The Pedestrian Recensione: un puzzle metropolitano

L'opera prima del team indie Skookum Arts è un puzzle game 2D ambientato tra le targhe, gli avvisi e i cartelli segnaletici di una metropoli.

The Pedestrian Recensione: un puzzle metropolitano
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Disponibile per
  • Pc
  • PS4
  • Xbox One
  • Switch
  • Xbox One X
  • PS4 Pro
  • PS5
  • Xbox Series X
  • Più volte, giocando a The Pedestrian, ci è quasi sorto il dubbio di stare guardando un corto targato Pixar. Del resto lo studio di Emeryville è maestro nel rappresentare l'inanimato che prende vita in un contesto di esistenza quotidiana, lo stesso espediente che il team di sviluppo indipendente Skookum Arts, a suo modo, ha scelto di sfruttare all'interno del proprio videogame d'esordio, una passeggiata metropolitana con protagonista un omino in silhouette, di quelli che comunemente riempiono avvisi, lavagnette e cartelli stradali.

    Ma l'equivoco non può durare a lungo perché qui, nonostante il forte e costante "sense of wonder", e a differenza di un film d'animazione, al di qua dello schermo siede un giocatore che, pad alla mano, è chiamato a portare avanti le gesta del personaggio in sostanziale autonomia - eccezion fatta per qualche nota registico-autoriale che da un puzzle game, a torto o a ragione, è facile non aspettarsi.

    Segnali di vita

    L'azione, in The Pedestrian, si svolge lungo i quartieri di una città come tante, ma tende a non invadere piazze e vicoli, restando confinata in ambienti prettamente bidimensionali. Passa cioè dalle superfici delle placche metalliche appese su reti e pali ai led delle insegne dei negozi, entrando finanche nei pezzi di carta appiccicati su muri e bacheche.

    Non potrebbe essere altrimenti: un disegnino monocromo, seppur dalle fattezze umane, mal si adatterebbe a sgambettare in un mondo fatto di poligoni. Mondo che tuttavia, nel titolo di Skookum Arts, non soltanto è presente, ma è anche parte integrante dell'esperienza.

    Quando il piccolo avatar "segnaletico" si sposta da una targa piatta all'altra, la telecamera si svincola per qualche secondo al fine di sbirciare ogni cosa sia di sfondo in quel momento. L'occhio virtuale s'intrufola fra gli stanzoni di una fabbrica, poi esce all'aria aperta, tra le vie trafficate di una zona periferica, e ancora indugia di fronte all'ingresso verdeggiante di un campus universitario, e infine sale rapida sui tetti del centro, bagnata da una lieve pioggerella.

    C'è tanto da osservare oltre il gioco vero e proprio: una realtà come tante, eppure ricca di colori e dettagli curiosi, insolitamente vivace nonostante di uomini in carne e ossa non se ne vedano mai (se non ben nascosti tra le lamiere di qualche automobile).

    "Senso" civicoAl momento The Pedestrian è disponibile solamente su PC, PS4 e PS5, laddove le versioni Microsoft e Nintendo vedranno la luce nel prossimo futuro. La chicca, per i fortunati possessori della nuova ammiraglia di Sony, sta nel fatto che il gioco sfrutti l'acclamato feedback aptico del DualSense in un modo sinceramente adeguato e molto piacevole. Sul fronte tattile il controller next-gen trasmette molto distintamente tutti i passetti del personaggino, gli urti degli item che cadono da determinate altezze, le micro-resistenze dei cavi da tendere da una parte all'altra dello stage. Un piccolo, ma simpatico, valore aggiunto.

    L'atmosfera che ammanta la produzione è semplicemente incredibile, impregnata di confortevole normalità e al tempo stesso sognante, incantata. Un risultato che, fra l'altro, non sarebbe stato possibile senza il contributo di un tappeto musicale d'eccellenza come quello composto dal bravo Logan Hayes, anch'esso intriso di soffici vibrazioni "pixariane". L'OST di The Pedestrian è un tocco di classe necessario, un flusso di sonorità eleganti che si presta magnificamente alle esigenze estetiche del prodotto, sino a diventare preziosa compagna di una passeggiata ludica che riserva ulteriori sorprese.

    Connessioni rompicapo

    È chiaro, poi, che l'offerta di The Pedestrian vada al di là del suo ispirato aspetto audiovisivo. Scrivevamo che il piccolo eroe stilizzato ha ragion d'essere solo e soltanto entro i limiti in due dimensioni degli oggetti che costellano il tessuto urbano.

    Quando la macchina da presa si sofferma presso un determinato angolo della città, infatti, è sempre perché c'è un gruppetto di segnali sopra i quali sono dipinte parti di un tragitto da ricostruire in maniera tale che il nostro alter ego, da un punto di partenza, possa arrivare indenne a un secondo punto d'uscita, racimolando nel frattempo ogni cosa risulti utile a procedere nell'avventura.

    Scopo del gioco è di creare delle connessioni fisiche fra le porzioni dello stesso cluster, fermando il tempo e tracciando i collegamenti in modalità "punta e clicca", così da permettere all'omino, subito dopo, di camminare da un riquadro all'altro senza interferenze di sorta, a mo' di tipico platformer a scorrimento. I legami non possono essere alterati in corso d'opera, pena la perdita di ogni progresso conquistato all'interno dello specifico schema.

    Per giunta non è possibile connettere liberamente tutti i piani - dipende dalle porte che vi sono ritratte, e su quale lato della cornice siano pitturate - ma, spesso e volentieri, il giocatore ha l'opportunità di spostarli manualmente, nell'ottica di creare le condizioni indispensabili a risolvere il rompicapo di turno. Perché, ricordiamo, di puzzle game si sta parlando, uno dei più autentici attualmente in circolazione. La sfida è un susseguirsi di casse da spostare, chiavi da raccogliere, meccanismi da spegnere o accendere alla bisogna. Compiti tutto sommato elementari, dapprima da portare a termine poco per volta, poi, però, da gestire in sequenze sempre più arzigogolate e complesse. Il bello giunge quando a queste dinamiche semplici si sommano altre variabili avanzate, tasselli ulteriori dell'ottimo mosaico creativo imbastito dai ragazzi di Skookum.

    Toccherà quindi fare i conti con pannelli forati, quadri che incorporano connettori elettrici e prese di corrente, serbatoi di vernice verde da iniettare nelle singole piastre per "bloccarne" ogni contenuto modificato in precedenza.

    Insomma, arriverà presto l'istante in cui The Pedestrian chiederà all'utente di spremere ben bene le meningi, dimostrando l'efficacia di una curva di difficoltà che cresce gradualmente e all'unisono con l'estro delle soluzioni enigmistiche. Niente picchi brutali e ingiustificati, dunque, ma solo un'evoluzione di gameplay calibrata a dovere, capace di coinvolgere chi gioca per tutte le quattro-cinque ore che servono a raggiungere i titoli di coda.

    C'è poco altro da aggiungere, se non che proprio sul finale - alquanto inatteso - l'opera fa un piccolo passo falso, forse spinta dall'urgenza di trovare una chiusura d'impatto che, nonostante il tentativo, non va completamente a segno. D'altronde qui, più che la meta, a valere è soprattutto il viaggio. Un viaggio tranquillo, ma in larga parte memorabile.

    The Pedestrian The PedestrianVersione Analizzata PlayStation 5The Pedestrian è la chiara dimostrazione di come, con le giuste capacità e tanta fantasia, sia ancora possibile realizzare qualcosa di originale e meraviglioso attingendo al lessico del puzzle game puro, un genere purtroppo non più sulla cresta dell’onda. La piccola esperienza “pedonale” di Skookum Arts sfoggia un’intelligenza creativa rara e preziosa, così accessibile e al tempo stesso arguta nei suoi continui giochi di logica, senza mai trascurare una componente artistica che, lungi dall’essere un mero sostegno all’azione, punta direttamente alla vista e al cuore del giocatore, facendo un centro -quasi- perfetto.

    8.2

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