Tiny Tina's Wonderlands: Recensione del folle spin-off di Borderlands

La recensione di Tiny Tina's Wonderlands, lo spin-off di Borderlands interamente ambientato in un folle gioco di ruolo.

Tiny Tina's Wonderlands: Recensione del folle spin-off di Borderlands
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  • Pc
  • PS4
  • Xbox One
  • Xbox One X
  • PS4 Pro
  • PS5
  • Xbox Series X
  • Con i capitoli della serie principale di Borderlands, Gearbox Software ha seguito la classica filosofia del bigger and better, migliorando sempre di più il comparto tecnico e limando il gameplay senza però mai stravolgere l'ossatura dell'esperienza. Ed è proprio dalla volontà di creare qualcosa di nuovo che nasce lo spin-off basato su uno degli esperimenti meglio riusciti quando si parla dei DLC di Borderlands, ovvero Assalto alla Rocca del Drago (ve lo ricordate? Ecco la recensione di Borderlands 2: Assalto alla Rocca del Drago).

    Tiny Tina's Wonderlands è per l'appunto costruito intorno alle follie ruolistiche dell'esplosiva ragazzina, e sfrutta il suo essere slegato dai capitoli principali per svecchiare la formula classica del looter shooter di Gearbox. Sarà riuscito il team di sviluppo a fare centro o si tratta di un altro buco nell'acqua come il vecchio Pre-Sequel? Scopriamolo insieme.

    Piombo e D20

    Poco sopra abbiamo parlato di un gioco slegato dalla serie per un motivo ben preciso: per quanto Tiny Tina's Wonderlands sia un episodio ‘canonico' e veda la partecipazione di alcuni personaggi di spicco del brand, di fatto racconta una storia che non ha alcun contatto con i tre capitoli principali. L'intera avventura del Tessifato, il nostro prode alter ego, racconta le gesta di una pedina del gioco di ruolo organizzato da Tina e dai suoi nuovi amici.

    Il fatto che ci sia una dungeon master tanto esuberante a fare da regista e da narratrice è forse uno dei principali punti di forza di questo spin-off, poiché in base ai capricci della ragazzina potrebbe succedere qualsiasi cosa da un momento all'altro, e nulla va dato per scontato. Capita, ad esempio, di trovarsi nel bel mezzo di situazioni apparentemente in stallo che, con qualche bizzarra trovata del nostro "deus ex machina", si trasformano e si ribaltano per consentirci di proseguire nel cammino verso l'eliminazione del perfido Signore dei Draghi.

    Questa premessa narrativa si riflette anche sul gameplay che, pur proponendo un'ossatura in linea con i canoni della saga principale, non rinuncia a qualche sostanziale modifica che va ad accentuare la componente ruolistica.

    Tale ventata di aria fresca si può notare sin dall'avvio del gioco, quando ci troveremo di fronte a una schermata per la creazione del personaggio: avete capito bene, questa volta il protagonista (o la protagonista) può essere personalizzato attraverso un editor piuttosto dettagliato, che prevede anche qualche opzione in pieno stile Borderlands. Ovviamente questo menu include anche l'opzione relativa alla selezione della classe, ciascuna delle quali propone due abilità attive tra le quali scegliere, una passiva e un albero delle abilità unico. A rendere ancora più interessante questo aspetto dello shooter è la possibilità di distribuire manualmente i punti statistica (anche ad ogni level up) e la presenza della classe ibrida, meccanica che si attiva solo dopo qualche ora di gioco e consente di unificare due degli archetipi disponibili con l'obiettivo di creare il guerriero ideale. Nel nostro caso abbiamo creato un Domamagie, mix tra lo Sparamagie e il Domartiglio, la cui unicità risiede nella presenza al suo fianco di una viverna che attacca i nemici con soffi elementali. Se la scelta di avere accanto la creatura alata è stata presa all'inizio dell'avventura, quella di ibridare il Domartiglio allo Sparamagie è arrivata dopo, quando abbiamo iniziato a notare l'efficacia sul campo degli incantesimi.

    Sì, perché Tiny Tina's Worderlands differisce dagli episodi classici della serie anche, e soprattutto, per l'equipaggiamento: in questo caso le granate non esistono e nell'arsenale del nostro Tessifato sono presenti anche un'arma corpo a corpo e un incantesimo la cui utilità può essere perfettamente sovrapponibile a quella delle bocche da fuoco, che rappresentano solo uno dei modi per infliggere danno.

    In maniera identica all'abilità attiva, l'incantesimo impone un cooldown tra un uso e l'altro, ma le sue statistiche e i suoi effetti sono casuali esattamente come tutto il restante loot. Tra fulmini, sfere di ghiaccio e turbini di fuoco, il ventaglio di magie è sufficientemente ampio, e con la giusta build è possibile massacrare orde di nemici senza sparare un singolo proiettile, magari eliminando a suon di martellate o spadate chiunque riesca a sopravvivere ai nostri assalti mistici.

    La schermata dell'inventario include poi l'immancabile scudo e anche una serie di oggetti aggiuntivi (anelli, amuleti e corazza) che hanno un ulteriore effetto sui parametri del nostro personaggio e permettono di costruire build ancora più elaborate.

    Nel complesso, abbiamo trovato il sistema di equipaggiamento di Wonderlands più gratificante rispetto a quello dell'ultimo capitolo, visto che gli elementi che contribuiscono a variegare la caratterizzazione bellica del personaggio sono davvero tanti. Meno bene invece la varietà delle armi da fuoco: non aspettatevi la follia tipica dei Borderlands, poiché da questo punto di vista Tiny Tina's Wonderlands offre fiumi di loot senza però le ‘87 bazillion guns'. Ad essere onesti, non abbiamo sofferto particolarmente l'assenza di troppe variabili per le armi da fuoco, visto che la disponibilità di armi corpo a corpo, incantesimi e balestre automatiche va inevitabilmente ad aumentare la diversità del loot, e rende ugualmente soddisfacente andare a caccia di nuovi oggetti.

    Benvenuti nell'Overworld

    Altra importante novità di Tiny Tina's Wonderlands riguarda la struttura del mondo di gioco, probabilmente uno degli elementi che maggiormente è stato stravolto rispetto a quanto abbiamo visto in Borderlands 3 (per rinfrescarvi la memoria, ecco la recensione di Borderlands 3). Questa volta Gearbox ha del tutto abolito i veicoli e le enormi mappe da esplorare a favore di più luoghi dalle dimensioni contenute, che possono essere liberamente girati a piedi per il completamento della quest principale e dei tantissimi incarichi secondari.

    A collegare tutte queste aree è l'Overworld, una grande mappa che esploreremo con visuale isometrica controllando una buffa pedina dalla testa gigante: qui potremo accedere ai vari punti d'interesse, completare semplici puzzle, sbloccare potenziamenti e persino incappare in incontri casuali con i nemici come nei vecchi giochi di ruolo. Questo genere di scontri, che si possono evitare con la pressione di un tasto, portano il giocatore in piccole arene in cui occorre massacrare un'orda di nemici al fine di accedere ad una ricompensa e poi tornare nell'Overworld.

    Se state storcendo il naso di fronte ad una simile impostazione, vi invitiamo a dare una possibilità all'ultima fatica di Gearbox. Grazie alle mappe più contenute e alle arene nell'Overworld, l'azione di gioco è più condensata, si evitano tempi morti in cui si eliminano creature troppo deboli per il nostro personaggio e si trascorre la quasi totalità del tempo a combattere.

    Gli unici momenti in cui non premerete il grilletto saranno i bizzarri dialoghi delle missioni, alcune delle quali si fanno beffa di fiabe e videogiochi famosi (abbiamo trovato riferimenti a Dark Souls, Monkey Island e The Witcher 3, giusto per citarne qualcuno). Certo, il racconto non è di quelli che lasciano il segno, e lungo il cammino non troverete compagni di viaggio carismatici e grandi storie intrise di epicità, ma la scrittura sopra le righe tipica del brand e l'assurdità ridanciana di molte delle situazioni che vi troverete ad affrontare non mancheranno di strapparvi un sorriso.

    Un endgame in stile roguelite

    Anche Tiny Tina's Wonderlands non si fa mancare una modalità endgame e, poco dopo aver raggiunto i titoli di coda (per completare la sola quest principale servono circa 10 ore), avrete accesso alla Camera del Caos.

    Questo dungeon, che proprio come tutto il resto del gioco può essere affrontato da soli o in compagnia di altri tre giocatori, si basa sul sistema di incontri nell'Overworld ma lo arricchisce con una serie di meccaniche in perfetto stile roguelite. I giocatori dovranno affrontare una serie di arene di difficoltà crescente (alcune delle quali con protagonisti i boss) e selezionare tra un round e l'altro una maledizione in grado di semplificargli la vita o rendergliela più difficile, ottenendo in cambio un miglioramento del loot. In giro per le arene troverete anche gli altari, presso i quali potrete spendere i cristalli viola al fine di ottenere power-up validi esclusivamente in quella run della Camera del Caos. Non sappiamo quando possa reggere nel tempo una modalità di questo tipo, ma si tratta comunque di un'aggiunta interessante e utile per mettere alla prova la propria build. A tal proposito, il raggiungimento dell'endgame sblocca anche il Generatore d'Incanti, uno strumento disponibile nell'hub che consente di alterare alcuni parametri delle armi e renderle ancora più forti. Segnaliamo infine la presenza del Grado Mito che, al raggiungimento del livello 40 (ovvero il level cap attuale), sblocca un sistema per potenziare ulteriormente il Tessifato.

    Uno stile ormai rodato

    Dal punto di vista tecnico, Tiny Tina's Wonderlands non si discosta poi molto da quanto visto in Borderlands 3, ad eccezione di una semplice scelta stilistica per cui i contorni di oggetti e personaggi risultano essere più marcati. Ciò che differisce è invece la direzione artistica, visto che l'aver ambientato il titolo in un gioco di ruolo ha permesso agli sviluppatori di sbizzarrirsi e, per certi versi, proporre qualcosa di diverso rispetto alla serie principale.

    Questa volta non ci saranno i soliti robottoni o i soldati pesantemente armati, ma tra scheletri, enormi squali e sirene affronteremo creature note agli appassionati del genere fantasy medievale, rielaborate con quel guizzo ironico che permea qualsiasi cosa abbia a che fare con l'IP di Gearbox.

    Purtroppo sono zoppicanti le prestazioni della versione PC, l'unica che abbiamo provato per la stesura della recensione. Proprio come il terzo capitolo della serie Gearbox Software, il gioco soffre quando a schermo vi sono parecchi elementi (tra loot ed incantesimi non è raro assistere a situazioni del genere) e a poco serve abbassare il dettaglio grafico o la risoluzione. In ogni caso non è da escludere che il team di sviluppo possa prontamente risolvere questa problematica con una patch nei prossimi giorni, in vista del lancio ufficiale.

    Tiny Tina's Wonderlands Tiny Tina's WonderlandsVersione Analizzata PCTiny Tina’s Wonderlands è un prodotto che, pur essendo più contenuto rispetto ai suoi fratelli maggiori, non si adagia sugli allori e riesce ad intrattenere il giocatore per più di qualche ora grazie alla presenza di una divertente quest primaria e di tantissime attività secondarie che non hanno nulla da invidiare alle missioni della campagna. Tra personaggi bizzarri, fiumi di loot e la componente ruolistica che permette un’elaborata costruzione della build perfetta, l’ultima fatica di Gearbox potrebbe riuscire a catturare l’attenzione di tutti quei giocatori che amano il brand e che col terzo capitolo hanno iniziato a sentire il bisogno di una ventata d’aria fresca.

    CONFIGURAZIONE PC DI PROVA

    • CPU: Intel i7-10700
    • RAM: 32 GB
    • GPU: GeForce RTX 2080 Super
    8

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