Titan Quest Recensione: la furia dei Titani

Dodici anni dopo la sua prima uscita, THQ Nordic riporta Titan Quest sui nostri schermi. Come se la cava questa riedizione? Scopritelo nella recensione.

Titan Quest Recensione: la furia dei Titani
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Disponibile per
  • Pc
  • PS4
  • Xbox One
  • Switch
  • Xbox One X
  • PS4 Pro
  • L'anno è il 2006, mentre l'Italia del pallone si appresta a vincere il suo quarto campionato del mondo, i videogiocatori stanno aspettando l'uscita di un titolo che promette di colmare l'angosciante vuoto causato dall'assenza di notizie sulla saga ruolistica targata Blizzard. Come sappiamo, dovremo attendere altri sei lunghi anni prima che la terza iterazione diDiablo faccia la sua apparizione. Torniamo a quel lontanissimo (sono pur sempre passati dodici, lunghi anni da allora) 2006. L'essenza del genere hack 'n slash, sino a quel momento, si era sostanzialmente (e quasi interamente) sublimata nel divino splendore di Diablo 2. THQ, che in quell'anno navigava ancora in acque relativamente tranquille sotto il profilo finanziario decise di sposare il progetto di una software house misconosciuta che, però, sembrava avere in tasca la prima, vera alternativa a Diablo. Quella software house si chiamava Iron Lore ed era guidata da un certo Brian Sullivan, già responsabile di una serie di enorme successo come Age of Empires. Il progetto sottoposto a THQ era Titan Quest, un hack 'n Slash ruvido e poco innovativo (alcuni direbbero: fedele alla tradizione) ma davvero ben riuscito e, soprattutto, caratterizzato da setting evocativi come l'antica Grecia, l'Egitto e l'estremo Oriente. Certo, come abbiamo già ricordato stiamo pur sempre parlando di oltre una decade fa, praticamente un'eternità per il mondo videoludico. Da allora, dopo il generale consenso ricevuto da pubblico e critica, l'opera di Iron Lore si è imbarcata in un'odissea che l'ha traghettata sino a noi; approdando nei lidi in HD delle nostre console.

    Titani girovaghi

    Titan Quest, nel corso degli anni ha infatti subito lifting che l'hanno portato dapprima ad ampliarsi con un'espansione corposa, Immortal Throne e (ben dieci anni dopo, ovvero dopo la chiusura di Iron Lore, avvenuta nel 2008, e il passaggio dei diritti dell'IP a THQ Nordic 2013) di un secondo contenuto aggiuntivo: Ragnarok, contenuto interamente dedicato alla mitologia norrena. Il publisher austriaco ha anche rilasciato su Steam (e su dispositivi mobile) la Titan Quest Anniversary Edition, una sorta di revisione che, oltre a intervenire su numerosi bug, si occupava di rimettere il titolo al passo con i tempi ampliando le funzionalità multiplayer e abbellendo la qualità visiva generale.

    Ecco, a due anni di distanza, THQ Nordic torna sul luogo del delitto cercando questa volta di attirare l'attenzione dell'utenza console con l'ennesimo restyling della propria creatura. Il lavoro, però, non è andato esattamente secondo le aspettative. Portare un'opera del genere su console è molto difficile, in effetti. Gli hack 'n slash, per loro natura non sono mai andati d'accordo con il pad. Inoltre, non dobbiamo dimenticare di inserire anche un altro fattore nell'equazione: le sacrosante aspettative degli utenti, ora ben diverse rispetto a quelle dei ragazzi di oltre una decade fa. Ecco magari proprio quei ragazzi, ora cresciuti, potrebbero avere tutto l'interesse di tornare a cacciare i Titani. Ma gli altri? L'operazione nostalgia messa in opera da THQ Nordic, probabilmente, puntava anche a tutti coloro che all'epoca "non c'erano", così da invogliarli a conoscere una vecchia gloria e riscoprire i bei, vecchi titoli di un tempo.

    Mitologia rimasterizzata (?)

    Ecco, dunque, giungere su PlayStation 4, Xbox One e Switch la versione rimasterizzata di Titan Quest. Eppure, già di primo acchito nel pacchetto notiamo due cose che stonano. Prima di tutto, da questa ennesima riproposizione manca un'espansione: Ragnarok. Probabilmente il contenuto aggiunto nel 2016 è stato tenuto in magazzino, pronto per eventuali mosse commerciali future. Tale mancanza, inoltre, fa il paio con il prezzo a cui viene proposta questa rimasterizzazione, decisamente elevato se si considera che esiste pur sempre la Anniversary Edition per PC venduta a prezzo budget.

    Le "migliorie" apportate per adattare Titan Quest all'ambiente console, a nostro avviso, non giustificano un prezzo così elevato.
    Ad ogni modo, cosa ci attende in questa rinnovata caccia ai Titani? Sotto il profilo contenutistico, ovviamente, l'iterazione ripropone inalterato quanto già visto una decade addietro (rivisto e leggermente arricchito, un paio di anni fa). Ciò significa che Titan Quest rimane fedelmente ancorato alla tradizione, tirato solo a lucido con texture più definite. Una scarna creazione del personaggio, con tre opzioni, ci accoglie prima di gettarci frettolosamente nel vivo dell'azione. Da questo punto in poi è un'escalation di mazzate sino alle battute finali. Le nostre armi si saziano delle carni e del sangue di esseri mitologici, semidei, titani, bestie e demoni dell'Ade, della Duat e dei miti cinesi d'ogni sorta. Nulla di particolarmente complesso, insomma, come ogni buon hack 'n slash che si rispetti. A sostenere il tutto, però, ci pensa un setting riuscito ed evocativo che mantiene vivo l'interesse e la curiosità del giocatore.
    Inoltre, l'assenza di classi definite e immutabili rende la crescita del personaggio estremamente flessibile. Le classi canoniche sono sostituite, in questo caso, dalle Maestrie, ovvero da specializzazioni (nove in tutto) che caratterizzeranno lo stile di gioco e le abilità del nostro eroe epico. Le Maestrie si dividono, sostanzialmente, in due macro rami: quelle fisiche (Combattimento, Difesa, Caccia, Furfante) e le magiche (Natura, Sogno, Terra, Tempesta, Spirito). Ogni Maestria offre un ramificato set di abilità attive e passive con cui potenziare il personaggio. Con Tempesta, ad esempio, possiamo sfruttare il potere degli elementi per infliggere enormi danni elettrici e da freddo a singoli avversari o in AoE. Inoltre è possibile infliggere malus di stato come congelamento, stordimento e rallentamento ai nemici. Con Sogno, invece, l'eroe può attingere dal potere del mondo dei sogni per controllare le menti dei nemici e far percepire loro realtà distorte e, persino, provocare loro danni fisici "dall'interno" (come l'autocombustione).
    Il sistema delle Maestrie rimane, forse, l'intuizione più riuscita dell'intera produzione. Per il resto, la crescita del personaggio, la gestione dell'inventario e, in generale, l'esperienza ludica resta fortemente stigmatizzata nei tradizionali stilemi del genere.

    Il team di sviluppo - come si dice in questi casi - ha fatto il classico compitino, portando a casa un risultato quasi sufficiente. Il team, chiaramente, si è trovato di fronte a un'ardua impresa: ridurre un sistema di gestione del personaggio, profilato interamente sulla comodità dell'accoppiata "mouse e tastiera", ai pochi tasti di un pad. Un problema legato a questo era la razionalizzazione dell'interfaccia utente. Avere un controller utilizzato in un'interfaccia utente originariamente progettata per l'uso del mouse necessita di un lavoro ulteriore di ottimizzazione.
    Il riadattamento dei controlli e dell'interfaccia utente sono, tutto sommato, riuscite. E questo non pare richiesto grande sforzo. Il team di sviluppo ha infatti aggiunto alcune nuove funzionalità all'interfaccia utente e all'HUD. Prima di tutto, la gestione delle abilità e del menu di gioco viene interamente deputata a ghiere circolari. Per ciò che concerne le abilità attive, la ghiera è personalizzabile, funzionale e sempre ben visibile nella parte bassa dello schermo. Anche il menu di gioco, che ci porta alla gestione della scheda eroe e dell'inventario, può essere richiamato velocemente attraverso la pressione del touch pad centrale.

    Molto si miete, ma il raccolto è assai scarso

    Tutto riuscito, quindi? Non proprio. La gestione dell'inventario (ovvero la parte fondamentale di un GDR di questo stampo, con migliaia di oggetti da raccogliere) è purtroppo farraginosa e incomprensibile. È impossibile, ad esempio, poter interagire manualmente con gli oggetti nello zaino, per riordinarli. La funzione di riordino automatico è sì presente ma non funziona e, molto spesso, ingarbuglia solo le cose. In secondo luogo, anche la procedura di looting risulta molto raffazzonata e poco intuitiva, portando il giocatore a incamerare tutto senza poter realmente scegliere, col risultato di creare un cronico problema di gestione dell'inventario, tanto in termini di tempo quanto di "usability" complessiva.

    Nella fondamentale fase di combattimento, poi, quando il nostro alter ego digitale si trova circondato da un gran numero di nemici, l'aggancio automatico di un determinato bersaglio fa le bizze saltando da uno all'altro senza grande razionalità e - soprattutto - reattività. Esiste anche la possibilità di procedere al "targeting" manuale ma nemmeno il cono visivo che comparirà a schermo funziona a dovere e anzi, arriva addirittura a impallare il personaggio, che resta immobile per qualche istante. Purtroppo, dobbiamo aggiungere al mucchio anche l'estrema legnosità del moveset, rimasto sostanzialmente gli stessi di una decade fa, e una pletora di problematiche più o meno gravi che incidono in modo negativo sulla valutazione del titolo. Bug, glitch, problemi di traduzione nella lingua italiana, nemici (e anche il personaggio) che scompaiono o si incastrano negli elementi ambientali, problemi di caricamento delle texture, improvvisi (pesanti) cali di frame rate e rallentamenti, sono tutti "inciampi" incomprensibili che dimostrano, una volta di più, quanto questa operazione di pseudo rimasterizzazione sia svogliata e frettolosa.

    Titan Quest Titan QuestVersione Analizzata PlayStation 4I piani di THQ Nordic, per Titan Quest, sono imperscrutabili. L'ennesima riproposizione dello storico hack 'n slash, come abbiamo ricordato in sede di recensione, non sembra esser stata fatta con razionalità. Prima di tutto, sotto il profilo contenutistico ed economico. Il prezzo a cui viene proposto è decisamente troppo alto, se consideriamo che l'Anniversary Edition è disponibile su Steam e permette un esborso più contenuto. Inoltre, di rimasterizzazione non si può certo parlare, visti i molti “inciampi tecnici” che questa versione console presenta, sintomi che il lavoro svolto dal team di sviluppo è stato svogliato e poco curato. Forse il publisher ha puntato tutto sull'effetto nostalgia per far tornare in auge la propria creatura, trascurando molti dettagli fondamentali. Peccato, perché Titan Quest è un titolo che, a suo modo, si è fatto ricordare come un ottimo GDR action. Un consiglio? Se volete giocare a Titan Quest, tornate alle origini. Oppure, se proprio lo volete avere su console (magari su Switch, per portarlo sempre con voi), aspettate un calo di prezzo.

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