Recensione The Settlers 7

La saga classica non perde il suo smalto

Recensione The Settlers 7
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  • Diversa dagli altri titoli del genere, la saga Blue Byte di The Settlers ha sempre avuto il merito di distinguersi dalla massa per la sua particolare enfasi nel concentrare la maggior parte degli aspetti ludici sulla gestione meticolosa delle risorse, e non sul freddo e barbaro combattimento. Non a caso, sarebbe quasi un delitto classificare la saga unicamente nel catalogo degli strategici: è più giusto affermare la sua natura da gestionale, che ha sempre garantito una profondità ludica invidiabile. La strada verso il regno si affaccia dunque senza paura su un’industria che pare aver dimenticato la bellezza di una struttura di gioco profonda ed appagante, accendendo nei vecchi cuori dell’utenza PC un affetto particolare e antico, di quando i generi da giocare in punta di mouse erano ben definiti, e tutti erano pronti a coinvolgere il giocatore per intere nottate.

    Attenzione, cura, ma tanta pazienza

    Il settimo capitolo della saga (escludendo porting e spin-off vari), non fa altro che riportare in auge, nel 2010, le tipiche meccaniche di gioco che l’hanno sempre contraddistinta dai concorrenti, ornando però la struttura con giusti accorgimenti. Le novità sono capaci sia di non snaturare certe logiche consolidate nel tempo, che di offrire qualcosa di nuovo che giustifichi la spesa per l’acquisto del prodotto.
    Se è la prima volta che approcciate The Settlers dimenticate comunque le lunghe battaglie di un Total War o le costruzioni unicamente per fini bellici di un Age of Empires. La campagna principale del gioco, che si basa su una discreta sceneggiatura messa lì giusto perintrodurre le varie missioni previste, è talmente ben strutturata e livellata che anche i meno avvezzi al genere non troveranno alcun tipo di problema, o quasi. Blue Byte ha avuto infatti la non facile capacità di studiare una curva di difficoltà dolcissima, sfruttando l’espediente narrativo per fare delle prime fasi di gioco un lungo training, che conduce poi alle fasi finali del gioco. Lampante è che in queste ultime occasioni, avrete il compito di mettere in pratica tutto quello che avete imparato per la metà o più della campagna principale, trovando finalmente missioni maggiormente impegnative ed appaganti (dove l’esito dipenderà del vostro estro e non dai consigli della CPU). Parliamo comunque di una campagna estremamente longeva e variegata anche nelle situazioni proposte. Se, quindi, ssiete esperti del genere, potreste trovare magari le prime sfide eccessivamente facili. Sarete ripagati comunque da ambientazioni e compiti sempre vari, che difficilmente vi annoieranno: potreste considerarlo, bonariamente, come una sorta di allenamento per le missioni avanzate o per le altre modalità di gioco proposte, specialmente quelle multiplayer.

    Ma su queste ci soffermeremo più avanti. Dopo avervi raccontato come The Settlers 7 si comporta nei confronti dell’utente, ora tocca scoprire come quest’ultimo debba rapportarsi all’impianto ludico. Come capita sovente nei titoli del genere, sarete forniti di un edificio principale (un castello, in questo caso) al quale saranno poi collegati, tramite apposite vie, le strutture satellite volte alla raccolta ed alla crescita delle risorse per il fiorire del vostro regno. Non sottovalutate questo aspetto, e dimenticate -come detto in sede d’apertura- di lavorare solo per imbastire un grande esercito ed andare alla conquista del mondo. Al contrario, diremmo quasi che l’aspetto militare debba in qualche modo essere evitato, pur mantenendo sempre “caldi” i propri soldati. Ogni edificio ha la sua funzione, e presterà la propria utilità ove ce ne fosse bisogno. Parlando in termini pratici, vicino ad un fiume pescoso farete sorgere una riserva di pesca che servirà a sfamare i vostri lavoratori, i “settlers” appunto; in prossimità di una foresta raccoglierete la legna che a sua volta servirà per la costruzione di altri impianti, o a fianco delle miniere potrete favorire la raccolta e la produzione dei minerali importanti per la crescita economica o le paghe dei militari. Continuando, da ogni struttura potrete far nascere fino a tre, chiamiamole così, “espansioni”, volte alla produzione approfondita di certi materiali. Esemplificando, alla riserva di legname potrete così affiancare una segheria che produrrà risorse raffinate. Insomma, funziona tutto come una immensa ruota fatta di ricerca, costruzione e risorse da raccogliere. In frangenti del genere, non potrete pensare nemmeno di farvi una bella dormita mentre i vostri lavoratori sgobbano bellamente. Dovrete essere bravi anche a gestire altri aspetti secondari, più legati alla logistica. Con il passare dei minuti, dovrete infatti imbastire una lista di priorità sui settori in cui vorrete si concentrino i settlers in quel momento. In prossimità di un attacco militare, è ovvio che favorirete l’addestramento dei soldati, mentre se necessitare di risorse urgenti opterete per raccolta e raffinazione. C’è da considerare, ovviamente, che le fonti naturali non sono infinite, e quando si esauriranno, sarete costretti a ricollocare i lavoratori da un'altra parte o, nei casi più gravi, abbattere la costruzione e cercare miglior fortuna altrove. E’ chiaro però che un gameplay che si avvicina, per lo stile, più ad un Sim City rinascimentale che ad un Age of Empires moderato, presta inevitabilmente il fianco a momenti morti, in cui vi troverete realmente a guardare ed aspettare che i settlers facciano il loro dovere. In quei istanti il gioco perde un po’ della sua versatilità e si presenta dunque adatto ai giocatori più pazienti e portati per questo genere di produzioni, sicuramente inadatto invece a chi vorrebbe costruire e costruire solo per andare il più presto possibile in battaglia. A proposito degli scontri, ribadiamo che le schermaglie fungono da contorno all'esperienza globale che altro. Il vostro unico compito in caso di attacco sarà infatti quello di mandare un gruppo di soldati numericamente superiore a quello avversario. Per il resto farà tutto il caso, o come sarebbe più corretto dire, i complicati (?) calcoli della CPU. Non avrete infatti alcun modo di intervenire in battaglia, se non per ordinare la ritirata nel caso le cose dovessero mettersi male. Ma, per il resto, nessuna possibilità di formazione, non potrete dividere i componenti per provare manovre evasive e il tutto si riduce quindi ad un piatto gioco del “chi più ha, prima vince”.
    Da buoni sovrani, infine, sarete chiamati a scegliere comunque la tipologia di governo da intraprendere, scelta influenzata dalle vostre decisioni manageriali. Premiare l’aspetto militare, far crescere le tecnologie o mantenere uno stile più classico ma maggiormente saldo, vi permetterà, a fronte di un'espansione controllata, di vivere in pace con tutti. Al contrario, potrete applicare una politica aggressiva e dedicarvi allo sterminio ed alla conquista dei popoli disseminati nelle terre di gioco. La scelta è vostra, e raramente è stata una possibilità così gradita, garantito.

    In tanti è meglio

    Oltre alla modalità “schermaglia”, praticamente obbligatoria per uno strategico/gestionale, l’alternativa più importante alla lunga campagna di gioco sono ovviamente le sfide multiplayer, per un massimo di quattro giocatori sulla stessa mappa. E proprio da queste arrivano le più importanti innovazioni di questo settimo appuntamento della saga. Perciò, piuttosto che parlarvi di come vengono svolte le schermaglie in rete preferiamo approfondire questi due aspetti che aggiungono tanto pepe a delle battaglie altrimenti fin troppo classiche: Punti Vittoria e Prestigio. I primi vengono infatti raccolti dai giocatori come premio per il compimento di determinate azioni, quali la conquista di settori neutrali o la costruzione di edifici importanti (qualcuno di voi ricorderà le “Meraviglie” di Age of Empires!). Quando verrà raggiunto un determinato numero di punti, il gioco farà partire un conto alla rovescia, al termine del quale verrà decretato vincitore l’utente che si è “comportato” meglio durante l’intera schermaglia. Notate quindi che anche nelle sezioni multi giocatore, gli sviluppatori sono stati saggi a non perdere l’aspetto “pacifico” che caratterizza la produzione. Il “Prestigio” funziona infine quasi alla stessa maniera. La differenza sostanziale è che vive da perfetto completamento per i “Punti Vittoria” regalando, dopo il conseguimento di determinati obiettivi, importanti risorse extra che possano farvi crescere nel minor tempo possibile.

    Quanto di buono raccontato in termini strettamente ludici viene anche confermato dal comparto grafico utilizzato da Blue Byte. La realizzazione delle mappe, completa dunque di edifici, ambienti ed effetti vari, è veramente superba e di fronte a delle richieste forse esose, se dotati di un discreto hardware sarete in grado di godere di uno degli spettacoli più belli che questo genere è stato finora in grado di regalare. Il sapiente utilizzo degli impianti di illuminazione uniti ad una quantità poligonale più che buona per qualsiasi elemento, regala un colpo d’occhio quasi impressionante, capace di farvi godere al massimo questo nuovo The Settlers. E nel caso non foste ancora sazi, anche l’aspetto sonoro è ben curato. Una menzione particolare, dobbiamo dirlo, va alla colonna sonora che, nella sua semplicità, vi accompagna in maniera rilassante durante il gioco, senza disturbare o intasare la mente. Il doppiaggio inglese nella norma e gli effetti semplici ma azzeccati completano il quadro di un gioco che ha decisamente rispettato le attese.

    Quando giocare diventa complicato

    Vogliamo dedicare un piccolo paragrafo extra al chiacchierato e criticato sistema DRM di Ubisoft. Per chi non lo conoscesse, si tratta di una protezione anti-pirateria che costringe l’acquirente a giocare in presenza di una connessione internet attiva, anche durante il single player. Nonostante sia lodevole il tentativo di bloccare il triste fenomeno piratesco, siamo dell’idea che a volte si superi il limite, e più che punire i trasgressori si finisce per rendere complicata la vita alla gente onesta. Considerato che esiste già una sorta di “crack” per superare questa problematica, vi rendete conto come giocare solo quando i server sono funzionanti è estremamente fastidioso. Ad esempio (a parte impedire il gioco su laptop in viaggio), può capitare che Ubisoft interrompa (magari per problemi di manutenzione) il supporto online. In tali casi il sistema DRM blocca praticamente tutte le funzioni di gioco, anche quelle più basilari. Se consideriamo peraltro che la connessione internet obbligatoria ci costringe ad installare il gioco forzatamente su una macchina fornita di supporto in rete, capiamo insieme come simili sistemi, seppur ben accetti, debbano essere prontamente rivisti.

    The Settlers 7 The Settlers 7Versione Analizzata PCThe Settlers 7: La strada verso il regno ha ampiamente superato la nostra prova. Blue Byte e l’azienda francese sono in grado di offrire un gioco capace di regalare ore e ore di sano divertimento, con una struttura ludica profonda, accompagnata da una campagna longeva e ben livellata e da modalità di gioco multiplayer divertenti ed innovative. Gli unici difetti, in realtà necessità di produzioni del genere, sono da riscontrare in alcuni momenti morti dovuti inevitabilmente alla raccolta delle risorse da parte delle proprie unità. Per questo ci sentiamo di consigliare il gioco particolarmente ai veri appassionati del genere, vogliosi di sacrificare l’aspetto bellico per quello meticoloso del gestionale: pura ed unica filosofia di The Settlers sin dagli albori della saga. Consigliamo comunque una prova, magari con la demo, anche a tutti gli altri.

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