Fabbricanti non sono altro che creature composte per metà di carne e per metà di fredde parti metalliche. In Ritorno a Clockwork City ci sono cinque carte che possiedono l'archetipo "Fabbricante" (ovvero una per attributo) che premieranno, con importantissime ricompense, i giocatori che sceglieranno di giocare con carte neutrali, come quelle dedicate ai già citati costrutti Dwemer.
    Ovviamente, dove c'è una città in rovina ricca di misteri e pericoli mortali, ci sono inestimabili tesori pronti ad essere depredati. Questa è ovviamente materia per i Cacciatori di Tesori. L'avventura introduce un'inedita meccanica di gioco: Caccia al tesoro. Una volta che il giocatore pescherà tutto ciò che la descrizione della carta "Caccia al Tesoro" richiede, questi riceve una ricompensa proporzionata. Per esempio, il servitore "Cacciatore di Reliquie" potenzia - sempre se la creatura si trovi sulla board di gioco - il primo oggetto pescato aumentandone le statistiche.

    Caccia al Tesoro non è l'unica meccanica a fare il proprio debutto. In linea con il setting e il ricco bestiario meccanico che anima i freddi cunicoli pieni di ingranaggi e vapore di Clockwork City, il team di sviluppo ha pensato alla meccanica Assemblaggio. Quando una creatura con l'effetto Assemblaggio entra in gioco, i giocatori possono scegliere uno tra i due (o più) effetti bonus presenti nella descrizione che poi varranno tanto per la creatura evocata, quanto per tutti i Factotum nella mano e nel mazzo. L'accumulo di effetti bonus possono dar luogo a sinergie potenzialmente molto interessanti che, ne siamo certi, non mancheranno di animare il meta nei prossimi mesi.

    The Elder Scrolls Legends The Elder Scrolls LegendsVersione Analizzata PCDire Wolf Digital, con Ritorno a Clockwork City, fa nuovamente centro. La nuova avventura dell'Eroe dimenticato e dei suoi sodali (già incontrati in precedenza) espande ulteriormente l'affascinante universo di Tamriel portandoci, questa volta, nella città-fortezza del dio Sotha Sil ormai in completa rovina. L'espansione, interamente dedicata all'esperienza single player, prosegue sul sentiero tracciato dal team di sviluppo lo scorso aprile con La Caduta della Confraternita Oscura ampliandolo e offrendo ai giocatori ben trentacinque nuove missioni e cinquantacinque carte con cui ampliare la loro collezione. Come ormai di consueto, sotto il profilo creativo non possiamo che sottolineare nuovamente il lavoro svolto da Dire Wolf Digital. Al netto di qualche missione non necessaria, l'avventura risulta ben tratteggiata sotto il profilo narrativo, mentre le nuove meccaniche di gioco e le carte (ovviamente coerenti con il setting) sono davvero interessanti e foriere di inedite strategie che non mancheranno di vivacizzare la ladder nei prossimi mesi. Cacciatori di tesori e Factotum hanno infatti già iniziato a comparire nei mazzi dei giocatori.

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