Recensione Toy Soldiers: War Chest

Il nuovo titolo Ubisoft è un’interessante variazione sul tema dei tower defense, in cui ci troviamo al controllo di un esercito di elaborati soldati giocattolo. La strategia è un po' sacrificata in favore dell'azione, ma il vero problema è un altro...

Recensione Toy Soldiers: War Chest
Articolo a cura di
Disponibile per
  • Pc
  • PS4
  • Xbox One
  • Vi era in tempo in cui i bambini non nascevano con un tablet in mano, un tempo in cui si rovistava nello scatolone dei giocattoli, in ginocchio, nel mezzo della stanza, in cerca del nostro omino preferito, il più consunto, che non stava più in piedi neanche a pregarlo. Ci si inventava battaglie infinite, che ospitavano i crossover più impensabili. Uno scolorito Iron Man prendeva a calci volanti nelle gengive un dinosauro archeologicamente inaccurato, mentre He-Man con indosso solo i suoi fedeli mutandoni di pelo faceva fuori a pugni nelle branchie stormi di squali di gomma volanti. Un malconcio Optimus Prime urlava a Skeletor con voce robotica "hai mai raccolto i tuoi denti con le dita rotte?". Poco più in là, un variopinto plotone di soldati assediava il castello di Grayskull, dove un inerme Batman senza braccia era prigioniero di Sirio il dragone, nudo. Si andava avanti così per ore, fino a farsi spappolare le rotule. Era bellissimo.

    Batterie non incluse

    Toy Soldiers è essenzialmente un'interessante variazione sul tema dei tower defense, in cui si viene chiamati spesso a remare contro gli automatismi tipici del genere, impugnando direttamente i controlli delle torrette. Oltre ad ottenere un controllo più accurato delle inarrestabili ondate nemiche, si accumulano i punti necessari a chiamare in aiuto l'eroe di turno, elemento di spicco della fazione d'appartenenza, in grado di ribaltare in pochi secondi gli esiti dello scontro. Sebbene l'impianto di gioco sacrifichi gran parte della gestione tattica in favore di un'interazione più diretta sul campo di battaglia, siamo di fronte ad una delle interpretazioni più divertenti del classico tower defense. Il passaggio del testimone da Microsoft a Ubisoft non segna soltanto il cambio di publisher e l'introduzione della serie al mercato multipiattaforma. Di fatto, con il terzo capitolo, si assiste ad una svolta stilistica niente male: nel baule del nuovo Toy Soldiers non ci sono solo gli anonimi soldatini delle grandi guerre, dettagliate riproduzioni in scala da dipingere, che troveremmo esposte nella "man cave" di un quarantenne single, ma il tipico, eterogeneo contenuto della scatola dei giocattoli di qualche ragazzetto pieno d'immaginazione. I canonici soldati pluridecorati si scontrano con creature infernali dal mondo di Dungeons & Dragons a suon di D20 esplosivi, americanissimi G.I. Joe* affrontano i Cobra, nemici di sempre, non prima di essersi fatti strada fra i letali arcobaleni dei Mini Pony e degli odiosi orsetti del cuore, le truppe imperiali di Eternia si trovano faccia a faccia con assassini a bordo di impossibili macchinari partoriti dalla mente di Leonardo da Vinci e ipertecnologici supersoldati reduci di guerre spaziali in una galassia lontana lontana. Il risultato è una battaglia che rispecchia esattamente quelle partorite dalle fantasiose, giovanissime menti di chi, ormai cresciuto, non concepisce attività ludica al di fuori di quella gamepad munita. Gli sfavillanti e dettagliati diorami di Toy Soldiers sono presto gremiti di personaggi che non dovrebbero essere lì. Accostamenti cromatici come pugni in un occhio e soldati serissimi, armati fino ai denti, alle prese con fatine tanto carine che sparano bolle di sapone. È a tratti grottesco, ma va bene così.

    *Venduto separatamente

    Ciò che funesta l'ultimo capitolo di Toy Soldiers non è la presenza, a lancio avvenuto, di alcuni fastidiosi bug e brutti episodi di bad clipping che fanno incagliare gli eroi negli scenari, nè una direzione artistica poco ispirata nelle cutscenes, nè i lunghissimi tempi di caricamento e i cali insensati di framerate, imputabili alla scarsa ottimizzazione di un engine di proprietà di Signal Studios, che inizia a sentire fin troppo il peso degli anni. La grafica più vicina ad un titolo della scorsa generazione di console non infastidisce tanto quanto la politica aziendale di Ubisoft, che costringe ad acquistare i contenuti di proprietà di Mattel e Hasbro (e della stessa Ubisoft) separatamente, all'improponibile cifra di 4,99€ a pacchetto, e che cerca in tutti i modi di propinare al giocatore le solite microtransazioni per agevolare la progressione. Toy Soldiers: War Chest sarà anche un gioco per famiglie, ma gran parte del target è composto da videogiocatori un po' anzianotti, che non vedono l'ora di mettere le mani sulle riproduzioni digitali dei giocattoli che hanno segnato la loro infanzia.

    Una volta superato il trauma dei DLC, e rassegnati a godere di ambienti di gioco pieni zeppi di dettagli attraverso una resa grafica decisamente sotto gli standard della generazione corrente, ci si ritrova di fronte un titolo tutto sommato godibile, in grado di regalare svariate ore di puro divertimento, grazie ad una campagna single player piuttosto avvincente -seppur priva di alcun tipo di narrazione- e ad una ricchezza di contenuti invidiabile. Come accadeva per i precedenti capitoli della saga, War Chest dà il meglio di sé nei violentissimi e competitivi match in cooperativa, rigorosamente in split-screen.

    Toy Soldiers: War Chest Toy Soldiers: War ChestVersione Analizzata PCIl nuovo Toy Soldiers è il titolo giusto per risvegliare il bimbo che si nasconde in ogni burbero videogiocatore, lo stesso bimbo che non tarderà a battere i piedi per terra, frignando per avere quei contenuti aggiuntivi che danno al gioco ragione d’esistere. Nonostante i difetti tecnici e una grafica non proprio all’altezza delle produzioni concorrenti, War Chest è un titolo interessante e divertente, che pensa fuori dagli schemi strutturali -e stilistici- del tower defense classico.

    7

    Che voto dai a: Toy Soldiers: War Chest

    Media Voto Utenti
    Voti: 2
    7.5
    nd