The Last Oricru Recensione: un action rpg fantasy sci-fi che non convince

Dopo sette anni di sviluppo, The Last Oricru approda su PlayStation 5, Xbox Series X/S e PC. Questa lunga attesa sarà valsa la candela?

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Disponibile per
  • Pc
  • PS5
  • Xbox Series X
  • The Last Oricru, prima conosciuto come LostHero, è il nuovo action con elementi soulslike che segna l'esordio di GoldKnigths, studio di sviluppo fondato nel 2015 da P.J. Strnad a Praga. Il titolo è disponibile a partire dal 13 ottobre 2022 su console (PlayStation 5 e Xbox Series X/S) e PC. Poco meno di un anno fa, avevamo già avuto modo di mettere le mani su The Last Oricru (se ve la siete persa, ecco la nostra prova di The Last Oricru) e oggi siamo finalmente pronti a tirare le somme sull'opera prima di GoldKnights, che purtroppo non è riuscita a colpirci come speravamo.

    È ora di decidere da che parte schierarsi

    Silver, il protagonista di The Last Oricru, è immortale, destinato a un eterno ciclo di morte e rinascita che lo rende particolarmente attraente agli occhi delle due fazioni che si contendono il dominio di Wardenia (un soldato che non muore mai è la felicità di ogni ambizioso generale). Dopo essersi svegliato da uno strano sogno che gli causa anche la perdita della memoria, Silver viene trascinato in una sanguinosa guerra civile in cui dovrà scegliere da che parte schierarsi e intanto scoprire qualcosa in più sul suo misterioso passato.

    Seguire i pensieri rivoluzionari dei Ratkins, topi guerrieri antropomorfi, oppure abbracciare le idee conservative dei Naburu? Questo è il dilemma. La storia di The Last Oricru si sviluppa in base alle scelte dell'eroe: nel corso dell'avventura saremo chiamati a prendere importanti decisioni che plasmeranno il destino della guerra civile e l'atteggiamento dei diversi NPC che incontreremo nelle quindici abbondanti ore necessarie per arrivare ai titoli di coda, che garantiscono elevata rigiocabilità all'opera prima di GoldKnights. A tal proposito, persino l'ambiente reagisce alle nostre scelte. Durante una delle prime missioni, ad esempio, il protagonista potrà scegliere di mandare a miglior vita (oppure no) un importante condottiero dell'esercito dei Ratkins. Una volta ucciso il nemico, tutti i topi hanno abbandonato l'area permettendoci finalmente di vagare liberi senza l'ansia di dover combattere a ogni angolo. Successivamente a questo evento, la domanda ci è sorta spontanea: cosa sarebbe successo e che direzione avrebbe preso il racconto se avessimo risparmiato il generale? Sul fronte narrativo la storia ideata da GoldKinghts funziona abbastanza bene - tralasciando saltuarie linee di dialogo caratterizzate da una forzata comicità che sfocia nel grottesco - e riesce a incuriosire l'utente, fattore fondamentale per spronarlo a proseguire malgrado i grossi limiti lato gameplay.

    Combattimenti al rallentatore

    Come spiegato in apertura, The Last Oricru è un action GDR con forti elementi soulslike. Troviamo infatti le fiaschette d'energia che si rigenerano a ogni salvataggio e i classici punti esperienza ottenuti dopo ogni kill, fondamentali per potenziare una delle sei statistiche di Silver. Tra vitalità, forza, vigore, destrezza, intelletto e volontà, la possibilità di scegliere come costruire la nostra build non manca, per quanto non si raggiunga una profondità realmente degna di nota. Le armi poi - abbastanza numerose e diverse fra loro - scalano in base alle statistiche di cui sopra e possono essere migliorate, insieme alle armature da indossare, grazie a specifici materiali disseminati nella mappa.

    Parliamo di sfumature ruolistiche ben note ma che rendono lo sviluppo del nostro alter ego cruciale per indirizzare a nostro favore l'economia della partita. Sul piano teorico tutto sembrerebbe funzionare piuttosto bene. I problemi nascono quando si impugna la spada. Il combat system di The Last Oricru è infatti piuttosto problematico.

    Le movenze di Silver sono ingessate, il feedback dei colpi non è particolarmente convincente e diverse volte abbiamo anche riscontrato dei casi di input lag sia con il tasto d'attacco che con quello per alzare lo scudo. Sul fronte opposto, i mob, unici per ciascun bioma, sono dotati di un'intelligenza artificiale che li rende sufficientemente aggressivi e dunque sempre pericolosi, nonostante dei pattern facili da memorizzare. L'unica accortezza è ricordare quali stoccate sono dotate di tracking. Tuttavia, in più di un'occasione abbiamo faticato a superare indenni le sezioni di gioco a causa di molteplici fattori che si intersecano fra loro.

    Silver, stamina permettendo, può evitare un affondo con uno scatto sia indietro che in avanti. In quest'ultimo caso, la schivata sembrerebbe utile per muoversi alle spalle del nemico di turno. Purtroppo nel concreto la mossa non riesce quasi mai a portarci oltre il nemico, interrompendosi il più delle volte all'altezza del fianco del rivale e lasciandoci inevitabilmente scoperti. Di conseguenza, una strategia aggressiva può essere messa da parte a favore di una più ragionata che, con lo scudo a protezione, mira a ruotare intorno all'avversario fino a trovare il momento giusto per attaccare. Ad aggravare questa dinamica che diventerà fin da subito ripetitiva, troviamo un altro intoppo da non sottovalutare. I cali di frame rate sono importanti, frequenti, e minano in modo evidente la godibilità degli scontri. Segnaliamo poi la saltuaria (ma fastidiosa) sparizione dei mob, che riappaiono di fronte al protagonista per condurlo a una morte immeritata. In buona parte dei casi, in altre parole, le sconfitte non dipendono da una questione di abilità ma dalle problematiche appena esposte. L'opportunità di provare la campagna di The Last Oricru in cooperativa, sia online che in locale, può in parte controbilanciare questi difetti del gameplay rendendo il tutto più godibile, con tanto di attacchi corpo a corpo e incantesimi da eseguire sfruttando la sinergia tra i due personaggi.

    Un level design confusionario

    Il viaggio di Silver attraversa sfarzosi castelli e oscure miniere, passando per ambientazioni che prendono a piene mani dall'universo sci-fi. Anche durante l'esplorazione, purtroppo, abbiamo riscontrato un paio di importanti criticità. La ripetitività delle stanze e l'assenza di una mappa da consultare, ci hanno infatti mandato spesso in confusione. Tutto ciò si traduce in un backtracking che rompe notevolmente il ritmo della partita. Per fortuna, ci sono scorciatoie da sbloccare che aiutano a recuperare l'esperienza persa e ritornare il più velocemente possibile sui propri passi.

    Dal punto di vista grafico The Last Oricru è risultato decisamente debole. Il sistema di illuminazione brilla in rari casi ma in generale, vista anche la qualità complessiva delle ambientazioni, la sensazione è di star giocando a un titolo con diversi anni sul groppone. Le espressioni facciali dei vari personaggi inoltre sono piatte e danneggiano ulteriormente quel senso di immersione che una storia dalle molteplici sfumature dovrebbe riuscire a suscitare.

    The Last Oricru The Last OricruVersione Analizzata PCAl netto di una storia abbastanza interessante e capace di offrire qualche interessante bivio narrativo, l'opera prima di GoldKnights non ci ha convinti fino in fondo. Le problematiche principali risiedono nel gameplay di The Last Oricru: il sistema di combattimento è macchinoso e non sempre perfettamente responsivo, una situazione questa ulteriormente aggravata da notevoli cali di frame rate. L'esplorazione invece soffre di scenari che tendono a ripetersi e a mandare in confusione chi li attraversa. Parliamo in buona sostanza di un'occasione persa, che speriamo possa regalare al team qualche lezione importante in vista di produzioni future.

    5.5

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