Undertale: Recensione della versione PlayStation 4

A due anni di distanza dall'uscita su PC, Undertale arriva anche su PlayStation 4: siete pronti a tornare in questo magnifico mondo sotterraneo?

Undertale: Recensione della versione PlayStation 4
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Disponibile per
  • PSVita
  • Pc
  • PS4
  • Xbox One
  • Switch
  • Xbox One X
  • PS4 Pro
  • Xbox Series X
  • Piccola fiaba oscura, emersa in superfice dal sottosuolo delle produzioni indipendenti, Undertale rappresenta un sorprendente passo in avanti per la maturazione del medium videoludico. La sua carica di originalità resta celata, di primo acchito, dietro a uno stile visivo e a dinamiche di gameplay volutamente rétro: eppure, poco alla volta, dungeon dopo dungeon, si riscopre una produzione dalla grandezza inaspettata, che offre nuova linfa al genere dei giochi di ruolo. Un'opera che, attraverso un dedalo di scelte e possibilità alternative, adatta progressivamente la sua struttura alla volontà e all'indole del giocatore. Occorre, al solito, ringraziare il sottobosco di Steam, se Undertale è salito agli onori della cronaca due anni fa: con colposo ma perdonabile ritardo, il capolavoro di Toby Fox risorge anche dalle profondità dello store di Sony, pronto a guidare gli utenti PlayStation verso la via del perdono e della pace interiore. Oppure lungo i tortuosi e sanguinolenti sentieri della vendetta.

    I worship like a dog at the shrine of your lies

    È una trama in apparenza molto banale quella che fa da sfondo alle nostre (dis)avventure: un breve prologo ci introduce una lunga e sofferente guerra tra uomini e mostri, al termine della quale i secondi sono stati confinati in un reame sotterraneo, da cui - a causa di un'invalicabile barriera magica - non possono più liberarsi. È qui che precipita inavvertitamente il protagonista, un bambino dal cuore puro intrappolato in un labirinto di creature e trappole mortali. Mai come in Undertale, il canovaccio narrativo è soltanto una pagina bianca che aspetta di essere riempita dalle nostre gesta: se i personaggi che incontreremo nel corso del cammino rimarranno sempre gli stessi e gli eventi seguiranno un andamento abbastanza regolare, a cambiare profondamente sarà il rapporto che instaureremo con i comprimari, il loro atteggiamento nei nostri confronti e -soprattutto - il finale della storia.

    È il concetto di moralità - tipico di molti altri GDR - ad assumere nell'opera una forma concreta e perfettamente funzionale alle dinamiche ludiche. Le variabili in campo sono numerose, difficilmente calcolabili anche dopo diversi playthrough: la bellezza nascosta di Undertale risiede soprattutto nell'insieme di dettagli che, ad ogni nuova linea di dialogo, crea un mosaico poliedrico e dalle mille sfaccettature. Più che un banale capriccio di scrittura, come accade invece in tanti giochi di ruolo, decidere come agire e come caratterizzare il comportamento del protagonista ha un impatto devastante sull'andamento della progressione, sia in termini narrativi, sia in quelli squisitamente ludici. La dicotomia bene/male non è inscenata in modo eccessivamente schematico né banalizzante: non si tratta, in Undertale, di comprendere "chi siano davvero i mostri", ma di scegliere come sopravvivere. Ogni creatura che incontreremo ci sarà inizialmente ostile, non tanto per crudeltà innata, quanto per spirito di conservazione. È la paura a dominarla, l'istinto a governare le sue azioni. A noi spetta la possibilità di fronteggiare le minacce a viso aperto, rispondendo con i denti a chiunque ci digrigni contro, oppure provare a calmarne la ferocia, comprendendone i timori e stringendo con loro un legame d'amicizia. Tutti gli incontri/scontri iniziano, inevitabilmente, con un duello: un semplice minigame ci chiede di schivare gli attacchi degli oppositori, all'interno di un minuscolo riquadro che richiama palesemente lo stile dei gdr di trent'anni fa.

    Al termine del turno avversario, toccherà a noi compiere una mossa: potremo ora rispondere direttamente ai colpi, così da rispedirlo al creatore, ora "analizzare" il mostro ed instaurare con lui una sorta di conversazione, selezionando le frasi giuste che possano colpirlo al cuore più di quanto farebbero i nostri fendenti. Se opteremo per le risposte e le parole corrette, la creatura inizierà ad essere sempre meno aggressiva nei nostri confronti, finendo addirittura col perdere la voglia di combattere. Undertale può essere completato senza uccidere nessun'anima viva. Basterà armarsi di pazienza e spirito "pacifista", resistendo il più possibile agli assalti nemici e individuando i loro punti deboli. A fornirci un notevole supporto durante quest'ardua impresa sarà soprattutto la strepitosa sceneggiatura: quelli che sembrano scambi di battute in apparenza molto infantili, adatti al registro stilistico di una favola per bambini, in realtà posseggono una grande cura per i particolari più infinitesimi che, con un singolo aggettivo posizionato al punto giusto, ci forniscono ottimi indizi sul temperamento dei mostri in cui ci imbatteremo. Come fosse un'avventura testuale d'antan, insomma, Undertale ci permette di scavare nella psicologia degli avversari, così da evitare lo scontro. La "non-violenza", però, non è certo una strada in linea retta: senza uccidere le creature, del resto, non otterremo alcuna esperienza tramite cui salire di livello. Questo implica una curva di difficoltà molto più ripida, che ci costringe ad affrontare i boss del gioco con punti vita assai ridotti. Qualora la frustrazione prendesse il sopravvento, potremo sempre indurire il nostro cuore e polverizzare chiunque si frapponga tra noi e l'obiettivo finale. Dopo essere stati inghiottiti dalla spirale del massacro, sarà davvero difficile riuscire ad uscirne: non solo perché diventeremo potenti e temuti (tanto che i mostri inizieranno a spopolare le aree di gioco per paura di incappare nella nostra ira), ma anche perché - sul fronte morale - ormai non avremo più nulla da perdere. Se verremo coinvolti appieno nel mood del titolo, arriveremo al punto di pensare che un morto in più sul nostro cammino non farà alcuna differenza. Una volta insozzata l'anima col sangue delle creature, d'altronde, una goccia in più finisce per passare inosservata. Ed invece, tra i due estremi si situa anche una via di mezzo: la soluzione neutrale, in cui non saremo né buoni, né cattivi, e nella quale potremo alternare spietatezza e misericordia, con ovvie conseguenze dal punto di vista della storyline.

    Con strepitosi guizzi metavideoludici, rotture della quarta parete e situazioni al limite dell'assurdo, ci accorgeremo ben presto di come la varietà tra i diversi approcci adottabili sarà invasiva e stimolante, invogliandoci ad esplorare più e più volte il mondo sommerso solo per riuscire a coglierne tutte le innumerevoli sfumature. Muteranno gli enigmi da risolvere, le aree da visitare, gli avversari da battere e persino l'emotività con cui ci cimenteremo nell'avventura: cambierà, in breve, l'intera esperienza ludica ed il modo di recepirla, viverla, interiorizzarla. Il merito maggiore di Undertale risiede quindi nella capacità di imbastire un micromondo sublime, popolato da esseri dotati di una propria vicenda personale, di un proprio carattere, di una propria interiorità. Noi potremo divenire o futili pedine o veri deus ex machina di un gioco che, con un pizzico di grottesca leggerezza, ti sbatte in faccia la potenza della crudeltà e la delicatezza della pietà. Tutto questo senza mai perdere di vista il gusto per la semplicità comunicativa, composta - lo ripetiamo -da un puzzle di microscopici dettagli che contribuiscono a tracciare il profilo di questo reame sotterraneo. Nel pieno rispetto della filosofia che permea la produzione, la versione PS4 differisce da quella PC soltanto per minuzie a malapena percettibili (tra cui spunta fuori una stramba ed inedita area del tutto opzionale), che in alcun modo influenzano né l'avanzamento né lo sviluppo della trama. L'unico aspetto di Undertale che potrebbe scoraggiare i giocatori più giovani, avvezzi ai prodigi tecnici della corrente generazione di console, consiste semmai in una cornice visiva essenziale e volutamente vintage.

    Non commettete però il gravissimo errore di considerare il comparto grafico un deficit invalidante: oltre ad essere un effettivo vincolo imposto dal basso budget a disposizione, la scelta stilistica di Toby Fox si rivela pienamente coerente con l'immaginario vibrante e vivo che prende forma su schermo. Il tratto fanciullesco dei disegni riesce a trasmettere una forte sensazione di fiabesca inquietudine, che trova manifestazione più pura nel design delle bestioline con cui interagiremo. La direzione artistica si dimostra pertanto sempre conforme al mood della produzione, a metà tra una storiella della buonanotte ed un racconto dell'orrore, in cui le raffigurazioni elementari e buffe delle creaturine posseggono un'espressività davvero "mostruosa".

    Undertale UndertaleVersione Analizzata PlayStation 4Animato da una sensibilità unica e difficilmente eguagliabile, Undertale su PlayStation 4 è lo stesso, identico miracolo di scrittura e di gameplay che ha saputo incantare i giocatori PC. Un’opera tanto geniale quanto originale, dove le definizioni di “giusto” e “sbagliato” acquisiscono nuovi significati, ed in cui l’impatto delle nostre decisioni assume un valore finalmente tangibile. Nel gioiello di Fox, il mondo di gioco conserva una propria “personalità” che si scontra con la differente indole di ciascun utente: la sola “barriera” che potrebbe impedirvi di entrare all’interno del mondo sommerso è incarnata tuttavia da una localizzazione esclusivamente in lingua inglese e giapponese. Senza una buona conoscenza dell’idioma anglosassone, difatti, rischiereste di perdere tutte le gradazioni di una trama meravigliosa ed avvolgente. Undertale, non a caso, vi chiederà di scegliere quale tipo di “giocatore” impersonare, mettendo così a nudo la vostra anima come pochissimi altri capolavori sono in grado di fare.

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