Recensione The Way
The Way è un titolo che non nasconde le proprie ambizioni. Ispirato a Another World, questo titolo dedica l'intera esperienza ludica all'esplorazione e alla risoluzione di enigmi a prima vista indecifrabili.
INFORMAZIONI GIOCO
Articolo a cura di
Andrea Schwendimann
Disponibile perPc
In un futuro remoto, gli uomini cominceranno a esplorare le stelle e la priorità sarà quella di trovare un pianeta abitabile per sopperire alla mancanza di spazio e risorse che, come un incubo, perseguiterà i nostri discendenti. A capo di un team di scienziati ed esploratori, abbiamo trovato delle rovine e delle iscrizioni su uno di questi pianeti distanti, portando avanti un progetto per studiare l'habitat locale e i resti delle civiltà che vi dimorarono in qualche epoca lontana. Durante gli anni che abbiamo dedicato allo studio e alla scoperta del pianeta che sarebbe potuto diventare una nuova dimora, il progetto ha però subito una battuta d'arresto. Intanto, anche se non siamo mai stati in grado di comprendere i geroglifici alieni, un senso generale di quel che volevano esprimere l'avevamo intuito: quel pianeta senza nome era una sorta di tempio, una Mecca ultraterrena per una razza sconosciuta, ossessionata dalla ricerca della vita eterna. Dopo che a nostra moglie è stata diagnosticata una malattia terminale, abbiamo abbracciato quella stessa ossessione e -a costo di infrangere ogni protocollo che il governo ci imponeva di rispettare- stiamo cercando di far luce su quella leggenda aliena contro tutti e tutto, portandoci appresso la bara di sospensione criogenica con il corpo della nostra amata che la sorte e la natura stavano portando via, giorno dopo giorno.
La via della salvezza
The Way è un titolo che non nasconde le proprie ambizioni. Ispirato a quel capolavoro immortale di Another World e con le atmosfere cupe e stranianti di The Dig, questo vero e proprio ibrido dedica l'intera esperienza ludica all'esplorazione e alla risoluzione di enigmi a prima vista indecifrabili. The Way vuole spiazzare i giocatori, alludendo in maniera molto velata a come proseguire attraverso le schermate, dipinta con splendidi pixel, e mai dando spiegazioni dirette per situazioni anche molto complesse. Il gioco costruisce un mondo con le sue regole, inventa una civiltà con le sue credenze, racconta gli equilibri delicati dei goffi rapporti tra specie diverse che si incontrano per la prima volta. Il tutto in una cornice artistica davvero incredibile: una pixel art che da sola vale il prezzo del biglietto. Un senso di estraneità che permea l'intera produzione: l'idea di essere intrusi in un ambiente affascinante ma inospitale per la razza umana. E' quindi un peccato che un gioco con una trama così efficace e un comparto artistico di altissimo livello sotto ogni aspetto (grafico, musicale e di scrittura) cada rovinosamente sotto il profilo ludico. Controllare il tormentato protagonista presenta i primi problemi: si può fare solo tramite tastiera, ma in questo caso non stiamo parlando di un'avventura grafica e lontani sono i tempi di Flashback e Blackthorne, in cui era normale incepparsi su un salto perché non avvezzi a funamboliche imprese di stretching digitale. Joy2Key ci mette una pezza, ma il risultato non è incoraggiante in ogni caso. I lunghi pezzi esplorativi sono scanditi da paesaggi alieni artisticamente incredibili, ma anche da lunghe sessioni di platforming in cui la morte è sempre dietro l'angolo. Morirete parecchio e rimpiangerete di non poter usare un joypad vero e proprio ancora più di frequente. Se ci aggiungiamo anche l'assenza inspiegabile di un sistema di salvataggi manuale e una difficoltà piuttosto elevata, la frittata è servita. I checkpoint sono piuttosto distanti l'uno dall'altro e spesso toccherà ripercorrere gli stessi luoghi, con le stesse sequenze di azioni da compiere ed enigmi da risolvere per più volte. La frustrazione si attesta quindi sui livelli di guardia, ma non è finita qui purtroppo. Anche il level design ci mette del suo e l'intento dei programmatori di riproporre un'esperienza in puro stile anni novanta fallisce miseramente. Quei tempi sono passati e oggi non ci sarebbe proprio nulla da ripescare dalle meccaniche rotte dei titoli di quell'epoca. Intendiamoci, ce ne sono alcuni che anche adesso funzionano perfettamente, ma di certo non è il caso dell'incedere a singhiozzo, tramite codici e sezioni da ripetere decine di volte, del vecchio Flashback. Il backtracking in The Way è all'ordine del giorno e saremo costretti a ripercorrere i nostri passi anche se non moriremo. Salvano l'esperienza puramente ludica solo gli enigmi, davvero ben concepiti e ardui da decifrare al punto giusto; rasentano il maniacale in un paio di occasioni, ma sono sempre vari e ben bilanciati.
Qualche bug nella logica di pathfinding dei vari personaggi a schermo, suggella purtroppo una mezza bocciatura di quello che sarebbe potuto essere un erede spirituale davvero significativo, di un'epoca dalla quale sembra che abbiamo ormai recuperato ogni genere e spunto videoludico possibile. Mancano ancora i "cinematic platformer", come si diceva allora, come Flashback, Blackthorne, Abe's Odyssey, Heart of Darkness e Another World, ma forse, al di là di Trine e, solo in parte, Ori, rimarranno ancora un miraggio per qualche tempo.
6
Che voto dai a: The Way
The WayVersione Analizzata PCThe Way parte col piede giusto, ma inciampa in scelte di design che non riusciamo proprio a condividere. La struttura a checkpoint, scelta precisa degli sviluppatori, è frustrante e ormai vecchia, non necessaria se implementata in modo affrettato come in questo caso. Saremo costretti a ripercorrere le stesse zone per più volte, dovesse essere a causa di un enigma particolarmente difficile o per colpa un level design sotto la sufficienza. Le sezioni di platforming, anche se ben inserite, crollano sotto i colpi di un sistema di controllo impreciso e frustrante, e di questi tempi non capiamo proprio come non sia possibile implementare un joypad, data la semplicità disarmante nel farlo. Tuttavia non vogliamo condannare questo titolo a una misera vita di stenti durante i saldi di Steam. La trama e gli ambienti, nonché la costruzione dello strano mondo da esplorare, rasentano livelli di eccellenza difficili da trovare in altre produzioni e il fascino della scoperta e la curiosità nello svelare cosa si cela dietro a questa antica razza aliena e la sua promessa di vita eterna sono molto forti. Quindi se siete in cerca di un'avventura retrò tutta incentrata su enigmi e fantascienza, potreste prendere in considerazione l'acquisto di The Way. Il senso di incredulità di fronte all'ignoto che il gioco è in grado di trasmettere, resta davvero meraviglioso. E sia mai che gli sviluppatori introducano in una patch il supporto al joypad e un sistema di salvataggi manuale. In quel caso varrebbe assolutamente la pena di percorre questa avventura ambientata in un altro tempo, su un altro mondo, in un'altra epoca.