Recensione Time Crisis: Crisis Zone

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Recensione Time Crisis: Crisis Zone
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  • PS2
  • "La sala giochi è una istituzione in piena decadenza."
     
    Crisis Zone, spin off della saga Time Crisis, raggiunge i Tray delle Console Sony con un discreto ritardo. Il progetto, difatti, è persino precedente a quello di Time Crisis 3, ormai da tempo incoronato come miglior Shooter per Gun Con del mercato videoludico. Crisis Zone è quindi un titolo che Namco utilizza per tenere a freno le voglie dei pochi amanti del genere e, seppur abbia discretamente migliorato l'offerta tecnica e ludica rispetto alla sua prima comparsa in sala, non ha la minima pretesa di scalzare dal trono il suo diretto superiore. 
    Al di là del canonico svolgimento dell'azione, in cui la pressione del pulsante sostitutivo o della pedaliera (purtroppo non prodotta dalla casa madre e riconosciuta da Sony come periferica ufficiale) determinano la tempistica delle incursioni, Crisi Zone tenta di offrire qualcosa di diverso dai tre capitoli principali. L'offerta ludica che da tempo è in commercio ma mai è stata considerata con il dovuto rispetto è, a dire il vero, ponderata in prevalenza per un cabinato, e quindi poco godibile nella tranquillità dei meandri domestici. Claude McGarren, difatti, agente delle squadre anti-terrorismo della S.T.F., affronta le emergenze internazionali in maniera, se possibile, molto meno elegante dei famosi membri del V.S.S.E. La sua dotazione particolare consiste di uno scudo metallico praticamente indistruttibile (che spesso gli offrirà riparo sostituendo le fortuite fortificazioni consone) e di una mitraglietta automatica da 40 copi in canna (e tanti, tanti caricatori). Fuoco a volontà, dunque, senza curarsi di tutte le preziosissime cianfrusaglie che giocoforza ci troveremo d'intorno, essendo l'obbiettivo dei terroristi tale Garland Square, avveniristica zona commerciale con tanto di uffici e grandi magazzini. In effetti, l'interazione che i vostri proiettili possono avere con l'ambiente è magistrale: praticamente ogni elemento visualizzato può essere colpito e distrutto o, al limite, forato (ogni muro). Mentre gli avversari, forniti per l'occasione di una coriacea resistenza ai colpi, cadranno devastati dalla furia del piombo, sarà decisamente piacevole apprezzare i danni ingenti ad unica testimonianza del vostro passaggio. Il tutto, condito da un numero talmente elevato di Flash da richiedere una calibrazione preventiva della luminosità. Capirete che con un'arma dal rinculo virtuale poderoso, fornita di motori interni, il tutto può risultare piuttosto divertente per qualche partita frugale con gli amici. Nell'intimità domestica, invece, non solo la G-Con risulta uno strumento piuttosto piatto e, nel caso, fin troppo maneggevole e poco sfuggente, ma sarà seccante scoprire che nessuna modalità multiplayer è disponibile.L'entusiasmo notevole che accompagnerà le prime due ore di gioco è costretto a spegnersi in fretta: Crisis Zone è un titolo progettato per accompagnare non più di qualche sporadica sera, che tenta di divertire il giocatore quel poco che basta. Lo si capisce, ad esempio, dalla possibilità di personalizzare (scegliendo le locazioni in sequenza) il percorso in tre livelli che vi porterà alla sfida finale (più breve degli altri tre schemi, invero, e meno impegnativo): tale funzione diventa totalmente inutile se viene a perdersi l'ansia da Coin-Op. Certo, conoscendo le conversioni Namco c'è di che ben sperare: da ormai due capitoli Missioni Crisis e modalità alternative offrono una via d'uscita all'impostazione Arcade. In Crisis Zone, eppure, c'è qualcosa di poco convincente. Laddove Time Crisis 3 offriva un secondo punto di vista sulla trama principale, pieno di variazioni su tema e situazioni piacevoli, CZ dà l'opportunità di giocare una seconda piccola Avventura, più breve della prima e, verso le battute finali, molto più povera in fatto di sfida. Al termine, vi sarà data la possibilità di giocare una "Storia Speciale", armati, oltre che dell'inseparabile mitra, di una pistola e di un fucile. Idea inconsistente: causa la scarsa rapidità di fuoco la pistola diventa praticamente inutile di fronte alle corazze degli avversari, come sopra accennato di carattere piuttosto resistente, mentre il fucile, del tutto impreciso (i cinque proiettili si infrangono a caso sullo schermo, seppur in un'area limitata), è reso poco fruibile dalla lentezza di fuoco, che deve opporsi ad avversari quanto mai rapidi e precisi (il livello di difficoltà è molto aumentato rispetto ai capitoli della serie generatrice).Restano, e ne va dato merito, le Missioni Crisis da affrontare con le diverse armi a disposizione, molto impegnative nella loro varietà per coerenza non necessaria.  
    Tecnicamente, Crisis Zone si attesta su buoni livelli, pur non presentando enormi migliorie rispetto al precedente episodio, se non un uso leggermente più saggio dei filtri per l'Alias. I modelli poligonali sono ben costruiti: gli avversari umani, ricoperti dalle armature, sono del resto schematicamente identici gli uni agli altri, differenziandosi solo per il colore delle vesti e poco altro. Fanno eccezione i boss e i veicoli, in numero piuttosto ridotto, che comunque offrono testimonianza della cura nella realizzazione. Le animazioni degli avversari sono piuttosto fluide, e solo in certi casi d'esasperazione (forse ricercata) poco realistiche. Sebbene precalcolate (molto lontane, quindi, dal sistema Ragdoll di Jak II), le reazioni dei nemici alle pallottole sono presenti in buon numero, e si rivelano a seconda della parte del corpo colpita. Ma la parte più apprezzabile della realizzazione tecnica, come accennato, è la vasta mole di oggetti sensibili alle pallottole: sebbene non sempre con conseguenze realistiche, è possibile colpire, in ogni schermata fissa, qualsiasi elemento che la magnanimità degli sviluppatori abbia posto sotto i vostri occhi. Considerate le ottime campionature (unico aspetto positivo del comparto sonoro, date le musiche, Ending Theme compreso, piuttosto anonime) e un buon impianto audio, il risultato d'insieme è lodevole.  
    Crisis Zone è, in definitiva, un titolo che non alza lo standard imposto per il genere dal suo predecessore (almeno su console). La scarsa attenzione per la trama principale (invece ben articolata e giocabile da due punti di vista in TC3), dovuta all'impostazione prettamente arcade del titolo, lascia poco spazio a più alte ispirazioni. Inoltre, l'utilizzo della pistola "ufficiale", maneggevole quanto mai ma con pochissime funzionalità e nessun motore per la vibrazione, fa perdere interesse all'esperienza, pensata per essere il più "vibrante" possibile. Dalla poca longevità, causata dall'assenza inspiegabile del multiplayer, il giocatore potrà salvarsi grazie alle missioni extra inserite nel gioco, ma il risultato finale varierà di poco. Un titolo, insomma, adatto per spegnere la fame di Gun Shooter in attesa del nuovo capitolo.

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