Recensione Valkyrie Profile 2 -Silmeria-

Ritorno a Midgard e Asgard, in grande stile

Recensione Valkyrie Profile 2 -Silmeria-
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Disponibile per
  • PS2
  • Fatti mandare da Odino

    Molti sequel, al passaggio da grafica bidimensionale a tridimensionale, finiscono inevitabilmente per trasformare due giochi della stessa serie in prodotti completamente differenti che, troppo spesso, condividono soltanto elementi della trama.
    Ostinarsi a considerare aprioristicamente quest’aspetto un difetto è però un errore. Restare troppo saldamente aggrappati a vecchie concezioni di gioco può anche portare a prodotti stantii, che si reggono soltanto sulla celebrità di un nome.
    A volte rischiare è un ottimo modo per disattendere l’hype, creando un prodotto affascinante e originale basandosi comunque sui suoi predecessori, proprio come ha fatto Tri-Ace con Valkyrie Profile: il primo capitolo (recentemente riadattato sugli schermi PSP con il sottotitolo Lenneth) è inequivocabilmente uno dei migliori RPG della generazione 32bit, e per questo un grosso peso grava sul suo seguito.
    Dopo un anno d'attesa, Silmeria giunge anche sugli scaffali nostrani, completamente tradotto in Italiano: è tempo di scoprire se gli abili designer giapponesi sono riusciti a riconfermare il proprio posto nell'olimpo dei creatori di giochi di ruolo.

    Capitolo Due. Uno.

    Nel secondo capitolo, dunque, ci troveremo di fronte ad un prodotto completamente diverso dal suo predecessore, sia sotto il punto di vista prettamente narrativo che -sopratutto- per il gameplay, abilmente mascherato in modo da ricordare quello di Lenneth, ma completamente diverso e ben più profondo. Dimenticate la divisione del gioco in capitoli, Silmeria è ben più lineare, e basa la sua storia su un forte cast di personaggi capitanati da Alicia, principessa del regno di Dipan.
    Imprigionata in un castello in tenera età dallo stesso padre a causa di un’apparente pazzia, la nobile protagonista cela al suo interno l’anima di Silmeria, Valkiria caduta che, invece di restare addormentata fino al prossimo ordine del Re degli Aesir, si è destata inaspettatamente mandando Asgard nel caos. Per questo motivo Odino ha mandato la fedele Hrist, terza valchiria al suo servizio, per eliminare Alicia e fare reincarnare nuovamente Silmeria. La povera principessa, esule e fuggiasca al tempo stesso, dovrà persino trovare il modo di fermare una guerra che sta per coinvolgere Asgard e Midgard, a base di artefatti mistici e paradossi temporali.
    Molti personaggi e riferimenti al prequel (Silmeria è ambientato prima di Lenneth) faranno la gioia dei fan, mantenendo alto il livello di interesse per la lunga avventura assieme ad una serie di rocamboleschi colpi di scena di sicuro effetto. La trama è strutturata in modo atipico, e rende perfettamente la condizione di esilio dei protagonisti, anche se in alcuni punti tende a fare eccessivi salti logici, finendo per confondere il giocatore e risultando forzata. Malgrado questo, quello che Silmeria offre è senza dubbio un viaggio memorabile, se non altro per il carisma dei protagonisti e la bellezza delle ambientazioni.

    Di piattaforma in piattaforma

    Ad una trama atipica si affianca un gameplay collaudato nelle sezioni di esplorazione, che ben poco ha a che spartire con i RPG orientali a cui la maggiorparte dei giocatori sono abiutati. Nelle cittadine e nei numerosi dungeon, infatti, l’azione viene ripresa in stile platform, ed Alicia, sotto il nostro controllo, potrà saltare, sferrare spadate e sparare Photon per risolvere enigmi via via sempre più complessi.
    Già in Lenneth la protagonista poteva lanciare cristalli in grado di congelare nemici e di creare piattaforme sulle pareti, ma Valkyrie Profile 2 si spinge ancora oltre: Alicia ha perso la possibilità di correre e scivolare, ma conservato tutte le abilità esplorative della prima Valchiria, guadagnando un utilissimo nuovo potere.
    Imprigionando un avversario in un cristallo e colpendolo nuovamente con un Photon, effettueremo un teletrasporto istantaneo scambiando la nostra posizione con quella del nemico.
    Abilità di questo genere comportano ovviamente la presenza di enigmi ancora più complessi, in cui dovremo calcolare la traiettoria dei fotoni, sfruttandone anche la capacità di rimbalzare sulle pareti, per far apparire mostri su pulsanti da premere, raggiungere leve apparentemente fuori dalla nostra portata o semplicemente teletrasportarci verso un’uscita.
    Durante l'esplorazione dei dungeon, oltre ad imbatterci nei soliti tesori di vario genere, potremo poi rinvenire delle armi circondate da una misteriosa aura che, se esaminate, permetteranno a Silmeria di risvegliare uno degli Einherjar custoditi all'interno della sua memoria. Si tratta di fantasmi di gloriosi guerrieri che hanno combattuto al suo fianco in passato, e sono pronti a servirla nuovamente.
    Gli Einherjar dunque andranno a rinfoltire il nostro party proprio come accadeva in Lenneth, ma questa volta non dovremo mandarli ad Asgard per aiutarne il sovrano, bensì potenziarli a sufficienza da permettergli di reincarnarsi, in modo da ridurre le schiere di Odino. Questi personaggi, inoltre, non influiscono affatto sulla trama: vanno considerati come membri del party bonus che, seppur dotati di un background molto curato (visionabile nell'apposito menu dello stato) non sono direttamente coinvolti nelle vicende di Alicia e compagnia. Il vero cast che traina la sceneggiatura si comporrà invece come nel più classico dei RPG di matrice nipponica, ovvero proseguendo con la storia.

    In gioco c'è la vita

    Magistralmente concepito, il motore che gestisce i combattimenti di Valkyrie Profile 2 non deluderà tanto gli appassionati della saga quanto giocatori di RPG di vecchio e nuovo stampo.
    Estraendo la spada e colpendo uno dei mostri visibili su schermo nei dungeon, verremo trasportati nel vivo della battaglia, in cui il nostro party verrà ripreso in terza persona all’interno di un’arena di grandezza variabile (che spesso includerà addirittura bivi e ostacoli di vario genere).
    Ruotando la telecamera potremo tenere d’occhio tutti i nemici e, una volta verificata l’entità della minaccia che ci apprestiamo a fronteggiare, decidere come agire: potremo attaccare tutti i mostri eliminandoli uno alla volta, colpirli con una magia oppure attaccarli in massa, dividere il nostro party in due piccole unità (da due personaggi ciascuna) per tentare di colpire alle spalle oppure lanciarci contro il leader dei mostri per eliminarlo causando la fuga di immediata di tutti gli avversari rimanenti.
    Qualunque strategia deve tener però conto del fatto che l'azione avviene in tempo reale, o quasi. Se ci muoveremo, anche i mostri lo faranno. Se ci fermeremo, tutto si fermerà con noi, dandoci la possibilità di riflettere ancora o scegliere quali incantesimi o oggetti utilizzare, spendendo AP (Action Point, come vedremo poco più avanti). Una volta raggiunti gli avversari, si passerà all'attacco vero e proprio: premendo uno dei quattro tasti principali del pad, la visuale si sposterà repentinamente di lato al party, rievocando i fasti di Lenneth su PSOne e PSP. Anche in questo caso, le cose funzionano in modo lievemente diverso rispetto al passato. Non c'è più un limite di tre azioni per personaggio, ma potremo premere tanti tasti quanto desiderato, tenendo però conto che ognuno di essi detrarrà un piccolo quantitativo di punti da una barra degli AP posta in fondo allo schermo che, una volta esaurita, ci costringerà a sospendere l'assalto. A questo punto, per ricaricare la barra, occorrerà far passare del tempo muovendoci oppure restare a riposo per pochi secondi, cliccando lo stick L3.
    Anche subire attacchi, entrando nell'area d'azione dei nemici (visualizzata da una piccola griglia rossa sul terreno) sarà utile a recuperare questi preziosi AP.
    Una delle feature più acclamate della serie, le Purify Weird Soul, ritorna con il nome di Soul Crush: se prima dell'esaurimento degli Action Point saremo riusciti a caricare una seconda barra (quella degli Hit), e se avremo equipaggiato la giusta arma, potremo rilasciare delle devastanti combo, tanto letali quanto stupefacenti da vedere.

    Altra carne al fuoco

    L'aggiunta di un campo di battaglia tridimensionale e ben articolato poteva essere una novità sufficiente per accontentare i fan, ma invece Tri-Ace ha preferito esagerare, introducendo altre, interessantissime novità che non solo si amalgamano perfettamente al sistema di gioco, ma arricchiscono il gameplay in modo impressionante.
    In primo luogo, occorre specificare che ogni mostro è diviso in varie parti: gambe, ali, braccia, torso, coda, gambe, e via discorrendo. Ognuno di questi pezzi produce oggetti diversi, e può essere attaccato singolarmente in modo da produrre particolari effetti, in modo analogo a quanto accadeva in Vagrant Story. Privare un mostro della coda può precludergli in alcuni casi l'uso di alcune mosse, o addirittura fargliene guadagnare di nuovi, recidergli le zampe lo renderà immobile. Una decapitazione invece si traduce in un'instant Kill. La cosa interessante però è che non potremo decidere direttamente quali zone colpire, o meglio, sarà necessario uno sforzo combinato della nostra capacità di osservazione e di setup del party: ogni personaggio può equipaggiare fino a tre mosse (più una counter, diponendo della giusta abilità) scegliendole da una grande lista che crescerà con l'aumento dei livelli. Ogni mossa varia per costo in AP, numero di combo, raggio, direzione del colpo e così via. In poche parole, giostrando con le varie opzioni a nostra disposizione, non solo potremo costruire un party flessibile esattamente secondo i nostri desideri, ma anche - acquisendo la giusta esperienza con il sistema di controllo - trovare il modo di fare letteralmente a pezzi gli avversari, vincendo le battaglie il più in fretta possibile e colpendo esattamente nei punti che vogliamo danneggiare.
    Questo aspetto del gioco acquisisce enorme importanza se si considera che la durata degli scontri è misurata da un timer, raffigurato da piccole sfere che perdono lentamente colore fino a sparire: ogni sfera che sarà rimasta alla fine dello scontro si trasformerà in un bonus all'esperienza o in preziosi e rarissimi oggetti. Inoltre, ogni singolo pezzo dei nemici produce loot diversi. Alla luce di tutto questo risulta evidente l'importanza di imparare a sferrare colpi rapidi e precisi.
    Un'occhio di riguardo al sistema di equipaggiamento. Ogni oggetto che potremo indossare è associato ad una runa e ad un colore. Combinando i giusti oggetti, e dunque realizzando la giusta sequenza di simboli, sbloccheremo varie abilità per i personaggi (che otterremo effettivamente solo dopo aver combattuto un certo numero di battaglie), come tutti gli aumenti di attacco e difesa del caso, possibiltà di rigenerare le ferite o di spendere meno AP per gli attacchi e così via. Questo ingegnoso sistema ci costringerà ad utilizzare per più del previsto oggetti meno potenti, ma anche a passare molto tempo cercando di procurarci tutti i drop dei mostri, in cercando di scoprire eventuali rune mancanti.

    Abbagliante

    Dopo l'incredibile performance di Square-Enix e del suo Final Fantasy XII, si parte sempre prevenuti sul comparto tecnico di un RPG, specie in Europa, in cui i titoli di questo genere arrivano in clamoroso ritardo. Proprio Valkyrie Profile 2, come anticipato poco fa, ha visto la luce sugli altri mercati addirittura prima del presunto capolavoro della casa del Chocobo.
    E invece una volta superata l'intro in CG di buona fattura, ci si trova davanti ad un motore grafico solidissimo, in cui la cura maniacale per il dettaglio la fa da padrone. Non solo Tri-Ace si permette di rivaleggiare con FFXII, ma in alcuni casi addirittura lo supera.
    Essendo le ambientazioni principalmente di concezione bidimensionale, i programmatori hanno utilizzato una grossa mole di poligoni per caratterizzare i fondali. Le travi di legno delle case, i mattoni delle mura, l'acqua che scorre dalle fontane fino a riempirle, versandosi sul ciottolato e riflettendo l'ambiente circostante. Ben realizzati anche gli effetti di trasparenza, indispensabili per completare un quadro fantasy fatto di ambienti cupi, spesso oppressivi, in cui la gestione della luce (e delle ombre), assieme alla giusta saturazione dei colori, è fondamentale per creare la giusta atmosfera. Le città sono dunque luminose eppure inquiete, mentre nei dungeon scuri ogni candelabro o crepa nei muri è preziosa fonte luminosa.
    Davvero non è possibile trovare difetti nell'estetica delle ambientazioni: la visuale platform non ha proibito di esprimere un enorme senso di profondità grazie a scorci di paesaggio che si perdono sulla distanza e una telecamera che segue coerentemente lo spostamento dei personaggi anche durante eventuali curve ed angoli, spostandosi dolcemente ed in modo continuo, senza mai cambiare l'inquadratura della scena.
    Città e villaggi sono popolati da un gran quantitativo di abitanti, tutti ugualmente ben realizzati, ma ovviamente un'ulteriore cura è stata dedicata ai protagonisti. Il character design e gli artwork di qualità impressionante, si sono trasformati in personaggi tridimensionali bellissimi. I lacci che legano gli stivali, i fregi dei mantelli, l'attenzione per i dettagli è alle stelle.
    L'unica pecca sotto questo punto di vista è una limitata gamma di espressioni nei volti, specialmente per quanto riguarda Alicia, che non soddisfa in alcune cutscene. Inoltre la camminata della protagonista, inizialmente, potrebbe risultare un pò troppo poco agile.
    Nei combattimenti invece tutto si muove fluidamente. I mostri sono vari, anch'essi ben concepiti e dotati di una vasta gamma di animazioni differenti. Magie e attacchi si traducono in un abbondante dose di effetti speciali, mentre i Soul Crush sono il non plus ultra, una festa di effetti particellari, luci abbaglianti, trasparenze fotografati al meglio dalla sempre ottima regia.

    La colonna sonora, curata da Motoi Sakuraba, segue i canoni d'eccellenza dettati dal resto del comparto tecnico. Si tratta di melodie a metà strada tra il tipico accompagnamento fantasy e il prog rock, condite dalla giusta dose di citazioni al capitolo precedente della saga. La maggiorparte delle tracce colgono nel segno l'atmosfera della storia, e per quanto complesse riescono ad imprimersi nella memoria del giocatore. Basti pensare che la sola musica dei combattimenti dura ben 3 minuti senza mai ripetersi, eppure dopo la sola prima sessione di gioco è impossibile non fischiettarla una volta spenta la console.
    Anche il doppiaggio, completamente in inglese, soddisfa appieno, anche se soffre a causa di un lip-synch non esattamente preciso. Inoltre combattimenti e dialoghi sono infarciti dalle tipiche frasi ad effetto cui la serie ci ha abituato, che non mancheranno di strappare un sorriso ai giocatori che già hanno imparato a conoscere le Valchirie di Tri-Ace.

    Il minimo sindacale

    Secondo molti il minimo sindacale per la durata di un RPG sono 40 ore. E' possibile finire Valkyrie Profile 2 in poco più della metà, a patto di aver fortuna con alcune boss battle più complesse, ma nel gioco abbondano missioni secondarie e segreti che allungano notevolmente il monte ore totale. Per soddisfare alcuni dei requisiti bonus più nascosti è necessario far salire vertiginosamente il livello di certi personaggi prima di determinati momenti della trama. A prima vista questo potrebbe sembrare impossibile, ma il trucco sta nello sfruttare abilmente il sistema di equipaggiamenti e abilità, unitamente all'uso delle Sealstone, pietre magiche sparse tra gli stage che è possibile spostare di luogo in luogo, in grado di modificarne alcuni aspetti, come la presenza di zone velenose, la velocità dei nemici e, appunto, il guadagno di esperienza. Utilizzando le sealstone giuste è anche possibile rivisitare dungeon già completi in cerca di tesori e stanze nascoste.
    Inoltre, verso la fine del gioco, si rende disponibile sulla mappa il Seraphic Gate, enorme livello segreto presente in tutti i giochi Tri-Ace, in cui è possibile battere un grandissimo numero di boss opzionali e reclutare nuovi personaggi.

    Valkyrie Profile 2 -Silmeria- Valkyrie Profile 2 -Silmeria-Versione Analizzata PlayStation 2L'unico motivo per cui non è possibile considerare Valkyrie Profile un capolavoro sono alcune piccole incertezze nella sceneggiatura. Per il resto Square-Enix e Tri-Ace hanno portato sugli scaffali un RPG per certi versi innovativo, ricco di elementi capaci di incollare al televisore per ore e forte di un motore dei combattimenti, per una volta, tutt'altro che noioso e ripetitivo. Completano il resto l'ineccepibile comparto tecnico e il level design in stile platform. Non sarebbe sbagliato considerare Silmeria il Vagrant Story per PS2. Sicuramente, assieme a Persona 3, il modo migliore per chiudere i conti con la generazione a 128 bit, ma anche uno dei migliori giochi di ruolo mai comparsi su PS2.

    8.5

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