White Day: A Labyrinth Named School Recensione

L'horror coreano White Day: A Labyrinth Named School arriva su PlayStation 4 e PC: lo abbiamo provato, ecco la nostra recensione.

White Day: A Labyrinth Named School Recensione
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Disponibile per
  • Pc
  • PS4
  • Il bidello, una creatura rassicurante e misteriosa. Vaga per i corridoi della scuola mentre gli studenti sono indaffarati tra compiti e interrogazioni. Gestisce mandrie di giovani che al suono della campanella si riversano sulle scale alla ricerca della propria aula. Interrompe talvolta la lezione, bussando e portando liete e tristi novelle. Ricordo chiaramente che la bidella delle medie, che era pure mia zia, interrompeva sistematicamente l'ora di italiano per portare il caffé al professore. Erano i tanto agognati cinque minuti di pausa e pettegolezzo, anche per noi studenti.
    E per il resto? Quali terribili segreti nasconde un bidello a corridoi vuoti, mentre i ragazzi volgono il loro sguardo alle lavagne? O quando, a giornata conclusa, rientrano nella proprie dimore? White Day ci offre un'interessante e agghiacciante prospettiva sul lato oscuro dei bidelli. Dolci e amabili di giorno, come ci tiene a precisare Seol Ji-hyeon, psicopatici di notte. L'avevamo detto in sede di anteprima: il bidello di White Day sarà il vostro incubo ricorrente; quel tintinnio di chiavi un campanello d'allarme che vi perseguiterà anche a console spenta. Il suono del fischietto, da oggi, preannuncerà la vostra morte.

    Sere Nere

    Dopo essersi rifatto il trucco, White Day giunge finalmente su PS4 e PC. Un horror di culto di origine coreana che ha alle proprie spalle una lunga storia di remake 2D e versioni mobile. Non c'è dubbio che la nuova versione sia quella tecnicamente migliore: sebbene la complessità scenografica tradisca una provenienza lontana nel tempo, il lavoro svolto su texture, risoluzioni e illuminazione rende questo nuovo White Day più che godibile anche agli occhi di un giocatore contemporaneo.

    Dove non arriva la tecnica, in ogni caso, ci pensa l'atmosfera.Il white day è una ricorrenza molto sentita in Giappone e in Corea del Sud. Il 14 marzo, a un mese esatto da San Valentino, i ragazzi ricambiano l'amore della propria spasimante con un dono.
    Il protagonista del gioco, invaghitosi della bella Han So-young, la raggiunge al calar della sera a scuola. Mai decisione fu più nefasta. Rimasto intrappolato nell'edificio, Lee Hee-Min dovrà cercare una via di fuga. L'oscurità cela insidie di ogni genere. Numerose storie di fantasmi sono legate a quel luogo; i corridoi sono bui e vuoti e poi c'è lui, il temibile bidello psicopatico che armato di fischietto e mazza da baseball non ci penserà due volte a bastonarvi. Nella scuola si aggirano inoltre alcune studentesse che sembrano nascondere qualcosa e con le quali vi ritroverete ad avere a che fare a più riprese.

    Vecchia Scuola

    White Day è di fatto un survival horror vecchia scuola che, come si diceva durante l'anteprima, ha molto in comune con i classici del genere. Non dimentichiamo che l'originale risale al 2001: Resident Evil, Silent Hill e Clock Tower avevano già fatto scuola; Project Zero usciva proprio in quell'anno; Forbidden Siren sarebbe arrivato di lì a poco. Nell'epoca d'oro del survival, White Day poneva l'accento su una meccanica da cui più tardi avrebbero attinto sia Amnesia che Outlast. Il protagonista è privo di armi e l'unico modo per salvarsi è fuggire. Il terrore non viene veicolato attraverso nemici da affrontare, ma mediante apparizioni più o meno casuali, rumori sinistri, racconti che fanno raggelare il sangue. In questo contesto ecco apparire il bidello, croce e delizia dell'intera avventura.

    Il Bidello

    L'esperienza di White Day si poggia sull'esplorazione della scuola, un vagare fatto di stanze da sbloccare, enigmi da risolvere e un moderato backtracking. Bisogna tuttavia fare attenzione al tintinnio delle chiavi del bidello che sorveglia l'edificio. Emerge un animo stealth che non vi abbandonerà praticamente mai, eccezion fatta per alcune fasi caratterizzate da un conto alla rovescia in cui gli sviluppatori hanno avuto il buon senso di eliminare questo intoppo umano.

    Il bidello è una fonte d'ansia costante (e ciò è bene), un nemico da cui è praticamente impossibile sfuggire (e ciò è male). Una volta che si viene individuati, non resta altra soluzione che fuggire. Il punto è che seminare il bidello è un'impresa. Durante la nostra prova ci saremmo riusciti sì e no due volte. Tutte le altre volte il game over è stato inevitabile. Non resta che armarsi di pazienza ed evitare per quanto possibile ogni contatto. Il che significa camminare accucciati e non accendere alcuna luce. Peccato che senza luce non sia possibile interagire con gli oggetti dello scenario. L'opzione B è usare l'accendino, che illumina porzioni più contenute di scenario e dà meno nell'occhio.

    In Fuga

    Per quanto la meccanica di fuga sia il fulcro dell'intera esperienza, forse si poteva essere un pochino più permissivi. C'è da dire che a livello molto facile compare l'icona di un occhio che vi segnala l'approssimarsi del bidello (altrimenti individuabile solo tramite il tintinnio delle chiavi o la luce lontana della torcia): un elemento che aiuta ma non risolve il problema. Tant'è che alla fine vi ritroverete a usare escamotage un po' furbetti per evitarlo, ovvero cambiare ala dell'edificio (con relativo caricamento): caricamento 1 - bidello 0.
    Il bidello, tra l'altro, deve avere sensi soprannaturali: in più di un'occasione, dopo averlo visto da lontano, mi sono nascosto in un'aula senza accendere alcuna luce. Bene, il bidello è arrivato da decine e decine di metri di distanza, si è infilato nell'aula ed è venuto dritto verso di me, senza esitazione. In più di un caso mi è parso che l'intelligenza artificiale del bidello sia assai poco indulgente, per non dire poco verosimile.

    Mix Intriganti

    White Day è insomma un'avventura che richiede molta pazienza, persino troppa in certi frangenti. Spesso non resta che morire e ricominciare più volte. Il sistema di salvataggio "contato" (basato su pennarelli sparsi per la scuola, sullo stile degli ink ribbon di Resident Evil) non accorre certamente in aiuto e i salvataggi automatici che si attivano durante determinati checkpoint non sono né sistematici né intelligenti. Il gioco, per esempio, salva automaticamente quando si passa da un'ala all'altra: peccato che in un caso abbia salvato di fronte alla porta che conduceva nella nuova ala, col bidello che stava per darmi il colpo di grazia.

    L'ossessione per quel maledetto bidello non oscuri tuttavia il lume della ragione. White Day, si diceva, offre anche un intrigante mix di narrazione, enigmi e influenze da avventura grafica.
    Di fronte a un oggetto "interattivo", il cursore cambia aspetto e ci permette di indagare o utilizzare oggetti. Per quanto il sistema possa sembrare a tratti un po' lento e macchinoso (soprattutto quando si tratta di aprire cassetti quasi sempre vuoti), risulta tutto sommato in linea con un titolo che non fa certo dell'azione il proprio tratto distintivo.

    White Day: A Labyrinth Named School White Day: A Labyrinth Named SchoolVersione Analizzata PlayStation 4White Day è senza dubbio un'avventura horror vecchia scuola, di quelle che sembrano provenire da un passato lontano e sopito. La sua struttura lineare (che si apre tuttavia nelle fasi più inoltrate), il backtracking, i tipici enigmi a base di chiavi, i finali multipli, una progressione poco indulgente: sono tutti aspetti che potrebbero spaventare i giocatori meno smaliziati. Tuttavia, c'è qualcosa di magnetico che spinge a proseguire: vuoi quell'esotica atmosfera da horror orientale, vuoi quel nostalgico ritorno alle origini, vuoi il fascino di un setting al contempo rassicurante e ignoto. Sebbene a tratti impacciato, il titolo di Sonnori offre un'esperienza che non lascia indifferenti, che cattura per la sua ricchezza di storie di fantasmi e apparizioni à la Ringu. Una volta entrati nel meccanismo, non ne uscirete tanto facilmente. Armatevi solo di pazienza e... attenzione al bidello!

    7

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