Recensione Western Desperado

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Recensione Western Desperado
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  • Pc
  • Tramonto di frontiera

    In un mondo ludico controllato da riproduzioni più o meno realistiche delle guerre mondiali o del conflitto in Vietnam e da improbabili tecnofuturi dominati da mostri di ogni genere, sta rifacendo capolino il genere western. Negli ultimi tempi, infatti, i titoli ambeintati nella frontiera hanno iniziato a tornare sugli scaffali (Dead Man's Hand e REad Dead Revolver su tutti) e, pur non rivelandosi dei capolavori, si tratta comunque di piacevoli variazioni sui temi più inflazionati. Ed è di questo uscente sottogenere che fa parte uno dei giochi più brutti mai concepiti dal genere umano: Western Desperado.       

    Il brutto, il peggiore e l'orrendo.

    Fin dai primi minuti Desperado è una doccia fredda: personaggi sgranati, privi di dettagli e dalle animazioni scattose ed irrealistiche si muovono su un mondo formato da alberi in sprite bidimensionali e paesi che sembrano fatti di cartone (ovviamente dai muri bidimensionali e piatti) con interni spogli e statici. Dell'aspetto tecnico si salvano solo le animazioni delle armi, sopratutto quelle di ricarica, incredibilmente ben riuscite se si pensa alla qualità del resto (come aspetto positivo è un po' poco,ma è anche l'unico). Andando avanti nel gioco le cose addirittura peggiorano: si scopre che i nemici, divisi in 3 skin che si ripeteranno all'infinito per tutti i 10 livelli che compongono desperado, hanno poteri soprannaturali, come attraversare i muri, sparare da dietro le porte e fondersi col paesaggio, in uno spettacolo di clipping che credevamo (e speravamo) superato da anni. Tuttavia, nonostante questi poteri paranormali, i fuorilegge si rivelano comunque dei personaggi dai riflessi ritardati, lenti a sparare e con una mira così scadente che la tattica migliore per ammazzarli si rivela girargli attorno (anche a distanza di 3 metri) e colpirli mentre ricaricano dopo aver sprecato i loro colpi contro il cielo. E non aspettatevi che si mettano al riparo o cerchino di nascondersi, nel migliore dei casi inizieranno a girare su se stessi o camminare disordinatamente in attesa di essere presi a schiopettate nella schiena. La trama che fa da sfondo a questa allucinante giocabilità non è certo da meno: nei panni di un misterioso "straniero" dovrete salvare la zona dalle ambiziose mire del classico baronetto locale, appoggiato dallo sceriffo e rapitore (non si sa bene perchè) di una ragazza di nome Polly. Già così è una storia scontata, se aggiungete che viene narrata attraverso lunghi filmati (5-10 minuti) dotati di ben 3 angoli di ripresa (primo piano personaggio A, campo lungo, primo piano personaggio B) che mostrano 2 omini che si scambiano noiosissimi discorsi carichi di luoghi comuni ("salvami mio eroe" "questa città è piccola per tutti e 2" e altre banalità) tra l'altro accompagnati da una melanconica e ripetitiva musichetta che più di ricordare gli immortali testi di Morricone concilia il sonno del giocatore. La stessa musichetta farà sfondo alle missioni di gioco, accompagnata da ben 3 grida diverse da parte dei nemici e senza altra parvenza sonora...insomma...il fondo qui si è toccato e si è pure scavato per farlo sprofondare ancora di più.           

    Lo chiamavano Atrocità

    Come dice il titolo del paragrafo (parodia de "lo chiamavano Trinità", western che non credo necessiti di presentazioni), Western Desperado è un prodotto decisamente atroce, orrendo in tutti i suoi aspetti, sul quale ho perso diverse ore della mia giovinezza certo spendibili in modo migliore (che so, giocare a scacchi, trovarmi una ragazza, uscire con gli amici...), credo che per giudicarlo non ci sia niente di meglio che citare una famosa frase del mio ex professore di greco: "eeeh, scusssa, te devo mettè 2".     

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