Rubrica Dreamland Express - Momenti Videoludici Indimenticabili - Speciale Final Fantasy VI

Una puntata tutta dedicata al capolavoro ruolistico di Square

Rubrica Dreamland Express - Momenti Videoludici Indimenticabili - Speciale Final Fantasy VI
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L'arrivo di Final Fantasy VI sulla Virtual Console è un evento che va celebrato. Non è la prima volta che il sesto capitolo della fantasia finale arriva in Europa, essendo giunto da noi sia su Playstation che su Game Boy Advance, ma la versione originale ha di certo un altro fascino e la caratura del titolo impone le degne celebrazioni.
Per lo scrivente, e non solo per lui, Final Fantasy VI non è solo il migliore della serie, non solo il miglior RPG orientale, ma probabilmente il miglior videogioco mai uscito, l'opera che più di tutte incarna la concezione di capolavoro. L'eccellenza di ogni parte del tutto che lo compone è assoluta: indimenticabile il cast, avvolgente la storia, assuefacente il gameplay, grandiosa la direzione artistica, leggendaria la colonna sonora, anche questa probabilmente la migliore, storicamente, quando si parla di videogiochi.
Ebbene, per chi non avesse mai avuto modo di godere della bellezza della meraviglia Squaresoft (e che un po' invidiamo, perché Final Fantasy VI è talmente bello che verrebbe la voglia di perdere la memoria per giocarlo ogni volta come se fosse la prima), siamo di fronte ad un'esperienza che non va assolutamente persa. E per invogliare eventuali nuovi giocatori, e con il dichiarato intento di far scendere una lacrimuccia a chi invece in quella cartuccia ha lasciato il cuore, abbiamo voluto dedicare un episodio speciale di Dreamland Express, la nostra rubrica che ci porta a spasso tra i momenti più belli della storia videoludica, proprio all'immortale capolavoro.
Avventuriamoci insieme tra i ricordi quindi, per un viaggio davvero speciale.

Intro

Narshe è lì, in lontananza, un piccolo villaggio di poche case aggrappato alle pendici di una catena montuosa. Se non fosse per le luci che ne illuminano le finestre si farebbe fatica persino a notarlo, incastrato com'è tra le rocce e sommerso dalla neve, che ancora una volta, l'ennesima in una stagione fredda come la morte, cade copiosa.
La neve non nasconde solo le case. Narshe è piccola, ma il segreto che custodisce è grande. Un Esper, un residuo di un potere anticamente chiamato magia, è stato trovato tra le sue miniere. Un potere arcano, pericoloso, potente, che suscita brama e desiderio. Ed ecco quindi le unità dell'impero, su di un lontano promontorio, dal quale osservano la città che stanno per attaccare.
La neve nasconde le persone. Una bufera interminabile e furiosa, con fiocchi di neve che turbinano impazziti, cela le tre armature magiteck che con passo lento ma inesorabile si dirigono verso la città, verso un dovere stabilito dall'imperatore. Final Fantasy VI si apre così, con i titoli che scorrono in alto e attorno un malinconico panorama, nel quale le tre figure sono le uniche cose vive. Il mode7 sublima la spettacolarità della scena con i suoi artifizi, allora clamorosi, che mostrano pian piano un orizzonte che si riempie prima della maestosità dei monti, e poi mostra lì in fondo le luci ed i fumi di Narshe, a malapena visibili.
Basterebbe questo desolato ma affascinante quadro a struggere il cuore, ma non è abbastanza, non è tutto. Perché a sottolineare quello straordinario spettacolo della natura, a dare il colpo di grazia al sentimento di un giocatore già stordito, arrivano le toccanti note del tema di Terra. Non c'è distinzione tra quanto si vede e quanto si sente, la scena arriva nella sua totalità, ed è impossibile non cederle. La prima volta si rimane rapiti, in silenzio, catturati anche noi da quella tempesta, così letale, così bella, da quelle note tristi e cariche di mestizia, e le successive non si può fare a meno di donarle almeno una lacrima, ogni volta, piccolo pegno ad un'avventura che ancora è iniziata è già promette di rapirci il cuore.

Coin Song

Edgar e Sabin, fratelli, ma come spesso accade, così irrimediabilmente diversi. Il primo, il re di Figaro, l'incarnazione 16 bit di Giacomo Casanova, galante e smargiasso con le donzelle, nonché ugualmente appassionato e pieno d'inventiva con le sue macchine. Dal suo castello nel deserto pare essere assai lontano dalle questioni che interessano l'Impero, ma solo in apparenza: Figaro è infatti un punto di riferimento per i ribelli che sono ostili agli imperiali, ed il suo re è per loro un alleato fidato.
Edgar può tutto, sia in combattimento, con le sue invenzioni strampalate ma efficaci, sia al di fuori, signore di un maniero che, con pochi ordini, è capace di spostarsi sottoterra e sfuggire al nemico. La prima volta che si vede scomparirlo sotto la sabbia si fa la stessa faccia di Kefka, il consigliere imperiale che in Final Fantasy VI diventa poi l'antagonista principale. Eppure anche Edgar ha un punto debole, proprio nel cuore: non può fare a meno di preoccuparsi per suo fratello gemello Sabin, una montagna di muscoli e un concentrato di determinazione, verso il quale nutre un sentimento di forte protezione. Sabin è forte e di spirito libero, e poco adatto alla vita di palazzo, e suo fratello lo sa.
In un flashback che mostra forse la più commovente delle scene di Final Fantasy VI, viene mostrato il passato dei due, segnato da una dolorosa scelta: il re, loro padre si spegne, ed i due sono gettati nello sconforto dalla sua scomparsa, ragazzi che sono costretti a diventare uomini così, all'improvviso. Sabin in particolare è distrutto, ed il fratello invano cerca di farlo ragionare.
Nessuno di loro è in realtà pronto per il trono, troppo grande e pesante il fardello che li attende, ma la casa di Figaro non può rimanere senza un regnante. E così, i due gemelli si ritrovano sulla torre più alta del castello, a giocarsi il loro futuro con il lancio di una monetina. Al vincitore sta la scelta riguardo il proprio futuro, se da re o da uomo libero, Sabin sceglie testa, Edgar croce, e la moneta vola in aria mentre una melodia toccante ne accompagna la parabola. La coin song è una melodia di inenarrabile bellezza, triste e dolce, così come lo è il ricordo di quell'attimo nella vita dei due eroi.
Sabin vinse, e scelse la libertà. Ma in realtà vinse Edgar, con un atto d'amore e protezione nei confronti del fratello, assoluto e disinteressato: perché la moneta, da lui scelta, aveva la stessa faccia su ogni lato...

Il treno fantasma

Cyan Garamonde: l'epitome del samurai senza paura, coraggioso, leale, incrollabile. Una persona retta, con un forte ideale di giustizia, il servitore perfetto per un re, per un regno, per un popolo. Cyan è infatti l'eroe della gente, e dai suoi compatrioti è rispettato, acclamato, amato. Non si può non volergli bene anche dall'altro lato dello schermo, inflessibile com'è,anche in maniera ingenua, a tratti comica. E poi fa simpatia, con quel paio di folti baffoni neri.
Ma il guerriero di Doma, in realtà, queste cose le ha perse tutte. Regno, popolo, persino famiglia. L'avvelenamento delle acque di Doma da parte del perfido Kefka l'ha lasciato solo, unico sopravvissuto alla tragedia, portatore di un dolore enorme e che il suo codice di onore gli impone di rispettare. Non c'è vendetta nei piani di Cyan, ma solo giustizia, e così si unisce agli eroi del gruppo nella loro battaglia contro l'impero.
Il loro viaggio li porta nella Foresta Fantasma. Il Super Nintendo fa sfoggio di tutta la sua potenza e valorizza la direzione artistica in un'estasi di parallasse, mentre i personaggi si avvicinano verso una stazione tetra e lugubre, dove ad attenderli c'è un treno del tutto particolare. Solamente una volta salitici sopra si rendono conto della sua identità: è sul Treno Fantasma che sono giunti, il mezzo che trasporta nell'aldilà le anime dei defunti.
I passeggeri sono di tutti i tipi. C'è chi scherza sulla sua condizione, facendo battute; chi attacca i vivi, non degni di esser lì sopra. L'atmosfera resa in quegli attimi di gioco è impagabile, non sfociando mai nel terrore ma tenendo sempre il giocatore in uno stato di tetra sospensione. Un treno così elegante, popolato di spettri, alcuni dei quali davvero signorili, e disseminato di tesori; ma nel contempo letale, visto alcuni avversari che vi si nascondono. E tra scontri casuali, piccoli enigmi e qualche risata dovuta al terrore che Sabin prova ad esser lì sopra, visto che pronto al trapasso non è, si giunge ad un incontro particolare.
Due anime son l', in un angolo, sole e tristi, prive della loro guida. Il gruppo le si avvicina e scopre chi sono. Elaine e Owain, moglie e figlio di Cyan. Il guerriero è lacerato dal dolore, vorrebbe riportare indietro con lui la sua famiglia, ma la moglie lo tiene, lo consola, lo rassicura. Non può Cyan sovvertire le leggi del fato e della natura, e quello che è stato è purtroppo irrimediabile. Il commiato avviene nella tristezza, e persino quell'incrollabile samurai non può non cedere alla disperazione. Non è stata colpa sua la loro morte, e nemmeno la caduta di Doma, ma nonostante ciò continuerà a portarne il peso: almeno fin quando non sarà il giocatore a liberarlo...

L'Opera

Dovessimo stilare una classifica dei momenti di maggior impatto della storia videoludica tutta, e non solo di Final Fantasy VI, la scena del teatro dell'opera sarebbe assolutamente e indiscutibilmente al primo posto. Non sono pochi attimi di scena, ma una pomposa e finemente studiata rappresentazione che condensa in alcuni minuti sentimenti di ogni tipo. E, chiariamolo subito, le scene in FMV della versione Playstation del titolo affatto le rendono giustizia, risultano persino fuori luogo, così come i testi dei remake del titolo Squaresoft, inferiori a quelli della versione originale, fortunatamente ora a nostra disposizione.
Il gruppo si trova presso un teatro dell'opera, e per varie vicende Celes, ex generale imperiale, deve sostituire la protagonista femminile di una storia di guerra e amore, con i due amanti separati dal conflitto. Questa la sommaria premessa; quello che viene dopo è ormai storia.
Una musica solenne e trionfante introduce sul palco l'impresario, che inizia a narrare delle vicende della guerra tra est e ovest. Maria e Draco si amano, ma il loro affetto è impedito dalla guerra, dato che Draco è un soldato, uno dei migliori, ed è in battaglia che deve cercar gloria. Anche lì però, tra dolore e sofferenza, pensa al suo amore, che lo aspetta. Ma non sa Draco, che il castello nel quale si è rifugiata Maria è caduto nelle mani nemiche. Lei non ha perso comunque la speranza, e la sua speranza la canta al cielo stellato dalla terrazza più alta. Poche note di piano ed ecco nascere l'Aria di Mezzo Carattere, mentre la donna si strugge nel ricordo del suo amato.
Capire il videogioco significa capirne anche il mastodontico lavoro che gli sta dietro, apprezzare la vera qualità di ogni sua singola componente. E se la colonna sonora di Final Fantasy VI è storica, l'Aria di Mezzo Carattere lo è ancora di più. E' un vero e proprio brano di opera lirica, che anche dai quattro canali audio del Super Nintendo riesce a stordire per bellezza ed a toccare l'animo. La melodia si alterna tra purezza, maestosità, tristezza, un misto sognante che rende schiavo l'ascoltatore. E la versione in italiano, contenuta nella OST Grand Finale, è per noi ancor più commuovente.
Ma non finisce lì. Improvvisamente il castello è attaccato, ed erompe uno scontro feroce. Maria corre verso il luogo della battaglia, ed eccolo lì il suo principe, Draco, arrivato a salvarla. “It's a duel!”, racconta l'impresario, mentre Draco e il generale nemico si fronteggiano. Ma non ne hanno il tempo, perché dal soffitto ecco arrivare Ultros. Per chi ama Final Fantasy VI Ultros è un'istituzione: un polipo viola che numerose volte nel corso dell'avventura prova a mettere il naso tra le faccende degli eroi, i quali ovviamente non possono rimanere inerti. Ed ecco quindi che il palco diventa un campo di battaglia reale, non fittizio, mentre Locke fa quel che può per mantenere la finzione, sfidando il polipaccio; quello ovviamente non si astiene dalla lotta, dato che deve conservare la sua “octopus royalty”. E lo scontro inizia. Applausi.

Dreamland Express Abbiamo voluto dedicare un episodio speciale di Dreamland Express a Final Fantasy VI, ed è stato un atto di amore dovuto per un titolo che appartiene alla storia. Ce ne sarebbero molte altre di scene da raccontare, dall'amore sfortunato di Locke e Rachel al recupero del Falcon, ai sogni di Shadow, ma meglio non sottrarre troppo ad un tesoro di momenti indimenticabili che ogni giocatore ha il diritto dovere di godersi in maniera personale. Abbiamo provato a scegliere i più significativi, sperando di non rovinare troppo la sorpresa ai nuovi giocatori e di aver scaldato un po' il cuore di quelli appena più maturi. Speriamo di aver fatto cosa gradita.