Recensione Winning Eleven 5 (NTSC)

Leggi la nostra recensione e le opinioni sul videogioco Winning Eleven 5 (NTSC) - 832

Playdate
Recensione: Multi
Articolo a cura di

Introduzione

Winning Eleven più che un gioco è una fede.
Il giocatore occasionale, l'eretico, predilige FIFA cadendo nella tentazione delle licenze ufficiali, mentre i fruitori più esigenti, gli adepti, stigmatizzano il prodotto EA Sport e idolatrano il realismo e la giocabilità del divino WE. E' chiaro quindi che questa nuova versione sia attesa come una manna dai fedeli, rappresentando la risposta di KCET al lussureggiante (almeno graficamente) FIFA 2001, disponibile da qualche mese per la stessa PS2. Fortunatamente WE è un Dio benevolo e non ha tradito i suoi seguaci.

Realizzazione Tecnica

Solleticati dal gradevole filmato introduttivo (lo stesso di ISS Pro Evolution 2) e dopo essersi districati nei menu completamente in giapponese giunge finalmente il momento di scendere in campo. Il primo episodio della serie a 128 bit si presenta con una veste grafica di tutto rispetto: gli ottimi modelli poligonali dei calciatori sono animati con una naturalezza e una fluidità stupefacenti (60 frame al secondo costanti) e, inseguendo un pallone caratterizzato da una fisica praticamente perfetta, si muovono all'interno di stadi (solo 4) fedelmente riprodotti. Grande cura è stata riposta anche nella realizzazione dei volti dei calciatori che, soptrattutto negli esponenti più famosi, risultano pressochè identici alle loro controparti reali. Un altro aspetto di sicuro effetto è la gestione delle sorgenti luminose, capaci di proiettare sul campo in maniera assolutamente credibile le ombre dei calciatori e delle complesse strutture poligonali degli stadi. Purtroppo non mancano alcuni piccoli difetti. Nonostante l'impegno profuso per aumentare i fronzoli (ad esempio giocatori che chiamano il furigioco o discutono con l'arbitro dopo essere stati ammoniti) gli elementi di contorno sono ancora piuttosto limitati e la mancanza di arbitro e guardalinee in campo non fa che avvallare questa tesi. Altre magagne riguardano il pubblico, poco convincente benchè provvisto di fumogeni e bandieroni, un effetto pioggia non molto riuscito, le divise non particolarmente dettagliate e la non verosimiglianza di molti giocatori meno noti. Anche il comparto audio è di buon livello, grazie alla coinvolgente telecronaca di Jon Kabira (praticamente identica alla precedente versione), ai cori personalizzati delle tifoserie e agli ottimi effetti sonori. Irritanti invece le musiche.

Il Gioco

Se la realizzazione tecnica è dunque più che soddisfacente lo stesso si può dire della parte prettamente ludica. Gli sviluppatori per questa prima edizione PS2 hanno deciso di non stravolgere la meccanica di gioco e il sistema di controllo, ma hanno preferito perfezionarli ulteriormente, non risparmiandosi comunque nell'inserimento di elementi assolutamente innovativi. In questo senso spiccano la presenza di due tipi di scatto, uno più veloce a 16 direzioni e uno più lento a 8, e la possibilità di effettuare un nuovo genere di passaggio tramite la levetta analogica destra, grazie alla quale è possibile indicare precisamente direzione e potenza. Sono stati ottimizzati anche i lanci lunghi e i cross, più efficaci, il sistema di triangolazione, più equilibrato, e le finte, più utili e sempre coreografiche. In nome del realismo, ogni azione è adesso più ostica da eseguire: ha infatti assunto maggiore importanza il tempismo con cui i tasti devono essere premuti per effettuare il movimento desiderato e bisogna tenere sempre conto delle doti individuali di ogni singolo calciatore, ora contraddistinti addirittura da abilità speciali che non tutti posseggono: un esempio può essere Pippo Inzaghi, implacabile in area di rigore e quando aggredisce gli spazi, ma totalemnte incapace se si tratta di fornire cross o assist.
Benchè l'intelligenza artificiale di compagni e avversari svolga adeguatamente il suo compito, sia in fase difensiva che offensiva, rimane qualche riserva sul comportamento dell'arbitro, estremamente fiscale, e su quello dei portieri, che hanno forse qualche incertezza di troppo. Questo fortunatamente non si traduce in partite con tonnellate di gol e dimostra l'ottimo lavoro svolto da KCET nel raggiungere un grado di simulazione inimmaginabile per le altre software house. Certo, i giocatori alle prime armi avranno non poche difficoltà ad impadronirsi del sistema di controllo, tanto completo quanto complicato, e verranno sommersi di gol da un computer che mai come adesso sa il fatto suo, ma dopo un periodo di pratica si comprenderà come questo rispecchi il gioco del calcio e per vincere non siano necessari biechi stratagemmi, ma un organizzazione di gioco e una buona padronanza delle tecniche eseguibili. Ad aumentare la lunghezza di un prodotto così profondo da risultare quasi infinito ci pensano il buon numero di squadre disponibili (32 club e 53 nazionali), la presenza di molte competizioni e le sfide sempre avvincenti con avversari umani. Interessante la nuova impostazione della Master League, che oltre alle spesa per acquistare un giocatore impone il pagamento del suo ingaggio e implica quindi una gestione più oculata degli affari, con la consapevolezza che per mantenere una squadra di campioni è necessario vincere quasi sempre. Altre annotazioni positive riguardano la perfetta routine che gestisce il fuorigioco (capace di distenguere tra attivo e passivo), la possibilità di giocare in 8 contemporaneamente e la presenza di un completissimo editor per creare i calciatori. Grafica spettacolare, giocabiltà sopraffina, realismo maniacale... Winning Eleven 5 è questo e molto di più, l'ennesimo passo avanti di KCET verso la simulazione calcistica definitiva. Amen.