Far Cry 6 Recensione del DLC Control con Pagan Min di Far Cry 4

Dopo quel pazzoide di Vaas, ora tocca a Pagan Min: esploriamo la sua contorta mente con il secondo DLC del Season Pass di Far Cry 6.

Far Cry 6 Recensione del DLC Control con Pagan Min di Far Cry 4
Articolo a cura di
Disponibile per
  • Pc
  • PS4
  • Xbox One
  • Xbox One X
  • PS4 Pro
  • PS5
  • Stadia
  • Xbox Series X
  • Prosegue il cammino di Ubisoft attraverso la pazzia con il Season Pass di Far Cry 6. Il trittico di avventure di stampo roguelike iniziato con Insanity (a questo link potete trovare la recensione di Far Cry 6 DLC Insanity) continua infatti con il secondo tassello, pronto a catapultarci nella contorta mente di Pagan Min, l'atipico villain del quarto episodio. Benché non sia un personaggio di culto alla stregua di Vaas, il vanesio sovrano del regno del Kyrat possiede comunque una personalità di grande spicco (al pari di quasi tutti gli antagonisti della serie, come potete leggere nel nostro speciale sulla follia dei villain di Far Cry): un carattere che emerge con forza all'interno del DLC Control.

    Ubisoft propone nuovamente un segmento onirico che segue in maniera pedissequa la struttura ludica e narrativa del predecessore, modificando l'ambientazione ma preservando inalterato il sostrato contenutistico. Ne deriva insomma un'esperienza che si mantiene in perfetta (o pigra?) continuità qualitativa con l'avventura vissuta nei panni di Vaas.

    La follia dell'amore

    Esistono molteplici tipi di follia, e alcuni di questi nascono dal dolore. Pagan Min l'ha conosciuta, la sofferenza. Al di sotto dei lustrini di cui si riveste, dei vestiti sgargianti, della sua esuberante attenzione per la moda e dell'istrionismo caratteriale con il quale si protegge, il re di Kyrat avverte il peso di una mancanza che non potrà mai essere riempita. L'inizio del DLC Control ci permette di insinuarci nei suoi sogni, in quell'antro della mente dove Pagan Min mostra ciò che desidera davvero: una famiglia felice.

    Magari seduta a tavola, sorridente, incorniciata da un paesaggio nel quale si respira aria di pace. Lui, la sua compagna Ishwari, la sua adorata bambina Lakshmana e - perché no? - anche Ajay, il protagonista di Far Cry 4: un quadretto familiare apparentemente perfetto, almeno finché le risa non vengono divorate prima da uno sparo e poi da un urlo. Lakshmana è morta, Ishwari è perduta, e il dolore è incommensurabile. Pagan Min vuole essere un padre, ma è anche un tiranno, e questo lato della sua personalità è ciò che gli impedisce di raggiungere la felicità.

    Altro non resta da fare allora se non recuperare i tre frammenti della maschera di Pagan Min, che serve a "nascondere i suoi difetti", a fingere che quel despota che conquista e uccide, in fondo, non esista. Così come per Insanity, anche Control lascia poco spazio ai preamboli narrativi e va dritto al punto, chiedendoci di esplorare una piccola mappa open world in cui spesso il villain dialoga con una voce nella sua testa, palesando differenti sfumature della sua indole. Dal desiderio di essere amato e non temuto, fino al rimpianto e al senso di perdita, il DLC indaga nella psiche del sovrano del Kyrat e arricchisce la trama di Far Cry 4, sfruttando sia le missioni primarie che quelle secondarie per tracciare il profilo della sua anima. Anche in questo caso, tuttavia, la componente narrativa si esaurisce in fretta, e richiede all'incirca due ore per essere sviscerata nella sua interezza. Considerato l'impatto emotivo di alcuni frangenti, sotto certi aspetti anche superiori a quelli sperimentati nella mente di Vaas, potrebbe valere la pena esplorare questa versione distorta del Kyrat.

    Il Kyrat dei sogni infranti

    L'impatto visivo offerto da questa nuova mappa liberamente esplorabile è meno inquietante della reinterpretazione delle Rook Islands proposta in Insanity. Di primo acchito si avverte quasi un sentore di religiosa quiete: alberi dalle foglie d'arancio, specchi d'acqua, templi in lontananza e sontuose montagne sono sormontate dalla troneggiante immagine di Pagan Min impressa nella volta celeste.

    Uno spettacolo senza dubbio suggestivo, tanto bello da vedere quanto irto di pericoli, parto onirico di un sovrano dall'ego smisurato e al contempo dal cuore infranto. Rispetto al primo DLC, a mancare è forse un pizzico di varietà nella diversificazione delle aree esplorabili, a cui sopperisce però una migliore coerenza e un art design che, tra promontori, effigi e brevi "dungeon", offre un'ambientazione senza dubbio soddisfacente.

    È sul piano ludico che le somiglianze tra Control e Insanity si fanno subito più avvertibili: ci troviamo di nuovo dinanzi a una struttura di stampo roguelike, in cui a ogni morte perderemo gli oggetti temporanei posseduti nell'inventario. Onde evitare che questo accada, sarà opportuno raccogliere quanto più "Rispetto" possibile, valuta con cui sbloccare le abilità permanenti di Pagan Min, ancora una volta suddivide in 5 macro categorie chiamate come alcuni peccati capitali, ognuna delle quali possiede differenti ramificazioni interne.

    Si va dal miglioramento della salute fino alla possibilità di azionare il rampino e la tuta alare, senza dimenticare la capacità di mantenere un variabile quantitativo di denaro ad ogni ripartenza. Se all'inizio potremo difenderci solo con una pistola, superando alcune sfide sparse lungo la mappa avremo la facoltà di sbloccare mitragliatrici e fucili, per massimizzare le chance di sopravvivenza: progressivamente, insomma, Control si farà più abbordabile, e per il completamento della missione principale non richiederà più di un'oretta. Per valorizzare al massimo l'intero DLC sarebbe opportuno esplorare a fondo la mappa, completare le prove secondarie (come le Allucinazioni) e recuperare qualche collezionabile, per poi ritornare al rifugio tra una quest obbligatoria e l'altra per fare il pieno di tratti permanenti. Escludendo alcune sfide concettualmente un po' più ispirate, la vicinanza con Insanity è fin troppo tangibile, soprattutto per quanto concerne il ridotto arsenale a disposizione di Pagan e la tipologia di nemici in cui ci imbatteremo, con conseguente senso di déjà-vu non particolarmente stimolante. Come per il viaggio nella psiche di Vaas, inoltre, una volta completata l'avventura (anche in cooperativa) sbloccheremo i restanti quattro livelli della mente, con modificatori che incrementano la difficoltà della sfida e il valore delle ricompense ottenibili.

    Far Cry 6 Far Cry 6Versione Analizzata PCArtisticamente di pregio e capace di fornire un’intrigante prospettiva aggiuntiva alla storia di Far Cry 4, Control è un DLC che nulla somma né sottrae all’esperienza ludica del primo contenuto del Season Pass. Ecco perché il grado qualitativo dei due add-on è a nostro avviso totalmente sovrapponibile, con una flessione al rialzo o al ribasso a seconda delle vostre preferenze per Vaas o Pagan Min. Dato il solco imboccato da Ubisoft, insomma, è probabile che anche il DLC dedicato a Joseph Seed possa assestarsi sui medesimi standard: lo scopriremo durante il nostro prossimo viaggio nella follia dei villain di Far Cry.

    6.7

    Che voto dai a: Far Cry 6

    Media Voto Utenti
    Voti: 67
    7.1
    nd