The Wardrobe Recensione

The Wardrobe è il nuovo progetto del team italiano C.I.N.I.C. Games: un'avventura grafica 2D che si ispira ai classici del genere.

The Wardrobe Recensione
Articolo a cura di
Disponibile per
  • Pc
  • PS4
  • Xbox One
  • Switch
  • Xbox One X
  • PS4 Pro
  • PS5
  • Xbox Series X
  • Ronald e Skinny, due ragazzini amici per la pelle. Inseparabili.... fino a quando Ronald non offrì a Skinny la prugna fatale: lo shock anafilattico provocato da un'insospettabile allergia alle prugne fece passare il poveretto a miglior vita, lasciando l'amico traumatizzato, muto e divorato dai sensi di colpa. La vicenda di Skinny però non finisce qui: una forza misteriosa lo ha trasformato in scheletro "vivente" e lo ha destinato a vegliare su Ronald fino alla fine dei suoi giorni, chiuso dentro l'armadio dell'amico, metafora, forse, del suo irrimediabile senso di colpa. Ecco, la metafora possiamo lasciarla lì, dentro l'armadio, perchè nella scanzonata avventura che prende il via da questa premessa non c'è posto per intellettualismi o letture allegoriche: la comicità nera, la passione per le cose disgustose, il cinismo ipercritico e la cultura nerd enciclopedica occupano tutto lo spazio disponibile. Dovremo farcene una ragione...

    Uno scheletro nell'armadio

    Skinny, dicevamo, vive nascosto nell'armadio di Ronald, vegliandolo con "amore" e condividendo in segreto le sue passioni (presumo: non si spiegherebbe altrimenti come possa essere a conoscenza di tutto lo scibile nerd degli ultimi trent'anni). La sua vita scorre monotona e pessimistica, con l'unico conforto della compagnia di Nut, uno scoiattolo domestico che ne condivide il temperamento "diversamente simpatico".

    È una mattina come tante altre: seguendo il richiamo della sua vescica fantasma Skinny si dirige verso il bagno. Quando ne esce la stanza di Ronald è svuotata dalla maggior parte dei mobili: sta avvenendo un evento catastrofico.... un trasloco!!! Ovviamente l'armadio dove Skinny abita e dentro il quale si nasconde dallo sguardo dei vivi è già stato caricato sul furgone della compagnia dei traslochi. Il nostro scheletrico eroe dovrà quindi usare tutta la sua astuzia per riuscire a raggiungere la nuova abitazione di Ronald senza farsi scoprire. Per farlo attraverserà scenari caotici, pieni di oggetti ripugnanti e di personaggi impietosamente caratterizzati nei confronti dei quali il cinico Skinny proverà una gamma di emozioni che vanno dalla benevola indifferenza al profondo disprezzo.
    Lo stile grafico cartoon - forme stilizzate, colori vivaci e contorni evidenti - restituisce perfettamente il clima scanzonato che caratterizza il gioco. La camminata un po' legnosa del protagonista è compensata dalle sue meravigliose espressioni facciali: mentre lo stile dei dialoghi resta sempre cinicamente freddo, il cranio di Skinny si deforma per esprimere una vasta gamma di emozioni.
    I testi sono fatti di puro sarcasmo. Skinny, come gli anziani sull'autobus, commenta acidamente ogni cosa che vede e dialoga con il giocatore -insultandolo, per lo più- in una costante rottura della quarta parete. Gli altri personaggi, con poche eccezioni, sono caratteristi stupidi e irritanti, che esistono appositamente per essere usati, ingannati e disprezzati dall'egocentrico scheletrino.
    Quanto sarei tentata di dare un giudizio morale... ma quanto invece è godurioso potersi identificare con Skinny, il suo caratteraccio e il suo atteggiamento di superiorità. Skinny è costruito secondo lo stereotipo del ragazzo nerd e si trova, in tutta l'avventura, ad affermare la propria superiorità intellettuale nei confronti dei personaggi "inferiori e disprezzabili" che incontra; un meccanismo consolatorio, una "rivincita dei nerds" nella quale però non c'è battaglia: è davvero come sparare sulla croce rossa.

    Un'altra fonte di nerdivertimento sta nella montagna di citazioni che sommergono il giocatore screen dopo screen: ovunque riferimenti alle opere "culto" del cinema, della letteratura, della serialità e del videogame. Spesso e volentieri si limitano a qualche disegno o animazione sullo sfondo, ma non mancano "hotspots" citazionisti che attiveranno un commento saccente del nostro enciclopedico Skinny. Neppure gli enigmi ne sono immuni: nel corso dell'avventura troveremo numerosi "omaggi" più o meno espliciti. Doveroso spendere due parole sulle musiche, caratterizzate di base da un allegro stile anni novanta e che spaziano tra i generi più diversi quando si tratta di ricreare atmosfere specifiche. Ho apprezzato invece poco il doppiaggio italiano, un po' troppo teatrale per i miei gusti, troppo marcato nelle intenzioni; il doppiaggio inglese è invece molto più naturale e godibile pur restando scanzonato e sopra le righe.

    Usare tutto con tutto (non) funzionerà in questa avventura

    The Wardrobe è un'avventura grafica 2D molto classica per quel che riguarda interfaccia e gameplay. Gli hotspots, che vengono evidenziati premendo la barra spaziatrice - grazie al cielo, vista la quantità incredibile di elementi grafici presenti negli scenari - permettono sostanzialmente tre tipi di interazioni: il classico quartetto "guarda, prendi, usa, parla", una versione ridotta con solo "guarda e parla", e una singola azione per le interazioni che non sono comprese nel quartetto. Gli oggetti dell'inventario trovano posto, non solo metaforicamente, all'interno della gabbia toracica di Skinny che come i suoi predecessori illustri - la borsa di Mary Poppins, le mutande di Eta Beta, il Tardis e lo zainetto di Lara Croft - è più grande all'interno.

    I nerd cattivi mi hanno chiusa nell'armadietto

    The Wardrobe è una celebrazione dell'orgoglio nerd, un'ostentazione sfacciata e saccente di una presunta superiorità. A farne le spese, bullizzati in un perverso meccanismo di rivincita, vari archetipi sociali: dall'atleta muscoloso che parla come un troglodita, all'hipster, al pro-gamer... e non potevano mancare le donne. Viene messa in scena un visione misogina e stereotipata del femminile, del sesso, del rapporto amoroso: irritante e banale al massimo grado. Non voglio addentrarmi in critiche e analisi, né ipotizzare le motivazioni di una scelta di questo tipo: ritengo che non sia questa la sede e ho scelto di non far pesare queste considerazioni sul voto finale. Però è stato davvero spiacevole sentirmi esclusa a causa del mio sesso: era come se il gioco mi parlasse, con la voce di un petulante ragazzetto di quinta elementare, e mi dicesse in continuazione: "Tu non puoi ridere con noi, sei femmina". Una femmina che adora il black humour e che voleva tanto giocare con voi...

    Come vuole la tradizione questi oggetti possono essere combinati tra loro e se usati al posto giusto e al momento giusto provocheranno i più diversi effetti sull'ambiente e sui personaggi che Skinny incontrerà nel corso della sua avventura. La componente narrativa è messa in secondo piano dalla sequenza di enigmi, pensata per essere più comica e demenziale possibile: più che di una narrazione vera e propria si può parlare di un contesto narrativo, un canovaccio utile per piazzare una situazione comica dopo l'altra, un po' come succede nei film di Totò. Il compito di tenere sveglia l'attenzione del giocatore è affidato quindi alle gag comiche che si sviluppano un enigma dopo l'altro. Gli enigmi sono surreali ed esilaranti, decisamente non lineari; questo comporta come effetto collaterale che le soluzioni proposte dal game design siano spesso ben oltre il confine dell'assurdità. Ha un bel da dirci il gioco, attraverso la voce di Skinny, che "usare tutto con tutto non funzionerà in questa avventura": spesso l'unica opzione è mettere da parte la dignità, chiedere a Skinny di far le cose più assurde e sperare che si produca un qualche tipo di effetto che permetta di procedere con l'avventura, per poi ricominciare subito a sperimentare combinazioni sempre più indegne.
    Quello che mi aveva colpito positivamente di The Wardrobe quando ebbi occasione di provarlo ormai un anno fa in una fiera di settore era proprio quella stupida leggerezza, quell'umorismo allo stesso tempo cinico e ingenuo, e il divertimento nello scoprire, sparse nell'ambiente di gioco, citazioni e riferimenti alle opere che ho amato e che fanno parte della mia cultura e della mia storia. Nel prodotto finito, però, è diventato tutto "troppo": gli enigmi sempre più assurdi e complicati, gli scenari strapieni di citazioni, gli insulti continui di Skinny al giocatore e il suo astio verso le persone e le cose. Ne è risultato un senso di pesantezza generale che nemmeno le risate, sempre più rare mano a mano che crescevano la stanchezza e la frustrazione, sono riuscite ad alleviare.

    The Wardrobe The WardrobeVersione Analizzata PCThe Wardrobe è un gioco che parte bene, mostrando subito il suo ironico cinismo e il suo legame con la cultura nerd. Diventa purtroppo pesante molto presto, esagerando con la cattiveria degli enigmi e con la quantità di citazioni, non permettendo di godere al meglio del susseguirsi rapido di sketch comici attraverso cui si sviluppa la trama. È pensato per essere davvero godibile solo da un pubblico di maschi nerd nostalgici, gli unici a non essere pesantemente e costantemente insultati da Skinny e dal suo senso di superiorità. Una sorta di “nerd pride” che può risultare piacevole e gratificante, oppure irritante al massimo grado. Se l’idea, e il tipo di umorismo, vi divertono non posso che consigliarvi The Wardrobe: risate assicurate.

    6.8

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