The Touryst Recensione: una vita in vacanza su Nintendo Switch

The Touryst è la nuova avventura del team Shin'en dopo i progetti con Nintendo dedicati a F-Zero, è tempo di vacanza su Switch.

The Touryst Recensione: una vita in vacanza su Nintendo Switch
Articolo a cura di
Disponibile per
  • Switch
  • Xbox Series X
  • The Touryst è proprio una vacanza, una di quelle tutte mare, spiaggia e sole che però non disdegna tappe culturali in siti archeologici che riportano la mente a quel Big Bang ludo-cerebrale di Fez. Un viaggio nei costumi (in costume) e negli stereotipi del turista, tra party, beach soccer, escursioni e nuove esperienze, pure lisergiche, talmente divertente da far venire voglia di prendere le ferie a lavoro per goderselo. Camicia hawaiiana d'ordinanza, baffo sexy alla Mario e taxi boat personale per visitare le isole di un microscopico arcipelago scolpito in voxel, capace di racchiude in pochi metri quadri virtuali i panorami stilizzati di mete da sogno, come Ibiza e Santorini, storpiate nei nomi ma caratterizzate in maniera adorabile, irresistibile, quadrata. Non è un caso che perfino Digital Foundry si sia innamorata dell'ultima opera firmata Shin'en, team tedesco che siede dal 2001 alla destra di Nintendo, carpendo tutti i segreti delle sue macchine e tenendo fede al voto dei 60 fotogrammi al secondo, prima per reinterpretare F-Zero con Fast Racing Neo / RMX (e prima ancora, su Wii, con Fast Racing League) e oggi per variare addirittura sul tema zeldiano, con un'altra esclusiva Switch che in fondo è un Link's Awakening turistico e tutto matto, di grandissimo carattere e con una spiccata inventiva.

    Turysti per caso

    Inutile negare l'evidenza, l'appeal di The Touryst è prima di tutto estetico. Una pixel art tridimensionale, blocchi di voxel che compongono diorami con quel look da LEGO che è pura gioia, addirittura più spiccato dei veri LEGO Taveller's Tales. Uno stile spavaldo, ammiccante, che ama farsi guardare e a cui è difficile abituarsi anche dopo aver concluso questa strepitosa avventura. A stupire è soprattutto il livello di dettaglio e l'inventiva nell'utilizzare questa peculiare grafica, basta osservare ipnotizzati l'animazione delle onde durante una gara di surf: eccezionale.

    Non esistono curve in questo mondo, tutto è tradotto in spigoli che ricreano cubo su cubo le tipiche attività estive, quelle che si sognano per un anno intero. Perché dopo lo stupore visivo seguirà a ruota quello per un gameplay che è tutto esplorazione e folli minigiochi, per arrivare poi ai piccoli dungeon, nascosti all'interno dei misteriosi e imponenti monumenti che dominano le isole.

    Momenti archeologici affascinanti da risolvere decriptando puzzle e meccanismi sempre diversi e sfiziosi, rigorosamente mai tediosi, culminando poi in bizzarrissime boss fight. Una "to-do list" che andrà spuntata nei modi più curiosi, facendo la conoscenza di personaggi mai troppo loquaci eppure talmente deliziosi da rimanere nel cuore, modus operandi e caratterizzazione che si riallacciano in modo fluido e naturale alla già accennata influenza di Link's Awakening.

    Dal vecchio turista che ci convincerà a trovare i 4 nuclei necessari a svelare il mistero dei monumenti all'insegnante di immersione, dalla dolce coppia di pensionati che cerca consigli su una meta davvero esotica al DJ di Ybiza che ha lo stesso disco in loop da ore; fino al tamarro fuori dalla sala giochi di Leisure Island, che ci sfiderà a battere i suoi record nei 3 cabinati vintage, dove Shin'en si è sbizzarrita a reinterpretare classici 8 e 16-bit con un amore, una grazia e una conoscenza della materia da levarsi il cappello. Giochi nel gioco, perfetti nei controlli, nel feeling e nei colori, graziati oltretutto da una grande profondità, il posto perfetto per consumare gettoni su gettoni (e il cambio della valuta di gioco è pure favorevole). Queste sono solo pillole, esempi di una densità e varietà che sarebbe un peccato anticiparvi, perché The Touryst è una sorpresa dietro l'altra, tra intrecci di quest, ambientazioni pazzesche, segreti golosissimi e una mitologia ammaliante per quanto poco più che tratteggiata.

    Si è sempre sospesi tra l'esilarante, perché è un gioco che si vive ogni secondo col sorriso sulle labbra, e l'inquietante, con repentini cambi d'atmosfera sottolineati con l'evidenziatore da un sound design di primo livello e una colonna sonora sempre sul pezzo, precisa al millesimo e mai invadente, tanto che sa anche quanto lasciare spazio al silenzio e ai suoni della (plasticosa) natura.

    Ha senso del ritmo quest'opera, un gran tiro, con una progressione scandita al metronomo da una serie di idee seminate come "free drink" in una vacanza all inclusive, pur nella libertà esplorativa che caratterizza tre quarti di avventura. Questione di compattezza, di punti di interesse stuzzicanti messi sempre nella posizione giusta, bandendo per volere di game design l'inutilità, il vezzo privo di un fine ludico o suggestivo.

    C'è sicuramente qua e là qualche difetto oggettivo, la macchinosità della meccanica di lancio degli oggetti che dà proprio l'impressione di essersi "persi in un bicchier d'acqua", un platforming leggermente impolverato, rarissimi passaggi ridondanti che potevano essere snelliti ancora di più, ma sono inezie che non affannano minimamente il respiro di un'avventura sorprendente, variegata, un tour che meriterebbe di essere documentato su Instagram minuto per minuto (e in effetti la macchina fotografica in game c'è).

    C'è inoltre da elogiare il team di Monaco per come sono riusciti a sfruttare Switch in ogni sua caratteristica, non solo per un comparto tecnico granitico nei numeri e oltretutto baciato da un'illuminazione sontuosa, esattamente sulla scia dei titoli creati a Kyoto negli ultimi anni, ma anche capace di usare sapientemente giroscopio e rumble HD (in alcuni minigiochi), oltre ad adattarsi perfettamente a partite veloci in modalità portatile. Gente che ne sa, sviluppatori con la stoffa e la personalità per essere lo studio europeo di punta per Nintendo. 8 ore (circa) che volano via con un piacere e una leggerezza che accompagnano solo le opere ben concepite, confezionate e curate.

    The Touryst The TourystVersione Analizzata Nintendo SwitchIl 2019 di Switch si chiude con un gioiellino di design, estetico e ludico. Shin’en Multimedia, dopo le riedizioni di Fast Racing Neo e Art of Balance lancia con The Touryst la sua nuova IP, esplorando il genere dell’avventura zeldiana con una classe e una sicurezza invidiabili. Esilarante e affascinante, confezionato con uno stile estetico da far esplodere il cervello, soprattutto per l’inventiva con cui è stato utilizzato, il titolo tedesco è fatto della stessa sostanza di cui sono fatte le vacanze, con quel senso di scoperta e meraviglia che scandiscono ad un ritmo indiavolato la progressione. Geniale, divertentissimo, vario senza mai perdere coerenza o amalgama, è veramente difficile consigliare un titolo più adatto per chiudere in bellezza l’annata. Bravi tutti, buon viaggio!

    9

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