Void Bastards Recensione: BioShock e System Shock a fumetti

Arriva su Xbox Game Pass un gioco che unisce i fumetti alle atmosfere di BioShock e System Shock. Ecco la recensione di Void Bastards.

Void Bastards Recensione: BioShock e System Shock a fumetti
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Disponibile per
  • Pc
  • PS4
  • Xbox One
  • Switch
  • Xbox One X
  • PS4 Pro
  • Nonostante questa generazione stia vedendo Sony e PlayStation in una posizione quasi predominante nei confronti della concorrenza, il futuro si fa progressivamente più incerto e indefinito. Microsoft, da mesi, si è lanciata in un processo di rinnovamento vigoroso, tra acquisizioni importanti e servizi sempre più definiti. Uno di questi "pilastri" è senza dubbio il Game Pass che, a differenza di PS Now, sta incontrando i favori della community. La divisione di Phil Spencer, di questi tempi, ha puntato molto sul suo abbonamento, e ogni mese gli utenti hanno a disposizione sulla propria Xbox titoli recenti e perfino nuove produzioni al day one.

    Tra queste troviamo proprio Void Bastards, realizzato dal team Blue Manchu, che vanta figure professionali con un passato segnato da BioShock e System Shock 2. Proprio dalle atmosfere dei due titoli nasce questo progetto inedito, disponibile per tutti gli abbonati al Game Pass. Un'opera che prende corpo tra le virtuali pagine di un fumetto, condita da una comicità scanzonata, ma che nelle sue viscere sa essere decisamente gagliarda. Preparate a dovere il vostro equipaggiamento, lo spazio può diventare un luogo estremamente ostile.

    Sales Hero

    Sin dall'evento X018 di Città del Messico, dove Void Bastards era stato annunciato, si erano visti i primi elementi di trama: in una sorta di roguelike a tema spaziale è nostro compito scappare dall'infida Nebulosa del Sargasso, al comando della nave S.T.E.V., grazie alle indicazioni dell'intelligenza artificiale della tecnologica fregata. I nostri panni sono quelli di un manipolo di delinquenti liofilizzati (letteralmente), che il supercomputer riporta alla forma umana quando il precedente ospite passa a miglior vita. La nebulosa, infatti, è un luogo decisamente pericoloso, pieno di minacce, creature e ostacoli. Un vero e proprio cimitero di relitti spaziali, persi nelle profondità del cosmo. Per fuggire dall'ammasso di carcasse, però, sono necessari alcuni oggetti chiave, e per nostra (s)fortuna potremo usufruire del più grande "negozio" a tema sci-fi dell'universo. Come dei provetti MacGyver, quindi, dovremo costruire il nostro lasciapassare verso la civiltà.

    È bene chiarire fin da subito che Void Bastards non presenta un comparto narrativo vero e proprio. Quello che ci viene fornito è un obiettivo finale, da raggiungere attraverso un percorso pieno di intoppi sistematici atti a fornire nuovi pretesti per proseguire nell'esplorazione. L'IA di S.T.E.V. ci indicherà di raccogliere un documento valido per abbandonare la Nebulosa, ma qualcosa andrà storto, e servirà un altro macchinario (che necessiterà di un upgrade), e via così fino a superare tutti gli ostacoli previsti da Blue Manchu. Tra uno step e l'altro è possibile godersi delle brevi cut-scene imbastite in uno stile da comic americano, ma si tratta di effimeri esercizi di stile che non rappresentano il fulcro dell'esperienza. Non esiste, quindi, un crescendo narrativo che restituisca qualche emozione, e la situazione non evolve neanche nelle fasi finali della campagna: tutto il fascino di Void Bastards è affidato al suo gameplay, l'unico e solo cuore pulsante dell'opera.

    Step by Step

    L'impasto ludico dell'opera di Blue Manchu, di contro, offre un buon ventaglio di situazioni da vivere sempre con il dito pronto sul grilletto. Ad ogni nuovo detenuto si può selezionare la rotta da seguire lungo la nebulosa, puntando all'obiettivo richiesto dal nostro tutore virtuale.

    La vita nel Sargasso però non è generosa, e per sopravvivere è fondamentale che si tengano sott'occhio due parametri: il cibo e il carburante. Il primo viene consumato quotidianamente dal nostro alter ego incarcerato, mentre il secondo risulta prezioso per compiere i salti spaziali utili a raggiungere un nuovo relitto. Terminare le scorte di nutrimento porta alla perdita di energia vitale, mentre restare a secco comporterà un numero maggiore di giorni per abbordare una fregata (con conseguente prosciugamento degli alimenti).

    In questi frangenti Void Bastards presenta una leggera anima gestionale che rende più profonda l'esperienza, arricchendo così la sua offerta generale. In aggiunta, infatti, si possono costruire diversi gadget e strumenti di attacco, e spulciare ogni angolo di una nave diventerà presto la vostra pratica principale. A parte, ovviamente, sopravvivere. Quasi tutte le navi alla deriva sono state infestate da creature di ogni tipo, tra umani che hanno subito troppe radiazioni e simpatici blob kamikaze in grado di far saltare in aria un intero corridoio.

    Senza dimenticare che ogni mezzo spaziale ha in dotazione torrette di sicurezza, bot armati pronti a scattare al minimo segno di effrazione e danni strutturali che potrebbero aver sparpagliato in giro chiazze di liquido radioattivo e cavi scoperti. L'intera nebulosa del Sargasso viene generata proceduralmente, e tutte le simpatiche minacce vengono rimescolate casualmente come un enorme Yahtzee intergalattico.

    Unica gentilezza fornita al manigoldo di turno è lo scanner di S.T.E.V., che indica quasi perfettamente i nemici all'interno dei relitti e gli oggetti da trovare per il crafting. In questo modo si riesce a valutare il rischio calcolato per ottenere risorse preziose, o beni primari per sopravvivere. È possibile, infatti, seguire una rotta senza necessariamente approdare sul navetta di turno, a patto di avere cibo e carburante a sufficienza per resistere un altro giorno.

    Nel caso in cui si decida di affrontare il pericolo, Void Bastards convince pienamente, diverte e stupisce, specialmente nella prima parte della campagna. Imparare i punti deboli dei nemici, studiare le loro routine comportamentali e testare il danno distruttivo di un nuovo gadget dona un senso di scoperta continua.

    Purtroppo, man mano che si scende nelle profondità della nebulosa, molti elementi vengono riciclati, e al posto di vedere nuove creature se ne incontrano varianti semplicemente più potenti. Allo stesso modo, la proceduralità delle navi stanca lungo la quindicina d'ore necessaria a completare il titolo, e ben presto punterete ad approcciare solo i relitti utili a sopravvivere o proseguire nel gioco, nonostante siano state previste condizioni extra per limitare il senso di già visto, con blackout o rifiuti nauseabondi che causeranno allucinazioni per colpa dell'olezzo.
    Anche il protagonista, ad ogni decesso, sarà rigenerato causalmente, e il suo codice genetico può influenzare effettivamente il gameplay. Potreste incappare, per esempio, in un detenuto incapace di vedere la barra vitale degli avversari, oppure in un abile pilota in grado di evitare danni durante la navigazione.

    Goodbye Stranger

    A caratterizzare il gameplay di Void Bastards troviamo un nutrito inventario di gadget e strumenti d'offesa: da una classica pistola semi-automatica a gattini robot esplosivi, oltre agli immancabili bonus alla vitalità o al consumo di ossigeno. Ogni nave, infatti ha scorte limitate d'aria e, oltre a rimpinguarle, è possibile migliorare il filtro della propria tuta. Ciò detto, l'arsenale delle bocche da fuoco si sposa perfettamente alle tipologie di nemici, e ogni creatura risulta più o meno sensibile a certi tipi di arma.

    La peculiarità dell'opera di Blue Manchu, però, risiede nel poter combinare più strumenti al fine di massimizzare i danni: per esempio i dardi elettrici possono immobilizzare l'avversario per diverso tempo, e in questo break abbiamo tutto lo spazio necessario per passare a un fucile più potente e debellare la minaccia di turno. Nonostante il bilanciamento impreciso, che vede certi strumenti più vantaggiosi rispetto ad altri, la ricchezza di possibilità offensive è uno dei punti forti di Void Bastards.

    Pad alla mano, il gunplay risulta fluido e piacevole, anche se si sente la mancanza di un tasto dedicato alla mira di precisione. Il mirino, infatti, è statico, e la mobilità generale non offre particolari innovazioni. Lungo l'avventura si accusa una leggera mancanza di dinamicità nel proprio alter ego, soprattutto perché ogni torretta o alieno ha una mira quasi sempre infallibile. Void Bastards non è un titolo da prendere sottogamba, e il livello di sfida è sicuramente tarato verso l'alto. Inoltre, l'energia vitale si rigenera solo all'esterno della fase esplorativa, tramite il cibo o in particolari stazioni mediche, inserite proceduralmente nei vari relitti. In poche parole, si tratta di un FPS vicino ai classici del genere, condito però da una ironia piacevole, anche se mai davvero trascinante.

    Un'altra delle attrattive di Void Bastards è senza ombra di dubbio il suo comparto tecnico, che risulta decisamente accattivante grazie a un cel-shading colorato e carico di stile. Sapientemente, gli sviluppatori hanno realizzato i vari nemici in formato bidimensionale, che risulta talmente ben congegnato da non apparire mai povero allo sguardo. L'idea trasmessa sin dal menu principale è quella di essere eroi di un fumetto, e questo tema è senza dubbio il leitmotiv del titolo: a testimoniarlo troviamo anche le varie onomatopee classiche delle produzioni cartacee, pronte a riempire lo schermo ad ogni azione o esplosione. Proprio in merito a queste ultime, su Xbox One base il gioco si comporta egregiamente anche nelle situazioni più concitate, escludendo qualche piccola sbavatura nella sincronizzazione verticale.

    Void Bastards Void BastardsVersione Analizzata Xbox OneVoid Bastards è un progetto che spinge fortemente la sua idea di far vivere le vicende avventurose di un fumetto al giocatore, ricordandoci un lontano Comix Zone vissuto tanti anni fa. Lo stile grafico è accattivante, così come la mole contenutistica di armi e situazioni in-game. Purtroppo la sorpresa iniziale delle prime ore scema molto velocemente, e sul finire della campagna si accusa una certa ripetitività, nonostante l’opera non sia particolarmente longeva. Nello specifico, si sente la mancanza di un traino narrativo a muovere le vicende, e l’epilogo non lascia forti emozioni o particolari soddisfazioni. Resta un buon esponente dei roguelike e un discreto FPS, soprattutto grazie alle possibili combinazioni di armi e gadget, da scoprire e sfruttare. Non si tratta, però, del miglior esponente nel suo genere, e se cercate qualcosa di più coinvolgente (soprattutto sul profilo della scrittura) potreste essere costretti a spostarvi verso altri lidi.

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