The Stretchers Recensione: il nuovo gioco degli autori di Little Nightmares

Annunciato a sorpresa da Tarsier Studios e Nintendo, The Stretchers è un folle sandbox per Switch. Lo abbiamo provato.

The Stretchers Recensione: il nuovo gioco degli autori di Little Nightmares
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  • Switch
  • Nintendo ha dei tempi comici veramente esilaranti! Quando tutto il mondo aveva gli occhi puntati e i download in corso su quello che, a tutti gli effetti, si può definire il videogioco-evento dell'anno, ossia Death Stranding - che ironicamente è stato considerato un "simulatore di corriere espresso" in un mondo post-apocalittico - in quel di Kyoto hanno pensato di rispondere con una simulazione di barellieri tutti matti. Un duro, nobile e fondamentale lavoro quello dei paramedici, non c'è dubbio, ma in questo caso talmente strampalato, colorato e folle da diventare l'accompagnamento perfetto, leggero, chirale (per restare in tema) all'opera di Kojima.

    Perché The Stretchers è un open world minuscolo, adorabile e dallo stile vagamente britannico che sembra uscito da una scatola Playmobil, tenuto sotto scacco dal perfido Dottor Cerebro, capace con la sua diabolica macchina ipnotica di intontire gli abitanti dell'isoletta e mettergli il cervello letteralmente in standby. Starà così a noi, in solitaria o dividendo i Joy-Con in co-op, prendere parte a questa divertentissima commedia non-sense a sfondo medico firmata Tarsier Studio (autori di Little Nightmares).

    E.R. Paramedici alle prime armi

    The Stretchers è veramente un titolo piccino e irresistibile, un dispenser di buonumore che attraverso il gameplay e i suoi dettagli (buttate un orecchio ai lamenti degli intontiti) crea gag a nastro, senza interruzioni. Per assurdo, nonostante la natura palesemente cooperativa dell'opera, in solitaria diventa tutto ancora più folle, costretti a guidare i due barellieri con entrambi gli analogici, cercando di coordinarsi. Il risultato è uguale a quando si prova a suonare una batteria per la prima volta: si perde il tempo e non si riesce a slegare il movimento della mano sinistra dalla destra, con gli emisferi cerebrali incollati da anni di controlli lineari.

    Così le missioni, che di fatto sono minuscoli sandbox puzzle/platform, diventano un susseguirsi di movimenti sgraziati, scoordinati, esaltati dalla una fisica ragdoll che tutto muove e rende ancor più ridicolo. Fondamentalmente è tutto molto semplice: si arriva con l'ambulanza sul luogo del misfatto, percorrendo a velocità insensate le deliziose viuzze dell'isola, zigzagando nel traffico e rischiando di investire i pedoni, in quella che sembra una versione 118 di Crazy Taxi; si cercano poi gli "intontiti", li si carica sulla barella che dà il nome all'opera e via di nuovo verso l'ospedale e l'avveniristico cur-o-matic, che sbloccherà la sinapsi addormentate dei pazienti.

    Caricarli sull'ambulanza non è però così banale come sembra, tra leve, marchingegni e trappole di ogni genere, come gru impazzite che fanno roteare casse di legno ad altezza d'uomo, maialini inferociti che attaccano a vista e una serie di puzzle mai troppo impegnativi ma confezionati con grande savoir-faire.

    Sulla falsariga di Brothers a Tale of Two Sons, ci si dovrà dividere i compiti, come guidare un tosaerba manuale, manovrare piattaforme, oppure tenere stretta una botte di legno e tirare forte per i piedi la persona che ci è finita dentro. Ordinaria amministrazione a quanto pare. E poi spostare trampolini elastici, sbloccare porte, e infine evitare gli stessi ostacoli trasportando la sovraffollata barella. Perché sì: è possibile anche trasportare i pazienti uno alla volta ma, prima di tutto non sarebbe divertente, e poi ogni azione viene tradotta in punteggio, spingendo a salvataggi tra l'eroico e lo scriteriato, cercando di restare nel tempo limite e magari intuire i due obiettivi secondari (poi esplicitati una volta conclusa con successo l'operazione).

    A stupire è proprio il level design, così preciso nella sua semplicità, studiato per portare via non più di 10 minuti, chiaro e leggibile, da risolvere con azioni manuali gestite da una buona fisica, faticose e genuinamente gustose, sottolineate molto bene dal rumble HD dei Joy-Con e da una colonna sonora incalzante, comica à la Benny Hill.

    C'è poi tutta una serie di secondarie assolutamente prive di logica, come aiutare a tagliare alberi con una sega a quattro mani o piantare fiori per conto di giardinieri sfaticati, potenziando l'ambulanza fino ad aggiungerle un paio di ali per planare a destra e a manca. Certo, la confusione mentale del sistema di controllo solitario è leggermente da nausea (soprattutto quando la telecamera prende una piega isometrica) e stordisce un po' in certe situazioni.

    Noi abbiamo giocato con i Joy-Con giallo neon, che non danno nemmeno quel piccolo aiuto ottico della classica coppia rosso-blu, esattamente i colori dei due paramedici. C'è poi di tanto in tanto qualche problema con le collisioni, più che altro quando ci sono due oggetti "afferrabili" vicini tra loro. Piccoli difettucci, tecnici o endemici, che non rovinano di certo quella che è una graditissima sorpresa.

    Un colpo d'occhio che mette di buon umore

    Esteticamente The Stretchers è un gioiellino, non tanto a livello tecnico, con qualche rallentamento qua e là, o poligonale, davvero snello e morbidissimo. È proprio il colpo d'occhio a mettere di buon umore, con quest'isola dall'orizzonte curvo, quasi alla Mario Galaxy, come fosse l'ombelico di un mondo piccolissimo, colorata, affollata, luogo di lavoro e di villeggiatura. Dalla zona portuale al campeggio in riva al mare, dal centro città alla miniera, passando per banche, fattorie, parchi giochi, tutto splendidamente stilizzato e ricco di oggettini caratteristici. C'è quell'atmosfera da Postino Pat, delicatissima e gioiosa, scrigno che custodisce collezionabili ben nascosti, furbi, divertenti da scovare.

    Anche la cura per il dettaglio è fantastica, con chicche troppo simpatiche come monumenti, cartelli, il paramedico che guida con un piede fuori dal finestrino e l'altro che si sporge in retromarcia, deliziosi come un po' tutti i personaggi che incontreremo durante l'avventura, tra cui il folle inventore che "pimperà" il nostro bolide da soccorso. C'è da dire che in modalità portatile la risoluzione soffre un po', mentre un televisore di dimensioni generose evidenzia la semplicità delle texture, ma trattare questo come un difetto sarebbe proprio fare le pulci a un gioco che non lo merita.

    The Stretchers The StretchersVersione Analizzata Nintendo SwitchThe Stretchers è l’ennesima piccola perla per Switch nata dalla collaborazione tra Nintendo e studi indipendenti occidentali. Questa volta è toccato a Tarsier che, tra il primo e il secondo Little Nightmares, tira fuori un pazzo titolo fortemente cooperativo con due barellieri imbranati come protagonisti. Un open world minuscolo e stilisticamente delizioso, in cui fare avanti e indietro sulla nostra velocissima ambulanza tra missioni piccole e intelligenti, strutturate come puzzle-platform basati sulla fisica e finalizzati al soccorso degli “intontiti” colpiti dal Dottor Cerebro. In singolo The Stretchers forse perde qualcosa a livello di gameplay, con la necessità di pensare separatamente al controllo dei due paramedici, e in generale il livello di sfida è sempre medio/basso, ma è così esilarante, ben confezionato e originale da lasciarsi giocare con estremo piacere. Che bella sorpresa!

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