Recensione The Urbz

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Recensione The Urbz
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  • PS2
  • Gba
  • DS
  • Xbox
  • NGC
  • Once upon the time...

    Quando The Sims arrivò nei negozi di tutto il mondo era semplicemente il gioco più pretenzioso della storia: lo scopo era quello di ricreare la vita reale, in tutto e per tutto. Si impersonava un alter ego, del quale si decideva aspetto fisico e vestiario, con il quale si affrontavano, all'interno di una casa costruita sempre dal giocatore, i problemi e le gioie quotidiane. Bisognava trovare un lavoro, mettere da parte un po' di Simoleon e investire i soldi risparmiati nell'acquisito di suppellettili per l'appartamento. E qui veniva una delle fasi più interessanti e creative dell'intera opera: la costruzione della propria dimora, che poteva essere un'abitazione da singolo, ricca di neon e carte da parati alternative, o un dolce e accogliente nido d'amore per una giovane coppia. I giocatori più creativi (o megalomani) finivano sempre col costruire ville faraoniche estremamente costose da gestire.

    Why not stayin' home?

    Tanto tempo è passato da quei giorni gloriosi per la storia videoludica, tanti Sims sono nati e tanti altri hanno lasciato il mondo virtuale per finire, irrimediabilmente, in quello dei ricordi, e soprattutto tante espansioni sono state sfornate da Maxis. "The Urbz: Sims in the city" sembra proprio quello: un'altra, ennesima, espansione. Ma non lo è. Purtroppo.

    Sembra che qualcuno alla EA, seguendo strettamente la politica della casa produttrice, abbia pensato che il gameplay e il gamedesign della saga di The Sims (e il recente The Sims2) fossero troppo seriosi per i più giovani. Questo qualcuno ha probabilmente ritenuto necessario rovinare il buon nome di The Sims (già fiaccato dalle troppe espansioni e data-disk), cospargendolo di un senso di creativa approsimatività e scintillante superficialità, pur di accaparrarsi le simpatie dei teen-ager.
    Anche qui all'inizio del gioco saremo faccia a faccia con la tipica schermata che ci permette la creazione del nostro personaggio: sesso, nome, tratti somatici e vestiti. Niente di troppo complicato e profondo; sin da queste primissime fasi (e dal filmato introduttivo) si denota quello che sarà il game ed il charatcher design: uno stile cartoonesco ha preso il posto del puro realismo di The Sims.
    Il nostro alter ego impersona un giovane ragazzo (o ragazza) che ha appena lasciato la casa dei genitori per vivere, finalmente, solo. La casa però è modesta e l'affitto alto. E' qui che la maggiore innovazione di questo gioco viene alla luce: al giocatore toccherà muoversi per la città virtuale, divisa in vari settori, alla ricerca di nuove amicizie, tramite le quali aumentare la propria reputazione. Un'altro compito importante sarà quello di cercare qualche lavoro per poter pagare l'affitto e comprare qualche vestito nuovo, e ovviamente arredare la piccola casa. Il tutto senza dimenticare qualche visita periodica alla doccia, o curando di non far passare troppo tempo dall'ultimo pasto: appositi indicatori ci segnaleranno la necessità di mangiare, lavarsi, andare al bagno, divertirsi e dormire.
    Se fosse uscito sotto altro nome probabilmente The Urbz: Sims in the city non soffrirebbe della "sindrome del fratello minore". Un senso di banale semplicità da l'impressione al giocatore alle prese con Urbz di trovarsi di fronte alla versione "for dummies" di The Sims: i lavori più o meno seri con i quali si aveva a che fare in The Sims, con un orario rigido e inflessibile, sono stati sostituiti da lavori meno credibili e più fantasiosi durante i quali il compito del giocatore sarà quello di premere i pulsanti del pad (X, quadrato e cerchio; il triangolo serve a terminare il lavoro prima) in modo sequenziale e casuale, seguendo l'ordine che man mano compare sullo schermo. Come nei simulatori di ballo, per intenderci.
    Potremo dedicarci ai lavoretti a proprio piacimento ed in base alle proprie necessità, senza dover rispettare nessun orario preciso. La tipologia lavorativa, pur avendo lo stesso gameplay accennato prima, cambia a seconda del luogo nel quale ci si trova: in questo modo nella stazione eseguiremo piercing, mentre nel parco saremo gli autori di acrobatiche evoluzioni su skateboard, anche se in fin dei conti non c'è tanta differenza tra un lavoro e l'altro: il giocatore dovrà solo fissare la sequenza di tasti che appare e cercare di ripeterla. In questo modo, essendo concentrati su una parte ridotta dello schermo e sul pad, si perdono di vista le buffe animazioni alle quali del nostro personaggio.
    Come accennato prima, una colonna portante di The Urbz: Sims in the city è la reputazione. Per ottenerla dovremo accaparrarci le simpatie dei buffi personaggi che popolano le varie ambientazioni del gioco. Per far questo il giocatore dovrà puntare il cursore sui suddetti interlocutori e scegliere una tra le funzioni proposte, che possono variare dal classico "Parla" al più fantasioso "Dito a pistola", fino a giungere a interazioni, degne del miglior psicopatico, sulla complessità e fantasia delle quali sorvolerò per lasciare a Voi il piacere di scoprirle man mano. Infatti all'inizio del gioco il nostro alter-ego non sarà a corrente delle mode più trendy e queste si apprenderanno facendo amicizia con i vari personaggi. Oltre a "sbloccare" nuovi tipi di saluto, quindi, man mano che si procederà nel gioco il giocatore avrà la possibilità di acquistare ogni sorta di diavoleria per potenziare le proprie capacità intellettive, nonché fisiche (che torneranno poi utili sul posto di lavoro). La curiosità di provare ogni vestito, ogni macchinario e di visitare ogni area disponibile ovviamente fa crescere la longevità del titolo. Anche alle varie zone della città si avrà accesso solo dopo che un personaggio in vista ci avrà invitato a unirci a lui in qualche festa in chi sa quale zona alternativa. Le aree di gioco, dieci in tutto, sono composte da circa tre edifici, a loro volta divisi in diverse stanze, all'interno dei quali potremo trovare lavoro, qualche divertimento, un letto per riposarsi e quant'altro. Tutte le ambientazioni sono caratterizzate da uno stile ben preciso, che influenza, oltre ovviamente all'aspetto estetico, la musica (spesso capiterà di sentire un hit della stagione passata, per esempio un pezzo degli Black Eyed Peas) e il vestiario dei personaggi. Gli stili sono assolutamente vari e diversi tra loro, si va dall'alternativo/culturale de "La fonderia" al futuristico di "Neon Est", c'è però da dire che spesso queste caratterizzazioni sembrano un po' grossolane e stereotipate.

    Gameplay e grafica

    Parlando di puro gameplay non c'è molto da dire su Urbz: il gioco è piuttosto lento nel ritmo quindi l'iniziale complessità dei comandi, derivante dalla molteplicità delle azioni possibili, è facilmente superabile. Durante il gioco con la levetta analogica sinistra muoveremo il cursore mentre con quella destra la telecamera (che può essere mossa a piacimento nell'ambiente tridimensionale). Il tasto "Quadrato" attiva il cellulare, utile per metterci in contatto con i nostri nuovi amici e per avere accesso al menù che ci consente di abbellire o arredare la nostra casa. E proprio in questa fase che si sente la nostalgia del pratico mouse. Posizionare la carta da parati non sarà una piacevole attività domenicale, ma più che altro sembrerà un classico incubo da Lunedì mattina. A proposito del telefono è utile citare, per comprendere ancor meglio lo stile del gioco, il modo in cui vengono scritti gli sms che si ricevono dagli amici: dimenticate le simpatiche congiunzioni e preposizioni alle quali siamo stati introdotti dai nostri professori di Italiano, e preparatevi a decifrare messaggi pieni zeppi di "x" (invece di "per") e "nn" (non), per non parlare poi delle "k" (ch).

    E' presente una modalità multiplayer, che purtroppo non aggiunge molto al gioco.
    La grafica non diventerà di certo il metro di paragone per i giochi futuri: fa il minimo indispensabile per rendere Urbz guardabile. Texture un po' piatte vengono in qualche modo bilanciate da effetti luce degni di nota, e in alcune zone il lavoro svolto dai programmatori in questo ambito sarà di tutto rispetto.

    Conclusione

    Se Will Wright fosse morto adesso potremmo dire che si sta rivoltando nella tomba, ma essendo l'inventore di "The Sims" ancora su questa terra (e tutti ci auguriamo che ci rimanga ancora a lungo) c'è da domandarsi se valeva veramente la pena di snaturare in questo modo una leggendaria saga. Urbz fa di tutto per sembrare "Hip", alla moda, fico, "cool", ma onestamente ci vuole altro per avere stile. Non bastano un paio di neon o qualche elettrodomestico futuristico per rendere un gioco degno dei sudati Euro che ci toccherà sborsare per poterci portare a casa il prodotto della EA. Se non siete fan(atici) di The Sims e non avete dai 12 ai 15 anni state lontani da Urbz, se invece per voi la Maxis è tutto e vivete per i neon sotto il vostro scooter correte a comprarlo.


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