Libri a 360 bit: Sea of Thieves, frammenti di un discorso piratesco

La nuova puntata della nostra rubrica letteraria si concentra sul gioco di Rare e lo mette in correlazione con il libro I Ribelli dell'Atlantico.

Libri a 360 bit: Sea of Thieves, frammenti di un discorso piratesco
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Probabilmente alcuni ci hanno pensato subito e possiamo dirvi che sì, senza ombra di dubbio il titolo di questo pezzo riecheggia, molto (im)modestamente, il fondamentale Frammenti di un discorso amoroso di Roland Barthes, nel quale il semiologo francese ha compiuto uno dei più straordinari viaggi di sempre volto ad analizzare quel sentimento inteso come "amore" in tutte le sue sfaccettature. Proprio questa idea di vastità ci sembrava la più azzeccata per partire alla volta di un percorso ben diverso, in direzione di Sea of Thieves, la più importante e interessante esclusiva Microsoft dell'ultimo periodo, sviluppata dai Rare Studios.

L'azzurro oceano sotto di noi, la legge del mare dentro di noi

Sea of Thieves, non va dimenticato, è un titolo progettato principalmente per essere giocato in gruppo, con una modalità coop che è parte fondante dell'intero gameplay. Pertanto, imbarcarsi in Sea of Thieves insieme ad un manipolo di amici è una delle più belle esperienze multigiocatore degli ultimi anni, anche se, purtroppo, di breve respiro.

Nelle prime ore dell'avventura, quando si naviga assieme alla propria personale ciurma in un mondo di rara bellezza e ispirazione artistica, si passa senza soluzione di continuità da una solenne ubriacatura a suon di grog a dei buffi concerti improvvisati sulla prua della nave, prima di spiegare le vele alla volta di epiche cacce al tesoro. Tuttavia, all'ennesimo giro di danze e dopo un altro forziere rinvenuto in una spiaggia, ci si accorge che le meccaniche di gioco sono, in fondo, alquanto ripetitive. Ma non temete: a venirvi in soccorso e a nobilitare con fare "intellettuale" le vostre disavventure piratesche ci pensa "I ribelli dell'Atlantico. La storia perduta di un'utopia libertaria" scritto da Peter Linebaugh e Marcus Rediker.

Liberi di giocare

Il libro in questione - da un certo punto di vista - è unico nel suo genere. Infatti i due studiosi, invece di indagare il fenomeno piratesco solamente dal punto di vista storico, si prodigano ad analizzare i pirati con un'ottica sociale, scoprendo molti aspetti interessanti.

Tra i tanti, oltre ad imprese al limite dell'impossibile perpetrate dai vari corsari, leggendo il volume si scopre come molti dei filibustieri operanti in Atlantico furono i creatori di comunità all'avanguardia sia nell'ambito dei diritti sia per quanto riguarda le libertà individuali. Queste informazioni saranno utilissime per noi videogiocatori di Sea of Thieves. E adesso vi spieghiamo perché.

Liberi di fare ciò che si vuole, anche di rispettare delle regole

Se infatti gli avventurieri di Sea of Thieves "denunciano" spesso la noia di compiere sempre le stesse attività, I ribelli dell'Atlantico potrebbero suggerire metodi di gioco molto particolari. Si può interpretare una ciurma di pirati libertaria, in cui ogni componente ha diritto di parola, ha la facoltà di prendere parte alle decisioni sulla navigazione, dalla rotta da scegliere al tipo di nave da assaltare, riducendo così al minimo le dispute e gli odi interpersonali, e dando vita sulla caravella ad una sorta di utopia democratica.

Del resto, e questo si può leggerlo nel libro di Peter Linebaugh e Marcus Rediker, non tutti i pirati erano dei mascalzoni e dei tagliagole professionisti: molti di loro si sono operati per costruire comunità rispettose, con regole precise e, almeno per i tempi, rivoluzionarie. In questa visione, riecheggia un po' la famosa Libertalia, la mitica città dei pirati di cui il prode Nathan Drake va alla ricerca in Uncharted 4.

Bucanieri, corsari e pirati: affinità e divergenze

I Ribelli dell'Atlantico, oltre che una lettura piacevolissima, potrebbe rivelarsi come un "manuale di istruzioni" per interpretare metodologie di gioco divertenti e storicamente ineccepibili su Sea of Thieves. In più, immergendosi tra le pagine di Peter Linebaugh e Marcus Rediker si riesce finalmente a comprendere, una volta per tutte, le tre tipologie o "classi" di criminali marini (dettaglio del tutto assente nel gioco di Rare): il pirata è "libero" di predare qualsiasi tipo di nave; il corsaro, incaricato dal regnante del caso di fare "la guerra di corsa", poteva attaccare soltanto le imbarcazioni dello Stato nemico al proprio; ed infine il bucaniere era una tipologia molto specifica di filibustiere, operante solo nel sud del Mar dei Caraibi, che si differenziava dagli altri suoi "colleghi" per la presenza nelle proprie flotte di personale indigeno (solito consumare carne affumicata su una graticola di legno, chiamata barbicoa nella lingua locale).

È tempo del gaming socialmente utile?

Eppure, senza scomodare ricerche para-archeologiche, ne I Ribelli dell'Atlantico si descrive come in molti porti dell'Oceano Atlantico, e non solo, siano stati molteplici gli episodi di comunità piratesca in netto contrasto, se non in palese sedizione e ribellione, con le autorità locali, ree di voler imbavagliare la loro voglia di libertà.

Ecco perciò che noi, rispettando perfettamente il dato storico, potremo far rinascere queste mitiche e democratiche comunità all'interno della nostra ciurma, regolando i rapporti alla stregua di veri e propri pirati ribelli. In questo modo all'eventuale noia si sostituirà una reale missione civilizzatrice, indirizzata alla riscoperta dei diritti umani.

Una storia di una ciurma ribelle come noi

Al netto delle evidenti limitazioni nella formula di Sea of Thieves, che tenta comunque di ampliare la propria offerta con l'aggiunta di nuove espansioni (come nel caso del DLC Cursed Sails), la lettura de I ribelli dell'Atlantico ci permetterà di trovare numerosi spunti per interpretare quest'avventura in modo storicamente fedele.

I nostri frammenti di un discorso piratesco, tanto per citare ancora una volta il testo di Roland Barthes, intendono suggerivi alcuni spunti ludici che vi permettano di arricchire e completare l'esperienza di gioco, interpretando in modo diverso la figura del filibustieri, all'interno di un titolo che - nel pieno rispetto dell'ideologia dei pirati come descritti da Linebaugh e Rediker - intende offrire al giocatore totale "libertà".