Rubrica Eye Want It! - Card Games

Due Card Game da non perdere: Game Developerz e Cards Against Humanity

Rubrica Eye Want It! - Card Games
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Il nerd medio non è quasi mai un animale da festa, ma le oscure conoscenze che lo distinguono dai comuni festaioli mortali gli hanno permesso in più occasioni di risollevare le sorti di parecchie serate spente, di quelle che assomigliano pericolosamente al raduno settimanale del circolo delle ex guardie ecozoofile in pensione. In questa puntata speciale di Eye Want It vi mostriamo una delle più potenti "armi segrete" del nerd in cattività e un'anteprima di uno dei prodotti più interessanti nel panorama attuale dei giochi di carte.

Cards Against Humanity

"A party game for horrible people" recita il sottotitolo stampato sul cupo packaging di "carte contro l'umanità", il controverso party game ormai giunto alla pubblicazione della quarta espansione, sull'onda di un successo inarrestabile. Come molti già sapranno, il gioco è destinato ad un pubblico adulto, smaliziato, difficilmente offendibile e possibilmente alticcio; le meccaniche di gioco, come in ogni americanissimo party game che si rispetti, sono estremamente semplificate: un giocatore per turno seleziona una carta dal mazzo nero, con una frase da completare, mentre tutti gli altri partecipanti pescano 10 carte dal mazzo bianco, con le risposte più oscene e politically uncorrect che si possano immaginare. Chi ha scelto la frase da completare (lo czar) leggerà quindi tutte le risposte ricevute a carte coperte dai giocatori e sceglierà quella più divertente/volgare/raccapricciante/insensata alla quale verrà assegnato un punto. Il gioco si conclude in maniera totalmente arbitraria, ma non prima di aver sottoposto l'euforico entourage al rituale dell'haiku di chiusura: ogni giocatore dovrà scegliere 3 carte da quelle rimaste nella propria mano per formare un improbabile componimento poetico di 3 versi, da leggere, ovviamente, con la giusta enfasi.
Il potenziale delirante del card game è altissimo -con la giusta compagnia-, anche se alla lunga le frasi già lette perdono di efficacia (per questo si può sempre ricorrere alle espansioni). Possedere una copia di Cards Against Humanity è l'unico mezzo che ci permetterà di sapere cosa si prova a sentire l'intellettualoide occhialuto di turno, che di solito apre bocca solo per citare Kundera, che cita a sua volta sconosciuti autori francesi,

pronunciare trivialità come "due nani che cagano in un secchio" o la malnutrita e innocentissima zitella arrancare su oscenità irripetibili in questa sede.
Il gioco, finanziato grazie al crowdfunding di Kickstarter, è stato rilasciato su licenza Creative Commons, ciò significa, fra le altre cose, che può essere liberamente scaricato dal sito ufficiale, sul quale è possibile trovare anche una traduzione amatoriale (anche se tutt'altro che perfetta) in italiano.

The biggest, blackest fridayLe persone orribili dietro Cards Against Humanity sono state protagoniste di un bizzarro quanto unico fenomeno di marketing; durante il venerdì nero dello scorso anno, mentre migliaia di americani assalivano i centri commerciali in uno dei più inquietanti spettacoli antropologici, Max Temkin e soci alzavano il prezzo del chiacchieratissimo gioco di carte a 30$, ben 5$ in più del normale prezzo di vendita, portando il fenomeno su tutte le testate generaliste e portando a casa un notevole picco delle vendite, senza spendere un solo centesimo per pubblicizzare il prodotto, anzi.

Game Developerz

Questa è roba altamente nerdica, coprite gli occhi del vostro amico DJ palestrato o potrebbe subire danni cerebrali permanenti. E' un gioco di carte ispirato alla vita degli sviluppatori di videogame. Chi, in occasione dell'annuncio da parte dei ragazzi di Onion Squire, ha pensato si trattasse di un prodotto destinato ad un pubblico molto ristretto ha dovuto subito ricredersi, quando, a poche ore dall'inizio della campagna di crowdfunding su Kickstarter, la cifra minima prevista per finanziare il progetto era già stata ampiamente coperta.
Abbiamo avuto la fortuna di mettere le mani su una versione preliminare del gioco, contenente 154 carte del set base, suddivise in 4 mazzi colorati: assets, companies, features e random events.
A ciascun giocatore viene assegnata una compagnia a caso dal mazzo verde, nel quale troviamo alcune fra le carte più esilaranti dell'intero gioco (le risate su "Ubiflop" e "Electric Farts" saranno inevitabili); ad ogni software house è assegnato un bonus di partenza che resterà tale per tutta la durata della partita; lo scopo di Game Developerz, com'è facile intuire, è quello di creare un videogioco, sviluppando più features possibili.

Per farlo sarà necessario, per prima cosa, assumere uno staff adeguato: ogni turno sarà possibile infatti giocare tutte le carte che rappresentano le figure professionali più note dell'ambiente delle software houses, per accumulare un bonus diverso nelle quattro "skill" fondamentali: game design, direzione artistica, programmazione e marketing. Dopo questa fase preliminare, il giocatore dovrà scegliere se rinforzare il proprio staff e accumulare monete (pre-produzione) o se sviluppare subito una feature (development).
Durante la fase di pre-produzione si potranno investire le utilissime monete per pescare più carte da aggiungere alle proprie risorse, per prepararsi alla fase di sviluppo nei turni successivi.
Se si sceglie di sviluppare una feature è necessario sommare i punti skill di tutti i membri del proprio staff: se i bonus a disposizione superano quelli richiesti per sviluppare la feature pescata dal mazzo giallo, questa entrerà a far parte delle meraviglie che il videogame potrà vantare a fine partita, in caso contrario lo sviluppo fallirà, e il giocatore dovrà estrarre una carta dal mazzo rosso, contenente un evento casuale che lo punirà adeguatamente. Per rendere più movimentato il tutto sarà possibile giocare le carte business development durante i turni degli avversari per ostacolare lo sviluppo delle varie feature o coalizzarsi per "battere" le più difficili, à la Munchkin.
La partita si chiude quando almeno uno dei giocatori avrà sviluppato 6 feature diverse, ma la vittoria andrà a chi avrà totalizzato il beta score più alto. Ad ogni feature è infatti assegnato un beta score proporzionale alla difficoltà di sviluppo: non sarà chi avrà sviluppato più feature a vincere, ma chi avrà in gioco le feature più difficili da sviluppare. Inoltre è possibile, al termine di ogni partita, usare le monete rimaste per corrompere la stampa, guadagnando qualche punto in più da aggiungere al totale.

Game Developerz è un gioco imprevedibile e altamente competitivo, fatto di alleanze, sabotaggi e crudeli vendette, forte di una componente umoristica notevole, un artwork di forte impatto e soprattutto della possibilità di intrattenere un pubblico piuttosto sofisticato senza ammorbarlo con decine di pagine di regolamento (conservo ancora un brutto ricordo delle ultime volte che ho proposto il tabletop di Battlestar Galactica).
Sebbene sarebbe opportuno tirare fuori la scatola di Game Developerz solo in contesti ad alta concentrazione di nerd, abbiamo trovato il gioco di Onion Squire parecchio divertente anche in gruppi misti, in cui solo una piccola percentuale dei partecipanti coglierà tutti i riferimenti al mondo dei videogiochi e capirà perchè Electric Farts può pescare lo staff dalla pila degli scarti.
Il progetto è ancora attivo su Kickstarter, dopo aver raggiunto più di uno "stretch goal", fra cui quello che prevede la traduzione del gioco anche nell'idioma italico, un gioco da ragazzi per gli italianissimi sviluppatori di Onion Squire. Al termine della campagna di crowdfunding, Game Developerz sarà disponibile per l'acquisto sul sito ufficiale.