The Guild 3 Recensione: costruiamo un impero economico nel Medioevo

The Guild 3 esce dall'Early Access proponendosi come un Life Sim RPG con tante potenzialità, che purtroppo non sono state sfruttate pienamente.

The Guild 3 Recensione: costruiamo un impero economico nel Medioevo
Articolo a cura di
Disponibile per
  • Pc
  • Chi si ricorda di JoWooD Entertainment conosce anche la sua reputazione di publisher: sin dal 1998 con Industry Giant, la società austriaca si è fatta notare per i videogiochi dal potenziale importante ma non privi di evidenti asperità e la cosa vale anche per i più apprezzati Gothic e The Guild.

    L'ultimo citato è nato nel 2002 come Europa 1400 The Guild per mano di 4HEAD Studios, team che poi ha lasciato le redini della serie a Purple Lamp Studios, il collettivo austriaco che ha lavorato anche su SpongeBob SquarePants: Battle for Bikini Bottom - Rehydrated (qui la nostra recensione di SpongeBob SquarePants Battle for Bikini Bottom Rehydrated).

    The Guild 3 è quindi arrivato finalmente alla pubblicazione, dopo una lunga parentesi in early access in cui il pubblico si è ripetutamente lamentato della pessima esperienza di gioco tra bug incalcolabili e un'ottimizzazione rivedibile. Abbiamo quindi speso diverso tempo con la sua versione definitiva e siamo pronti a parlarne nel dettaglio.

    Un GDR Life Sim come pochi

    C'è un semplice dettaglio che gioca a favore di The Guild 3: offre un'esperienza al momento piuttosto peculiare nel segmento dei GDR Life Sim, perché unisce elementi alla The Sims con la gestione microscopica e macroscopica delle risorse in una economia e in un contesto politico continuamente in evoluzione. Oltre alla simulazione della vita del nostro personaggio e degli NPC, con i quali si può interagire liberamente in ogni attimo anche se non ai livelli del titolo EA, siamo pertanto portati alla gestione personale del nostro impero commerciale e della nostra carriera con dei binari su cui muoversi ma senza restrizioni eccessive.

    Descritto in questa maniera risulta un progetto molto ambizioso e altrettanto interessante ed effettivamente lo è ma cade proprio nella cura dei dettagli. L'avventura medioevale in singolo giocatore inizia con un tutorial nella cittadina di Wenighausen o con la scelta di gettarci sin da subito in una ambientazione tra quelle disponibili: The Guild 3 conta sulla riproduzione di diverse città iconiche come Magdeburgo, Praga, Digione, Londra, Varsavia, Parigi e Vienna. Ognuna di esse ha un parametro chiave differente, il numero di avversari che può variare da una singola dinastia a ben diciotto; possiamo poi scegliere la modalità di gioco, optando per un inizio da plebei o da cittadini con una base economico-sociale più favorevole per i principianti. La durata dei turni, la difficoltà e gli obiettivi della partita sono modificabili. Ad esempio, potremo puntare semplicemente a diventare sovrani e mantenere la posizione per un turno completo - cioè per quattro stagioni - o mirare al titolo di migliori commercianti, guerrieri più spietati o dinastia reggente della città. Scelte le caratteristiche della partita, potremo creare il nostro personaggio selezionando stemma, nome, religione, carriera e personalizzando abilità e caratteristiche fisiche. Le religioni sono tre, mentre le professioni variano a seconda dell'inizio da plebeo o cittadino. Dal latifondista, fino allo studioso e al fornaio, parliamo di 13 "carriere" differenti con attività esclusive da svolgere.

    La personalizzazione del personaggio è ridotta all'osso rispetto a The Guild 2, sia nelle caratteristiche fisiche, sia nelle abilità, con queste ultime limitate a Forza, Destrezza, Intelligenza, Percezione e Carisma. Il capitolo precedente insomma offriva molti più lavori e una gestione delle abilità - definite allora Talenti - più variegata e dal grado d'immersione decisamente più elevato. È un peccato, dunque, che il team di Purple Lamp Studios abbia fatto un passo indietro nella definizione della componente ruolistica.

    Catapultiamoci nel 1400!

    Una volta avviata la partita non ci si può non soffermare in primis sul comparto grafico: il salto di qualità rispetto a The Guild 2 è evidente, con texture e modelli non eccellenti ma comunque ampiamente migliorati e svecchiati in maniera adeguata. L'unica eccezione è costituita dagli individui che riempiono la città, la cui qualità è quasi peggiore rispetto a quella che li caratterizzava nelle precedenti iterazioni: seppur i volti risultino lievemente più dettagliati, capelli e barba sono tutt'uno con la texture del viso selezionata durante la creazione del personaggio, mentre gli abiti, se osservati da vicino, sono ben poco piacevoli a vedersi, al contrario di vegetazione ed edifici.

    L'interfaccia utente è più ricca di voci rispetto al predecessore e purtroppo - viste le scelte estetiche non proprio condivisibili - può risultare poco intuitiva in termini di navigabilità. Sul fronte sonoro, invece, il doppiaggio degli NPC è mediocre e le linee di dialogo offerte sono minime e banali e anche l'accompagnamento sonoro poteva essere ben più ispirato. Gli elementi chiave dell'esperienza sono però ben confezionati. La nostra vita inizia dalla periferia, dai piccoli villaggi che circondano le mura cittadine e a seconda dell'opzione di partenza con differenti quantitativi di denaro e punti d'influenza. Dopo avere costruito l'edificio principale per la nostra professione, nel quale dovremo spendere faticose ore di lavoro, sarà necessario mettere su famiglia il prima possibile al fine di evitare spese inutili per degli aiutanti.

    Di conseguenza sarà possibile cominciare una frequentazione con un NPC, che verrà influenzata da linee di dialogo con una percentuale di successo differente, perché legate alle statistiche sociali.

    Conquistata la dolce metà ci si potrà sposare immediatamente in privato o in chiesa, aggiungendo così un nuovo personaggio tra quelli da noi controllabili. Una volta completati questi primi passaggi essenziali al conseguimento degli obiettivi fissati in partenza, saremo noi a scrivere il resto della nostra storia: man mano che svolgeremo il nostro lavoro sguadagneremo moneta sonante e punti influenza con i quali potremo, mediante l'albero delle abilità, rivendicare un titolo più elevato fino a diventare Arciduca e sbloccare altre conoscenze chiave, magari in materia di falegnameria o di medicina e contrabbando, se lo desideriamo. In questo modo, oltre a gestire una fattoria è possibile diventare artigiani e organizzare una catena di montaggio al fine di automatizzare sul lungo termine la produzione di beni lavorati più costosi e accrescere il nostro patrimonio.

    Tanta libertà di scelta, con uno schema noioso

    La libertà di scelta nella professione è accompagnata da un aspetto gestionale che trascende concetti triviali come il doversi nutrire o il dover mantenere viva la relazione con la dolce metà, puntando invece a una scalata costante verso la ricchezza e il prestigio, rispettando le leggi della città o violandole: in quanto medici o erboristi potremo provocare un'epidemia al fine di aumentare il valore delle medicine in una certa zona e guadagnare più soldi, per esempio. Unirsi a una gilda dà accesso a piccoli bonus e determina la nostra reputazione globale, oltre alla possibilità di prendere parte a singolari eventi come la ricerca della pietra filosofale.

    La gestione macroscopica e l'automatizzazione del lavoro sono preponderanti, specialmente nel caso in cui si sceglie di perseguire una carriera da locandiere, fabbro o falegname, ma è quasi impossibile andare in rosso in quanto l'intelligenza artificiale cerca di scegliere le opzioni di acquisto ritenute migliori affinché le spese siano ridotte all'osso e i profitti siano maggiori. In sostanza abbiamo l'opportunità di velocizzare la partita così da procedere spediti nell'espansione del nostro business. Tuttavia, l'IA inciampa spesso e magari acquista il prodotto sbagliato bloccando la produzione dei beni lavorati e costringendoci a intervenire interrompendo altre attività.

    Potremo in ogni caso trovare la via di mezzo lasciando i dipendenti al lavoro e rendendo il nostro personaggio un libero commerciante: in questo caso, dovremo prestare estrema attenzione all'andamento del mercato e alle differenze nella produzione e compravendita di risorse tra centro città e villaggi. Questo processo richiederà molte ore di gioco, che trascorreranno con una certa lentezza all'interno di The Guild 3 e sarà capace di soddisfare solo sul medio-lungo termine. L'impostazione iniziale garantisce più o meno longevità alla nostra dinastia, la cui crescita può essere limitata dal raggiungimento dell'obiettivo prefissato o resa illimitata nel caso di una partita libera.

    Potenzialità non sfruttate e problemi tecnici

    Le opzioni che The Guild 3 ci offre sono innumerevoli e parlare di ciascuna di esse è complesso. Eppure, il titolo sembra caratterizzato da uno schema quasi fisso - ovvero sposarsi, fare soldi, migliorare il proprio business e completare l'ascesa politica - e a lungo andare c'è il rischio di piombare in una quotidianità automatizzata e poco interessante. Sul fronte della gestione della politica, avremmo gradito una maggior presenza di intrighi e sotterfugi, in altre parole di imprevisti capaci di ribaltare le sorti della partita. La sensazione di soddisfazione ricavabile sul lungo termine si contrappone alla monotonia che sopraggiunge una volta esplorate tutte le principali scelte a disposizione, dopo circa dieci ore di gioco.

    I personaggi guidati dall'IA abbondano per le strade cittadine e spesso nemmeno si accorgono di eventi illegali - da omicidi a gioco d'azzardo - che si verificano dinanzi ai loro occhi. Al contempo la presenza di molti NPC rende arduo rispondere ai loro attacchi impartendo ordini ai nostri alleati. Infine, abbiamo trovato il gioco sin troppo facile, anche al livello di difficoltà più elevato. Il progetto attuale si trova certamente in uno stato migliore rispetto alla versione in accesso anticipato, al netto dei bug, e la modalità multigiocatore funziona meglio e sa intrattenere a sufficienza. Resta comunque un po' d'amaro in bocca per ciò che il titolo di Purple Lamp Studios avrebbe potuto essere.

    The Guild 3 The Guild 3Versione Analizzata PCPurple Lamp ha preso in mano il lavoro di Golem Labs per tentare di migliorare il life sim medioevale ma i risultati in questo senso si sono rivelati altalenanti. Graficamente il salto di qualità rispetto alle precedenti interazioni è evidente mentre il comparto sonoro sembra vecchio e poco ispirato. La possibilità di "vivere" una delle 13 professioni disponibili è certamente apprezzabile ma dopo una decina di ore i limiti della ricetta ludica cominciano a farsi sentire. In sostanza The Guild 3 è un discreto esponente del genere d'appartenenza ma avrebbe potuto ambire a vette più elevate.

    CONFIGURAZIONE PC DI PROVA

    • CPU: AMD Ryzen 5 5600X
    • RAM: 16GB
    • GPU: NVIDIA GeForce RTX 3070
    6.5

    Che voto dai a: The Guild 3

    Media Voto Utenti
    Voti: 3
    4
    nd