Recensione XCOM: Enemy Within

Gli alieni sono tornati, ma questa volta non sono l'unica minaccia con la quale dovremo confrontarsi...

Recensione XCOM: Enemy Within
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Disponibile per
  • Xbox 360
  • PS3
  • Pc
  • La qualità di XCOM: Enemy Unknown è innegabile, attestata e confermata dalle numerose nomination e dai premi ricevuti da critica e pubblico lo scorso anno per le versioni PC e console, con ulteriori Award in vista anche per la versione iOS, rilasciata lo scorso 20 Giugno. Questo non significa che il titolo Firaxis sia esente da difetti però: i giocatori più affiatati avranno infatti notato una certa mancanza di ritmo nell'esperienza ludica, come se fosse assente quell'elemento in grado di tenere incollati di fronte allo schermo, tipica della serie Civilization e di altri famosi giochi turn based. Sulla base del feedback ricevuto dalla community, il team guidato da Ananda Gupta ha lavorato in questi mesi a XCOM: Enemy Within, espansione di XCOM: Enemy Unknown che, non solo soddisfa gran parte delle richieste dei giocatori, ma va oltre trasformando il precedente approccio al gioco stesso. Nelle precedenti anteprime abbiamo ampiamente descritto le più importanti novità introdotte in XCOM: Enemy Within ma adesso, sulla base di quanto visto e provato con il codice release, vi possiamo dire pro e contro dell'ultima produzione di 2K Games.

    MUTARE PRO PROGRESSUS

    Nell’Hands-On di due settimane fa vi abbiamo illustrato l’introduzione del MELD, miracolosa sostanza aliena simile alle cellule staminali, con cui è possibile alterare a piacimento la struttura genetica dei propri soldati trasformandoli in Cyborg, o MEC Trooper, senza rischio di rigetto nuovi organi o impianti, in grado di utilizzare potenti armature cibernetiche sul campo di battaglia. Una volta liberati dallo stretto vincolo del codice preview, abbiamo fatto del nostro meglio per approfondire le potenzialità offerte dalle modifiche genetiche e dai soldati potenziati. Per quanto riguarda i MEC, siamo riusciti infine a sbloccare l’armatura di terzo livello, denominata Paladin, e relativi potenziamenti, che includono un lanciamine e un generatore di shock ad area che, sfortunatamente, non vanta le caratteristiche dello strumento necessario per catturare gli alieni vivi. L’unione dei due rami di Abilità, uno offensivo e l’altro prettamente difensivo - al quale si aggiunge l’abilità “innata” derivante del soldato cibernetico - rendono il MEC Trooper una classe molto versatile da schierare in campo, immune naturalmente al fuoco e al veleno (i soldati umani hanno invece bisogno delle armature Titan e similari), i cui unici limiti risiedono nell’impossibilità di interagire con le porte o i contenitori di MELD, rianimare i compagni in fin di vita e, ovviamente, di utilizzare poteri psionici.

    "Le modifiche genetiche sono compatibili e assimilabili alle capacità psioniche dei soldati, ovvero i soldati psion possono essere sottoposti alle terapie geniche traendone vantaggio."

    Una volta sbloccate le ultime modifiche genetiche e ottenuto un quadro più chiaro delle possibilità offerte dalla nuova feature, abbiamo quindi possibilità di apprezzarne la qualità sugli operatori umani: di per sé le due modifiche previste per ognuna delle cinque categorie (testa, occhi, torso, pelle e gambe) conferiscono bonus abbastanza generici da poter permettere la creazione di più combinazioni vincenti per ogni classe di gioco, in modo da conferire ancora più importanza e unicità ai singoli membri della propria squadra. Il particolare forse più importante è che le modifiche genetiche sono compatibili e assimilabili alle capacità psioniche dei soldati, ovvero i soldati psion possono essere sottoposti alle terapie geniche traendo vantaggio non solo dalle abilità sviluppate nell’ambito della propria classe, ma anche da quelle conferite dall’infusione di DNA alieno e dai poteri ESP risvegliati nell’apposita struttura della base. In definitiva, le modifiche genetiche si sono integrate naturalmente nella struttura dell’espansione Enemy Within di XCOM: Enemy Unknown, diventando una pratica obbligatoria, scorte e fondi permettendo naturalmente.
    Altra caratteristica che abbiamo voluto approfondire in sede di recensione è l’introduzione della fazione EXALT, concorrente e avversaria del progetto XCOM nella battaglia contro gli alieni. Come già accennato durante l’hands-on, EXALT è un’agenzia clandestina che, sullo stile degli Illuminati, ha come obiettivo l’utilizzo della tecnologia aliena al fine di rovesciare i governi nazionali e guidarli per il proprio tornaconto; tra i metodi adoperati per i loro loschi piani ci sarà, ovviamente, anche il sabotaggio delle attività della nostra organizzazione, pratiche che consistono nella sottrazione di fondi, perdita di dati dalle ricerche in corso e, nei casi più estremi, l’incitamento di sommosse popolari nei paesi aderenti al Progetto XCOM. Per scoprire la base principale di questa nuova fazione sarà necessario scovarne prima le cellule clandestine, ben nascoste in giro per il mondo e individuabili soltanto eseguendo costose scansioni del territorio, oppure semplicemente aspettando il prossimo attentato, che espone automaticamente la cellula presente sul territorio interessato, permettendo così di inviare un proprio operatore in qualità di agente infiltrato.

    "EXALT è un’agenzia clandestina che, sullo stile degli Illuminati, ha come obiettivo l’utilizzo della tecnologia aliena al fine di rovesciare i governi nazionali e guidarli per il proprio tornaconto."

    A queste missioni di infiltrazione (che si svolgono “off-screen”, un po' come le missioni degli agenti in Assassin's Creed), seguono delle operazioni di recupero, in cui la squadra principale “Strike One” viene inviata a prelevare l’infiltrato e i segreti da lui raccolti. Il codice finale ci ha permesso di provare entrambi i tipi di missione: il primo, già accennato nell’anteprima, prevede la difesa di un codificatore e dell’antenna di trasmissione collegata con il quartier generale dai tentativi di hacking degli agenti EXALT, mentre il secondo mette in primo piano il nostro infiltrato, che deve crackare due trasmittenti presenti sulla mappa e quindi raggiungere il punto di evacuazione sano e salvo con il prezioso bottino, che consiste in informazioni sulla posizione del quartier generale nemico: queste informazioni non saranno mai indicazioni precise, piuttosto suggerimenti fantasiosi o anche citazionistici, come “La base EXALT non si trova in una delle superpotenze della Guerra Fredda” o “La base EXALT si trova in un Paese giocabile in Civilization 5”. L’aggiunta di questa fazione concorrente - insieme al pacchetto DLC “Operation: Progeny” incluso nell’espansione - hanno aggiunto quel che mancava a XCOM: Enemy Unknown, quel tocco di varietà e novità sempre gradito da fan e appassionati, a poco più di un anno dall’uscita delle versioni PC e console, così da invogliare i vecchi giocatori ad avviare una nuova campagna.

    UN'ESPERIENZA NUOVA

    Oltre alle tre aggiunte già trattate, che costituiscono la traccia più evidente del lavoro di update operato da Firaxis, l’espansione XCOM: Enemy Within introduce altre novità, meno ovvie ma comunque importanti, come per esempio le trenta mappe aggiuntive che vanno ad aggiungersi al già nutrito elenco presente nella versione base del gioco. Nel corso della nostra campagna - che abbiamo prolungato di proposito sia per raccogliere maggiori quantità di MELD che per verificare questi nuovi scenari - la quasi totalità degli scontri con gli alieni e le forze EXALT si sono svolti su mappe assolutamente inedite, caratterizzate da un level design complesso, in grado di offrire ampie possibilità strategiche sia alla normale fanteria che ai nuovi personaggi, rivoluzionari soldati potenziati sul fronte genetico/cibernetico. Altre piccole novità riguardano l’introduzione delle medaglie, ovvero delle vere e proprie onorificenze da conferire ai propri soldati, che attribuiscono bonus alle statistiche in base al livello di importanza delle stesse. Nella nostra partita non abbiamo sentito il bisogno di premiare i nostri soldati con tali medaglie per due ragioni, ovvero la natura prescindibile dei bonus stessi ma, soprattutto, la quantità esigua di encomi disponibili. Insomma, secondo noi un’idea interessante per premiare e personalizzare i propri soldati, ma che forse non è stata implementata nel migliore dei modi. Ultima chicca, che abbiamo gradito anche per spirito di campanilismo, è l’introduzione dei file vocali localizzati per i soldati in diverse lingue, che aggiungono all’inglese standard il francese, il tedesco, il russo, il polacco, lo spagnolo e, sorprendentemente, l’italiano. Non possiamo giudicare la qualità dei testi o la pronuncia per le altre lingue, ma la localizzazione dei soldati nostrani è apprezzabile e di buona fattura, di certo un caso raro al di fuori dell’ambiente delle produzioni multi-piattaforma milionarie. Niente da dichiarare per il comparto tecnico, che si rivela essere non diverso da quello del gioco base.

    XCOM: Enemy Within XCOM: Enemy WithinVersione Analizzata PCFiraxis ci ha sempre abituato a dei prodotti videoludici dal supporto lungo e continuativo, soprattutto con la serie Civilization, quindi non ci saremmo aspettati di meno dal reboot di una serie storica come quella di XCOM. Enemy Within è la prima vera espansione di XCOM: Enemy Unknown e in quanto tale ne modifica radicalmente l’esperienza di gioco, introducendo nuovi elementi portanti di un gameplay vario e ricco di sfumature, rimediando ad alcune piccole pecche, in primis il limitato numero di mappe strategiche giocabili. Certo, molti fan avrebbero gradito l’implementazione di un generatore semi-casuale come nei primi capitoli della serie ma, allo stato attuale, il rischio di trovarsi a giocare sulle stesse mappe è stato definitivamente scongiurato. L'unica vera mancanza di questo expansion pack è una nuova storyline per la campagna, una linea narrativa per la quale, molto probabilmente, saremo costretti ad attendere un nuovo capitolo della serie.

    8.5

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