Valiant Hearts The Great War Recensione: la Grande Guerra infuria su Switch
Dopo Child of Light, anche la delicata opera a sfondo bellico di Ubisoft può raccontarsi al pubblico Nintendo...
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Articolo a cura di
Enrico Di Piramo
Disponibile perXbox 360
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Switch
Spesso, e non certo a torto, al nome di Ubisoft si associano subito saghe longeve ed enormi produzioni a mondo aperto, destinate a soddisfare gli appetiti virtuali delle grandi masse di giocatori. Tra un nuovo Far Cry e l'ennesimo Assassin's Creed, bisogna tuttavia riconoscere la comprovata capacità della software house francese di sorprendere di quando in quando, facendo convergere talenti e risorse anche a favore di iniziative contenute ma distintive, quando non addirittura coraggiose. Nel 2014 una di queste, più unica che rara, prendeva il nome di Valiant Hearts: The Great War.
In occasione della ricorrenza - datata 11 novembre - per il centenario dalla fine della Prima Guerra Mondiale l'acclamata opera di Ubisoft Montpellier è arrivata così anche su Nintendo Switch (sempre esclusivamente in digitale), dopo aver esordito su tutte le piattaforme di scorsa e attuale generazione. E lo fa per mezzo di un'operazione di conversione piuttosto regolare, senza che a monte vi sia - è bene precisarlo - chissà quale necessità di grandi aggiunte: conservativo sul fronte dei contenuti ma tecnicamente solido, il port è attento in primo luogo a valorizzare un'eventuale fruizione in modalità portatile del piccolo tesoro di Ubisoft. Ad ogni modo, quattro anni dopo, torniamo a raccontarvi di un videogioco straordinario e quantomai prezioso.
L'inutile strage
Assieme al criminalmente sottovalutato Spec Ops: The Line, Valiant Hearts: The Great War resta un mirabile esempio di come sia possibile trasmettere con intelligenza e sensibilità tutto il dramma della guerra, sfruttando il lessico del medium videoludico per raggiungere il coinvolgimento emotivo e, fatto ancora più importante dato il tema trattato, instillare un profondo desiderio di riscoperta e approfondimento della Storia pure una volta spenta la console. Il director Yoan Fanise (autore anche del più recente 11-11 Memories Retold) è l'abile orchestratore di un racconto tenue e crudo al contempo, liberamente ispirato ad autentiche testimonianze scritte dell'epoca, che si dispiega attraverso un'atipica avventura in due dimensioni svincolata con fierezza da ogni etichetta di genere.
Protagonisti i cinque "cuori valorosi", ognuno di distinta nazionalità, le cui vicissitudini si intrecciano tra loro mentre ripercorrono le tappe più importanti del tragico quadriennio sul Fronte Occidentale. Impossibile non empatizzare in almeno un'occasione con il vecchio contadino Emile o la determinata infermiera Anna, oppure affezionarsi al cane Walt: merito di una efficace caratterizzazione dei personaggi e una messa in scena degli eventi capace di esaltarne la dimensione umana e semplice di individui comuni (aspetto che traspare con sincerità anche dai diari) che agiscono ormai in un contesto disumano. Benché una certa pesantezza sia presente, la rappresentazione della violenza non scade mai nella vuota spettacolarizzazione; allo stesso modo, non si offre (tranne nel palese scivolone dell'atto centrale, più ingenuo a tutti gli effetti) una lettura semplicistica degli schemi morali di ogni schieramento, restituendo fedelmente proprio quella complessità tipica degli anni del conflitto.
Si vis pacem, para bellum
Per quanto la dimensione narrativa sia importante nell'economia della produzione, è quella ludica che trascina il racconto con viva partecipazione. Il gameplay si esprime attraverso un ventaglio sorprendente di azioni e rompicapo ben concepiti: non tanto per la risoluzione (quasi sempre semplice e lineare perfino in modalità Veterano, ovvero senza indizi), quanto per il pregio di essere sempre coerenti col contesto che sta loro attorno.
Dallo scavo di gallerie senza far brillare esplosivi agli appostamenti per evitare le raffiche alternate di pesanti mitragliatrici, passando per momenti d'infiltrazione nei quali cambiarsi d'abito è fondamentale, una certa varietà ludica non manca di certo: eppure il ritmo non è sempre ben dosato e in alcuni casi tende al blando, nonostante la durata tutto sommato esigua (circa sei ore) dell'avventura. A scandire in maniera stimolante la progressione si inseriscono una raccolta di dossier informativi sui maggiori eventi del conflitto con allegate delle reali foto del periodo (realizzati in collaborazione con la fondazione Mission Centenaire), mentre i molti collezionabili rinvenibili qua e là altro non sono che oggetti e cimeli dell'epoca, ognuno arricchito da didascalie sempre dettagliate e interessanti, che contribuiscono di molto al valore educativo della produzione.
L'estetica sfoggiata da Valiant Hearts è poi un altro centro pieno: grazie alla flessibilità del motore di gioco UbiArt FrameWork (lo stesso che anima Rayman Origins e Child of Light), un raffinato stile artistico a base cartoon ("colpevole" talvolta di stemperare la forza di certe scene) si contamina in maniera virtuosa con il linguaggio a vignette del fumetto, sia per narrare l'azione fuori dallo schermo che per intonare sfondi e paesaggi dei colori e delle forme della tradizione d'autore franco-belga. Non meno importante, specie quando si tratta di pizzicare le giuste corde emotive, è l'uso magnifico delle musiche composte da Ian Livingstone e Peter McConnell, complici alcuni temi memorabili e toccanti.
Trincee ovunque
Nella sua conversione per Switch, Valiant Hearts offre un'ottima resa grafica in modalità portatile e, similarmente alla versione mobile, può essere giocato interamente attraverso gesture tattili oppure in modo più tradizionale utilizzando i Joy-Con. A ciò si aggiungono i contenuti bonus: sempre dalla versione mobile arriva Dogs of War, sorta di breve fumetto interattivo dedicato all'operato dei cani impiegati durante le azioni militari, che racconta la storia delle origini di Walt e la sorella Cassie.
Più stuzzicante è invece The Art of Valiant Hearts, una cospicua galleria di artwork dei vari elementi grafici di gioco, divisi per paesaggi, oggetti e scenari, e gli storyboard di alcune sequenze. Considerando anche l'assenza di particolari extra a livello di contenuti oltre a quelli sopramenzionati, va precisato infatti che Valiant Hearts si presenta su Switch ad un prezzo leggermente superiore (20 €) alle altre versioni sul mercato.
8.5
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Valiant Hearts: The Great WarVersione Analizzata Nintendo SwitchValiant Hearts: The Great War è un videogame peculiare, nato con finalità rare quanto nobili: utilizzare il mezzo videoludico per ricostruire, pur romanzando, un contesto storico complesso come quello del Primo Conflitto Mondiale al fine di coltivare e preservarne la memoria storica e individuale. Ora anche l'utenza Nintendo potrà giovare ovunque del premiato titolo di Ubisoft Montpellier, grazie a una conversione molto ortodossa ma nel complesso solidissima.