Uncharted 4: Modalità Survival Recensione

A distanza di mesi dalla release, analizziamo lo stato di salute del multiplayer di Uncharted 4, in occasione dell'aggiunta della modalità Survival.

Uncharted 4: Modalità Survival Recensione
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  • PS4
  • PS4 Pro
  • Abbiamo ritrovato nostro fratello che credevamo perduto per sempre; abbiamo esplorato abissi profondi e profanato i freddi cimiteri scozzesi; abbiamo scoperto l'utopistica Libertalia ed il leggendario tesoro di Henry Avery: ma non ne abbiamo mai abbastanza. Dopo aver concluso la quarta avventura di Nathan Drake, infatti, veniamo sopraffatti da un incolmabile senso di vuoto, specialmente quando siamo consapevoli che quello appena vissuto rappresenta il capitolo conclusivo di una saga straordinaria, la vera "fine di un ladro". È per riempire questa mancanza che in tanti, allora, al termine dell'indimenticabile storyline di Uncharted 4, si sono subito fiondati nella modalità multigiocatore: per rincontrare tutti quei protagonisti cui si sono affezionati nel corso degli anni, per impersonarli ancora una volta, per mettere di nuovo piede nelle splendide location che hanno fatto da sfondo alle peripezie del loro avventuriero preferito. E la Naughty Dog è stata abilissima nel fomentare costantemente l'interesse della fanbase, supportando il suo capolavoro con una pletora di continui aggiornamenti: mentre attendiamo l'arrivo di The Lost Legacy (unico e solo DLC singleplayer), dunque, proviamo a tracciare insieme un breve resoconto dello stato di salute della modalità online di Fine di un Ladro a distanza di mesi dalla release, in occasione dell'ultimo, corposo update che ha apportato alla formula d'esordio qualche piccola, grande novità.

    "Quando si vince è merito di tutti..."

    La freschezza del multiplayer di Uncharted 4 risiede tutta nel suo essere immediato, diretto e padroneggiabile con scioltezza: basta pochissimo per prendere confidenza con i ritmi dell'azione, con la velocità e la frenesia del gioco. Siamo lontani anni luce dai fervori competitivi su scala e-sports, distanti da qualsivoglia pianificazione, da qualsiasi lento apprendimento delle tecniche più pericolose, dalla ricerca dell'arma più rara o più potente: non serve altro che gettarsi a capofitto nella mischia e portare il proprio team alla vittoria.

    Una semplificazione di tal genere non implica - beninteso - una svalutazione eccessiva dell'efficacia del multiplayer. Naughty Dog ha optato, in linea con i precedenti episodi, per un sistema privo di complicazioni inadatte alle ambizioni del team, in modo tale che sia nuovi acquirenti, sia veterani pluridecorati possano collaborare nella stessa squadra senza troppi dislivelli. Attenzione, però: l'esperienza sul campo traccia comunque una spessa linea di demarcazione tra chi conosce a menadito ogni sfaccettatura del prodotto e chi ha appena iniziato ad impararne le basi. Con un po' di partite sul groppone, infatti, le complesse e articolate mappe divengono sempre più familiari: si riconoscono i punti più vulnerabili, le posizioni più vantaggiose, gli appigli nascosti dai quali far precipitare gli avversari e le zone di respawn più comuni in cui piazzare qualche sorpresa esplosiva. La parola d'ordine è, come in tanti altri multiplayer game, "conoscenza": la capacità di calcolare il rinculo delle armi predilette, di scovare scorciatoie più utili all'interno delle arene, di "leggere" (e prevedere) lo stile d'assalto o di difesa del gruppo rivale. Cionondimeno, l'assenza di veri e propri bonus all'aumento di livello, che possano incrementare eccessivamente le skill e l'armamentario di un giocatore, permettono anche a chi è stato per troppo tempo lontano dal massacro collettivo di scendere in campo senza controindicazioni. È da questo alleggerimento della profondità di gioco che scaturisce un equilibrio raffinato e catartico, una caratteristica che concede al multiplayer di Uncharted 4 di divenire esattamente ciò che voleva essere: un puro, innocuo, spensierato passatempo. Naughty Dog non ha tuttavia mai smesso, come già accennato in apertura, di aggiornare con una certa costanza il multigiocatore di Fine di un Ladro, ora intervenendo su piccoli fix e ribilanciamenti, ora aggiungendo interi nuovi stage, che hanno arricchito un'offerta davvero molto sostanziosa. Accedendo all'apposita sezione, dunque, è possibile cimentarsi nelle modalità Deathmatch a squadre (semplice e classificato), Controllo (in cui occorre presidiare una zona ed assumerne il possesso), Saccheggio (una variante di cattura la bandiera, dove recuperare un idolo sulla mappa e condurlo alla propria base), ed infine Cacciatore di taglie (nella quale bersagliare il caposquadra avversario per ottenere più punteggio). All'elenco, con l'ultimo aggiornamento, si unisce Re della collina, ancora in fase beta e soggetta a possibili variazioni in base al feedback del pubblico, che ci chiede di rivendicare il dominio di una specifica area del livello, similmente a quanto avviene in Controllo, ma con parametri di punteggio e di vittoria abbastanza diversi (ad esempio, se una squadra domina la collina, la rigenerazione dei membri dopo un abbattimento è sospesa).

    Alcune modalità funzionano certamente meglio di altre: il Deathmatch rimane, secondo la nostra opinione, ancora la scelta più raccomandabile, sufficientemente equilibrata e sempre parecchio divertente, mentre Saccheggio e Cacciatore di taglie ci sono parse alle volte troppo inclini al caos indiscriminato. In esse l'obbligo della cooperazione non si adegua sempre in modo omogeneo alle variegate (e un po' caotiche) strategie d'attacco che il titolo propone. Raccogliendo i tesori sparsi per la mappa, infatti, i partecipanti possono sia acquistare armi dorate (come lanciarazzi o lanciagranate), sia chiamare partner di supporto (tra cui un soffocatore o un imbattibile colosso) sia attivare uno degli strumenti mistici equipaggiati (poteri magici dagli effetti invalidanti di varia natura). Tutti questi elementi, uniti agli incrementi ad uso singolo, garantiscono quindi un'ottima varietà di specializzazioni sul terreno di gioco. Nonostante simili diversificazioni, comunque, non si ha mai l'impressione che un equipaggiamento sia più efficiente di un altro: a fare la differenza è sempre l'abilità del giocatore, la sua bravura nel prendere la mira, nel ripararsi nei punti più sicuri dell'ambiente e, soprattutto, la sua attitudine a cooperare appieno con il proprio team, curando i feriti, fornendo fuoco di copertura o, se necessario, sacrificandosi per il bene comune, senza egoistiche manie di protagonismo.

    È vero che, con la pratica, possono essere sbloccati numerosi upgrade per le armi, dalla capacità del caricatore alla riduzione del rinculo, ma si tratta di miglioramenti che non capovolgono in nessun caso l'andamento del match. Nemmeno la schietta immediatezza del multiplayer di Uncharted 4 è però esente da grossolani errori che minano, in modo addirittura preoccupante, l'equilibrio degli incontri. Anzitutto, andrebbe rivalutato il bilanciamento delle armi, alcune delle quali decisamente poco "realistiche": è il caso del tanto amato/odiato fucile a pompa, pressoché letale se colpiti da vicino, ma altrettanto mortale anche a distanza quasi siderale. Allo stesso modo dovrebbero essere depotenziate sia la pistola "barock", che in molte istanze sembra possedere persino il raggio d'azione di un AK47, sia il fucile da cecchino, che spesso ci abbatte con un sol proiettile pur senza averci colpito dritti in testa. A ciò si aggiunge una serie di bug più o meno gravi, come coperture magicamente invisibili o compenetrazioni poligonali nelle quali nascondersi e continuare ad attaccare indisturbati. Non si può, in fin dei conti, negare lo zelo con cui Naughty Dog tenta di ampliare la formula della modalità multigiocatore, inserendo sempre innovative, interessanti feature: eppure, a tratti, lo studio si dimentica di affinare le spigolosità di alcuni elementi cardine che intaccano la godibilità dei match, chiaro sintomo di una certa inesperienza sul fronte del gaming online. Ne forniscono altresì un'evidentissima prova l'ingenua decisione di inserire l'espulsione forzata di un utente dopo 30 secondi di inattività (un tempo un tantino troppo breve, per i nostri gusti) e l'assenza di punizioni per gli (ormai frequentissimi) "rage quit": la sempre vibrante community di Uncharted 4, per questo, inizia lentamente a sfoltirsi, o ad essere oberata da giocatori che si arrendono alle prime difficoltà, lasciando la propria squadra in grande svantaggio numerico.

    I will survive

    Dopo un saporito antipasto fatto di piccole ma importanti introduzioni, Naughty Dog ha finalmente servito in tavola il suo piatto principale: l'update 1.18 non introduce solo nuove skins per i nostri adorati protagonisti ("Elena guerriera", in particolare, è da mozzare il fiato) e due mappe extra (l'innevata Deragliamento, presa direttamente da Uncharted 2, e la labirintica Prigioni) ma anche l'inedita, avvincente modalità Survival. Si tratta di una competizione basata interamente su un progressivo numero di ondate, con avversari sempre più aggressivi, feroci e armati fino ai denti: strutturato in vari gradienti di difficoltà, il Survival Mode propone una sfida alquanto impegnativa, di certo non adatta agli utenti inesperti. Il tasso di complessità supera persino i momenti più frustranti del singleplayer, e le orde di colossi, corazzati o cecchini, che ci vengono in contro con fare assassino, rischiano di mettere in ginocchio chiunque le prenda sottogamba.

    Guida per sopravvivere ai tuoi bug

    L'aggiornamento 1.18 non apporta, disgraziatamente, soltanto considerevoli benefici ma anche qualche fastidiosissimo problema. Dopo averlo installato, infatti, potrebbe capitarvi (come al sottoscritto e a gran parte della community) che Uncharted 4 si inceppi in un infinito caricamento durante schermata iniziale. Piuttosto che disinstallare e reinstallare tutti gli oltre 60 GB del gioco in preda al (comprensibile) panico, allora, provate ad utilizzare il seguente procedimento, rapido e indolore, in attesa che il team risolva il disguido personalmente: disattivate per qualche secondo la connessione ad internet della console, dopodiché avviate l'eseguibile di Fine di un Ladro. Una volta entrati nel menù, dunque, collegate di nuovo la PS4 alla rete, e selezionate la modalità multigiocatore (non la Survival, badate!): all'interno della sezione multiplayer "classica" potrete poi, in un microsecondo, switchare al Survival Mode, bypassando in tal modo il bug che questa gradita aggiunta si porta in dote.

    Meglio allora approcciare i 10 livelli disponibili (suddivisi ognuno in 5 assalti) con una squadra di altri due compagni, possibilmente amici fidati, grazie ai quali organizzare precise strategie difensive o offensive. In questa nuova modalità, del resto, non potrete usare l'equipaggiamento con cui vi siete allenati durante i Deathmatch, ma partirete tutti, almeno all'inizio, con un armamentario di default, nonché con un sistema di progressione appositamente dedicato, tramite cui espandere le bocche da fuoco da imbracciare. Al principio di ogni stage, e durante le pause tra una masnada e l'altra di soldati, avrete l'opportunità di rifornirvi nelle casse posizionate in specifici punti delle mappe, a costo di denaro faticosamente guadagnato: munizioni, pistole e fucili potranno anche essere raccolti al suolo dai cadaveri dei nemici, ma, al contrario del multiplayer tradizionale, saranno pezzi unici che soltanto un giocatore potrà acciuffare. È preferibile quindi che la squadra sia composta da membri dotati ognuno di un arsenale personale, così da evitare il furto di preziose munizioni al proprio compagno. La mole d'incarichi, che la modalità Survival ci impone di superare, è di tutto rispetto: si va dalla banale sopravvivenza alle rognose time trial, passando per l'obbligo di sconfiggere i nemici solo tramite i colpi alla testa o il corpo a corpo (quest'ultimo ricalca, inoltre, la medesima spettacolarità coreografica già vista durante la storyline). Nel bel mezzo della vostra adrenalinica resistenza, infine, dovrete fronteggiare 5 terribili boss fight, in duelli estenuanti e parecchio gratificanti. Sebbene i dieci stage possano essere completati in un singolo pomeriggio con una squadra ben affiatata, la presenza di quattro livelli di difficoltà (con un quinto in dirittura d'arrivo), di numerosi obiettivi secondari da portare a termine e finanche di nuovi trofei da conquistare amplificano di molto la longevità di questo imperdibile update gratuito. Considerando che durante gli assedi siamo chiamati a bucherellare esclusivamente bot dalla notevole intelligenza artificiale (almeno dal rango "normale" in su...), permane soltanto il parziale rammarico di non poter giocare in split screen con un amico seduto accanto a noi, come invece avveniva nella co-op di Uncharted 3.

    Uncharted 4 Fine di un Ladro Uncharted 4 Fine di un LadroVersione Analizzata PlayStation 4Per quanto non incarni di certo la colonna portante dell’avventurosa esperienza firmata Naughty Dog, il multiplayer di Uncharted 4 ci appare in forma smagliante anche dopo otto mesi dal rilascio ufficiale: resta difatti inalterata la sua capacità di mettere in scena vivaci, spassosi e disimpegnati scontri 5vs5, privi di reali velleità competitive. Un gran quantitativo di modalità, un nutrito arsenale, un vasto ventaglio di skin e una strepitosa crew di personaggi utilizzabili compongono un insieme appagante al punto giusto, che saprà intrattenere senza dubbio alcuno sia i neofiti che i veterani. Non vanno comunque dimenticati alcuni peccati veniali, tra cui un’indulgenza eccessiva verso gli utenti più scorretti e un bilanciamento delle armi non sempre impeccabile. L’update 1.18 ci presenta infine il tanto agognato Survival Mode: difficile, frenetica, avvincente e - aspetto ancor più importante - impagabilmente divertente, questa modalità è soltanto l’ultima di una serie di aggiunte con cui il team continua a supportare la sua accorata community, con lo scopo di mantenerla sempre attiva e soddisfatta. Il calendario degli aggiornamenti, del resto, nei piani di Naughty Dog, proseguirà fino alla primavera dell’anno venturo, così da garantire al multiplayer di Fine di un Ladro una lunga e duratura “sopravvivenza”.

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