Gioco del mese aprile 2021: i migliori giochi PS5, PS4, Switch, Xbox e PC

Da Returnal ad Outriders, passando per MotoGP 21 e NieR Replicant: chi si aggiudicherà il premio di miglior gioco di aprile 2021?

Gioco del mese aprile 2021: i migliori giochi PS5, PS4, Switch, Xbox e PC
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A marzo sono usciti diversi grandi giochi, a partire dai sorprendenti It Takes Two e Monster Hunter Rise, che per un soffio è riuscito a strappare la corona di gioco del mese al capolavoro di Josef Fares. Ebbene, aprile si è rivelato essere un mese altrettanto generoso, si pensi al debutto del chiacchierato Outriders di People Can Fly o del Fantasian di Hironobu Sakaguchi, il papà di Final Fantasy. In aggiunta, a soli sette giorni di distanza l'uno dall'altro, sono usciti anche gli attesissimi Nier Replicant - versione restaurata del titolo cult del 2010 - e il Returnal di Housemarque, un ambizioso action in salsa roguelike che non ha mancato di sorprendere la stampa e il pubblico. Insomma, rompiamo gli indugi e cominciamo la consueta scalata verso il Game of the Month di aprile.

MotoGP 21

Dopo il mezzo passo falso compiuto con la quarta incarnazione di Monster Energy Supercross, Milestone è tornata alla carica con il suo MotoGP 21, che - al pari della precedente edizione - si è rivelato essere un punto di riferimento per gli appassionati delle corse su due ruote. Dall'attenzione riposta nella modalità carriera, ma anche nella sincronizzazione completa delle regole, l'esperienza ha subito diverse rifiniture e ci è sembrata più profonda che mai. Il sistema di gestione degli pneumatici e del carburante ha subito un sostanziale upgrade, mentre il roster dei piloti presenta una quantità esorbitante di personalità che negli anni hanno fatto la fortuna di questo bellissimo sport. Il vero piatto forte di MotoGP 21 è la Carriera, una modalità fortemente manageriale, ben curata ma dalla complessità mai eccessiva.Impossibile poi non citare il comparto grafico che, al netto dell'approdo su next-gen, ci è sembrato molto valido ma non in grado di lasciare a bocca aperta.

Sebbene la modellazione poligonale delle due ruote sia praticamente perfetta, ad esempio, le scene d'intermezzo con i meccanici restano legnose e poco ispirate. In compenso il frame rate è ancorato ai 60 fotogrammi, a prescindere dal numero di piloti a schermo e dalle condizioni meteo (i circuiti piovosi sono bellissimi a vedersi). Un discorso a parte, invece, vogliamo farlo per A.N.N.A., l'intelligenza artificiale basata sulle reti neurali. Gareggiare con i piloti controllati dalla CPU - ora più umani e dai comportamenti tanto imprevedibili quanto verosimili - non è mai stato così divertente. Qui la recensione di MotoGP 21.

Outriders

L'appartenenza al genere dei Looter Shooter, ormai categoria di riferimento per chi sviluppa un game as a service, aveva fatto pensare che pure Outriders fosse un "GAAS sotto mentite spoglie", e invece il titolo si presenta sul mercato come un prodotto autonomo, ricco di contenuti e indubbiamente interessante. Parliamo di un tps veloce e frenetico, che recupera il sistema di coperture alla Gears of War per poi "decostruirlo" in nome di un ritmo ben più acceso e trascinante. Oltre che su armi e proiettili, il gioco è estremamente focalizzato sulle abilità del protagonista, che hanno un ruolo fondamentale nell'economia degli scontri. Indipendentemente dalla classe di elezione, l'obiettivo del giocatore è quello di sperimentare con le skill attive e passive, cercando combinazioni sempre nuove per portare avanti un massacro feroce e indiscriminato. Una volta archiviata la campagna principale, che inscena una space-opera di frontiera non particolarmente brillante dal punto di vista narrativo, si raggiunge finalmente l'endgame, che risulta connesso tanto al cosiddetto Livello del Mondo - che alza il tasso di sfida del gioco - quanto alle Spedizioni.

Trattasi di 15 missioni che chiamano i giocatori a fronteggiare ondate soverchianti di nemici, in quella che è a tutti gli effetti un'efferata (e riuscita) rivisitazione della classica modalità Orda. A chiudere il cerchio troviamo una presentazione visiva più che buona, che in ogni caso (specie in quanto ad animazioni e qualità delle texture) mette in luce a più riprese la sua natura cross-gen. In ultima analisi, Outriders non è un gioco perfetto ma è riuscito genuinamente a conquistarci grazie a quella che è una ricetta ludica solida e indovinata. Per chi volesse approfondire, ecco la recensione di Outriders.

World of Demons

Nel mondo di World of Demons, il nuovo titolo di Platinum Games per Apple Arcade, gli uomini e i demoni Yokai vivevano in pace, almeno finché gli Oni non hanno mosso guerra a entrambe le razze e spezzato il loro antico equilibrio. Queste le premesse non particolarmente originali di un racconto dai toni scanzonati, che - complice un'atmosfera suggestiva e delicata - si è rivelato essere piuttosto piacevole. I personaggi si muovono in scenari decisamente ispirati sul fronte della direzione artistica ma dal level design piuttosto lineare. Fortunatamente, l'avventura è costantemente scandita dalle battaglie furibonde tra i demoni e i quattro protagonisti, che sterminano le mostruosità in un susseguirsi di mosse spettacolari e combo infinite.

Ogni arma presente è potenziabile e dispone di alcune caratteristiche peculiari pensate per permettere al giocatore di scegliere lo stile che più gli si addice.

Sconfiggendo uno Yokai, inoltre, si ha la possibilità di fare propria la sua abilità e utilizzarla in battaglia, una trovata questa che conferisce una marcia in più nelle ardue boss fight di World of Demons. A tal proposito, il titolo di Platinum Games richiede una sana dose di backtracking per permettere ai personaggi di allenarsi e arrivare "preparati" agli scontri più importanti.

Il problema è che quest'attività di grinding potrebbe arrivare a stancare i meno pazienti e quindi impattare sulla godibilità dell'esperienza. Sul fronte visivo, World of Demons vive di alti e bassi, tra il design indovinato dei personaggi e i vistosi problemi di frame rate riscontrabili anche sui dispositivi più performanti (qui la recensione di World of Demons). Ad ogni modo, i fan degli action serrati apprezzeranno il lavoro del collettivo nipponico che, pur non toccando chissà quali vette di eccellenza, merita di certo una possibilità.

Fantasian

Sin dal menù di gioco di Fantasian si percepisce l'amore che Hironobu Sakaguchi nutre per i mondi a cui dona vita. Il tocco favolistico delle prime schermate però lascia ben presto spazio a una dimensione oscura e tetra, nella quale si risveglia un protagonista privato dei ricordi e del suo passato.

Senza nemmeno comprenderne la ragione, Leo deve farsi strada tra nemici meccanici e boss, in un percorso che lo porterà a esplorare luoghi suggestivi e a recuperare la memoria. L'opera di Mistwalker vanta una gestione narrativa oculata e brillante, sobria e composta, impreziosita da personaggi ben caratterizzati che acuiscono l'immedesimazione del giocatore. C'è poi l'aspetto prettamente ludico, quell'anima da JRPG classico che alterna momenti d'esplorazione - inclusi alcuni enigmi ambientali - e battaglie a turni contro creature d'ogni sorta. In materia di combattimenti è interessante la possibilità di modificare la traiettoria di lancio delle magie, in modo da colpire più nemici in contemporanea. A ciò bisogna aggiungere la presenza di attacchi multi-bersaglio e il dispositivo Dimengeon che, una volta attivato, racchiude momentaneamente i mostri già combattuti in passato al suo interno. In tal modo ci si può dedicare all'esplorazione più serenamente e ammirare gli ambienti di Fantasian in tutto il loro splendore.

Avendo dispositivi che lo permettono, si riesce a giocare senza problemi in 4K e a 60 fps, sebbene ci siano capitate diverse fluttuazioni del frame rate lungo il cammino. A chiudere il cerchio ci pensa il sopraffino commento musicale del maestro Uematsu, che accompagna un'avventura che l'utenza di Apple Arcade non dovrebbe lasciarsi sfuggire. Ecco la recensione di Fantasian.

NieR Replicant

Al pari dell'originale, l'opera di Yoko Taro è ammantata di un fascino unico, che impreziosisce l'intero viaggio di NieR e della piccola Yonah, una dolce ragazzina afflitta da un male apparentemente inarrestabile. Nel tentativo di comprendere quale sia la natura del suo morbo, il giovane e impavido eroe si imbatte in uno strambo libro parlante, il Grimoire Weiss, nonché nel tenace Emil e nella rozza ma fortissima Kainé.

Un terzetto di personaggi sui generis che accompagnerà NieR lungo il suo viaggio alla scoperta della terrificante verità celata dietro la natura delle ombre e del cataclisma che ha paralizzato il mondo. Insomma, questa revisione a metà strada tra remake e remastered, recupera interamente la carica emotiva del gioco originale, e riesce a smussarne la maggior parte degli spigoli del gameplay, di cui parleremo a breve. È necessario rigiocare Nier più volte per avere un quadro più completo del racconto (sbloccare il vero finale vale lo sforzo) ma, a differenza di quanto avviene in Automata, le successive run sono tutte pressoché identiche sul piano ludico. A tal proposito, il giovane protagonista di Replicant è agile e sinuoso, elegante e letale. Il sistema di combattimento è stato interamente rivisto, così da avvicinarlo al virtuosismo ludico di Automata. Ora NieR può inanellare una serie di combo alla pressione di due tasti, effettuare un parry con il corretto tempismo, scattare con rapidità alle spalle o al fianco dei nemici in un vortice di concatenazioni fluidissime.

Oltre agli attacchi corpo a corpo, NieR può anche contare sull'uso delle magie a distanza del Grimoire Weiss: il parco di poteri a disposizione è abbastanza sostanzioso e contribuisce a rendere gli scontri assolutamente spettacolari. Detto questo, non abbiamo apprezzato allo stesso modo tutte le scelte di game design, soprattutto sul fronte di quel che è un open world dai confini ristretti e diviso in macroaree poco "esplorabili" (ecco qui la recensione di Nier Replicant). Qualche incertezza di troppo caratterizza anche la presentazione visiva (su next-gen purtroppo si gioca solo in retrocompatibilità) ma fortunatamente ci pensa l'incredibile colonna sonora di Keiichi Okabe a riequilibrare la situazione.

Game of the Month: Returnal

Returnal è un gioco particolare, in cui si intrecciano elementi ludici e narrativi molto diversi tra loro. Da una parte c'è il ritmo furioso delle sparatorie e dall'altra troviamo il sapore mortifero dei roguelike, quei videogame in cui ad ogni decesso si riparte da zero.

Ad amalgamare queste due anime troviamo una storia fatta di immagini e ricordi, frammenti imperfetti di un quadro sfumato che parla di esplorazioni cosmiche e vuoto interiore. Col passare del tempo su Atropo, il mistero del loop in cui è intrappolata la protagonista si carica di nuove chiavi di lettura, mentre l'intreccio non manca di offrire dei colpi di scena assolutamente indovinati. Ad ogni modo, le foreste, deserti e i biomi di Atropo assumono il ruolo di una cornice, disposta attorno al cuore pulsante di Returnal: il suo gameplay assuefacente. Nel corso delle prime partite si scopre il feedback eccezionale delle armi, l'importanza delle schivate laterali e il fatto che le disattenzioni si pagano a caro prezzo.

Bisogna abituarsi all'utilizzo non proprio immediato dei trigger adattivi di DualSense, preposti alla regolazione della mira di precisione e del fuoco secondario, ma dopo aver "resettato" la memoria muscolare le cose vanno meglio. Nello specifico, i vari tipi d'arma hanno ritmi di fuoco e ricarica differenti, ed è importante interiorizzarli per usare al meglio la ricarica attiva alla Gears of War. Passando all'impalcatura Roguelike, se è vero che il ciclo si riavvia ad ogni morte, ci sono diversi elementi di persistenza che tracciano una progressione avvertibile e stimolante. A ogni partita si moltiplica quindi il numero di combinazioni per quel che riguarda l'equipaggiamento, che però non rappresenta l'unico elemento cruciale per il successo di una run. Raccogliere le risorse per migliorare l'integrità della tuta e altri elementi è altrettanto importante, al pari del "fattore fortuna".

Alcune armi e oggetti sono sicuramente più utili di altri, e anche il ritrovamento del parassita giusto può cambiare gli esiti di un match. Gli sviluppatori tra l'altro hanno inserito un sistema di scorciatoie per non vanificare gli sforzi compiuti in una run finita male, così da spingere anche i meno avvezzi a non abbandonare il gioco.

Ad acuire la tensione durante le infernali boss fight, ci pensano l'ottima direzione artistica, un pool di effetti particellari fuori scala e la fluidità generale dell'azione, che resta quasi sempre ancorata ai 60 fps. Quella offerta da Returnal in ultima analisi non è un'esperienza per tutti ma se siete appassionati del genere non farete fatica a capire perché gli sia valsa il Game of the Month di aprile. Qui potrete leggere la nostra recensione di Returnal.