Recensione Trine 2

Torna un'avventura colma di enigmi e azione

Recensione Trine 2
Articolo a cura di
Disponibile per
  • Xbox 360
  • PS3
  • Pc
  • PS4
  • Il brand Trine è un lapalissiano esempio di quanto il Digital Delivery abbia in buona parte riscritto le regole di un mercato -quello dei videogiochi- governato da dinamiche complesse e volitive, spesso feroci. Fino a qualche anno fa era impossibile per una piccola produzione mettersi in mostra, se non investendo cifre enormi in estenuanti operazioni di marketing. Fortunatamente oggi non è più così, almeno non per tutti, sicuramente non per l'ultima opera di Frozenbyte. Sostenuto da un entusiasta passaparola, conseguenza del suo predecessore, Trine 2 ha conquistato senza troppa fatica un posto tra i “grandi” di questo anno. Ovviamente noi di Everyeye lo abbiamo provato in ogni suo aspetto e adesso siamo in grado di dirvi se poesia e magia accompagnano ancora i nostri tre eroi.

    Wizard, Knight and Thief

    Il plot narrativo di Trine 2 è strettamente connesso al primo episodio, con esso condivide l'incipit e lo spessore ancora una volta esiguo. Tanto è vero che nemmeno in questa occasione ci è dato conoscere il background dei nostri eroi e quel poco che riusciamo a carpire ci illustra l'odissea coniugale di Amadeus (il mago): sposato con una moglie bisbetica ma non domata, continua a perseverare nello studio dell'incantesimo della sfera di fuoco.
    La nuova avventura ha inizio quando il Trine (lo stesso artefatto magico della volta precedente) richiama i nostri al loro destino, a loro il compito di scoprire l'origine di alcuni eventi inconsueti che minacciano l'intero regno. Il resto della storia si sviluppa senza risvolti inaspettati ne deviazioni improvvise, l'aspetto narrativo di Trine 2 si mette semplicemente al servizio di un titolo che deve divertire e conquistare il giocatore per la sua vivacità, lasciando agli altri la briga di una trama più complessa.

    Seguendo lo stile inconfondibile di un side-scrolling platform dovremo superare decine di livelli -organizzati in 13 capitoli- risolvendo numerosi enigmi di logica ed ambientali grazie alle abilità dei tre protagonisti, del tutto simili al primo capitolo tranne qualche eccezione.
    Amadeus si rende indispensabile materializzando dal nulla blocchi ed assi da usare per oltrepassare ostacoli altrimenti impossibili, con in più la capacità di far levitare questi quanto i nemici. Pontius, il cavaliere, brandendo un martello da guerra (che adesso è in grado di lanciare) o difendendosi con scudo e spada è indovinato per fronteggiare gli avversari nel corpo corpo ed abbattere ostacoli. Mentre Zoya, la ladra dal passo silenzioso, con il suo rampino e le frecce esplosive, di fuoco e ghiaccio riesce facilmente a tenere a bada qualsiasi goblin.
    Come nel precedente episodio è necessario coordinare tutte queste abilità tra loro per poter procedere, ottenendo così un gameplay dinamico che non concede errori ma soltanto decine di combinazioni diverse per scalare quel muro o per attivare quella leva circondata da inquietanti lame mobili. Le capacità del trio possono essere ulteriormente potenziate, per farlo è sufficiente dedicare una buona parte del nostro tempo nel recuperare delle fiale magiche che, divise in unità di diverso valore, ci daranno modo di ottenere i classici punti talento da spendere nello skill-tree. Quest'ultimo, a differenza del primo capitolo, può essere resettato in ogni momento a piacere del giocatore: davanti a situazioni particolari sarà sufficiente intervenire sull'assegnazione dei talenti piuttosto che, pagando il prezzo delle scelte effettuate in precedenza, arrivare ad una soluzione logica. È chiaro che Frozenbyte così facendo ha voluto standardizzare la natura degli enigmi che, per quanto vari, sono tutti contestualizzati all'ambiente circostante. A nostro avviso questa scelta ha oltremodo inciso sul grado di sfida che risulta tranquillamente accessibile anche con il valore più alto. In sostanza, nella maggior parte dei casi, sarà più difficile applicare la soluzione dell'enigma che trovarla.

    Un grande passo avanti è stato fatto nella modellazione dei nemici. Mentre in Trine il campionario era monotono e tutt'altro che carismatico, in Trine 2 sono presenti diverse specie di mostri (goblin, aracnidi, orchi, anfibi striscianti, serpenti enormi, demoni ect.) perfettamente realizzati e con un dettaglio notevolmente superiore così come le animazioni, sempre fluide e credibili. Alcuni di essi metteranno a dura prova anche il giocatore più smaliziato, soprattutto quando si presenteranno in gruppo.
    Leggermente delusi invece dai boss-fight, come due anni fa anche adesso non brillano per meccanica di gioco, inoltre soltanto uno di essi può essere definito tale poiché gli altri corrispondo più a delle situazioni particolari da risolvere in una manciata di secondi o ad uno scontro fisico non troppo impegnativo che si riproporrà sempre uguale a se stesso. Tuttavia la realizzazione tecnica dell'ultimo scontro vale da sola il prezzo d'acquisto, è impossibile non restarne ipnotizzati.

    Multiplayer e Cooperazione

    Questa volta il multiplayer non manca ed è impeccabile. L'unica modalità presente -per adesso- è dedicata alla cooperazione fino a tre giocatori e permette di creare una partita pubblica o privata, oppure di approfittare dei server in lista. Ovviamente la longevità trae beneficio da queste opportunità. La prospettiva di giocare in compagnia spinge a tornare in-game pur avendo già chiuso tutti e 13 i capitoli che, in single-player, senza soffermarsi ad ottenere il 100% per ogni livello, richiedono circa 10 ore. Affrontare gli ostacoli in cooperativa, con tutti e tre gli eroi a schermo, enfatizza il gameplay e permette di trovare soluzioni funambolesche altrimenti impossibili da compiere. Notevoli le opzioni per personalizzare la propria esperienza on-line: dal poter impostare tre differenti livelli di difficoltà fino alle voci Classic ed Unlimited. Con la prima ciascun giocatore potrà scegliere un personaggio -che non potrà cambiare- poco prima che inizi il livello. La seconda invece si comporta come in single-player, tutti potranno controllare ogni personaggio dovendo così coordinarsi al meglio in-game. Naturalmente, per non penalizzare gli utenti privi di un buon servizio internet, è ancora presente la cooperazione in locale con supporto contemporaneo di più dispositivi (multi-tastiera e pad). Indovinata la feature dedicata al microfono con tanto di “push to talk”, meno la chat a testo che risulta poco intuitiva e difficile da seguire nel pieno dell'azione.

    Colori, magia e poesia

    Tecnicamente Trine 2 è meraviglioso, il team Frozenbyte ha raggiunto un livello tecnico che non ha nulla da invidiare a produzioni ben più blasonate. Gli scenari di gioco propongo un level design maniacale con una cura per il dettaglio che, unita agli incredibili giochi di luce, lascia a bocca aperta. Mentre i colori, densi ed in contrasto tra loro, danno corpo all'ambiente che di rimbalzo diventa tangibile e vivo: spostarsi da un check-point all'altro diventa veramente un piccolo viaggio incantato, tant'è che le sbavature di alcuni liquidi o l'inconsistenza delle esplosioni vengono immediatamente perdonate. La fisica, gestita da PhysX e già ottima nel primo capitolo, è stata rivista ed ulteriormente migliorata -anche se persiste la svista di un cavaliere in armatura con scudo e spada che pesa quanto un mago in tunica e sandali- questo ci regala un'interazione ambientale appagante e realistica dove si percepisce la consistenza materiale dell'azione nello spostare massi enormi o deviare fiumi di lava incandescente.
    Pure la caratterizzazione dei tre eroi è stata ritoccata, i continui dialoghi del terzetto, che ci accompagnano per tutta l'avventura, regalano momenti divertenti fatti di frecciatine sarcastiche ed ironia in grado di sopperire alla debole trama. L'audio mantiene fede all'alto livello artistico e Ari Pulkkinen ci regala una colonna sonora magica mai fuori luogo, che alterna leggeri valzer a vivaci solfeggi.

    Trine 2 Trine 2Versione Analizzata PCDopo la magia del primo episodio la paura che Trine 2 venisse piegato alle sterili leggi di mercato era più che giustificata. Quanto temuto in parte è avvenuto, l'ultima opera di Frozenbyte è sostanzialmente un “more of the same”. Le meccaniche sono le stesse, o comunque poco differenti, da quanto visto in precedenza; dopo due anni dovremo ancora usare Zoya e Pontius nello stesso modo, senza possibilità di modificare, almeno in piccola parte, i ruoli o il gameplay. Amadeus invece, perdendo la capacità di evocare le piattaforme basculanti che tanto abbiamo odiato, ha subito addirittura una piccola involuzione. La stessa cosa accade per gli enigmi e gli ostacoli da superare. Eppure, non si può fare a meno di giocarci, finirlo e rigiocarci, per poi riprenderlo in mano il giorno dopo con la scusa che non abbiamo trovato tutti i bonus segreti. I difetti citati o le critiche mosse servono soltanto a ricordarci che, in fondo, la perfezione non è di questo mondo. Che siate o meno appassionati di platform, Trine 2 va provato. Raramente si ha l'opportunità di correre e saltare in un universo digitale di tale bellezza. E si, magia e poesia camminano ancora a braccetto con i nostri tre eroi.

    8

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