WWE 2K18 Recensione: sali sul ring con i giganti del Wrestling

Il wrestling targato 2K Games torna a far baccano sui nostri schermi. Il titolo della svolta o l'ennesima minestrina riscaldata?

WWE 2K18 Recensione: sali sul ring con i giganti del Wrestling
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Disponibile per
  • Pc
  • PS4
  • Xbox One
  • Switch
  • Puntuale e implacabile come una Tombstone Piledriver, la nuova edizione del wrestling secondo 2K arriva sulle nostre console col suo carico di adrenalina, spettacolo allo stato puro, muscoli e, perché no, belle figliuole. L'ultima iterazione della serie dedicata al colorato carrozzone della WWE si era già parzialmente mostrata nei mesi scorsi, lasciando intuire un riordino ragionato di quanto di buono visto nelle passate edizioni, con circostanziate novità di gameplay e un generale restyling grafico. Certo, la serie si è più volte rivelata in passato coperta troppo corta, con miglioramenti da un lato e inspiegabili passi indietro dall'altro, comportamento perfettamente esemplificato dodici mesi fa da WWE 2K17. Sarà così anche quest'anno?

    Vita da wrestler

    Il cuore dell'offerta è ancora la modalità Carriera (Il Mio Giocatore), nella quale ci ritroveremo a creare dal nulla un novello lottatore desideroso di salire nell'empireo del wrestling professionistico, dai primi combattimenti di NXT al titolo mondiale della WWE. Si comincia, come da tradizione, con la creazione del proprio lottatore personalizzato. L'editor introduttivo è limitato a elementi generici, dal nome all'aspetto, fino alla tenuta da combattimento, ma una volta entrati nel menu principale della modalità la musica cambia. Già lo scorso anno WWE 2K17 aveva deliziato la platea con un editor che non temeva paragoni, grazie a un livello di personalizzazione pazzesco, ora riconfermato e ulteriormente potenziato.

    Tutto, ma proprio tutto, può essere modificato nella creazione del personaggio, dalle deformazioni facciali, ai denti (possiamo persino decidere di toglierne qualcuno!), passando per le vene e per la struttura muscolare. Un vero e proprio gioco nel gioco, in grado di regalarci un divertimento "creativo" senza pari. Non solo lottatori: l'editor consente di customizzare anche le entrate, le arene, e da quest'anno anche le tipologie di match.
    Come detto, il nostro lottatore in erba dovrà farsi strada partendo da NXT, il territorio di sviluppo della WWE, fucina di talenti destinati a dare poi spettacolo nei due main brand Raw e Smackdown Live. L'investitura ufficiale WWE porta con sé, oltre alle sigle e ai loghi ben noti a tutti i fan, i roster completi dei lottatori, uomini e donne, comprese le stelle del passato, per un totale di ben 174 personaggi giocabili. Ogni lottatore reale dispone del proprio set di mosse specifico. Quest'anno Yuke's ha deciso di dare alla modalità Carriera una maggior connotazione RPG, col nostro personaggio in grado di aggirarsi per il backstage degli eventi in free roaming e approcciare avversari, allenatori, manager e quant'altro.

    Va detto, il sistema di dialogo è molto elementare e limitato a pochi scambi, il più delle volte per nulla determinanti. Ci saremmo aspettati un approccio più colorito e aggressivo, tipico delle interazioni tra wrestler, manager e membri della federazione, da sempre succulenti antipasti ai match veri e propri, ma non è così. La ripetitività delle azioni ci consiglierà ben presto di skippare buona parte del materiale di contorno per andare direttamente sul ring. La banalità e la fondamentale inutilità dei dialoghi si estende purtroppo al sistema delle promo, introdotto lo scorso anno e ancora piuttosto acerbo. Una volta al microfono, il nostro wrestler si rivolgerà al pubblico ricorrendo a un set di frasi pre-impostate, per ottenere reazioni di volta in volta diverse e accendere rivalità. Peccato che il frasario sia ben poco memorabile, per non parlare della totale mancanza di voice acting (le frasi compaiono solo in sovrimpressione). Interessante lo spin-off online Road to Glory, nel quale il nostro lottatore personalizzato potrà sfidare altri avversari in multiplayer per accedere a speciali eventi Pay Per View (modalità non ancora attiva al momento della recensione).

    Gameplay? 10 e lode

    Si parlava in apertura di novità di gameplay. E in effetti Yuke's ha introdotto un sistema di sollevamento e trasporto degli avversari in quattro diverse posizioni, il classico cacio sui maccheroni per wrestler di peso alla Big Show. La novità viene ben presto svelata nel tutorial introduttivo della Carriera, insieme a una rivista interfaccia delle sottomissioni, con due diverse opzioni selezionabili a piacimento. Le new entry si inseriscono con grande naturalezza in un sistema che già da qualche anno dosa con sapienza arcade fracassone e tecnicismi simulativi. I match si confermano di spessore, mai banali, aperti a un approccio tattico che deve tenere conto di parametri importanti, come la stamina o il numero limitato di reversal. Insomma, tutto fuorché un insipido menar cazzotti a destra e a manca.
    La sensazione di rissa senza capo né coda non compare fortunatamente neppure nei nuovi incontri fino a 8 giocatori, in tag match 4 contro 4, ladder match e battle royale, dove l'assembramento sul ring poteva, almeno sulla carta, creare qualche problema.

    La veste grafica rinnovata, se da un lato mette in mostra modelli dei lottatori credibili e dettagliati, arene spettacolari e nuovi giochi di luci, dall'altro non riesce a nascondere difetti ormai cronici della serie: le animazioni appaiono ancora piuttosto innaturali, con stacchi improvvisi e poco realistici scivolamenti sul ring.
    Lo stesso dicasi per le collisioni e per tutto il comparto fisico, ancora minato da reazioni talvolta inspiegabili.
    Rimanendo sul versante tecnico, ancora deficitario il commento: nel wrestling siamo da sempre abituati a telecronisti sopra le righe, ben altra pasta rispetto al flemmatico trio di commentatori introdotto quest'anno (Michael Cole, Corey Graves e Byron Saxton), incapace di andare oltre le solite banali e ripetitive sottolineature da sports game del tempo che fu.

    Al di fuori della modalità Carriera segnaliamo l'ormai definitiva dipartita dello Showcase, già desaparecido lo scorso anno, e una riproposizione sostanzialmente immutata del WWE Universe, la modalità simil-manageriale che ci consente di gestire l'intero palinsesto WWE, organizzare match, Pay Per View, osservare gli incontri dall'esterno o prendervi parte direttamente. Ottimo sulla carta, fin troppo ripetitivo nella pratica...

    WWE 2K18 WWE 2K18Versione Analizzata PlayStation 4Da anni la serie WWE 2K vive di moderati slanci verso il futuro frammisti a inspiegabili passi indietro. Per chi aveva individuato in WWE 2K17 un potenziale (e conservativo) trampolino di lancio in vista di un 2018 davvero “nuovo”, l’ultimo lavoro di Yuke’s saprà inevitabilmente di minestra riscaldata. Solido, divertente e dai numeri iperbolici, WWE 2K18 stenta proprio dove i fan di lungo corso lo attendevano al varco. La veste grafica moderatamente rinnovata e l’aggiunta di un paio di elementi di gameplay non nascondono infatti un impianto ormai obsoleto, spesso a forte rischio ripetitività. Non un brutto gioco, tutt’altro, ma non certo l’edizione della svolta. A conti fatti, il titolo ideale per pomeriggi in compagnia di amici, grazie a un combat system che, al di là di tutto, rimane tra i più completi sulla piazza.

    7.5

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