Rubrica I migliori Videogiochi Indie #4

Quali sono i migliori titoli Indie dell'anno 2012? Scopritelo insieme a noi!

Rubrica I migliori Videogiochi Indie #4
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Anno nuovo, giochi nuovi. Quello appena concluso si è rivelato eccezionale per l'industria videoludica, non solo per le grosse case di produzione ma anche e soprattutto per quelle minori, composte dai team di sviluppo più piccoli, in grado di proporre al pubblico prodotti sempre eccezionali, innovativi e anche economici. Noi di Everyeye ci auguriamo che abbiate approfitato delle preziosissime offerte che Steam ha proposto in queste ultime settimane, con sconti davvero imperdibili e pacchetti che permettevano di portarsi a casa i più interessanti e famosi titoli indie a un prezzo davvero stracciato. L'appuntamento di questo mese vuole riassumere i giochi più interessanti della scena indipendente e premiare quelli più meritevoli, che potete accaparrarvi su Steam e negli altri lidi digitali sparsi per la rete.

DON'T STARVE

Nonostante il titolo non sia ufficialmente ancora uscito sul mercato, la menzione speciale di questo mese per il miglior gioco indie va indubbiamente alla versione beta di Don't Starve, l'eccezionale survival game d'impostazione sandbox che è stato davvero in grado di stupirci (e rubare molte ore di sonno a gran parte della redazione). Non è facilissimo descrivere in poche parole questo particolarissimo gioco di sopravvivenza, dovete solo essere sicuri di amare il trial and error estremo e l'open world d'ampie vedute. Il gioco non ha una collocazione precisa all'interno del classico contesto videoludico: mettete assieme il pattern di strumenti a disposizione in Minecraft, l'assenza di uno scopo preciso a là The Sims, condite il tutto con una difficoltà degna di Dark Souls e otterrete questa piccola perla dell'industria indipendente.
Ma un altro pregio di Don't Starve è il comparto grafico, che miscelando un ambiente tridimensionale a elementi e personaggi in due dimensioni, ci racconta di un mondo gotico e decadente ma al tempo stesso scanzonato e divertente, con uno stile di chiara derivazione butoniana. Per il resto abbiamo già dedicato ampio spazio all'ultima fatica di Klei Entertainment con un articolo d'anteprima tutto dedicato. Ricordiamo per l'ennesima volta che il gioco esce a marzo e che il pre-acquisto vi da diritto all'accesso immediato alla versione beta e una chiave d'accesso omaggio da regalare ad un amico.

LA PROFEZIA MAYA

Nonostante l'apocalisse dei Maya non sia giunta, il 2012 è stato un anno all'insegna dell'horror, almeno nel piccolo grande universo dell'industria indipendente. Potremmo citare un tale quantitativo di titoli di questa categoria, tra giochi Steam, freeware o browser game, tutti uniti da un sottile filo: da giocare rigorosamente al buio, da soli e con un buon paio di cuffie surround (leggere le avvertenze prima dell'uso, un utilizzo prolungato può portare a stati d'insonnia anche gravi).
Diversamente da quanto avviene in ambito cinematografico, l'horror videoludico è una tematica e non un genere, ecco perché troverete qui elencate una gamma eterogenea di titoli, dalle avventure grafiche punta e clicca allo sparatutto a scorrimento, fino ad insoliti puzzle game che faremmo fatica a inserire in contesti canonici.
La prima doverosa menzione da fare è Anna, l'avventura grafica made in Italy che è stata in grado di risvegliare l'industria videoludica latente del nostro caro paese. Il primo videogioco del team romano Dreampainters è una graphic adventure in prima persona ambientata in un misterioso e antico mulino nello stupendo setting della Val d'Aosta. Il team è ora all'opera su un altro titolo horror, Mater Obscura, un RPG di matrice open world tratto dal gioco di ruolo cartaceo, sempre italiano, Sine Requie Anno XIII.
All'avventura grafica dalle tinte dark si affianca il tipico indie game che ammicca ad ere videoludiche passate e ormai lontane: è in questa categoria che rientra Home, una storia raccontata ad 8-bit, in un mondo tenebroso dove il nostro personaggio si avventura con l'aiuto di una torcia ad illuminare un percorso irto di pericoli ed ostacoli. Se siete amanti del genere "ultimo uomo sulla terra", Lone Survivor è sicuramente quello che fa per voi, un lavoro in pixel art dalle atmosfere cupe e desolanti.
Non propriamente horror ma a tema zombie c'è Dead Pixel, recentissimo shooter a scorrimento che, ammiccando al cinema di serie B e al videogame coin-op, offre lo scenario tipico della misteriosa pandemia zombie con grafica ad 8-bit. Anche il già citato Don't Starve vanta delle componenti horror non indifferenti, per lo piú il timore di un nemico che sbuca all'improvviso decretando una morte rapida e improvvisa del protagonista.
Non possiamo mancare di citare un grande successo del web, lo Slender (o Slender Man) che tanto spopola su internet, specialmente grazie a dei video virali su Youtube che hanno trasformato un piccolo flash game in un vero e proprio fenomeno della rete.

I MIGLIORI INDIE DEL 2012

Con gli award ufficiali di Everyeye e le votazioni degli utenti, ecco che arriva il "best of" di tutti quei titoli che per un motivo o per un altro non sono riusciti ad ottenere il giusto spazio nel contesto delle nostre premiazioni ufficiali. Il mercato offre infatti una così vasta gamma di giochi che non possiamo non tenere in considerazione per una veloce classifica, in particolar modo alla fine dell'anno quando tirare le somme del visto e giocato.
Il miglior survival horror è sicuramente Lone Survivor, che grazie ad una deliziosa grafica simil 8-bit, racconta del solo superstite di un misterioso e tenebroso mondo colpito da una disastrosa epidemia. Forte di una componente psicologica degna del romanzo di Richard Matheson "Io Sono Leggenda", questa piccola perla dell'industria indipendente è in grado di accompagnare il videogiocatore con enfasi e trasporto in un'avventura davvero d'eccezione. Per quanto riguarda le avventure grafiche vogliamo premiare il talento e la bravura di Wadjet Games con il suo recente Resonance, un titolo punta e clicca raccontanto nell'inconfondibile e intramontabile maniera cartoon che da sempre accompagna il genere. Segue a ruota l'avventura testuale Cypher di Cabrera Brothers, una storia raccontata a mo' di libro game, che ha tutto il fascino nostalgico del Blade Runner cinematografico firmato da Riddley Scott.
Nel panorama indipendente i giochi di ruolo - al pari delle avventure grafiche - vantano sempre un gran numero di esponenti. La scelta di Everyeye va all'impostazione classica e intramontabile di Legend of Grimrock, un dungeon crawler con rimandi ai primi giochi di ruolo grafici rilasciati su piattaforma personal computer, tra tutti ricordiamo il celebre Eye of the Beholder pubblicato da SSI.
Il prodotto artistico dell'anno è senza dubbi Dear Esther, che racconta in maniera sublime una storia fatta di emozioni e paesaggi mozzafiato, un prodotto poco ludico e quasi per nulla interattivo, ma tuttavia più espressivo ed immersivo che mai.
Sul versante degli strategici troviamo l'immancabile e tatticissimo FTL: Faster Than Light, che commemora le più grandi serie televisive di fantascienza - in particolare Star Trek - con un'astronave che sfreccia nello spazio alle prese con attacchi alieni e problematiche d'ogni tipo. Sarebbe un affronto non includere anche Awesomenauts nella nostra classifica, un bizzarro shooter bidimensionale che mischia generi e stili molto diversi tra loro, dal MOBA al platform, per un'esperienza ibrida davvero assoluta.
Per il genere piattaforme abbiamo diversi esponenti che si contendono il titolo: da una parte c'è un complicatissimo Giana Sisters, con meccaniche old school e un comparto grafico davvero gradevole; poi c'è DustForce, dove nei panni di improbabili spazzini ripuliamo livelli e piattaforme sempre più complessi e intricati, labirinti nei quali ci si perde tra nubi di polvere e cumuli di foglie secche.

MICROREVIEW

BIT.TRIP CORE

Bit.Trip Core non è un titolo inedito ma un capitolo della serie Bit.Trip già vista sulle console Nintendo Wii e 3DS (e recensito), giunto su PC grazie a Steam solo poche settimane fa. Siamo di fronte ad un classico gioco musicale di natura sinestetica, dove audio e gameplay collaborano per creare un potente effetto di contaminazione sensoriale, vera essenza del difficile gioco di Gaijin games. Il titolo ha un appeal basico, con grafica a quadrettoni che ammicca al videogame degli albori, design e cromie che ricordano le opere di Q Entertainment. La coordinazione necessaria per giocare ai livelli avanzati di Bit Trip Core è davvero elevata, così come la difficoltà intrinseca del gioco, adatto solo ai più caparbi amanti del genere musicale/sinestetico. Lo scopo naturalmente è fallire il minor numero possibile di colpi ed ottenere il ponteggio più alto. L'approccio alla tastiera è quanto di più simile ci sia al suonare uno strumento musicale, in questo caso il pianoforte: se volete tentare il gioco con una mano sola sappiate che non è certo cosa impossibile, ma bisogna coordinare la pressione dei pulsanti e quindi l'uso delle dita con agilità e rapidità, al fine di sbagliare meno colpi possibile. A tutto questo si aggiungono la necessità di un buon colpo d'occhio e un senso musicale assolutamente richiesti e indispensabili per portare a termine i vari stage del gioco. Naturalmente potete ovviare con l'utilizzo di un controller che vi faciliterà il compito e vi renderà l'esperienza molto più accessibile e decisamente più arcade. [8]

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ACE OF SPADES

Immaginate una mod che vi permetta di modificare Minecraft in uno shooter in prima persona. Ace of Spades del team di Jagex fa proprio questo, senza mascherare un design che al primo impatto sembra totalmente derivativo e poco ispirato. Nella maggior parte dei casi sono proprio le prime impressioni a definire e valutare un prodotto, e in questo particolare frangente non possiamo che confermare la regola. Ace of Spades offre ai giocatori la sola modalità di gioco online, con le classiche varianti ormai canonizzate dal genere prima persona, ovvero il team deathmatch, conquista e le varie alternative che tutti ben conosciamo. Il mondo è colorato e simpatico ma le mappe si dimostrano decisamente poco interessanti da giocare, oltre che scomode da esplorare a causa della natura "spigolosa" delle ambientazioni. Colline e asperità sono costruite con soli cubi e mattoni, obbligando il giocatore a saltare in continuazione per evitare di bloccarsi tra un elemento e l'altro dello scenario: naturalmente è difficile mantenere costante l'andatura in un simile ambiente e al primo errore ci troveremo addosso l'intero caricatore del nemico di fronte a noi, causando la morte del nostro personaggio e una grande frustrazione. Il sistema di controllo purtroppo non è migliore, con un input sempre grossolano e mal calibrato. I bug che affliggono il gioco, la lentezza dei caricamenti e la difficoltà di connessione sui server, non possono certo migliorare la qualità già precaria del titolo. [5]

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DEAD PIXELS

Dead Pixel è uno di quei titoli fedeli al minimalismo ed essenzialismo dell'industria indipendente, un survival game mascherato da shooter a scorrimento, estremo e difficile. Il solo scopo del gioco è raggiungere la il termine del livello senza essere ucciso dagli zombi: solitamente li si deve uccidere con colpi d'arma da fuoco, ma nei primi stage possiamo anche limitarci a schivarli per risparmiare preziosi proiettili che tornano utili in seguito. Possiamo giocare quattro diverse (mini)campagne, contraddistinte da delle locandine sporche e logore, un elemento che ci ha richiamato alla memoria un gioco per certi versi simile, Left 4 Dead. Talvolta suona una strana sirena e ci troviamo con di decine e decine di zombie che ci corrono incontro famelici, costringendoci a sparare all'impazzata arretrando con il nostro personaggio per non finire divorati dalle creature non morte. Man mano che proseguiamo nel corso dell'avventura il gioco diviene sempre più complicato, non solo per il crescente numero di zombi per le strade, ma anche per il minor numero di proiettili e rivenditori di armi che possiamo trovare e reperire lungo il percorso. A questo si aggiungono degli zombie più resistenti e in grado di sparare getti di acido in grado di farci perdere molta energia.
Proprio come in un film di serie B i fondali si ripetono, gli effetti visivi sono spicci e di poco impatto, tutto a favore di una fruibilità immediata e semplicissima, proprio come un film di serie B semplicissimo da vedere.
Dead Pixel è un capolavoro mancato, forte di un'idea davvero accattivante ma penalizzato da un gameplay fin troppo ripetitivo. Certo, per soli 2 € è in grado di strapparvi qualche onesta ora di gioco e delle citazioni dal mondo del cinema davvero geniali. [7.5]