Wo Long Fallen Dynasty Recensione: combattimenti brutali nell'antica Cina

Wo Long Fallen Dynasty offre combattimenti appaganti, ostici e forti di alcune buone idee, ma non mancano alcune incertezze.

Wo Long Fallen Dynasty
Recensione: PlayStation 5
Articolo a cura di
Disponibile per
  • Pc
  • PS4
  • Xbox One
  • Xbox One X
  • PS4 Pro
  • PS5
  • Xbox Series X
  • Dopo quasi tre anni dall'uscita di Nioh 2 (qui la nostra recensione di Nioh 2), Team Ninja porta sugli scaffali una nuova epopea orientale, lasciandosi alle spalle il Giappone feudale per dar spazio al celebre periodo dei Tre Regni, legato invece alla storia cinese. Al termine di un lungo percorso fatto di sfide stimolanti e cutscene avvincenti, andiamo a vedere come si è comportato il gioco pubblicato da Koei Tecmo che, vi anticipiamo, rappresenta un'ottima sfida sia per gli utenti più navigati, sia per coloro che vogliono avvicinarsi a esperienze di questo tipo per la prima volta.

    Il viaggio del milite ignoto e la caduta della dinastia Han

    Ci troviamo nel 184 d.C. e, nei panni di un miliziano senza nome, dobbiamo sopravvivere alla rivolta dei Turbanti Gialli, l'evento fulcro che sancisce la fine della Dinastia Han e l'inizio dell'epoca dei Tre Regni. Dopo un filmato introduttivo in prima persona è il momento di creare il nostro alter ego, attraverso uno degli editor del personaggio più completi del genere di riferimento.

    Dalla lunghezza delle singole ciocche di capelli, alla definizione muscolare, le innumerevoli opzioni di personalizzazione permettono di dar vita ad avatar unici e dalla marcata personalità visiva. Gli sviluppatori inoltre sono stati attenti e sensibili circa l'identità di genere, permettendo all'utente di scegliere il sesso dei pronomi e facendo uso, nei sottotitoli, dell'elemento consonantico schwa che caratterizza i sostantivi neutri. Una volta messo a punto il nostro "io digitale" siamo pronti ad affrontare i pericoli che ci attendono, facendoci strada tra orde di soldati e mostri utilizzando arti marziali cinesi, armi a distanza, stregonerie e Bestie Divine. Scopo ultimo del nostro viaggio è debellare la piaga demoniaca causata dall'Elisir, una droga mistica capace di conferire poteri sovrumani a chi l'assume. Durante il nostro cammino veniamo accompagnati da celebri eroi della storia cinese come il generale Zhao Yun, l'eremita Hong Jing e il condottiero Cao Cao, che ci forniranno utile supporto in battaglia e dialoghi contestuali pertinenti, capaci di farci sentire un po' meno soli nel nostro percorso irto di sanguinosi scontri.

    Per quanto il fulcro dell'esperienza di Wo Long Fallen Dynasty sia il gameplay, il titolo sa offrire un intreccio godibile. Gli avvenimenti che accompagnano le battaglie sono narrati in maniera semplice ed efficace, attraverso sequenze filmate ben coreografate. La storia del gioco ha luogo in una Cina devastata dalle fiamme della guerra e la spettacolarità delle battaglie campali fa sì che l'attenzione cali con difficoltà.

    I personaggi primari e secondari sono ben caratterizzati, non solo sul fronte estetico: il doppiaggio in cinese non fa che renderli più autentici e carismatici, ecco perché riescono a imprimersi nella mente del giocatore. Badate bene, la trama non è nulla di eccezionale e si sviluppa in modo abbastanza scontato e lineare, eppure - nelle circa 24 ore che abbiamo impiegato per terminarla - non ci ha mai annoiato. È presente inoltre un'utilissima enciclopedia, in grado di riassumere all'utente la storia di tutti gli eroi incontrati e i principali eventi che formano il sostrato narrativo della vicenda.

    Ulteriore arricchimento della lore del gioco è legato agli NPC, che nel corso delle missioni in specifici luoghi che li riguardano, ci raccontano storie sul loro passato o su quello dei rispettivi familiari. Le quest che compongono l'avventura, sia quelle primarie che secondarie, prendono il nome di Campi di Battaglia e sono ambientate nelle aree più disparate, tra lande desertiche e fitte giungle immerse nella nebbia. Di buona fattura è il level design delle zone che, grazie anche alle loro dimensioni ridotte, risultano intuitive da esplorare e ben interconnesse.

    Ulteriore agevolazione per il giocatore è la mini mappa, che oltre alla direzione del nostro obiettivo segna anche un eventuale nemico di cui vendicarci. C'è poi un indicatore che comunica quanti stendardi (classici checkpoint presso i quali salire di livello e gestire l'equipaggiamento) sono stati scoperti, così da dare un'idea chiara sul livello di completamento dei singoli stage.

    I fondamenti della struttura ludica

    Wo Long Fallen Dynasty è un action basato su un tipo di combattimento all'arma bianca strategico e ritmato, in continuità con quanto visto nella serie Nioh. Team Ninja tuttavia ha saputo ottimizzare la struttura di gioco, snellendo alcune dinamiche e rendendo più chiara e schematica la progressione del personaggio. È possibile far salire di livello il nostro innominato spendendo i punti Forza Vitale accumulati tramite l'uccisione di nemici o l'utilizzo di appositi oggetti. Questa valuta consente di avanzare in cinque distinti rami, ognuno legato a un diverso elemento naturale e a specifiche meccaniche di gameplay.

    Mal comune mezzo gaudioOltre alla compagnia degli NPC, Wo Long Fallen Dynasty ha anche una componente multiplayer che consta di tre modalità: Recluta, Co-op e Invasione. Le prime due prevedono la collaborazione tra gli utenti, con abbinamenti effettuati dal gioco nel primo caso e dai "guerrieri" nel secondo, tramite inviti o password. Invasione invece ci farà vestire i panni del nemico, con il solo obiettivo di rovinare la giornata al malcapitato cui verremo accoppiati. Sappiate che per proteggere i novizi dai rischi del PvP, Team Ninja ha implementato la possibilità di disattivare gli assalti dei giocatori, sostituendoli con quelli di bot sicuramente più facili da sconfiggere.

    Per fare alcuni esempi, il quintetto di statistiche è composto dal Fuoco - che incrementa l'output di danno delle arti marziali e sblocca stregonerie incendiarie - dalla Roccia, che aumenta la nostra difesa, il carico trasportabile e abilita gli incantesimi di pietra, o dall'Acqua, che per dirne una condiziona la facilità con cui riusciamo a passare inosservati. A proposito dello stealth, l'eliminazione silenziosa dei nemici ci è parsa piuttosto superficiale e, considerato che vi è legata un'apposita statistica, ci saremmo aspettati una maggior cura in tal senso. Difatti, per quanto sia utile cogliere di sorpresa un demone, non sono presenti né un tasto per accovacciarsi, né dei nascondigli in cui far perdere le nostre tracce. Il tutto si riduce quindi a dover camminare lentamente fino al nemico d'elezione sperando che questi non si volti al momento sbagliato, o al massimo piombare come avvoltoi sui malcapitati sotto di noi. In generale l'utilizzo dei poteri magici si è rivelato piacevole ed efficace e riesce ad affiancare il combattimento corpo a corpo, risultandovi del tutto complementare, e il perché è presto detto.

    A differenza di ciò che accade in altre produzioni, il titolo non si presta all'utilizzo di build esclusivamente basate sulle stregonerie ma premia un approccio vario, che prevede l'alternarsi in modo fluido di attacchi spirituali e fisici. Lo stile di gioco del nostro personaggio sarà influenzato molto dai parametri a cui decideremo di dar maggiore importanza, poiché questi sono anche legati allo scaling del danno.

    Sul fronte della varietà degli strumenti di morte ci sentiamo di rivolgere un encomio al team nipponico, dal momento che all'uscita sono presenti ben 13 tipi di armi melee, che vanno ad aggiungersi a soluzioni a distanza come archi e balestre e a tutta una serie di consumabili offensivi, come pugnali da lancio e bombe incendiarie. A prescindere dalla lama o dalla staffa che decidete di utilizzare, sappiate che in Wo Long il fattore più importante da tenere a mente - anche più delle reali statistiche - è la "circostanza", poiché non esiste un'arma migliore delle altre in assoluto.

    In generale gli strumenti d'offesa più leggeri e rapidi si confanno ad approcci aggressivi, mentre quelli più pesanti e dal raggio più esteso, tornano utili per tenere a bada gruppi di nemici, adattandosi meglio a una strategia più ragionata. Gli addetti ai lavori hanno riposto molta cura nella realizzazione degli equipaggiamenti sul fronte estetico ma, proprio come in Nioh, hanno implementato un sistema di loot che predilige la quantità alla qualità.

    Nel corso delle decine di ore di campagna siamo stati letteralmente sommersi da pezzi di armatura d'ogni sorta, spesso doppioni con differenze decimali in termini di effetti bonus. Sia chiaro, siamo liberi di modificare sia l'aspetto dei singoli componenti delle corazze, sia i castoni - che conferiscono delle migliorie - ma allora viene da chiedersi se sia necessario confondere l'utente con una tale mole di ninnoli, invece di puntare sulla creazione di un minor numero di set, dotati però di caratteristiche uniche e meglio definite. A cadenzare la nostra aggressività c'è la barra dello Spirito, con cui Team Ninja ha deciso di sostituire l'inflazionata stamina. Questo indicatore può assumere tre valori di base: quando siamo al di fuori del combattimento esso è in posizione neutrale e non ha nessun effetto, ma quando mettiamo a segno attacchi leggeri o deflettiamo con successo colpi avversari, guadagniamo forza di volontà da poter spendere per servirci delle arti marziali e le stregonerie. Azioni come la parata, l'utilizzo di incantesimi e i colpi pesanti fanno decrescere l'indicatore dello Spirito, causando - al raggiungimento del valore minimo - lo stordimento del nostro guerriero, che sarà completamente scoperto ai colpi avversari.

    Concettualmente le differenze tra l'inedito sistema di gestione della stamina e quello classico non sono molte, eppure la nuova soluzione premia in modo maggiore la precisione dell'utente. Dal momento che le offensive con l'indicatore di Spirito in positivo sono potenziate, siamo spinti a essere propositivi durante gli scontri per evitare di far calare il valore senza sfruttarne i benefici.

    Gli scontri, la telecamera e le Bestie Divine

    Oltre a semplici soldati, bruti, stregoni e golem, nel corso della guerra all'Elisir ci siamo trovati ad aver a che fare con entità dalle capacità sovrumane. La vera essenza dell'esperienza viene fuori proprio in queste situazioni, dove a salvarci sono solo i riflessi e il sangue freddo. In Wo Long parata e schivata non sono particolarmente efficaci e la vittoria dipenderà dalla nostra capacità di deflettere i colpi.

    A complicare le cose, i parchi mosse degli avversari sono composti da lunghe combo - di cui è importante capire il ritmo - e attacchi critici devastanti, offensive dal potenziale mortifero elevatissimo che concedono però bonus tangibili se parate. In seguito al respingimento di uno di questi attacchi pesanti, i nemici vengono storditi e privati momentaneamente dell'aura demoniaca che li avvolge.

    All'apice della catena alimentare troviamo delle boss fight quasi sempre spettacolari, ma anche tecniche e appaganti. Sia per le piacevoli sensazioni restituite dagli scontri con armi bianche, sia perché quando la taglia dell'avversario è contenuta la pulizia visiva è maggiore, ci sentiamo di affermare che le battaglie più riuscite in tal senso sono quelle coi nemici antropomorfi.

    Di contro, gli esseri colossali danno vita a confronti caotici ma più banali, complici i loro moveset spesso schematici e leggibili, incapaci di tradurre nella pratica la sensazione di terrore che le creature sanno generare alla vista. Nel complesso il lavoro di Team Ninja è stato più che buono e - verso la fine dell'avventura - abbiamo affrontato combattimenti la cui bellezza e imponenza ci hanno lasciato a bocca aperta.

    In materia di bilanciamento della difficoltà, i problemi sorgono paradossalmente col primo dei boss, che per alcuni può rappresentare uno scoglio insormontabile, soprattutto se si considera che in seguito il livello di sfida si assesta su un valore generalmente più basso. Le sue combinazioni di attacchi e il fatto che il confronto sia diviso in due fasi, infatti, rendono questo avversario piuttosto punitivo e potenzialmente in grado di scoraggiare eccessivamente i neofiti. In altre parole, queste lotte per la vita sono cariche di tensione e spesso appaganti ma non del tutto esenti da criticità. Capirete bene inoltre quanto un prodotto simile debba affidarsi a una gestione ottimale della telecamera per funzionare a dovere e purtroppo questo non sempre accade nel gioco di Team Ninja. Complici i combattimenti contro numerosi avversari e arene di dimensioni spesso modeste, l'inquadratura finisce per urtare di frequente le superfici dello scenario, avvicinandosi improvvisamente al nostro personaggio e distogliendo l'attenzione del giocatore dal suo assalitore.

    Incomprensibile anche la presenza di un lock on automatico fin troppo invasivo, che rende gli scontri di gruppo quasi insostenibili in assenza di alleati a fronteggiare gli opponenti in eccesso. Ci è capitato ad esempio di perire perché - mentre evitavamo i fendenti ravvicinati - abbiamo inavvertitamente respinto la freccia di un arciere lontano, che è stato immediatamente agganciato dal sistema, esponendo il nostro guerriero agli assalti dei nemici più prossimi. Incanalate di volta in volta in un amuleto di giada, le Bestie Divine costituiscono dei formidabili alleati, sfruttabili in due maniere distinte.

    Se evocate, combatteranno per qualche secondo al nostro fianco o si produrranno in un singolo attacco devastante (una volta abbiamo eliminato un boss con un unico colpo). L'altra opzione offensiva è costituita dalla Risonanza, che vede l'entità conferire dei poteri aggiuntivi alla nostra arma. Senza rovinarvi le sorprese, sappiate che questi alleati prendono la forma di diversi animali e possiedono differenti abilità e affinità elementali, da usare in combinazione con gli attacchi e le stregonerie del personaggio. Riempire l'indicatore di evocazione è piuttosto veloce, caratteristica positiva che non limita questa meccanica all'essere utilizzata di rado.

    Fulcro del gameplay di Wo Long Fallen Dynasty è l'inedito sistema del Morale. Questo valore si resetta all'inizio di ogni missione ed è da considerarsi come un ulteriore livello del personaggio.

    L'EndgameUna volta terminata la campagna, Wo Long Fallen Dynasty permette di rigiocare tutti i Campi di Battaglia primari e secondari a difficoltà Dragone Emergente. Questo livello di sfida comporta scontri più ardui e un relativo miglioramento del loot ottenuto. Le differenze tra questa modalità e quella base non sono molte, e crediamo che ricevere una spada di grado 5 invece di una di grado 4 non sia un incentivo sufficiente per un ulteriore completamento della storia. Per chi non fosse ancora sazio di sangue demoniaco invece, l'end game offre un buon pretesto per provare nuove build con affinità elementali alternative.

    Varia tra zero e 25 e, se confrontato con quello dei nemici, indica la differenza contestuale di potere tra il protagonista e i suoi avversari. In sostanza, possedere più punti di loro ci permette di infliggergli più danni e viceversa. Raggiungere determinate soglie di Morale è l'unico modo per potenziare le caratteristiche delle Bestie Divine o per utilizzare le stregonerie più potenti, a riprova del grande valore di questa trovata di gameplay. Come dicevamo, anche i demoni, i soldati e le altre creature hanno un loro Morale e, quando uno di essi ci sconfiggerà, il suo punteggio salirà di uno. Starà alla cautela dell'utente quindi evitare di incaponirsi e farsi sconfiggere sempre dalla stessa creatura, pena la creazione di una vera e propria nemesi dura a morire. Questo sistema ci è piaciuto molto perché premia sia la capacità del giocatore di restare in vita durante i livelli, sia la sua precisione nei combattimenti (deviare ed effettuare colpi critici contribuisce all'aumento di questa statistica).

    Bellezza artistica, singhiozzi tecnici

    Complici un livello di dettaglio altalenante e un'effettistica che non fa di certo gridare al miracolo, Wo Long non punta a definire un nuovo standard grafico e non si allontana poi molto dai risultati raggiunti dal team con Nioh 2. Dispone di due soluzioni visive differenti, con quella che favorisce la qualità visiva e l'altra che invece si concentra sulla fluidità.

    In entrambi i casi, il frame rate non si è rivelato esattamente granitico ma è probabile che al day one o nei giorni successivi al debutto buona parte di queste incertezze - fortunatamente non gravi - verranno risolte. Il titolo di Team Ninja brilla più sul fronte prettamente artistico che tecnico, il che ci spinge, vista anche la natura della produzione, a consigliarvi di giocarlo a 60 fps. Tra capitali in fiamme, villaggi ghiacciati e vasti templi, gli scenari evocativi non mancano di certo e anche i volti dei comprimari ci hanno sorpreso in positivo per dovizia di particolari.

    Se la qualità delle scene filmate si è mantenuta piuttosto alta per tutta la durata del viaggio del nostro eroe, lo stesso non possiamo dire della presentazione visiva nel suo complesso. Il gioco infatti soffre di un evidente e fastidioso pop up degli asset, che in alcuni frangenti fa apparire intere porzioni dello scenario in modo fin troppo vistoso.

    Tutt'altro discorso per l'estetica di armi e armature: il numero di skin sia per i capi d'abbigliamento che per gli strumenti di morte è notevole e spazia da uno stile tradizionale, a elementi decisamente più sfarzosi, come foderi di spade a forma di dragone e armature ingioiellate, piene di intarsi e dettagli. Non particolarmente di rilievo il comparto sonoro, con una soundtrack di accompagnamento piacevole ma meno memorabile di quelle udite in altri titoli simili. Encomiabile invece il doppiaggio in cinese, capace come già accennato di conferire autenticità ai personaggi che incontriamo.

    Wo Long Fallen Dynasty Wo Long Fallen DynastyVersione Analizzata PlayStation 5Wo Long Fallen Dynasty si presenta come un astro che brilla a tratti, sospeso tra picchi luminosi di gameplay e singhiozzi di tipo tecnico. In generale, per coloro che vogliono mettersi alla prova, l’ultima fatica di Team Ninja è imperdibile, complice anche il suo debutto su Xbox Game Pass, che farà gola a tutti gli abbonati. Siamo sicuri che gli epici scontri messi in scena in questa epopea saranno in grado di stimolarvi per ore, premiando i vostri sforzi con un comparto ludico solido, frenato solo da alcune scelte figlie di una mentalità conservativa. Ci auguriamo che in futuro il collettivo deciderà di abbandonare alcuni degli stilemi che contraddistinguono i titoli di questo filone, così da poterlo portare al livello successivo in via definitiva, anche grazie alla potenza delle console dell’attuale generazione.

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