A Plague Tale Innocence: cinque libri sulla peste

Vi suggeriamo cinque libri adatti per calarsi nell'atmosfere e capire al meglio la storia di Amicia e Hugo e la trama alla base di A Plague Tale Innocence.

A Plague Tale Innocence: cinque libri sulla peste
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Se avete già letto la nostra recensione di A Plague Tale Innocence sapete quanto il gioco di Asobo ci abbia colpito positivamente. L'avventura di Amicia e Hugo attraverso una Francia sconvolta dalla Guerra dei Cent'Anni ci ha infatti impressionato per la profondità della narrativa e le ambientazioni coinvolgenti e suggestive, con una menzione d'onore per le terrificanti fasi in cui, armati solo di una torcia per illuminare il cammino, bisogna farsi strada tra le tenebre circondati da nugoli e nugoli di ratti famelici, brulicante sintomo dell'epidemia in corso. Questo particolare meccanismo di gioco, splendidamente riprodotto dai ragazzi di Asobo Studio, ci ha offerto un ottimo spunto per proporvi cinque letture (più una) in qualche modo tematicamente legate alla peste, o che descrivono mondi molto vicini alla Francia decadente vista in A Plague Tale.

Il nome della rosa

È vero: il capolavoro di Umberto Eco, pubblicato nel 1980 e recentemente "riportato in auge" dall'omonima (e discussa) serie televisiva, non parla direttamente della peste, ma tra le sue pagine si respira l'atmosfera soffocante della "piaga alle porte". Il misterioso monastero in cui si svolgono le indagini del prode maestro Guglielmo da Baskerville sembra infatti circondato, o meglio assediato, dagli echi purulenti di un territorio travolto dalla peste. Non è infatti un caso che alcuni dei libri di cui si discute all'interno del romanzo (e che anche per questo lo consacrarono, quasi subito, come "capolavoro del post-moderno") siano trattati di medicina e volumi di rimedi contro le malattie. In fondo, e qui lo spoiler alert è d'obbligo, lo stesso Guglielmo perirà durante la Grande Peste Nera, come riportato dall'allievo Adso al termine del libro.

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Decameron

Lo abbiamo imparato a scuola ma è sempre bene "rispolverarlo" quando serve: l'innesco del libro più importante di Boccaccio, vera e propria architrave della letteratura italiana in volgare, è proprio l'epidemia di peste che sconvolge, in quegli anni, Firenze e il suo circondario. È proprio a causa del terribile morbo che attanagliava la città del Giglio, infatti, che la "brigata" formata da giovani signore e signori si sposta in un "luogo ameno" in collina, lontano non soltanto dalla malattia ma anche e soprattutto dall'atmosfera moralistica e soffocante della società fiorentina. Qui, in campagna e in mezzo alla natura, ecco nascere in loro il desiderio di raccontarsi storie, con personaggi che diventeranno ben presto inimitabili. Una "sospensione dall'orrore del quotidiano" direbbero i commentatori e i critici di oggi, e in fondo il Decameron di Boccaccio è anche questo.

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Storia della colonna infame

Non sarà l'opera più famosa di Alessandro Manzoni, eppure Storia della Colonna Infame è un volume davvero molto importante nella produzione dell'autore lombardo. Lo scritto può infatti essere considerato, a tutti gli effetti, una sorta di "aggiunta/commentario" ai "Promessi Sposi", in quanto qui vengono narrate le vicende di una delle pagine più nere della storia di Milano: il processo contro due presunti untori (ovvero individui ritenuti responsabili del contagio). Le accuse, poi riconosciute come del tutto infondate, sono di Caterina Rosa, chiamata dal Manzoni "donnicciola" del popolo e antesignana di tutti i produttori seriali di fake-news che oggigiorno, purtroppo, conosciamo bene. Questa vicenda, descritta dal Manzoni con una penna-horror che in molti si dimenticano di tributargli (rileggetevi la parte in cui Don Rodrigo "scopre" di avere i bubboni della peste), sarebbe dovuta diventare parte integrante degli stessi Promessi Sposi, all'altezza del capitolo V. Così non fu, ma Storia della Colonna Infame rimane una grande testimonianza di un periodo storico in cui la superstizione e il pensiero anti-scientifico la facevano da padrone.

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La Peste

Vero e proprio libro "mondo", La Peste di Albert Camus è, assieme a Lo Straniero, il libro più conosciuto, citato e spesso discusso dell'autore francese. La storia, ambientata a Orano in un non meglio precisato momento degli anni Quaranta, descrive non tanto la peste in quanto malattia infettiva, ma analizza le diverse reazioni che le persone hanno di fronte a una possibile/probabile morte. Eleggendo la peste come metafora universale dell'ineluttabilità della morte, Camus spoglia i suoi personaggi di ogni convenzione borghese: c'è chi continua, come se nulla fosse, a godersi i piaceri della vita (anzi entra in un vero e proprio vortice di lussuria), altri invece si barricano in casa, sprangando ogni possibile via di entrata ma anche di uscita (Bloodborne sei tu?). C'è anche chi, senza alcuno scrupolo, si arricchisce in modo cinico e malvagio, lucrando sul prezzo dei generi alimentari ben presto quasi introvabili. Un romanzo che, ancora oggi a distanza di molti anni, colpisce per la nettezza della scrittura e la "pulizia" del suo pensiero.

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Profumo

Recentemente Netflix ha prodotto una serie-tv tratta dal romanzo di Patrick Süskind, vero e proprio best-seller del 1985. Anche in questo caso la peste "non è la protagonista principale" del racconto, ruolo rivestito dal misterioso orfano Jean-Baptiste Grenouille, abbandonato in mezzo ai rifiuti dalla madre, cresciuto nei bassifondi di Parigi, dotato di un olfatto sovrumano ma privo di un odore proprio. Questo "naso attaccato ad un uomo" viene descritto da Süskind come un individuo incapace di avere relazioni normali ma che, via via, è sempre più ossessionato dagli odori, in particolar modo da quelli femminili. Tra le pagine più riuscite del libro, sono senz'alrto da ricordare quelle in cui si descrivono gli odori, i puzzi e gli olezzi dell'epoca: un periodo in cui, per l'appunto, "l'aria mortifera della peste" era ovunque. Anche l'omonimo film del 2006 è in grado di evocare molto bene quel senso di raccapriccio per il putridume tipico del tempo.

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Il re, il cuoco e il buffone

Preparatevi perché questo libro è davvero "fuori di testa". Il suo autore, Daniel Kehlman, è uno dei più apprezzati scrittori tedeschi contemporanei, e in questa opera costruisce un racconto complesso e avvincente con protagonista Tyll, un saltimbanco, attore comico e buffone di corte itinerante. Il viaggio di Tyll lo porta ad attraversare la Germania del Seicento, sconvolta dalla Guerra dei Trent'anni e, naturalmente, dal ritorno della peste. Lungo il suo cammino, il protagonista (figura mitologica per la letteratura tedesca, al centro di poesie, poemi e ballate del folklore teutonico) incontrerà personaggi veramente molto particolari come il gesuita e egittologo Athanasius Kircher, uno strano figuro alla ricerca di un drago per creare, con il suo sangue, una medicina contro la peste. Inutile dirvi che se state pensando a una specie di Dragon Age "in sala kraut" questo libro è senza dubbio pane per i vostri denti.

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