Recensione Theme Park DS

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Recensione Theme Park DS
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  • DS
  • E' difficile valutare un prodotto ormai rodato e inserito nel mercato videoludico da un decennio abbondante; d'altro canto, però, è innegabile che ci siano titoli considerati vere e proprie pietre miliari nel panorama storico. Theme Park DS è una di queste gemme. Nato nei primi anni '90 per PC (girava ancora in ambiente DOS), si impose come il gestionale più bizzarro mai distribuito fino ad allora. Scopo del gioco era riuscire a metter su e a gestire un parco di divertimenti con tanto di giostre ed attrazioni, il tutto utilizzando il mouse. Di qui, il il passaggio al pennino del DS è stato davvero breve, in quanto la piccola console Nintendo si è dimostrata l'hardware dove è più “naturale” giocare strategici e gestionali, e tra questi il titolo dell' eccentrico Peter Molyneux.

    Venghino siori venghino!

    La versione DS di Theme Park, purtroppo, non spicca per innovazione, e chi ha già avuto a che fare con le precedenti edizioni se ne renderà conto subito; chi, invece, non si è mai prodigato nel gestire un luna park con le sue giostre, i suoi negozi di souvenir e i suoi fast food, troverà in Theme Park DS una sfida ben bilanciata, apprezzabile sopratutto da una fetta d'utenza più "matura".
    Scopo del gioco è riuscire gestire un parco di divertimenti partendo da un budget più o meno basso (a seconda del livello di difficoltà), e amministrando le più svariate strutture, dalle giostre ai fast food, fino ad arrivare persino ai servizi igenici, alle aiuole o ai segnali stradali. La bravura del giocatore dovrà essere quella di investire nel miglior modo possibile il bilancio ed organizzare il personale (composto ad esempio da intrattenitori, spazzini o tecnici) incaricato di mantenere in ordine il parco. Andando avanti nel gioco sarà possibile, inoltre, assegnare una parte del proprio capitale a centri di ricerca e sviluppo che, basandosi sull'umore dei visitatori, riusciranno ad inventare e costruire nuove attrazioni e aumentarne l'affluenza.
    Fulcro di una buona gestione sarà quindi il posizionamento strategico delle attrazioni ed il prezzo a cui esse saranno disponibili al pubblico. Un'ottima strategia sarà, ad esempio, l'accostamento di un economico venditore di panini o di patatine ad alto contenuto di sale accanto ad un distributore di bibite non altrettanto economiche; un' idea meno felice sarà invece posizionare una montagna russa accanto ad un punto ristoro, che porterà i vostri visitatori a lasciare "ricordini" in giro per il parco a causa di un'inesorabile ribellione del loro stomaco.
    Importante sarà anche curare la messa a punto delle giostre e l'intensità con cui saranno utilizzate, fattori questi che porteranno ad una non facile mediazione tra la componente adrenalinica e quella di rischio. Si dovrà di conseguenza cercare di coniugare attrattive più tranquille (come giostre dei cavalli o castelli gonfiabili) con altre più "forti", così da fare contenti tutti i nostri visitatori che, attraverso dei fumetti, ci daranno indicazioni sui loro bisogni e sul loro stato d'animo.
    Tutti questi numerosi compiti, all'inizio, ci saranno suggeriti da un assistente, scelto tra i quattro disponibili, che ci aiuterà a districarci tra finanze risicate, giostre malfunzionanti e visitatori incontentabili.

    Nulla di nuovo all'orizzonte...

    I ragazzi della EA purtroppo non si sono sforzati nell'aggiornare una meccanica di gioco che, ad oggi, puzza un po' di vecchio. L'impossibilità di gestire a proprio piacimento la visuale, aggiunta a quella di posizionare le attrazioni in obliquo sul terreno, l'inesistente intelligenza artificiale dei visitatori in grado di perdersi persino davanti ad un cartello indicante l'uscita, la poca precisione nella selezione con lo stilo degli elementi sullo schermo, la grafica rimasta identica a quella della versione passata e il sonoro a tratti frustrante (nonchè tanti altri piccoli difetti trascinati dall'edizione originale), fanno di Theme Park un titolo riservato per lo più agli aficionados del genere e ad una ristretta cerchia di curiosi. A corredo di questi fastidiosi difetti, una modalità multiplayer poco curata e limitata allo scambio dei profili di altri utenti, di attrazioni o alla semplice visita dei parchi dei propri amici. Di contro, una longevità ben bilanciata attraverso tre livelli di difficoltà e un buon numero di luna park da completare, rendono l'esperienza di gioco parecchio lunga ed impegnativa (sebbene un po' ripetitiva).

    Theme Park DS Theme Park DSVersione Analizzata Nintendo DSTheme Park, sebbene gravato da qualche lustro sul groppone, rimane un gioco di tutto rispetto che, assieme all'altrettanto famoso Sim City (e derivati), si erge tra i gestionali storici apparsi nel panorama videoludico degli ultimi anni. La versione DS ricalca nel bene e nel male quella originale per PC di parecchi anni fa, presentandosi come un prodotto destinato ad una fetta d'utenza più adulta alla ricerca di un'esperienza di gioco non più usuale per questa generazione. Il risultato è un gioco che sfrutta discretamente il doppio schermo, anche se si nota una certa imprecisione nell'utilizzo del pennino. In generale, però, siamo di fronte ad un titolo profondo ed impegnativo che, per essere terminato, vi costringerà a rimanere incollati al touch screen per parecchie ore, fino a farvi diventare il migliore gestore di luna park al mondo.

    6.5

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