
WWE 2K22 Recensione: la nuova era del wrestling
A colpi di 619 la serie di wrestling di 2K cerca di riconquistare il cuore degli appassionati. Scopriamo come se la cava nella nostra recensione.
WWE 2K22
Recensione: PlayStation 5
Articolo a cura di
Raffaello Rusconi
Disponibile perPc
PS4
Xbox One
Xbox One X
PS4 Pro
PS5
Xbox Series X
Dopo il passo falso con WWE 2K20 (ecco la recensione di WWE 2K20 per rinfrescarvi la memoria) e la decisione di non pubblicare l'edizione 2021 per dare tempo al team di sviluppo di metabolizzare la traumatica separazione da Yuke's, c'era una grandissima attesa per il nuovo WWE 2K22, per quello che tutti gli appassionati sognavano come il capitolo della possibile redenzione. Vi anticipiamo subito che i passi in avanti sono considerevoli, e che questo nuovo capitolo - al netto di qualche spigolo ancora da limare - sale sul ring con l'intenzione di soddisfare i desideri degli amanti del wrestling videoludico.
Il gameplay
Oltre a un comparto grafico di spessore e al gradito ritorno di qualche modalità messa in disparte dalle recenti edizioni, quello che più colpisce di WWE 2K22 è il gameplay. Nulla di paragonabile a quello realizzato da AKI Corporation e Asmik Ace un ventennio fa per WWF No Mercy, ma al grido di "It Hits Different" Visual Concepts ha dato un bel colpo di spugna al passato.
Chi ha giocato ai vecchi episodi della serie se ne accorgerà subito e sin dal tutorial presentato da "mister simpatia" Drew Gulak si potranno apprezzare le semplificazioni apportate all'esecuzione delle combo, ai minigiochi e a tutto il resto della muscolatura ludica. Il tutorial (lo "Showcase", paradossalmente sembra una versione 2.0 ancor più esaustiva!) fa davvero un buon lavoro e in una decina di minuti si è in grado di capire cosa si può fare in WWE 2K22. Visual Concepts ha optato per un sistema di controllo più arcade rispetto alle ultime interpretazioni: una semplificazione che nasconde una profondità inaspettata e non solo nella gestione delle combo. Il sistema di combattimento è stato riveduto e corretto nella fase di attacco e nell'esecuzione delle "reversal": per contrastare in modo efficace le combo non si è più costretti a subire colpi su colpi per lunghi tratti come accadeva negli ultimi episodi della serie, e ora è possibile ribaltare velocemente l'azione. Facendo un breve riassunto, troveremo un pulsante per i colpi leggeri, uno per quelli pesanti, uno per le prese e un altro per contrattaccare.
Visual Concepts si è ispirata ai picchiaduro e, soprattutto, ai primissimi episodi firmati da Yuke's negli anni Duemila: la soluzione adottata funziona discretamente, anche se ci vuole un po' per abituarsi, e le combo sono più facili da realizzare, così come le schivate, le prese e le parate. Ed è soprattutto più facile memorizzare certe combinazioni (le "Irish Whips" no!), mentre per schienare o per uscire da una presa di sottomissione si ritorna al classico "button mashing".

Il contrattacco non è solo una questione di riflessi ma soprattutto di intuito: infatti, indovinando il colpo dell'avversario possiamo bloccare o limitare la sua combo mentre le reversal (le "breaker" nello specifico) richiedono al giocatore un buon timing. L'idea sulla carta è intrigante anche se non mancano dubbi, dal momento che "indovinare" il colpo da bloccare potrebbe non piacere a tutti. In generale, il sistema di controllo si dimostra molto reattivo e le finisher dei vari Mysterio, Reigns, Edge si possono eseguire senza grossi problemi.
Tutto è più fluido
Con simile escamotage Visual Concepts è riuscita a rendere le azioni sul ring un po' più fluide (WWE Smackdown vs. Raw resta comunque insuperabile su questo fronte) e ad avere match con un ritmo più sostenuto e credibile. Certe situazioni restano da migliorare, come per esempio l'entrata e l'uscita dal ring, mentre altre risultano ancora un po' macchinose.
Nel complesso, i movimenti dei wrestler sono migliorati rispetto alle edizioni precedenti e vedere Becky Lynch, Brock Lesnar e AJ Styles camminare invece che muoversi a zig zag sul quadrato è un risultato apprezzabile. Purtroppo, la sensazione di pattinamento sul ring quando un wrestler corre o si sposta non è del tutto scomparsa, mentre "l'effetto robot" permane nell'esecuzione di alcune mosse. Fuori dal ring è facile notare qualche rallentamento ma, nel complesso, la transizione tra le diverse fasi di gioco appare migliorata, benché ogni tanto capiti di imbattersi in qualche animazione che non si attiva perfettamente se non ci si trova al posto giusto al momento giusto, o in qualche corda magica capace di intrappolare i wrestler controllati dalla IA. E proprio la Cpu, dotata di 4 livelli di difficoltà, continua a non entusiasmare in tag team: i compagni non brillano per acume tattico, mentre in certe situazioni caotiche - con molti lottatori sul quadrato - si rivela difficile colpire o bloccare l'avversario che sta arrivando a cartellarci.
Il mistero dei capelli continua
Il lavoro svolto su NBA 2K (con cui condivide la medesima tecnologia) è servito al team di sviluppo per realizzare delle controparti poligonali estremamente fedeli, ben proporzionate e con animazioni facciali discrete, sebbene non manchino sguardi da film horror e bocche con paresi. La maggior parte delle intro dei wrestler regala al giocatore una bella scarica di adrenalina, mentre dobbiamo rimarcare - ancora una volta - le difficoltà incontrate da Visual Concepts nel riprodurre le folte chiome dei lottatori della WWE (Ric Flair, Becky Lynch sono inguardabili...).

Se la riproduzione delle superstar attuali è nella stragrande maggioranza dei casi decisamente realistica, quella delle leggende farà storcere un po' il naso (vedi Randy Savage...).
Il miglioramento del gameplay è andato di pari passo con quello del motore di gioco che riesce a garantire sulle nuove console un frame rate solido sul ring, per quanto non manchino sporadici cali nelle fasi di maggior caos a schermo. Sono cambiate anche le angolazioni delle telecamere, mentre abbiamo avuto la sensazione che il ring sia un po' più piccolo rispetto alla realtà.

Per quanto riguarda la fisica di gioco c'è ancora da lavorare sulla "sensazione di peso" tra i wrestler, sulle cadute o sui contatti con gli innumerevoli oggetti che popolano i ring della WWE. Anche il rilevamento delle collisioni necessiterebbe di un ulteriore rifinitura: per esempio, nei Money in the Bank spostare scale o tavolo e raccogliere oggetti e parare attacchi è un'azione abbastanza complicata da mettere a segno.
Un GM a metà
Una delle modalità di gioco più pubblicizzate in WWE 2K22 è Il mio GM che permette al giocatore di vestire i panni del Vince McMahon della situazione. Dopo essere sparita per quasi 14 anni (non si vedeva dai tempi di WWE SmackDown vs. Raw 2008), la modalità dedicata agli aspiranti general manager è ritornata a grande richiesta dei fan. Nella nuova versione possiamo scegliere tra 5 GM fatti e finiti, ossia Adam Pearce, Sonya Deville, William Regal, Shane McMahon e Stephanie McMahon, oppure crearne uno da zero per gestire uno degli show della federazione di Stamford sotto lo sguardo attento del commissario "Paul Michael Levesque" (Triple H, il genero Vince McMahon).
L'opzione prevede un draft composto da 8 turni per creare il proprio roster di superstar e un budget di 2.750.000 di dollari per fare incetta di heel e face, così da programmare un po' di match di cartello. Avere delle superstar planetarie come Romain Reigns, Edge o Ronda Rousey farebbe comodo a qualsiasi GM, ma è importante creare dei match interessanti e soprattutto mettere in piedi delle rivalità capaci di far decollare i rating televisivi. La modalità permette di sfidare l'IA o un amico in un periodo temporale prestabilito dalle 15 alle 50 settimane.
Si inizia da una palestra di uno sconosciuto liceo a stelle e strisce per arrivare alle arene della WWE: serve un paio di incontri speciali per ogni show e le card vanno costruite con intelligenza, tenendo sempre sott'occhio la gestione logistica e amministrativa (arene più grandi, per esempio, comportano costi più elevati) e le relazioni tra gli atleti. Triple H può poi aiutare con i suoi suggerimenti e completando gli obiettivi che ci propone è possibile ottenere dei preziosi bonus, come le carte potenziamento.

Gli incontri possono essere simulati o giocati e ci viene data anche l'opportunità di creare dei segmenti promozionali per attirare il pubblico (le possibilità di booking sono comunque limitate). Sulla carta, la modalità "Il mio GM" non sembra male ma ci sono diversi problemucci: i titoli di tag team non esistono, così come tutte le altre cinture che vengono considerate secondarie, mentre certe tipologie di match (i Triple Threat, per esempio) non sono disponibili. E, dulcis in fundo, dopo aver completato la stagione la sfida si esaurisce.
Le altre modalità
La modalità Showcase è dedicata a Rey Mysterio: sono stati scelti una dozzina di match leggendari per rivivere i 25 anni di carriera del wrestler di San Diego. Dagli incontri nella defunta WCW (si parte con Eddie Guerrero ad Halloween Havoc nel 1997) fino ai più recenti nella WWE, Showcase si caratterizza per una serie di obiettivi da completare. Purtroppo, all'appello mancano alcuni match storici con altre leggende della WWE come Kurt Angle, Chris Jericho, CM Punk a causa di problemi di licenza.
Nel complesso, lo "Showcase" sembra fungere da tutorial supplementare per perfezionare mosse e meccaniche ludiche: il passaggio dai filmati al gioco vero e proprio lascerà infatti a bocca aperta gli appassionati. "La Mia Ascesa", invece, è quella che possiamo considerare come l'erede della vecchia carriera nei precedenti episodi. Si parte dal WWE Performance Center per arrivare ai main event della federazione: c'è una componente GdR con punti da distribuire nelle abilità del proprio lottatore, e non manca la possibilità di cambiare il proprio destino in base alle decisioni prese. La Mia Ascesa mette sul piatto circa una cinquantina di ore di gioco con due campagne, una maschile e una femminile, corredate da una struttura narrativa più aperta e meno lineare. L'unico dubbio che abbiamo riguarda il fattore "immersività": ci sono meno promo e filmati e troppi dialoghi sui social media, un po' noiosetti a lungo andare. Torna anche la modalità "Universe" che permette di gestire l'intero carrozzone della WWE simulando o disputando tutti i match in cartello. Nella nuova versione, che risulta molto simile alla precedente, è stata aggiunta la possibilità di vivere la carriera di una singola superstar.
La mia Fazione e le microtransazioni
Potevano mancare le famigerate microtransazioni in un gioco di 2K? Assolutamente no! Ne La mia Fazione abbiamo la possibilità di creare la nostra "stable dei sogni" e affrontare le sfide proposte quotidianamente da Visual Concepts. Torri settimanali, terreni di prova e guerra tra fazioni saranno affrontabili dopo aver ottenuto i nostri pacchetti di figurine: potremo acquistare altre superstar (che variano in base alla rarità) e potenziamenti di diversa natura, mentre completando una serie di obiettivi e vincendo incontri otterremo ricompense e altro ancora.
È una modalità single player: acquistando VC possiamo potenziare velocemente la nostra formazione e vincere molto più facilmente gli incontri e le sfide proposte. L'idea è interessante ma onestamente ci aspettavamo qualcosa di diverso e un po' più articolato. Completa il pacchetto delle modalità di WWE 2K22 l'esaustiva sezione dedicata alla "Creazioni" che permette al giocatore di sbizzarrirsi nella personalizzazione del proprio alter ego virtuale e nella stipulazione degli incontri. Per una dettagliata analisi del comparto multiplayer vi rimandiamo invece a un prossimo aggiornamento.
L'impatto della AEW sul roster WWE
Tempi duri per la WWE che si trova a fare i conti con una rivale credibile come la AEW (con tanto di gioco in arrivo nel corso dell'anno) e con numerosi ex beniamini di Stamford passati tra le fila nemiche: Daniel Bryan, CM Punk, Dean Ambrose, Chris Jericho, Matt Hardy, Christian Cage e William Regal.

Una lista che sembra allungarsi sempre di più ogni mese: Mr. Vince McMahon, infatti, sta facendo piazza pulita di tutti quelli che ha definito i "pesi morti" della sua federazione. WWE 2K22 butta nel calderone più di 160 wrestler, e con i DLC di WWE 2K22 in arrivo saranno più di 200: peccato che ben 36 lottatori presenti nel gioco non facciano più parte della federazione. Per quanto riguarda il commento tecnico, Michael Cole, Corey Graves e Byron Saxton offrono una telecronaca decente e nulla di più: Jim Ross resta un sogno...
WWE 2K22Versione Analizzata PlayStation 5Mai testimonial fu più azzeccato: Rey Mysterio, infatti, con una spettacolare 619 ha spazzato via tutte le incertezze del passato proiettando la serie di wrestling di Visual Concepts in una nuova dimensione, quella della next-gen. Mentre si fanno sempre più insistenti le voci di una WWE non propriamente soddisfatta dalle recenti performance dell'accoppiata Take 2/Visual Concepts (con un contratto in scadenza proprio nel 2022 e un'estensione ancora da firmare) e pronta a cedere alle lusinghe di Electronic Arts, la miglior risposta la dà proprio WWE 2K22 sul quadrato virtuale. Non si tratta di un prodotto impeccabile, ma senza dubbio di uno dei titoli più interessanti prodotti da Take 2 da quando ha raccolto la pesante eredità di THQ nel 2011. WWE 2K22 non entrerà nel gotha delle simulazioni di wrestling composto da WWF No Mercy, WWE SmackDown! Here Comes the Pain e WWE SmackDown Vs. RAW 2006/2007, ma se la può giocare con le miglior versioni realizzate dell'accoppiata Take 2/Visual Concepts. Non mancano bug, glitch, problemi di roster e altre spigolature, ma WWE 2K22 è davvero divertente da giocare: questo è quello che più conta.
8
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