Recensione Warp

Un interessante Puzzle Game arriva su XBLA e PSN

Recensione Warp
Articolo a cura di
Disponibile per
  • Xbox 360
  • PS3
  • Pc
  • Con l’avvento di Portal il genere del puzzle game ha subito una piccola grande rivoluzione, avvicinando molti neofiti ad una categoria videoludica riportata improvvisamente in auge dal capolavoro Valve. Non poche sono state le imitazioni; alcune lodevoli, altre meno. Warp fa decisamente parte del primo gruppo. Sviluppato dallo studio Trapdoor e distribuito in Digital Delivery da Electronic Arts, il titolo ci mette nei panni di un (apparentemente) docile e timido alieno che dovrà fuggire dalla base segreta in cui è tenuto prigioniero. Schiantatosi sulla Terra, Zero (questo il nome del piccolo protagonista) viene immediatamente catturato da malvagi scienziati che come unico intento hanno quello di studiarlo, condannandolo a crudeli e interminabili esperimenti in un enorme complesso sotterraneo. Proprio durante uno di questi esperimenti (che fungerà anche da breve tutorial), Zero entra in contatto con un frammento del suo equipaggiamento precedentemente sequestrato, che gli permetterà di riacquistare le forze ed ottenere il singolare potere di teletrasportarsi in qualsiasi punto dello spazio a lui adiacente. E intendiamo davvero ovunque: persino dentro barili protettivi, mine a innesco, torrette mitragliatrici e... corpi umani. Con la semplice rotazione della levetta sinistra Zero farà esplodere in mille pezzi qualsiasi oggetto o corpo in cui è entrato in possesso, scatenando la conseguente isteria del personale che lavora all’interno del complesso militare e il logico ordine di eliminarlo a vista, sventando la pericolosa minaccia. Ma il potere di Zero, nonostante l’innegabile utilità, non gli permetterà una fuga facile e veloce: ecco perché ha bisogno di tutta la nostra bravura di videogiocatori per riuscire nella sua impresa, riconquistando la libertà ingiustamente negatagli.

    Voci nella testa

    Fin da subito Zero entrerà in contatto con una misteriosa entità che si dichiara anch’essa aliena e rinchiusa nello stesso laboratorio. Questo essere ci aiuterà molto spesso, fornendoci indizi utili su come proseguire il nostro cammino o raccontandoci brevi aneddoti sulla conduzione degli esperimenti eseguiti ai danni di altri sfortunati alieni. Nonostante il nostro obiettivo primario sia appunto quello di scappare recuperando tutto ciò che ci è stato tolto, non mancherà occasione di prendersi una piccola rivincita e cercare un modo per liberare le altre creature in trappola. Grazie all’abilità del teletrasporto il tono di Warp assumerà una dimensione differente a quella che si potrebbe desumere dai primi minuti di gioco, apparentemente asettica e grigia. Attraversare porte sigillate, far esplodere barili o tramortire scienziati e guardie armate sarà invece spassoso come poche altre cose, e raramente riuscirete a trattenervi dallo spargere le viscere di un povero ricercatore che, rannicchiato su sé stesso, vi chiederà pietà.
    A livello strutturale, nonsotante questo disimpegnato divertissment, il titolo è ben lungi dall’essere semplice. Il teletrasporto dell’alieno è limitato a poco più di un metro e oltre a precludere l’accesso a zone con muri molto spessi, ciò può indurre facilmente ad un errore di calcolo (durante gli spostamenti su oggetti o uomini in movimento), condannando Zero ad una morte istantanea. Consci di ciò, gli astuti programmatori di Trapdoor hanno disseminato l’intero mondo di Warp di numerosissimi checkpoint, grazie ai quali non saremo quasi mai costretti a ripetere da capo sezioni di gioco troppo lunghe. I molteplici ostacoli che incontrerà l’intrepido extraterrestre andranno dai classici soldati armati a torrette mitragliatrici a ricerca laser; starà solo al giocatore decidere che tattica adottare per proseguire. Quasi sempre il gioco premierà un approccio ragionato, poiché di fatto è impossibile andare avanti a testa alta sperando nella clemenza nemica. Le guardie udiranno i nostri passi se siamo troppo vicini e non esiteranno a spararci un unico colpo mortale, mentre i laser delle torrette difficilmente sbaglieranno mira. E persino gli scienziati, seppur sprovvisti di armi vere e proprie, potranno sempre lanciare un fastidioso allarme che allerterà tutti i soldati nelle vicinanze. Questo ci obbliga a sfruttare al massimo l’ambiente di gioco, nascondendoci ogni qual volta ci è possibile dentro appositi barili e uccidendo solo lo stretto necessario per cercare di passare inosservati in ogni situazione. Comprese le reazioni delle guardie, sapremo benissimo come comportarci, a volte dimostrando una sagace intraprendenza. Basterà apparire un attimo di fronte ai nemici, fuggire via dietro una parete, e poi rispuntare alle loro spalle mentre si muovono per controllare la zona in cui eravamo fino ad un attimo prima. Uno scossone e... Bam! Chiazze di cervello e intestini sparse sul pavimento.

    Telefono Casa

    A causa di cut-scene sottotono e spesso confusionarie, la misteriosa essenza entrata in contatto con Zero sarà l’unico vero modo per capire l’evolversi della trama. Per fortuna il background narrativo non è dei più profondi e ci consente di assistere a dialoghi brevi e concisi che si limitano ad indicarci il nostro prossimo obiettivo o il modo per superare una difficoltà inattesa. Difficoltà che potremo affrontare con successo grazie a nuovi poteri che sbloccheremo nel corso dell’avventura. Il teletrasporto infatti sarà solo un assaggio delle vere capacità di Zero che, man mano che entrerà in possesso di altri frammenti del suo equipaggiamento, sarà in grado di aumentare notevolmente le proprie abilità. Sarà possibile creare una proprio clone olografico per distrarre i nemici o addirittura teletrasportarci in un istante al posto di un oggetto presente nel nostro campo visivo. Ogni abilità potrà essere adeguatamente potenziata grazie ad uno skill tree, purtroppo poco ramificato, in cui si procede spendendo strane gelatine rosse collezionabili che si trovano sparse nei livelli. Ovviamente con l’aumentare delle possibilità delle azioni di Zero, anche la difficoltà globale e l’equipaggiamento nemico subiranno le giuste modifiche: ci troveremo davanti soldati armati di scudi energetici in grado di annullare i poteri del protagonista per qualche istante (purtroppo più che sufficiente per farlo fuori). O ancora avremo a che fare con torrette semoventi, con laser in grado di coprire grandi distanze. Com’è evidente, in Warp la sfida sarà costante e mai vi capiterà di trovarvi in una situazione di assoluto vantaggio. L’unico modo per uscire vincitori sarà muoversi con astuzia e con il giusto tempismo, evitando di cadere in tranelli spietati. Per fortuna il livello di difficoltà è così ben dosato che mai il divertimento cederà il posto alla frustrazione.
    La poca varietà cromatica degli ambienti contribuisce a donare alla struttura un tono freddo e asettico, da vero campo di reclusione militare. La pulizia e il largo utilizzo del colore bianco rievoca molto il background già visto in Portal, con l’unica differenza della visuale che, anziché essere in prima persona, in Warp mostra gli ambienti dall’alto. Occasionalmente capiterà di entrare in contatto con determinati terminali che sbloccheranno le sfide, brevi missioni con obiettivi precisi che potranno essere svolte sul momento o giocate successivamente tramite la voce extra nel menù principale. Le sfide saranno l’unica vera modalità che consente ai fruitori di Warp un minimo di connettività, grazie alle statistiche globali e ai punteggi ottenuti. Questo aspetto dovrebbe aumentare leggermente il replay value, unitamente alle opzioni legati al Backtracking: acquisendo nuove abilità potremo anche tornare nelle zone precedentemente visitate, accedendo a settori prima impraticabili, proprio per cercare le stanze sfida più difficili da completare. Il titolo, inoltre, può essere completato una seconda volta cercando di non uccidere nessuna guardia: invece di scuotere la levetta fino in fondo, un'oscillazione leggera stordirà le guardie (che non esploderanno). In questa maniera i nemici si risveglieranno dopo pochi minuti, rendendo la progressione più complessa. Ma il giocatore sarà ricompensato con un finale più intrigante.
    Globalmente quindi, il titolo Trapdoor fa egregiamente il proprio dovere dal punto di vista estetico e del gameplay. Da una parte, il character design interessante e lo stile a metà fra l’settico ed il dissacrante invoglia e incuriosisce, dall’altra un sistema di controllo semplice e preciso, grazie al quale il giocatore non avrà difficoltà ad immedesimarsi totalmente nell’avventura, valorizza le trovate di level design. Gli enigmi ambientali pensati dal team di sviluppo si evolvono in maniera coerente con le nuove capacità del protagonista, rappresentando sempre una sfida stimolante per le nostre meningi, e mai sfociando nella monotonia del Trial & Error.
    Peccato per il sonoro davvero poco ispirato, totalmente assente durante la campagna e ridotto ai minimi termini nei dialoghi (quasi sempre scritti ma non parlati) se non per qualche ripetitiva frase pronunciata dal personale militare.

    Warp WarpVersione Analizzata Xbox 360Warp è una piccola gemma. Dotato di una forte personalità e di uno humor nero al di fuori dell’ordinario, si colloca negli acquisti Digital Delivery obbligati in questo febbraio. La grafica essenziale è perfetta per lo stile del gioco che punta fortemente sul senso di reclusione e pericolo costante che deve provare il giocatore. L’elevato numero di checkpoint e una difficoltà mai eccessiva permetto a chiunque di fruire del prodotto, reso unico dal protagonista che, con i suoi dolci vocalizzi sonori in paradossale contrapposizione alle stragi di cui è capace, vi conquisterà. In breve tempo la battaglia per la libertà di Zero diventerà la nostra battaglia e sarete capaci di tutto. Plauso alle soluzioni creative di un gameplay che evolve costantemente, offrendo puzzle sempre intelligenti. Basati ora sul tempismo, ora sul fare circospetto, ora sull’interazione con l’IA degli avversari, gli enigmi di Warp resteranno sicuramente impressi nella memoria degli amanti del genere.

    8.2

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