Recensione Watchmen: The End is Nigh

Direttamente dal film arrivano i vigilantes di Watchman!

Recensione Watchmen: The End is Nigh
Articolo a cura di
Disponibile per
  • Xbox 360
  • PS3
  • Pc
  • Sono passati 23 anni da quando la penna di Alan Moore e le chine di Dave Gibbons ridefinirono radicalmente il modo di considerare e scrivere i fumetti “supereroistici”, con effetti profondi che influenzarono anche altri campi artistici quali il cinematografico ed il letterario. Unico fumetto mai insignito del “premio Hugo”, ed inserito dal “Time Magazine” tra i migliori cento romanzi di lingua inglese scritti dal 1923 ad oggi, il romanzo illustrato “Watchmen” è (e rimane tuttora) un’opera profondamente rivoluzionaria ed unica, capace di siglare a fondo un punto di non ritorno dal quale nessun comics è più riuscito sottrarsi: quella del cinico ed umano “realismo” nel, fino ad allora, artificioso e fittizio mondo dei supereroi. Un'opera così importante nel suo genere da aver scoraggiato finora anche il rapace mondo del cinema dal farne un lungometraggio, dovuto all’altissimo rischio di dover sminuire e snaturare eccessivamente la mastodontica opera originaria. Solo in marzo del corrente 2009 la forma cartacea dei caduchi eroi in costume e dell’onnipotente Dr. Manhattan ha preso a muoversi sul grande schermo, con ottimi risultati di critica e - soprattutto - pubblico. Poteva quindi mancare un porting nello scintillante universo videoludico? La risposta è la stessa che darebbe Rorschach ai politici e le prostitute che lo implorano di salvarli dalla dannazione eterna: no.

    A mezzanotte tutti i giocatori...

    I Deadline Games, pubblicati dalla Warner Bros, ci offrono il loro prodotto nella forma di un genere oggigiorno praticamente scomparso, quello del picchiaduro di coppia a scorrimento. Non potranno che essere così felici i numerosi - ed anziani - estimatori di questo genere nel guidare Rorschach e Nite Owl (il Gufo Notturno) sulle strade di una malfamata New York del ’72, notturna, costantemente bagnata dalla pioggia, ma anche dal sangue dei malmenati criminali che li separano dal cattivone del gioco, ovvero il gigantesco Underboss. Narrata con piacevoli cut scenes a fumetti che combinano elementi statici ad alcuni mobili - e che giova del professionale doppiaggio in inglese degli attori del film - la storia racconta vicende citate, ma non mostrate più di tanto nel fumetto, di quando i due sopraccitati vigilanti lavoravano assieme per ripulire la città dalla sua feccia più nera. La trama, pur senza aggiungere effettivamente nulla allo spessore dei personaggi originali, né raccontando eventi particolarmente rilevanti, permette comunque di attuare un efficace cameo di volti noti che immerge l’appassionato in un riuscito “trade union” tra il tratto di disegno simile al fumetto e la caratterizzazione visiva dei protagonisti derivata dal film, cercando quindi di non scontentare nessuno (sfidiamo chiunque a rimpiangere l’originale Gufo con la pancetta).

    Amici assenti

    Selezionato nel menù il nostro avatar tra i due protagonisti, scenderemo in campo sempre affiancati dall’altro, guidato dalla capace CPU o da un compagno in carne ed ossa, ma solo in slit-screen, mancando completamente il supporto online (primo grave difetto del titolo). La progressione è estremamente lineare - a parte pochi ed alquanto inutili bivi - ed i sei capitoli necessari per completare il titolo saranno attraversabili in un unico intenso pomeriggio di gioco. Seguiti da una intelligente visuale in terza persona, che - stranamente - inquadrerà sempre con efficacia l’azione, affronteremo dozzine e dozzine di avversari che tenteranno, armati di coltelli, bottiglie e chiavi inglesi, di farci la pelle nella maniera più dolorosa possibile. Più che sulla loro intelligenza o abilità nel combattimento- davvero scarse entrambe- punteranno soprattutto sul loro numero e sulla tendenza ad attaccare da più parti. Fortunatamente i due eroi sanno difendersi davvero egregiamente. Rorschach potrà evitare i colpi con efficace capriole raggiranti e disarmare gli avversari con dolorose e spettacolari combo, martoriandoli poi con i loro stessi attrezzi, come la legge del taglione insegna bene. Nite Owl dal canto suo potrà contare sulla sua tuta tecnologica che lancerà scosse elettriche e sui suoi occhiali a visione notturna.
    Il sistema di controllo è semplice e classico: due tasti per gli attacchi veloci e forti, uno per le azioni evasive o difensive, uno per le prese, uno per gli attacchi speciali. Ci sono combo utilizzabili alternando l’attacco forte e debole col giusto tempismo ed anche la possibilità di eseguire contromosse o di uccisioni spettacolari premendo il tasto che apparirà sopra le teste del relativo nemico stordito. Le combo non sono tutte immediatamente attuabili ma vanno sbloccate raccogliendo le relative icone sparse per i livelli, un debole incentivo alla rigiocabilità. Rimpiangiamo con rammarico l’assenza di mosse da effettuare in coppia, che avrebbero di molto alzato la qualità di gioco - e poi perfino in Double Dragon erano presenti. L’unico livello di difficoltà si attesta purtroppo su facile, e complice una barra di salute che risale automaticamente ed una eccessiva lentezza degli attacchi nemici, si potrà perire unicamente quando circondati da avversari applicheremo un cieco insensato “smash button”. A parte poche variazioni di gioco, come l’inizialmente ostico minigame di scasso di Rorschach, lo spettro della ripetitività fa capolino per tutta la durata del gioco: inizieremo il livello e verremo attaccati da un gruppo di nemici; apriremo una porta e i nemici ci attaccheranno; svolteremo l’angolo e, guarda un po': un gruppo di nemici. Perfino lo sgranchirsi le spalle del Gufo produrrà attacchi, così prevedibili, telefonati e tediosi, che se non fosse un titolo dannatamente divertente lo si dovrebbe far demolecolarizzare da Doc Manhattan. Si, perché nonostante l’azione sia tutta lì e non ci si aspetti altro che vagonate di carne da cannone, le ripetute combo, le scene spettacolari e la violenza insensata che pervade il gioco rapiscono il giocatore adulto (solo per maggiori di 16 anni). Vedere un avversario atterrato da un calcio nei gioielli di famiglia ed in seguito selvaggiamente colpito da Rorschach che gli rompe di netto un braccio, o da un Nite Owl che lo colpisce alla gola con un calcio girato, mentre il sangue imbratta muri e pavimento, dà quella sadica soddisfazione che solo questo genere può garantire. Un divertimento intenso, ma come detto, fin troppo breve e pure costoso: sono necessari 1600 microsoft point per giocarci, circa 20 euro: sarebbero tanti perfino per qualsiasi titolo retrogame Xbox, per un Live Arcade sono decisamente troppi, ma per un titolo da 3 ore di gioco è pura follia.

    Guardate la mia opera, potenti...

    Appena avviato il gioco, decisamente sopra tutto - difetti e pregi- si pone all’attenzione il ricco comparto grafico, sicuramente il lato migliore: nello spazio di un Gigabyte i programmatori hanno messo tanta carne al fuoco da far sfigurare moltissimi titoli a prezzo pieno. Seppur la varietà delle aree di gioco sia anch’essa scarsa (essenzialmente fatti di vicoli, fogne e palazzi) la loro realizzazione poligonale è ineccepibile: ottimi sfondi, tinte azzeccate, texture di buona qualità, impreziosito il tutto da effetti particellari (fumo e nebbia), e da un’illuminazione in real time suggestiva che dà molteplici effetti di riflessione e di self-shadowing: tenere il proprio fiero protagonista che si staglia sullo sfondo di una città illuminata sotto la pioggia darà più di una soddisfazione. Anche il rag doll è ben implementato, e vedremo i numerosi nemici abbattuti accasciati a terra o contro le superfici in modo realistico. Ma sono soprattutto le animazioni dei protagonisti la punta di diamante del comparto, che stupiscono davvero per fluidità e continuità. Da quando il 3d ha soppiantato il 2d sono stati fin troppi i programmatori che, in favore di un’immediatezza d’azione dettata dalla giocabilità, tagliavano sezioni di animazione che fanno da collante ai vari movimenti, col risultato di avere personaggi legnosi e poco realistici. “Watchmen” svergogna questo metodo, e mette in campo due dei personaggi meglio animati della storia dei videogiochi: ogni movimento, ogni mossa è legata fluidamente all’altra, col risultato di avere un personaggio che realisticamente si muove in modo continuo e fluido, con colpi portati davanti dalle spalle con una naturalezza impressionante. Anche la stessa caratterizzazione è davvero curata: mentre il Gufo adotta uno stile marziale, con spettacolari calci e proiezioni, Rorschach soddisfa persino maggiormente, con uno stile sporco e rozzo, alternato alla flemmatica camminata con le mani in tasca. Un ottimo risultato, in parte rovinato da un costante problema di sincronia verticale e da sporadiche morti del protagonista dovuti a “crash poligonali”. Segno questo della mancata ottimizzazione che, unite alla eccessiva brevità e mancanza totale di gioco online, manifestano con chiarezza la necessità pressante di dover far uscire il titolo in concomitanza col lungometraggio.

    Watchmen: The End is Nigh Watchmen: The End is NighVersione Analizzata Xbox 360“Watchmen” primeggia incontrastato nell’universo dei comics, supera brillantemente quello cinematografico per poi cadere rovinosamente in quello dei videogiochi. I lati buoni di questo picchiaduro a scorrimento, che avrebbe potuto risollevare un genere ormai scomparso, eppure ci sono. Un buon comparto tecnico su tutto, con effetti efficaci ed animazioni eccellenti, che seppur con alcuni difetti dona un risultato complessivo decisamente sopra la media, anche per i titoli a prezzo pieno. Una godibilissima giocabilità, che rende giustizia alla frenesia e alla violenza che vincono anche quella intrinseca ripetitività d’azione e di situazioni. La caratterizzazione dei protagonisti, infine, rispettosa un po' del fumetto ed un po' del film, rende l’appassionato ben felice di impugnare il joypad per poter dar vita alle gesta dei propri beniamini. Ma poi un lungo elenco di difetti atterra il titolo, neanche fosse stato colpito da un pugno di Ozymandias. La mancanza totale di supporto online, che costringe a giocare in coppia col fastidioso split-screen verticale, la facilità disarmante con cui si fanno picchiare gli avversari, le poche ore di gioco prima di finirlo, la scarsa rigiocabilità- se non per sbloccare le mosse dell’altro personaggio. Ma su tutto vince la sensazione che poco a poco, schiere di villains stavolta reali, sotto forma di avidi manager delle case di distribuzione, ci stiano davvero fregando: spendere 20 euro per un gioco che dura un pomeriggio è una vera follia. Va bene speculare sui fan, va bene lucrarci sopra, ma almeno il prodotto -seppur caro- deve essere di qualità, che qui oscilla. Certo, se “Watchmen” fosse stato lungo il doppio e fosse costato la metà, sarebbe valso una piena sufficienza: ma allora sarebbe stato anche un altro gioco.

    4.5

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