Yurukill Recensione: il parco giochi della calunnia

L'ultima opera di Izanagi Games è un'interessante visual novel sui generis in cui però le sezioni ludiche non brillano per profondità e inventiva.

Yurukill Recensione: il parco giochi della calunnia
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Disponibile per
  • PS4
  • Switch
  • PS5
  • L'assoluto bisogno di trovare una definizione mortifica l'arte come poche altre consuetudini riescono a fare. Dalla pittura alla musica, passando per il cinema e la letteratura, la pulsione umana di ascrivere un'opera all'interno di un canone rischia di appiattirla, svuotandola dal suo contesto per farla rientrare in un genere dai contorni spesso vaghi.

    La medesima voglia di inquadramento coinvolge anche il medium più giovane, quei videogiochi che cerchiamo di spiegare attraverso paragoni e somiglianze anche quando spiccano per originalità e innovazione ma Yurukill si lancia nella sfaccettata realtà del "multi-genere" che ha reso indimenticabili le opere di Yoko Taro (trovate qui la nostra recensione di Nier Replicant, la riedizione di un capolavoro senza tempo) rifuggendo una classificazione esatta: visual novel, shoot 'em up e punta e clicca, si mescolano in un'avventura sicuramente capace di intrigare ma l'inventiva che caratterizza il suo contesto non si riversa all'interno delle meccaniche di gioco, come stiamo per vedere.

    Il grande gioco della calunnia

    Sengoku Shunju si sveglia con un'emicrania lancinante nella cella di un carcere, ma questa per lui non è una novità: il ragazzo è giovanissimo, eppure ha già scontato dieci anni di pena detentiva per la strage avvenuta in un complesso di appartamenti, andato a fuoco insieme alla vita di 21 persone innocenti.

    Un breve attimo di smarrimento precede l'angoscia, perché quello non è il suo solito cubicolo in prigione ma una voce oltre il muro lo invita alla calma. L'uomo al di là della parete dice di chiamarsi Futa Yamada, e gli spiega che anche lui è un prigioniero, proprio come Sengoku, anche se non ricorda come è finito su quella nave carceraria. Il giovane omicida cerca di isolare la fastidiosa musica da parco giochi dal resto dei rumori, sorprendendosi nell'ascoltare il dolce suono delle onde che si infrangono contro la chiglia, mentre Futa conclude la sua presentazione ribadendo la propria innocenza. Sengoku è sorpreso e incuriosito, perché anche lui sostiene di essere completamente estraneo ai fatti che gli sono stati imputati, ma purtroppo non è mai riuscito a fornire le prove per la sua liberazione. Proprio mentre il passato di bugie comincia a unire i due prigionieri, fa la sua comparsa una donna col volto mascherato e dal piglio allegro: si chiama Binko ed è incaricata di portare i detenuti sull'isola di Yurukill Land, dove si svolgeranno una serie di prove che termineranno con un solo vincitore.

    Chi riuscirà a trionfare al termine del torneo tornerà alla sua vita da uomo libero, mentre tutti gli altri dovranno concludere la loro pena detentiva, e durante gli eventi da superare ognuno potrà contare sull'aiuto di un partner che viene definito "Boia". Il compagno dei detenuti non è un semplice supporto per i giochi ma è chiamato a compiere una scelta terribile: il Boia deve decidere se perdonare o uccidere il proprio prigioniero, il quale dovrà provare la sua innocenza superando i pregiudizi montati ad arte contro di lui e smontando quindi la calunnia che lo ha sbattuto dietro le sbarre.

    Rivivere la colpa

    Attraverso la lunga sezione introduttiva, il titolo sviluppato da Izanagi Games si presenta con la meccanica narrativa che si terrà costante per il resto delle dieci ore utili a terminare l'avventura: il cuore pulsante di Yurukill è infatti quello di una visual novel in cui l'input del giocatore è utile solo per far avanzare i dialoghi.

    Le conversazioni si svolgono sullo sfondo fisso di ambientazioni poco intriganti, mentre i disegni dei personaggi sono immobili con la sola eccezione delle labbra, attraverso un'estetica visiva che rimane seriosa e poco colorata, nonostante il contesto narrativo tenda alla giocosità e al frizzante. C'è tanto (forse troppo) da leggere nel corso del torneo che sancisce l'innocenza di Sengoku e degli altri prigionieri, per un'opera che pesca dalla produzione nipponica il gusto del prolisso e della ripetizione, accoppiandosi a un voice acting esagitato e sopra le righe anche quando la situazione appare drammatica, un classico per tanti lavori d'animazione giapponesi. La storia riesce a catturare l'attenzione del giocatore con qualche svolta ben congegnata, ma bisogna fare i conti con una prevedibilità di fondo che coinvolge anche gli aspetti ludici del titolo di Izanagi Games: ogni capitolo è strutturato allo stesso modo, con una lunga parte principale a presentazione dei protagonisti che si apre alla sezione punta e clicca, nella quale i prigionieri rivivono il crimine per il quale sono stati condannati, prima di concludersi con lo shoot 'em up in realtà aumentata.

    Questa ciclicità di eventi si ripresenta in maniera costante per tutta la durata dell'esperienza, al netto di leggerissime variazioni sul copione, diluendo in fretta il fattore sorpresa di una trama semplice ma divertente. Le diverse scene del crimine da esplorare - una per ogni detenuto, con l'eccezione della squadra dei "Guardoni" che si configura come la linea comica della storia - vengono costrette nella griglia 3X3 della sezione punta e clicca, nella quale ogni livello è suddiviso in una stanza centrale e due laterali, e si avanza risolvendo gli enigmi che incontriamo nel corso dell'esplorazione come all'interno di una escape room.

    L'introduzione di un fattore "ragionato" rallenta i ritmi serrati della sezione visual novel ed è un tocco di indubbia originalità ma la semplicità disarmante dei quesiti logici proposti - uniti alla piattezza degli sfondi disegnati sui quali indagare - rende tediosa questa variazione sul tema, la quale si configura come il vero punto debole del titolo. Per chi volesse completamente spegnere il cervello e leggere soltanto la storia è inoltre presente un sistema di tre indizi nel quale si palesa subito la (semplicissima) soluzione a tutti gli enigmi, e vi si può ricorrere senza alcun tipo di penalità.

    Shooter semplice ed immediato

    Una volta conclusa la sezione punta e clicca, Yurukill inserisce nel suo calderone di generi l'immediatezza garantita da uno shoot 'em up veloce e spassoso, che spezza con decisione l'immobilismo al quale costringeva la prova precedente.

    Ogni prigioniero è in possesso di una navicella diversa, ciascuna con caratteristiche uniche e poteri particolari: quella di Sengoku, ad esempio, è versatile e facile da pilotare - il classico mezzo per principianti poco avvezzi allo shooter - mentre quella di Futa è velocissima, può sparare in tutte le direzioni ma ha una potenza di fuoco minore. Le meccaniche di gameplay sono estremamente semplici e intuitive, senza alcuna variazione di sorta rispetto ai classici stilemi del genere a cui siamo abituati (non aspettatevi le folli peripezie bullet hell di cui vi abbiamo parlato nella recensione di Resogun) mentre gli sfondi su cui si sfreccia sono spogli e in breve ripetitivi, caratterizzati inoltre da una palette cromatica poco ispirata, che non rende immediatamente leggibile il campo di lotta. Detto questo, l'introduzione del fattore visual novel rende il tutto più gustoso e innovativo e, abbattute le sparute forze nemiche di inizio livello, la battaglia si concentra sulla scontro per la verità attraverso boss fight molto più colorate e intriganti rispetto all'anonima sparatoria introduttiva.

    I grossi nemici finali sono pilotati dal Boia che accompagna il prigioniero, e dopo avergli azzerato la vita dovremo convincerlo della nostra innocenza utilizzando le prove raccolte durante la sezione punta e clicca. Diversamente dai semplici enigmi di cui sopra, però, alcune scelte si dimostrano controintuitive, con fili logici completamente persi tra domanda e risposta e voli pindarici che non possiamo pronosticare in alcun modo, ma la semplicità del combattimento (al netto della modalità Hell, consigliata solo agli esperti di shoot 'em up) ci permette di perdere con estrema tranquillità qualche vita, dato che queste vengono elargite in abbondanza all'inizio di ogni livello.

    Ancora una volta la distribuzione europea di NIS America si presenta priva di localizzazione in italiano, e si dimostra essenziale una conoscenza approfondita dell'inglese sia per godere della storia che per risolvere gli enigmi logici delle escape room.

    Yurukill: The Calumniation Games Yurukill: The Calumniation GamesVersione Analizzata Nintendo SwitchIl folle titolo sviluppato da Izanagi Games mescola tre generi completamente diversi tra di loro, dando vita a un'opera di sicuro impatto per creatività e ambizione, ma non proprio indimenticabile a causa degli alti e bassi che caratterizzano le varie sezioni di gameplay. Il cuore pulsante di Yurukill è da ricercarsi nella componente da visual novel, intrigante anche se a tratti prolissa e ripetitiva, mentre l'ispirazione punta e clicca da escape room non riesce a incidere con i suoi fondali spogli e la semplicità fanciullesca degli enigmi da risolvere. Molto migliori si rivelano le sezioni shoot 'em up, veloci e spassose nonostante la piattezza degli sfondi renda a volte difficoltosa la lettura del campo di battaglia, mentre la scarsa innovazione in termini ludici è bilanciata dalla componente narrativa che fa capolino attraverso lo scontro con i boss di fine livello.

    6.5

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