Mafia The City of Lost Heaven: la storia del primo grande gangster game

Un piccolo studio ceco ha segnato un punto di rottura nei giochi ispirati ai gangster: Mafia protagonista della nuova puntata di My Generation.

My Generation EP.19: Mafia
Speciale: Multi
Articolo a cura di

Soldi, rispetto, famiglia e potere. Su questi quattro principi si basa l'organizzazione criminale della mafia, una delle più estese che il mondo abbia mai visto. Un gioco in particolare ha cercato di raccontare la crudeltà di questo universo parallelo fatto di ossequi ai capifamiglia e tradimenti, uccisioni a sangue freddo e riverenze. Stiamo parlando di Mafia: The City of Lost Heaven, e questo è My Generation, la rubrica che celebra i grandi giochi che hanno fatto la storia.

Don Salieri manda i suoi saluti

Sono in tanti a ricordare la scalata nelle gerarchie della famiglia Salieri di Tommy Angelo. Un uomo che ha avuto la sfortuna di trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato, condannato dallo scontro tra la sua morale e la disonestà di una realtà sempre pronta a schiacciare il più debole. Prima di comprendere le ragioni dietro il successo di un gioco capace di dar vita a una trilogia, dobbiamo però fare qualche passo indietro nel tempo.

Nei primissimi anni del 2000 l'industria videoludica era in fermento e, ovunque si guardasse, nuove produzioni contribuivano all'evoluzione del medium. La corsa alle tre dimensioni stava raggiungendo un livello di maturità importante e, solo per citare alcuni esempi, proprio in quel periodo Halo: Combat Evolved rivoluzionava gli FPS, mentre Max Payne mostrava al mondo la spettacolarità del bullet time (recuperate il My Generation dedicato a Max Payne). Nel 2001, poi, Rockstar stravolgeva la struttura del suo Grand Theft Auto con il terzo capitolo, gettando le basi del moderno concetto di open world sandbox, il corrispettivo di un enorme parco giochi in cui essere liberi di fare qualsiasi cosa.

In questo momento di sperimentazioni e scoperte, il mercato videoludico si apriva sempre più a realtà differenti da quelle giapponesi e americane. In Repubblica Ceca, presso gli studi di Illusion Softworks, un piccolo team formato da pochissimi membri aveva già iniziato a stringere le prime partnership con i publisher americani, grazie alla serie di shooter tattici Hidden & Dangerous. Quello che i ragazzi di Illusion non sapevano è che di lì a poco avrebbero segnato un momento fondamentale per il medium.

Il team ceco era formato da sole cinque persone, desiderose di provare a cambiare registro rispetto ai primi progetti. L'idea iniziale era quella di creare un RPG, dato che il genere effettivamente guidava la classifica delle vendite da qualche anno: da capisaldi come Final Fantasy 7 ai progetti ibridi come Deus Ex. Tuttavia, dopo la partecipazione a una fiera del settore, i membri di Illusion cambiarono direzione: serviva qualcosa di diverso, dovevano realizzare il gioco che avrebbero sempre voluto.

L'idea del progetto venne totalmente stravolta, e si guardò ai grandi lungometraggi come il Padrino di Francis Ford Coppola e Quei Bravi Ragazzi di Martin Scorsese. Da li vennero poggiate le basi per Mafia: The City of Lost Heaven, sviluppato col nome in codice Gangsters. Lo scrittore di Illusion, Daniel Vàvra, divorò tutto il materiale filmico a disposizione per comprendere i dettami di un'associazione criminale in cui il rispetto vale tanto quanto il denaro, in cui un'offesa si ripaga col sangue. Scavando, comprese di trovarsi davanti a uomini che rifiutano le regole della società per seguire le proprie, e per rappresentarne tutte le sfaccettature serviva il giusto protagonista.

La prima bozza che prevedeva di vestire i panni di un poliziotto venne quindi scartata, perché la storia doveva essere raccontata dall'interno, da un uomo che avrebbe scalato le gerarchie della malavita per poi affrontare l'inevitabile caduta.

L'angelo del paradiso perduto

Tommy Angelo è un tassista come tanti altri nella città di Lost Heaven, un onesto lavoratore che cerca di sbarcare il lunario. Una sera la sua vita cambia per sempre quando due estranei, armati e ben vestiti, lo costringono a una corsa verso Little Italy e il bar di Don Salieri per sfuggire alla retata di una famiglia rivale. Accettato il ringraziamento e la promessa di un favore, Tommy torna alla sua quotidianità, ma inconsapevolmente è già diventato parte della vita criminale della cittadina. Passa un solo giorno e i Morello, gli artefici dell'attacco notturno della sera prima, pensano di rivalersi sul tassista per aver aiutato le loro prede. Di fronte a un plotone d'esecuzione, il protagonista può solo chiedere aiuto a Salieri, che in seguito lo prenderà sotto la sua ala come autista.

Già dall'incipit, Mafia mostrava un piglio narrativo che diventerà il suo tratto distintivo, grazie a una trama che, esattamente come quella dei gangster movie, seguiva un ritmo trascinante. Tutto era al servizio della narrativa, e dal genere cinematografico di riferimento vennero presi diversi elementi estetici: il personaggio di Paulie, ad esempio, ricordava fortemente l'attore Joe Pesci, premio oscar proprio con il lungometraggio Quei Bravi Ragazzi.

A distinguere Mafia era anche l'ambientazione: gli anni ‘30, l'epoca del proibizionismo e della grande guerra criminale per accaparrarsi alcol di contrabbando. La fortuna volle che la prima release del gioco su PC avvenne in un caldo 27 agosto del 2002, di poco antecedente all'uscita di GTA Vice City e al debutto di Tommy Vercetti.

Proprio col sandbox americano ci fu quasi un confronto diretto, dato che in superficie i due progetti condividevano temi e struttura. Sul fronte del gameplay Illusion aveva infatti dato vita a un semi-open world ispirato a giochi come Driver, ma la volontà degli sviluppatori era quella di non edulcorare la violenza della vita malavitosa, proprio per distanziarsi efficacemente da Grand Theft Auto.

Illusion, e in special modo Vàvra, non cercarono affatto di sfidare Rockstar e la mole contenutistica delle sue produzioni. Se GTA permetteva di mettere a ferro e fuoco un'intera città, Mafia giustificava narrativamente la presenza di ogni nemico sullo schermo. Se il primo consentiva di attaccare briga con chiunque, il secondo puntava a far sentire il peso di ogni uccisione. Una pesantezza voluta, per simboleggiare prima la lotta interiore del protagonista Tommy, e solo poi quella con il potere di Don Salieri. Non mancavano anche momenti più leggeri, o perfino dello humour: nelle intenzioni dello studio, Mafia doveva essere un mix perfetto di tutti questi elementi.

Alla sua uscita sul mercato l'impatto del titolo fu ragguardevole, dato che non esisteva nessun corrispettivo della creatura di Illusion. Il gioco però non era esente da difetti, anche a causa dei mezzi a disposizione del team, che peraltro fu costretto a cambiare engine durante i lavori. A questo proposito, una missione dedicata a una corsa clandestina divenne particolarmente celebre all'interno della community, tanto era alta la sua difficoltà tra incidenti, intelligenza artificiale degli avversari e sistema di guida. Ancora oggi è possibile ritrovare in rete dei filmati con un glitch per superare agilmente il momento più arduo dell'intera avventura.

Un altro problema fu la sua componente tecnica: su PC, City of Lost Heaven era infatti una produzione impeccabile, ma il porting su console del 2004 fu affidato a uno studio esterno, che realizzò un lavoro piuttosto scadente. Non solo mancavano diversi dettagli grafici, ma addirittura alcuni contenuti legati allo stesso gameplay, come le pattuglie di polizia nella modalità libera, giocabile dopo la fine della campagna. A causa di questa discrepanza le recensioni del periodo furono piuttosto discordanti, sebbene la critica avesse già promosso a pieni voti la versione PC. Grazie a questi risultati Mafia arrivò a vendere due milioni di copie, dando vita a una serie che è sopravvissuta fino a oggi, aprendo un nuovo percorso che sarà seguito da molti altri progetti.

My Generation Tommy Angelo tornerà dopo diciotto lunghi anni grazie all’annuncio di Mafia Trilogy. Chi ha vissuto la sua ascesa nella famiglia Salieri sarà felice di incontrarlo nuovamente, mentre tanti nuovi giocatori potranno fare la conoscenza di un uomo che, in barba ai soldi, al rispetto, alla famiglia e al potere, ha dato tutto per mantenere intatta la scintilla dell’onestà.