Recensione Warhammer 40.000: Dawn Of War II - Retribution

Recensita l'espansione stand alone del celebre strategico

Recensione Warhammer 40.000: Dawn Of War II - Retribution
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  • “Nella tetra oscurità del lontano futuro c’è solo guerra.”
    Così recita la più famosa massima dell’universo fantascientifico della serie di Dawn of War, la trasposizione elettronica del noto wargame targato Games Workshop. I ragazzi di Relic Entertainment ci regalano un nuovo capitolo della seconda incarnazione della serie, che va a concludere la drammatica storia del sottosettore Aurelia, dove nel corso dei precedenti episodi si sono riversati molti dei nemici dell’Imperium: i selvaggi Ork, i misteriosi Eldar, uno sciame Tyranide e non ultima la corruzione degli Dei del Chaos. Tuttavia, il destino del settore risulta ben più tetro di quanto ci si potesse immaginare...

    Una campagna per sei razze

    La prima novità, decisamente positiva, di questa nuovo capitolo è che, a differenza del precedente Chaos Rising (a tutti gli effetti un’espansione di Dawn of War 2), Retribution è un gioco stand alone; non richiede infatti di possedere il gioco originale: un valore aggiunto che sicuramente farà piacere a chi si è perso i due capitoli precedenti, considerando il fatto che viene venduto allo stesso prezzo di un expansion pack.
    Per la prima volta nella serie la modalità campagna permette di scegliere ciascuna delle sei razze disponibili, seguendo la storia da punti di vista diversi piuttosto che essere limitati al gruppo di Space Marine dei Corvi Sanguinari che abbiamo conosciuto in DoW2 e Chaos Rising. La notizia è stata accolta con gioia dai fan, che chiedevano a gran voce campagne con protagonisti diversi; capite quindi la delusione che si prova quando, terminata la prima campagna con una fazione, ci ritroviamo a giocare le stesse identiche missioni, sedici in tutto comprese quelle facoltative, sulle stesse mappe e contro gli stessi avversari. E’ vero che per motivi narrativi gli eventi non possono differire in maniera eccessiva, ma avremmo preferito un maggiore sforzo per cercare di variare l’esperienza di gioco da razza a razza: ad esempio modificando l’ordine in cui si affrontano le missioni, o cambiando il nemico affrontato sulla medesima mappa. Inoltre, sebbene le motivazioni e gli scopi dei diversi schieramenti siano differenti, a volte si trova difficile giustificare gli scontri tra fazioni supposte alleate; solitamente tali nemici vengono indicati come traditori, rivali, folli o rinnegati, a parziale giustificazione del confezionamento di un’unica campagna.

    Brucia l'eretico. Uccidi il mutante. Purifica l'impuro.

    Nonostante il disappunto, la modalità campagna ha subito notevoli migliorie dal punto di vista della giocabilità. La struttura delle missioni è rimasta la stessa, ma gli obbiettivi sono più vari e interessanti: se nell’originale l’obbiettivo era quasi sempre difendere un punto strategico o eliminare una unità nemica particolarmente pericolosa, in Retribution ci ritroveremo a fuggire da un carro Baneblade imperiale in mano ai traditori, intercettare un convoglio di rifornimenti o scortare un mezzo corazzato all’interno di un relitto spaziale. In ogni missione sono presenti anche obbiettivi secondare che, se completati, ci ricompenseranno con vantaggi immediati sul campo, esperienza extra e magari dell’equipaggiamento speciale. Ciascuna razza mette sotto il controllo del giocatore quattro personaggi, figure più o meno importanti di quella fazione: a differenza dei precedenti episodi, in cui guidavamo piccole squadre di Space Marine ciascuna con un ruolo tattico diverso, in Retribution abbiamo il controllo di personaggi individuali senza un seguito. Le squadre da combattimento possono adesso essere richiamate sul campo spendendo risorse, come nelle skirmish multiplayer, nel quartier generale ed in punti di controllo che conquistiamo durante la battaglia. Questo aspetto apre a una moltitudine di diversi approcci tattici alle situazioni di combattimento che incontriamo: possiamo infatti delegare alle squadre di fanteria il supporto a distanza e anticarro e sviluppare gli eroi in devastanti combattenti da mischia; oppure lasciare agli eroi un ruolo di supporto e far avanzare le squadre per tenere impegnato il nemico mentre i nostri mezzi corazzati li spazzano via da lunga distanza. Al termine di ogni missione, oltre all’equipaggiamento raccolto durante la battaglia, ci viene presentata la scelta tra diverse ricompense: equipaggiamento aggiuntivo come oggetti unici e potentissimi per gli eroi, oppure una nuova unità richiamabile sul campo o potenziamenti per le unità già disponibili. Possiamo quindi decidere come impostare il nostro stile di gioco per la campagna; inoltre, ad eccezione del comandante, è possibile decidere di non schierare un particolare personaggio per sostituirlo con una guardia d’onore, una versione molto più potente delle unità standard che può essere rimpiazzata, se persa, senza alcun costo. Ogni razza schiera eroi dai ruoli relativamente simili: lo specialista del corpo a corpo, il personaggio di supporto, l’artigliere pesante, il commando. In ogni caso le peculiarità di ogni fazione sono ben rappresentate, e il sistema di avanzamento dei personaggi, sebbene snellito rispetto ai precedenti episodi per coprire un numero di eroi almeno quattro volte superiore, fa il suo dovere nel proporci differenti configurazioni di abilità.

    Gioco di Squadra

    La modalità cooperativa, anche alla luce delle modifiche di cui sopra, risulta molto più godibile che in precedenza. Si ha molta più varietà di scelta avendo accesso sia agli eroi che alle guardie d’onore, e ciascun giocatore può decidere di spendere le risorse accumulate per richiamare unità sotto il suo controllo: viene naturale assegnarsi dei ruoli tattici, lasciando le truppe da mischia sotto il controllo dello stesso player mentre l’altro coordina le truppe con armi a distanza o pesanti e i personaggi di supporto. Alle difficoltà più elevate la micro gestione delle numerose abilità a disposizione degli eroi e delle truppe è vitale per non essere sopraffatti, e un attacco ben pianificato e coordinato risulta molto più efficace. Altrettanto importante è la comunicazione riguardante il fuoco amico, specie se si ha a che fare con armi ad area di effetto come granate o cannoni al plasma; il vostro compagno non sarà felice di veder saltare in aria i suoi specialisti del corpo a corpo durante una carica! Anche la modalità Ultima Resistenza, ha ricevuto aggiornamenti: inizialmente introdotta in una patch del gioco originale, assieme a due altri giocatori dovrete resistere con i vostri eroi a ondate sempre più numerose e letali di nemici. Dopo ogni scontro il vostro eroe guadagna esperienza, sbloccando nuove abilità ed equipaggiamento come in modalità campagna. In Retribution viene aggiunta una nuova arena, il santuario del Dio del Sangue Khorne, e un nuovo eroe, il generale della Guardia Imperiale. E’ possibile importare i propri personaggi da Dawn of War 2 e Chaos Rising, nonostante il passaggio dalla piattaforma di matchmaking Microsoft (Games for Windows Live) al ben più efficiente e collaudato Steam comporti qualche difficoltà di sincronizzazione.
    Non ci sono invece aggiunte di rilievo nel multiplayer classico, fatta eccezione per una nuova unità per ciascuna delle fazioni già introdotte, e naturalmente la possibilità di giocare al comando del Martello dell’Imperatore, la Guardia Imperiale. A differenza degli Space Marine, uomini geneticamente modificati per diventare i soldati perfetti, la Guardia Imperiale basa la sua strategia sul numero di uomini, su un approccio difensivo e sulla sua potente divisione corazzata. La squadra di fanteria standard è relativamente debole e male armata, ma può riparare i veicoli, trincerarsi con le armi pesanti a difesa di obbiettivi e può contare sul supporto dell’artiglieria pesante e del terrificante Baneblade, un tank con abbastanza bocche di fuoco da spazzare via un nemico impreparato da solo. Le partite multiplayer mantengono il ritmo veloce caratteristico della serie: senza la necessità di costruire una base come negli RTS di stampo classico, l’attenzione si focalizza sull’azione, sfruttando al meglio le unità a propria disposizione e cercando di superare tatticamente l’avversario colpendo dove fa più male.

    Spirito Macchina

    Il motore grafico del gioco, come ci si può aspettare, non ha subito modifiche sostanziali: anche a due anni di distanza rimane comunque graficamente ineccepibile. Portando lo zoom molto vicino alle unità, oppure durante le cutscene dove la telecamera si avvicina ai personaggi, si può notare l’uso di texture a risoluzione relativamente bassa; scelta giustificabile dovendo renderizzare un numero molto elevato di modelli durante gli scontri più concitati, con tanto di fisica ragdoll per i cadaveri e l’ambiente interattivo, ancora elevatamente distruttibile. I tempi di caricamento prima e dopo una missione risultano purtroppo eccessivamente lunghi, e a volte ci si chiede se il gioco non si sia bloccato quando rimaniamo sulla stessa schermata statica anche per più di un minuto; questo aspetto risulta frustrante specialmente in modalità multiplayer come Ultima Resistenza, dove si fa fatica a giustificare tempi così elevati per una mappa così piccola. Scarse performance di FPS invece, oltre a minare la giocabilità in generale, sono alquanto deleterie in multiplayer, e il gioco subisce molteplici rallentamenti se qualcuno dei partecipanti non ha ottimizzato le impostazioni audio e video in maniera corretta per l’hardware a sua disposizione; il tool di configurazione automatica disponibile tra le opzioni non funziona egregiamente, settando le impostazioni grafiche ben al di sopra di quello che la macchina può garantire, specie nei combattimenti più numerosi.
    Magistrale invece è il comparto audio, con effetti realistici e che ben rendono il caos di una battaglia. Il cast che presta la propria voce ai vari personaggi fa un ottimo lavoro per infondere personalità diverse e azzeccate: una menzione speciale va ai doppiatori degli Ork e del Kapitano Bluddflagg, esilarante sia nel tono che nei contenuti. Lo script di tutti i dialoghi rende ancora una volta giustizia alla curatissima ambientazione del gioco, e gli appassionati non resteranno delusi.
    Commento Finale

    Warhammer 40.000: Dawn Of War II - Retribution Warhammer 40.000: Dawn Of War II - RetributionVersione Analizzata PCAlcune pecche di carattere tecnico non devono scoraggiare: Retribution è un ottimo titolo, e rappresenta il culmine dell’evoluzione di un genere ridefinito dalla serie di Dawn of War. Le modifiche alla modalità campagna rendono più scorrevole il passaggio dal single al multiplayer, e la possibilità di vivere la storia del sottosettore Aurelia da un altro punto di vista, magari con un amico, giovano alla longevità di un gioco che, anche per il rapporto qualità-prezzo, non può mancare alla collezione di fan o amanti del genere RTS.

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