The Lord of the Rings Gollum Recensione: il burro spalmato su troppo pane

Gollum è tutt'altro che un tesoro. Il gioco di Daedalic Entertainment non rende giustizia a uno dei personaggi più affascinanti dell'opera di Tolkien.

The Lord of the Rings Gollum
Recensione: PC
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Disponibile per
  • Pc
  • PS4
  • Xbox One
  • Switch
  • Xbox One X
  • PS4 Pro
  • PS5
  • Xbox Series X
  • In un passaggio del romanzo "Il Signore degli Anelli" di J.R.R Tolkien, Bilbo Baggins parla con lo stregone Gandalf e gli confessa: "mi sento tutto magro, teso [...] come del burro spalmato su di una fetta di pane troppo grande". Dopo aver giocato The Lord of the Rings: Gollum la sensazione che abbiamo provato è esattamente la stessa. L'opera purtroppo possiede ben pochi pregi, perlopiù ereditati dalla magnificenza dell'immaginario a cui attinge e dalla forza espressiva del suo protagonista. L'intensità del quarto portatore dell'Unico Anello è stata "spalmata" su una narrazione inutilmente lunga, costretta in un gameplay datato e derivativo. Il risultato è perciò un gioco che sfortunatamente non rende onore alla grandiosa licenza che lo sorregge, anche a causa di un comparto tecnico molto claudicante.

    Una storia inedita, dal finale già scritto

    Sméagol, anche noto come Trahald, nasce come timido Hobbit di etnia Sturoi, una delle tre in cui è divisa la razza. Tolkien ha tratteggiato la sua tragica storia con grande precisione, dal ritrovamento dell'Unico Anello avvenuto nel 2463 della Terza Era, al successivo isolamento nella Montagna Solitaria, fino alla nascita di Gollum, la sua seconda personalità distorta ed egoista.

    Dopo l'incontro con Bilbo Baggins, che in "Lo Hobbit" gli sottrae l'anello, la creatura lo insegue per riprenderselo, ma finisce a vagare per Mordor "come tutte le creature che servono il male". Ciò che non ci viene narrato sono proprio gli anni trascorsi nella focosa regione, quando Sméagol viene imprigionato dall'Occhio. Sauron ne devasta la già fragile psiche frammentata, torturandolo con indicibili supplizi, pur di rintracciare quello che egli chiama "tesssoro rubato". Tutto ciò che succede dopo è risaputo. Sméagol scappa da Mordor e viene catturato dagli Elfi, che lo portano nella città di Thranduil. Lì Gandalf il Grigio lo interroga per farsi rivelare cosa avesse detto a Sauron riguardo l'Anello, venendo a sapere solo che l'Oscuro Signore gli ha strappato di bocca le parole "Baggins" e "Contea". Lo Sturoi, traumatizzato dalle sevizie degli Orchi, non rivela altro. Ossessionato dall'oggetto dei suoi desideri, riesce però a fuggire anche da Thranduil. Nel frattempo Frodo si era già messo in viaggio con la Compagnia per raggiungere Mordor e distruggere l'Anello, passando attraverso le miniere di Moria.

    In circa una ventina di ore e dieci capitoli, gli sviluppatori di Daedalic Entertainment non solo hanno narrato alcuni accadimenti contenuti nei libri e nei film, ma hanno anche fornito una loro personale visione della prigionia a Moria. L'impresa era obiettivamente ardua: come rappresentare delle torture talmente atroci da essere inconfessabili persino a Gandalf?

    Come narrare quello che Tolkien stesso aveva volutamente lasciato avvolto nel mistero, per accrescerne l'orrore? Ciò che abbiamo vissuto nel gioco, purtroppo, non ha soddisfatto le nostre aspettative. Le esigenze della narrazione, inoltre, non sembrano muoversi di pari passo con quelle strettamente ludiche.

    Non sono pochi i momenti in cui le missioni che Gollum è chiamato a compiere sembrano inserite più come riempitivo per allungare la longevità, senza rivelarsi particolarmente omogenee con lo svolgersi degli eventi. Ci siamo quindi trovati immersi in un'alternanza di cinematiche e gameplay abbastanza diluita, che non contribuisce alla crescita del legame tra protagonista e giocatore. Ne consegue un'aritmia costante che priva ogni situazione, anche quelle meglio descritte, di gran parte della loro epicità.

    La personalità di Sméagol

    È un vero peccato veder sprecata così l'opportunità di sfruttare uno dei personaggi più interessanti della mitologia tolkeniana. Persino negli intermezzi narrativi, le due personalità sono imprigionate in una sequenza di dialoghi a scelta multipla che finiscono per essere quasi irrilevanti. Possiamo decidere se far rispondere l'uno o l'altro, ma senza alcun concreto impatto.

    Al massimo a variare leggermente sono qualche scena di intermezzo, il destino di un personaggio secondario, e i binari del racconto, ma solo per un breve momento. Ben presto, d'altronde, la storia ritorna nella carreggiata prevista. La caratterizzazione delle due personalità non è poi sempre ben a fuoco. Nel titolo di Daedalic, Sméagol è spesso troppo intraprendente e poco arrendevole, e Gollum molto meno ficcante di quanto dovrebbe. A tal proposito, anche senza la storica voce di Andy Serkis (che ha dato vita allo sturoi nella trilogia di Peter Jackson), il team ha evidentemente scelto di chiedere al nuovo doppiatore di imitarne l'interpretazione. Il risultato è rispettabile, ma è comunque inferiore all'originale. L'intero comparto audio, dal doppiaggio alle musiche, per quanto risulti tutto sommato di qualità, soffre del medesimo problema: "suona" derivativo rispetto a quello prodotto per il cinema, senza però mai raggiungerne il livello. Nemmeno sul fronte estetico The Lord of the Rings: Gollum riesce ad affrancarsi da un confronto con le scenografie e i costumi cinematografici.

    Gli autori hanno affermato di essersi rivolti a studiosi Tolkeniani per costruire ambientazioni, sonorità e personaggi il più aderenti possibile ai libri, eppure non hanno comunque rinunciato a citare i lungometraggi.

    C'è però un significativo contrasto tra la pomposità delle architetture e la spigolosità della componente visiva che, complici animazioni obsolete e texture discutibili, non riesce a valorizzare come dovrebbe la direzione artistica. Nonostante ciò, il colpo d'occhio complessivo appare ben diversificato e regala qualche scorcio soddisfacente ed evocativo, in particolare nei boschi elfici e nei sotterranei di Mordor, illuminati dalla lava incandescente.

    Platform legnoso e Stealth inefficace

    The Lord of the Rings: Gollum segue le regole di un classico platform con importanti elementi stealth. Oltre a nasconderci dalla vista dei nemici, di tanto in tanto dovremo anche risolvere qualche sporadico puzzle ambientale, per il quale è richiesto un pizzico di impegno in più di quello necessario al superamento delle ronde ostili. Tuttavia nessuna delle attività ludiche proposte ci ha mai messo davvero alla prova. Anche quando lo scenario propone un maggior numero di opzioni disponibili per raggiungere lo stesso obiettivo, la libertà di scelta è estremamente parziale, e i percorsi da seguire sono sempre piuttosto ovvi e guidati.

    D'altronde, se le strade alternative offrono più o meno sempre il medesimo tipo di ostacoli, non c'è un sostanzioso incentivo a imboccare qualche deviazione. Non è richiesta neppure chissà quale precisione nella gestione di salti e arrampicate. Ad esempio, Sméagol afferra in automatico le superfici con cui interagire a una distanza molto permissiva, senza contare che serve a poco prestare attenzione alla barra della stamina, che si svuota in rare occasioni, magari quando si è appesi a un precipizio o quando si resta senza fiato nel corso di un inseguimento. Possiamo quindi definire soddisfacenti giusto una manciata di enigmi e pochi momenti di stampo platform. Il meglio di sé il gioco lo offre intorno alla metà dell'avventura, con una progressione non certo delle più lungimiranti.

    Lo stesso discorso si applica purtroppo anche per le sequenze da affrontare surrettiziamente, progettate con estrema linearità e ben poco appaganti. Orchi, elfi e ragni di pattuglia condividono una intelligenza artificiale alquanto elementare, e l'invisibilità al buio del nostro personaggio è un'arma fin troppo efficace.

    La quasi totalità delle missioni stealth si può addirittura superare correndo tra i nemici, con la consapevolezza che basta rifugiarsi all'ultimo istante sotto a un tavolo, o in un angolo oscuro, per scamparla con facilità. Vengono così meno la voglia e la necessità di studiare a menadito i pattern di movimento (assai robotici) degli orchi e il design dei livelli, elementi che in uno stealth game che si rispetti dovrebbero rappresentare la colonna portante della struttura ludica.

    Anche quando aumentano le opzioni a disposizione nel corso dell'avventura, il gameplay resta abbastanza semplicistico, poco guizzante. Da un certo punto della storia in poi, infatti, otterremo l'abilità di manovrare a distanza alcuni alleati per attivare interruttori altrimenti irraggiungibili, o per scortarli tra due punti distanti di un livello. Il sistema però è lento, poco responsivo e impreciso. Tre aggettivi che, disgraziatamente, potrebbero descrivere l'intera esperienza ludica. E non solo per i demeriti del game design. Anche sul fronte tecnico, Gollum arranca.

    La nostra prova si è svolta su di un PC di fascia alta, eppure siamo stati accompagnati da frequenti rallentamenti e lag, ritardi nella risposta dei comandi e compenetrazioni di ogni sorta. Ovviamente il framerate incostante è stato più fastidioso tra un salto e l'altro, durante le fasi platform. Nella speranza che le magagne di natura tecnica vengano risolte con una o più patch, temiamo che la situazione, alla base, non cambierebbe radicalmente. Gollum non sembra mai davvero "fluido": salti, atterraggi, arrampicate e in generale tutte le animazioni della creatura appaiono poco naturali e ruvide, come se provenissero da un videogioco d'altri tempi.

    The Lord of the Rings Gollum The Lord of the Rings GollumVersione Analizzata PCCi è dispiaciuto moltissimo non dare quantomeno la sufficienza a The Lord of the Rings: Gollum. I limiti però sono troppi. La porzione di storia inedita non è all'altezza della saga di Tolkien e le fasi ludiche risultano imprecise e obsolete. Una resa grafica di maggior spessore avrebbe perlomeno permesso ai fan di godersi al meglio qualche guizzo della pur piacevole direzione artistica. Speriamo insomma che le future patch possano risolvere, se non altro, gli inciampi tecnici. In ogni caso, anche se la stabilità del gioco migliorerà in futuro, quello di Daedalic Entertainment non è purtroppo il tesoro che volevamo che fosse.

    CONFIGURAZIONE PC DI PROVA

    • CPU: AMD 7 3700x
    • RAM: 16 GB di RAM
    • GPU: NVIDIA GeForce RTX 3070
    5.5

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