Wreckfest Recensione: l'erede spirituale di FlatOut e Destruction Derby

Sviluppato da Bugbear Interactive (autori della serie FlatOut) Wreckfest arriva finalmente su console dopo aver riscosso un discreto successo su PC.

Wreckfest Recensione: l'erede spirituale di FlatOut e Destruction Derby
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Disponibile per
  • Pc
  • PS4
  • Xbox One
  • Xbox One X
  • PS4 Pro
  • PS5
  • Parafrasando Maccio Capatonda, esistono storie che non esistono. È questo il caso di Wreckfest, un titolo che a un certo punto sembrava non dovesse più uscire. Rinvii, cambi di nome (il titolo di lavorazione era Next Car Game) e vicissitudini varie hanno accompagnato per cinque anni lo sviluppo dell'erede dell'amata serie FlatOut. L'anno scorso c'è stata poi la svolta: dopo un buon rodaggio in early access su Steam, il gioco per PC vedeva finalmente la luce, con la promessa di un'imminente versione console.

    Proprio per quanto riguarda le edizioni PS4 e Xbox One, i ragazzi di Bugbear avevano più volte dichiarato di volersi prendere tutto il tempo necessario al fine di realizzare un port come si deve. In questi caldi giorni di tarda estate Wreckfestapproda finalmente sulle macchine da gioco Sony e Microsoft: convertire un gioco da PC a console, si sa, non è affatto semplice e il rischio di trovarsi dinanzi ad un prodotto castrato è dietro l'angolo. Sarà valsa la pena attendere così tanto?

    Una conversione da manuale

    Togliamoci subito qualsiasi dubbio di sorta: sì, ne è valsa la pena. Il Wreckfest che ci troviamo per le mani è la fedele conversione di quanto apparso su PC, con tutto il suo carico di adrenalina arcade, follia a quattro ruote, impatto visivo accattivante e tanta fisica. Gli scontri tra vetture, le deformazioni delle carrozzerie, gli impatti con gli elementi di contorno sono a conti fatti il principale biglietto da visita di un racing game fracassone, erede designato dei primi FlatOut, ma inevitabilmente imparentato con Burnout e, soprattutto, con nonni del calibro di Destruction Derby e Demolition Derby.

    Come dicevamo, il gioco è fondamentalmente lo stesso già visto su PC, a partire dalle modalità. Il cuore dell'offerta rimane la Carriera, nella quale potremo affrontare cinque campionati diversi, sbloccabili a seconda del nostro livello di bravura attraverso gare di vario genere, dalla classica corsa sprint alle sfide a eliminazione, dai duelli con singoli piloti ai divertentissimi demolition derby. Il tutto all'interno di una nutrita schiera di tracciati, su terra e asfalto, senza contare percorsi speciali e totalmente fuori di testa, che ricordano da vicino le mitiche piste Hot Wheels. I risultati ottenuti nelle gare ci consentiranno di accumulare esperienza e crediti per acquistare auto sempre più performanti e per sbloccare i fondamentali potenziamenti. Il tuning, manco a dirlo, è il cuore pulsante della Carriera, grazie alle decine di upgrade tecnici coi quali poter aumentare i cavalli del motore, ma anche la resistenza ai colpi, di vitale importanza per sopravvivere nei demolition derby. Anche l'occhio poi vuole la sua parte: sono pertanto disponibili decine e decine di skin personalizzabili per rendere ancora più cattivo il nostro mezzo. Riconfermate anche tutte le classi di veicoli, dai tosaerba ai SUV, passando per muscle car americane, utilitarie, family car, camion, autobus e camper! Le auto sono prive di licenze ufficiali, ma non sarà difficile riconoscere le forme di classiche Mustang, Escort, station wagon Volvo e molti altri modelli che hanno fanno la storia dell'automobilismo.

    Modello di guida divertente, con una spruzzatina di "realismo"

    Una volta scesi in pista, a tenere banco è il valido modello di guida: siamo assolutamente in territorio arcade, ma saggiamente Bugbear non ha del tutto sacrificato all'altare del divertimento un velato rimando al realismo, evidente soprattutto nella fisica delle vetture (il loro peso si sente, eccome!) e nella gestione di cambio, gas e freno. Insomma, non basta premere come ossessi il trigger destro e buttarsi a testa bassa nella prima curva.

    L'utilizzo del cambio (è preferibile scegliere subito il manuale), abbinato a un oculato ricorso al freno a mano, ci consentirà di mantenere sempre sufficientemente alti i giri del motore. Tutto ciò è fondamentale per evitare di uscire dalle curve troppo lenti e di farsi superare all'interno dagli avversari. Va detto che il gioco tende a barare un po', con un effetto elastico evidentissimo: se stiamo inseguendo, i nostri avversari appariranno molto più lenti di noi, mentre a parti invertite i piloti gestiti dall'IA saranno capaci di recuperi prodigiosi.

    Restando in tema, l'intelligenza artificiale è buona, ma ci saremmo aspettati maggiore aggressività: non mancheranno incidenti catastrofici e sportellate maligne, ma sarebbe stato più divertente vedere i nostri avversari entrare in staccata come matti o lasciarsi andare a scorrettezze più clamorose.

    A lungo andare, ed è forse questa la carenza maggiore di Wreckfest, la Carriera tenderà a rivelarsi piuttosto ripetitiva, a causa di una mancanza di elementi di contorno (sarebbe stato bello osservare cutscene coi piloti che se le suonano nel paddock o scene di vita da officina...) che finisce per trasformare la modalità in una lunga sequenza di azioni abbastanza standardizzate. Se non altro, l'ampio margine di personalizzazione della sezione tuning e le tantissime tipologie di gare diverse manterranno sempre alto il nostro livello di attenzione e partecipazione.

    Un comparto tecnico di prim'ordine

    La lunga attesa nel passaggio da PC a console non è stata tempo sprecato, visti i risultati tecnici di una conversione azzeccatissima. Fin da una prima occhiata quel che sorprende è l'estrema fluidità dell'azione, stampata fissa a 60 fps anche in presenza di numerose auto ed elementi di contorno deformabili. Insomma, su schermo c'è davvero tanta roba che vola a destra e a manca e tutto gira a meraviglia.

    Del resto, la sensazione di frenesia e iperattività, fondamentale in prodotti arcade di questo genere, non può e non deve essere limitata da un framerate claudicante. I dettagli dei mezzi e delle piste si mantengono a livelli molto alti, sia nella modellazione 3D che nel realismo dei danni. Non siamo, e non potrebbe essere altrimenti, ai livelli di un BeamNG Drive, ma vedere le auto che gradualmente perdono pezzi è parecchio appagante per chi è cresciuto a pane e Super Stunt Cars. Ecco, non aspettiamoci che il danneggiamento influisca in maniera davvero realistica sulle prestazioni del veicolo, neppure settandoli al massimo: come già evidente su PC, i danni, per quanto talvolta "fatali", sono più che altro spettacolari e diventano realmente decisivi solo nelle sessioni di demolition derby, dove l'impossibilità di continuare è elemento discriminante tra la vittoria e la sconfitta. Una scelta che potrebbe far storcere il naso ad alcuni, ma che ottempera alla perfezione alla filosofia di base del gioco, improntata all'immediatezza più pura.

    Non sarebbe stata una cattiva idea inserire un editor di incidenti, solo per il divertimento di vedere le auto andare in pezzi e pianificare il crash più spettacolare possibile, magari da poter poi condividere online. A proposito di online, non poteva mancare un supporto multiplayer articolato: è possibile affrontare altri piloti virtuali in gare sprint, demolition derby, sfide con auto speciali e tanto altro.

    Wreckfest WreckfestVersione Analizzata PlayStation 4L’attesa è stata senza dubbio ben ripagata, visti i risultati messi in campo da Wreckfest. Un divertentissimo gioco di corse arcade, impreziosito da un sistema di danni con pochi eguali su console e da una grande varietà di auto, gare e tracciati. Ci saremmo però aspettati qualche new entry rispetto alla versione PC in circolazione da oltre un anno, soprattutto per scongiurare il rischio, a lungo andare, di una certa ripetitività nelle meccaniche della Carriera.

    8

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